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Votes taken by tayger

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    Peccato non abbiano mai integrato come si deve la serie con il MCU.. per me una delle migliori serie con una sceneggiatura mai banale, almeno nelle prime stagioni.

    Giusto l'ultima l'ho trovata un attimo tirata.
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    Io l'ho visto, devo dire che mi ha preso molto. Dopo una decina di stagioni di Grey's anatomy credevo di aver raggiunto il limite con i medical drama, ma devo dire che è molto piacevole.

    Come si confà al protagonista, le tinte sono vagamente più naif, anche se il filo rosso del dramma comunque resta sempre ben visibile, ma sa alternare decisamente bene i momenti leggeri con quelli più pesanti.
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    CITAZIONE (clemen @ 29/10/2017, 17:04) 
    sono alla settima stagione...scusate mi devo ancora riprendere :blink:
    :cry: :cry: :cry: :cry: :cry: Glennuccio mio :cry: :cry: :cry: :cry: ma senza di lui come si fa????

    CITAZIONE
    Fa sorridere la cosa perché non gliene è mai sbattuto nulla del baffone :D
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    In realtà per fare bene i produttori dovrebbero creare stagioni massimo da una decina di puntate, evitando di infilare ovunque si possa filler inutili che allungano un brodo che di puntata in puntata diventa sempre meno appetibile.

    In linea di massima le idee buone ci sono, ma si disperdono in questo mare di inutilità, di retrospettive che nessuno richiede e di cui non c'è assolutamente necessità.

    Tutto il talento che viene espresso nei classici finali di stagione (o all'inizio, per quanto riguarda la settima) a volte non è sufficiente per affrontare un'intera stagione.
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    Un fan service dedicato ad uno dei mostri iconici più famosi di tutti i tempi, che ha saputo superare confini geografici e temporali, abbracciando un pubblico eterogeneo di tutte le età e di tutte le culture.
    Un mito alimentato periodicamente e rivisto di volta in volta, che nasconde dietro al suo grande corpo la verità nascosta sulle paure dell'uomo, capaci di annientare coscienza ed intelletto, a favore della forza bruta e della violenza.
    Un mito talmente grande, da far scomparire le guest star presenti nella pellicola, che si spartiscono i pochi minuti dedicati nel modo migliore possibile, sapendo trovare la loro ragione d'essere in funzione di ruoli ben definiti, nonostante le poche pennellate dedicate ai loro tratti, a causa dello scarso minutaggio.
    Ben lontani dall'essere interpretazioni memorabili, sanno comunque colpire e lasciare il segno, funzionali alla grande star della pellicola
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    CITAZIONE
    Uno di quei film che ti fa ringraziare l'esistenza della settima arte. Devo pur ammettere che armato di sottotitoli non sono riuscito a seguirlo tutto benissimo, soprattutto nelle sfumature dei dialoghi, ma la logica intrinseca l'ho colta e son rimasto colpito da quanto di buono ci sia in questo film. O meglio... in questi film. Perché la destrezza con cui si destreggia tra un genere e l'altro è un esempio di fulgido talento, in un gioco voluto che ti sballotta da una parte e l'altra con il chiaro intento di non volerti svelare lo sconcertante epilogo.
    Una brusca virata che forse è molto forte anche rispetto a quanto di "estremo" ci aveva già abituato il film, ma che non stona e non penalizza la pellicola.
    Una performance Eccellente di McAvoy, camaleontico, eccessivo, una furia coinvolgente e travolgente, una specie di one man show che poggia tutto sulle sue spalle ma non lascia nulla al caso, con un cast di comprimari che sa reggere l'urto di una prima donna in grandissima forma e riesce invece ad esaltarlo ulteriormente.

    Di getto tutto questo. Metabolizzando successivamente potrei dire che forse nel film noto soprattutto la nota amara verso il finale, con la quale lo spettatore riesce finalmente ad entrare in sintonia con il protagonista, magari non a supportarlo ma a comprenderne la motivazione di fondo.
    E provare tristezza. Assieme a tutto il vocabolario di emozioni che c'è stato prima.
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    Secondo me i fasti delle prime 3 stagioni vengono toccati in pochi episodi nelle stagioni successive, con notevoli mancanze di idee nella quinta stagione. Ma nel complesso è una serie sempre godibilissima, che sa appassionare e rendere snervante l'attesa della puntata successiva.

    Il fatto che nella sesta non vi siano più tanti punti di riferimento con il romanzo forse giova alla serie, che nella quinta per l'appunto vive nell'attesa delle ultime -splendide- puntate, senza far progredire significativamente la storia in quelle precedenti.
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    Mel Gibson i film li sa fare, poco da dire. Le storie le sa narrare bene, riesce a rendere fluida qualsiasi sceneggiatura, comprese certe esagerazioni qua e là che comunque non rovinano il piacere della visione in sé e per sé.
    Forse non verrà mai ricordato per una bravura tecnica eccelsa, una fotografia indimenticabile o altro, ma di sicuro riesce a sintetizzare il tutto in film che sanno il fatto loro e sanno restituire molto in termini di appagamento e coinvolgimento.
    Non di meno è questa sorta di biopic a cui al massimo può essere contestato un casting un po' anomalo ma che sa comunque dare il proprio contributo alla causa.
    Ma il vero fulcro di tutta la visione è la guerra, quella che Mel Gibson sa imprimere sulla pellicola, quella che sa disgustare ed inorridire lo spettatore, quella che ti sa ricordare cosa sia e perché deve essere evitata.
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    Chi ha vissuto i film degli anni '80, spaziando tra E.T., Explorer, Stand by me, si accorgerà che gli sceneggiatori hanno letteralmente saccheggiato quei film, sintetizzato e svecchiato, offrendo al pubblico, soprattutto di quel periodo, una serie che è cresciuta con quegli stessi ragazzi, diventando un prodotto più maturo. E' una operazione nostalgia che funziona e colpisce al cuore, rovistando tra i ricordi, accompagnato da una produzione che non lascia nulla al caso, tra una sigla tipicamente old style, sintetizzatori riesumati dalla naftalina e occhi strizzati qua e là tra vere e proprie icone (beccatevi le locandine dei film piazzati in giro, i giochi di ruolo e quanto altro). Un casting che tira fuori dall'anonimato degli attori promettenti e rimette a lustro l'astro di Winona Ryder... in un climax che rapisce e stupisce. Se non è un piccolo capolavoro Stranger Things poco ci manca.
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    CITAZIONE (bradon @ 6/12/2016, 15:37) 
    Stranger Things, a mio parere, rimane la serie dell'anno. In termini di nuove uscite, anche se forse il giudizio e' troppo affrettato poiche' devo ancora vedere Westworld.

    Per me sta sopra anche a Westworld. E' splendido, con una sceneggiatura spaziale, ma c'è qualcosa -che non saprei definire- che non lo rende un capolavoro.
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    Secondo me i Russo brothers sta facendo a pezzi la regola non detta per cui i sequel son sempre peggiori dei capostipiti.. Captain America migliora di film in film, donando sfaccettature sempre nuove ed interessanti a tutti i personaggi che orbitano attorno alla sua sfera, più che mai in questo capitolo, cruciale come si può intuire per tutto il Marvel universe.

    La disanima dei fatti in realtà dovrebbe avvenire a prescindere dal fumetto, da quale se ne discosta in molti frangenti, sia a livello narrativo che a livello di conseguenze sul resto della storia, ma riesce comunque ad avere una sua dignità ed utilità, nonché grande valore per tutti gli appassionati degli ultimi cinecomics.

    Anzi, a dirla tutta, devo ammettere che hanno fatto un bel lavoro di rimaneggiamento sulla trama, riuscendo a renderla altrettanto interessante e coinvolgente, dando al tempo stesso a tutti i personaggi coinvolti un ruolo degno di nota, uno spazio narrativo che non li rende solo meri ingranaggi funzionali alla trama ma veri e propri protagonisti, anche nel loro piccolo.

    Il coinvolgimento emotivo di quando in quando travolge lo spettatore, che viene invitato inconsapevolmente a tifare per questo o quel team, che impara a conoscere nuovi aspetti di ciascuno di essi e vive nell'attesa di sapere quale sia la sorpresa successiva.

    Apprezzato molto
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    Un film che ha gettato dei semi di riflessione alla sua visione e che sono germogliati pian piano, maturando un giudizio che va dal perplesso a qualcosa di eccellente.
    Ammettendo che ad una prima visione l'ho trovato noioso per una buona parte, ritenendo che la violenza fosse solo fine a sé stessa, un finale così disturbante non poteva far altro che smuovermi dall'apatia e far cambiare progressivamente il giudizio su tutta la pellicola.

    Ogni elemento fa parte di un puzzle la cui visione d'insieme è deformata dai picchi inauditi di violenza e sadismo, fisici e psicologici, che hanno il pregio (o difetto) di intrattenere lo spettatore più smaliziato ed impressionare quello più sensibile, tributando quanto dovuto ai più classici film hack n' slash senza però apparente fine.

    Il cambio di registro disorienta e getta lo spettatore in un nuovo incubo, di cui però non può che intuirne solo grossolanamente i contorni, prestandosi al gioco del regista, diventando vittima egli stesso sino alla illuminante (e geniale) conclusione.
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    E qui una delle cover più belle in assoluto.

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    E' la serie che probabilmente ha alzato l'asticella della qualità per quanto riguarda i serial sui super eroi, e che ha il coraggio di prendere le distanze dall'universo Marvel cinematografico, sapendo definire l'eroe così come lo presenta il fumetto: profondo, integerrimo, serio e drammatico, senza scadere nella facile ironia tipica della controparte Marvel cinematografica.

    Tutte le componenti sono portate all'estremo, donando un prodotto dalla qualità altissima, che ha il pregio di aver trovato in Vincent D'Onofrio un interprete da brividi e da applausi a scena aperta ogni volta che calca la scena, rubandola di fatto al protagonista della serie.
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27 replies since 6/2/2008
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