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Posts written by Jack DiSpade

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    Boiata pazzesca, il viaggio nel tempo come al solito trattato in maniera sciatta, lo stesso autore ci dice per bocca di Bruce Willis che rinuncia a spiegarcene il funzionamento perchè tanto non gliene frega nulla. Proprio quel dialogo io passato\io futuro poteva essere la cosa interessante del film , ma si riduce tutto a willis che fa il duro con tanto di scazzottata... seconda parte sembra di vedere il remake di terminator, finale LOL. Alcune cose (come la mafia, il gene mutante ecc..) accennate e per niente approfondite sembrano messe lì giusto per
    Delusione totale
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    CITAZIONE
    perché il coordinamento di una lotta da cui dipende il destino dell'umanità viene affidato dalle Nazioni Unite ad un unico uomo e a due scienziati che lavorano in un laboratorietto poco più grande di un'autorimessa?

    Nel tempo del raacconto il progetto giger non è più finanziato dall'onu e deve trovare fondi autonomamente.
    CITAZIONE
    Come fa una dozzina di elicotteri a tirare in aria un robot alto un centinaio di metri?

    Effettivamente una cosa che salta abbastanza all'occhio per la sua irrealisticità, che poteva benissimo essere evitata.
    CITAZIONE
    Perché i robot nei loro epici scontri non si avvalgono del supporto di aviazione e marina?

    La domanda corretta sarebbe perchè costruire dei robottoni antropomorfi?, ma è assurdo andare a vedere un film del genere ponendosi questi interrogativi.

    CITAZIONE
    Perché solo alla fine del film ai buoni viene in mente come concludere la guerra, quella stessa soluzione che verrebbe in mente a chiunque veda un buco nel muro dal quale escano insetti minacciosi?

    Se fai attenzione dicono di averci già provato senza successo perchè il passaggio faceva entrare solo i kaiju

    Questo era un film che attendevo da molto e che mi ha deluso parecchio, anche e soprattutto per gli effetti, che non sono questo granchè : design banale e movimenti poco curati (i robo hanno la scusa che sono robo, ma i mostri no!) Al giorno d'oggi si vede di meglio
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    Congratulazioni Ellie, adesso diamoci da fare con il prossimo contest :)
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    Ok capita l'antifona: evitare.
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    A me invece è abbastanza piaciuto, direi che è l'ultimo della saga che valeva la pena girare.
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    Ma quando esce?
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    Trama: Trattamento del romanzo di Matthew Quick “L’orlo argenteo delle nuvole”. Pat, dopo essere uscito da una clinica psichiatrica, è deciso a riprendere il controllo della sua vita e a riconquistare la moglie, ma il suo disturbo bipolare sembra condannarlo a fallire nei suoi propositi. L’incontro con Tiffany cambierà tutto e porterà Pat a vivere in una prospettiva diversa.

    Recensione:

    Ero molto indeciso sul genere con cui classificare questo film. La sua struttura, infatti, è uno schema tipico della commedia romantica (l’amore sboccia mentre lei aiuta lui a conquistare un’altra), ma il film può essere accostato al dramma psico(pato)logico per la condizione disturbata dei protagonisti, tema molto delicato e rischioso da trattare, che preclude alla base qualsiasi pretesa di leggerezza.

    Tiffany e Pat hanno subito forti traumi che hanno lasciato profonde cicatrici nella loro psiche e non riescono a farsi comprendere appieno dai personaggi “normali”, dal pubblico e neanche tra loro due, finendo inevitabilmente per essere etichettati come “squinternati”, quasi dei pariah da evitare o trattare con sussiego. Non sono casi di follia alienante, ma disturbi molto comuni con cui molti hanno a che fare tutti i giorni; i due sono in grado di stare in mezzo alla gente e si rendono conto del loro stato; possono ambire a una vita “normale”, ma c’è una parte di loro che non controllano, che, a volte, emerge compromettendo il loro sforzo di ricostruire un esistenza equilibrata.

    È prorpio la loro condizione di emarginati che accomuna i due protagonisti e fornisce le basi per cominciare un rapporto: entrambi hanno perso il loro matrimonio, sono trattati con sufficienza dalle rispettive famiglie, non sopportano i dottori e gli psicofarmaci e sentono il bisogno di esternare verità considerate inopportune dai più. Senza questo punto d’incontro, nonostante la forte attrazione che si instaura al primo sguardo, i loro caratteri non potrebbero mai convivere: lui ossessionato dal miraggio di riconquistare l’ex-moglie, lei smarrita in un susseguirsi di squallidi rapporti sessuali. Questa unione viene inoltre incoraggiata inizialmente dai familiari e dai medici, quasi a voler formare e mettere in quarantena la coppia di “squinternati”.

    L’indagine sulla malattia mentale viene a un certo punto smorzata e abbandonata per lasciare spazio alla love story. Pat, infatti, si rende presto conto che per raggiungere i suoi scopi deve prendere le sue medicine e da quel momento il suo disturbo si manifesta in maniera marginale e sporadica. Chiaramente il film perde molto spessore e rientra pienamente nei binari della commedia romantica, con tanto di balletto finale; peccato perché c’erano tutte le premesse (in primis l’ottima interpretazione degli attori) per sviscerare a fondo un argomento di largo interesse poco trattato dal cinema; per chi volesse vedere una pellicola che parla più a fondo del tema, suggerisco l’ottimo “The soulist”, di J. Wright.

    Jennifer Lawrence, la coraggiosa cacciatrice di “Hunger games”, incanta tutti con la sua eccellente performance, che le vale Oscar e Golden Globe, facendo sicuramente impennare le sue quotazioni. La psiche turbata del personaggio le dà la possibilità di mostrare tutta la sua ecletticità nel rendere un’ampia gamma di stati d’animo; le sue espressioni ferme che lasciano trapelare, con movimenti appena percettibili, un malcelato tumulto interiore, la sua conturbante e sinuosa sensualità, la sua voce, che riesce a trasmettere orgoglio e fragilità allo stesso tempo, rivelano il grande talento della giovane attrice (22 anni), che se la cava egregiamente anche nel ballo. Notevole anche Bradley Cooper, che si sta ormai affrancando dall’etichetta di attore comico grazie ai suoi ultimi ruoli. Il personaggio di Pat è sicuramente molto impegnativo in quanto affetto da un disturbo bipolare che varia d’intensità in diversi momenti della storia: l’interpretazione di Cooper è molto convincente e riesce anche a far sorridere con le occasionali battute che il suo personaggio, ignaro dell’effetto umoristico, pronuncia. Robert DeNiro pare essere messo lì giusto perché è Robert DeNiro; non era assolutamente necessario scomodare il leggendario attore per la parte di Pat Senior e, anzi, le sue espressioni e le sue movenze, ormai scolpite nell’immaginario collettivo, rendono le scene artefatte.

    Il padre di Pat e molti altri personaggi minori sono presentati spesso come infelici, conformisti, affetti da piccole manie e incapaci di dare sfogo alle loro pulsioni. Pat Senior è uno scommettitore compulsivo, violento, fissato con il football e tutta una serie di rituali scaramantici con i quali crede di poter influenzare l’esito delle partite; Ronnie, il migliore amico di Pat, si sente soffocato dalla sua nuova condizione di padre di famiglia: oberato di lavoro e tenuto al guinzaglio dalla moglie, si sfoga di nascosto nel garage ascoltando musica heavy metal. Il testo suggerisce che ognuno ha il proprio personale disturbo mentale, che viene però accettato dalla società finché non disturba il quieto vivere e soprattutto finché consente di continuare a lavorare e fare soldi. I protagonisti, giudicati malati dal resto della comunità, riescono invece a vedere una realtà nascosta agli occhi dei “normali”, che vivono nel timore di apparire “anormali”. Sono liberi dai vincoli formali che attanagliano gli altri e non hanno paura di trasgredire alle norme comportamentali per esprimere il loro mondo interiore.

    Il film è ambientato quasi esclusivamente in un piccolo quartiere della Pennsylvania. La strada diventa luogo metaforico del continuo rincorrersi di Tiffany e Pat, che inseguono alacremente i rispettivi sogni di serenità circondati dalle placide e monotone villette a schiera. Il ritmo del film è inizialmente veloce e frammentato per allinearsi allo stato mentale di Pat, in seguito si distende progressivamente per adeguarsi al crescente romanticismo della storia. Anche questa soluzione rappresenta il risvolto registico di un film caratterizzato da una duplice natura dove coesistono commedia e fenomenologia della psiche, una natura che definirei bipolare.

    Un film su di un best seller contemporaneo, che ci regala un’edificante storia d’amore senza trascurare contenuti seri, con il risultato di essere allo stesso tempo leggero e impegnativo. Consigliato.


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    gli è mancato qualche ruolo grosso da protagonista e probabilmente non ama molto il jet set,a me paice e lo rispetto moltissimo
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    ahaha, uno dei primi del filone, lo vidi all'epoca... nulla di memorabile ma faceva il suo vile lavoro :lol:
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    Sì , da vedere più e più volte. Grandissima sceneggiatura che espone, con dialoghi e monologhi efficacissimi, sia critica alla società, sia profonda introspezione psicologica. È una pellicola molto densa e ricca di contenuti dove nessuna battuta è lasciata al caso. Non ci si adagia come in altre pellicole di questo tipo su un insipiente ritratto solipsistico di un intelletto superiore, ma ci si addentra in profondità nella vera anima del personaggio, le cui capacità sono solo una corazza\schermo per nascondere la propia interiorità. bellissimo
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    Preferisco la versione normale, quella integrale in effetti è un po' pesante
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    Bene vedo che il mio non ha possibilità di vincere... voterò matrix per non buttare il voto ^^
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    Visto poco tempo fa e già quasi dimenticato...
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    nemmeno io la trovo :(
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    Un film che appartiene all'Olimpo del Western, come molti altri di Ford. In questa opera più che in altre, indulge in un certo sensazionalismo narrativo tipico dei film, dell'epoca, che cercavano disperatamente di sopravvivere alla TV. Cionondimeno, una grandissima pellicola, da vedere e rivedere.
45 replies since 28/7/2012
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