Ho appena scoperto che Song to Song è stato girato contemporaneamente a The Knight of Cups. Ecco forse spiegato il perché dal trailer mi è parsa una somiglianza di stile con quest'ultimo. A parte ciò ho una piccola chicca per voi, ossia un video in cui Fassbender, Linklater e Malick (incredibilmente) parlano del film. Vedere Malick ripreso è evento più unico che raro.
Film molto anomalo della filmografia visionariamente surrealista e onirica di David Lynch, Una storia vera, racconto di un uomo anziano che compie un viaggio di 380 km in sella a un taglia-erba per andare a trovare il fratello gravemente malato, si pone come momento di esplorazione di un cinema pacifico, fatto di emozioni. Lynch è molto bravo a mettere in scena un racconto molto intimo e commovente, lento, come lento è il mezzo con cui il protagonista si muove lungo gli immensi tratti di campagna che costellano l'america, in particolare la zona dell' Iowa. Un film struggente, dove il viaggio verso il fratello diventa l'odissea interiore di questo anziano signore, la scoperta di una nuova vita, un tentativo di non arrendersi alla vecchiaia e alla morte. E' presente infatti il ricordo della giovinezza, bella e allo stesso tempo stucchevole se vista dagli occhi stanchi e vecchi del nostro protagonista, ma anche cruda al pensiero della guerra e di quelle esperienze che lo hanno formato. Ed è così che il film diviene un inno alla vita, nelle sue più intime sfaccettature. Lo spettatore è portato così ad immergersi in uno stato di pace interiore, di essere cullato dalle immagine, dalla musica leggera e incalzante di Badalamenti. L'attore, realmente malato durante le riprese, riesce ad emozionare con semplici sguardi, pregni di sofferenza, ma anche amore e carichi di una vita veramente vissuta. Un'interpretazione che va oltre il concetto di cinema e che da alla pellicola un valore aggiunto da non sottovalutare, ossia quel realismo che pochi film sanno veramente offrire. Voto 5/5.
Che film immenso. Girato bene, ben recitato, ben scritto, intelligente e un pò folle. Straordinario, sicuramente tra i film più belli dell'anno solare. Un film che fa riflettere sull'educazione del mondo di oggi, che muove una critica contro ciò che il sistema ci propina attraverso una visione della vita fatta di isolamento, contatto con la natura e il coraggio intellettuale di andare oltre ciò che il mondo ci offre come omologazione (tante belle idee hippy insomma). Battute molto pungenti su temi tabù tipici della cultura americana e occidentale in generale, spesso uscite dissacranti, tipiche delle commedie e delle produzioni indie, che rendono questo film un vero prodotto unico e anomalo in un anno cinematografico che si è contraddistinto di tante produzioni si di qualità, ma spesso poco coraggiose. Matt Ross dimostra di avere talento e gli attributi per sfornare un film non semplice, che poteva essere con molta facilità sbagliato, ma che riesce proprio perché sa osare. Inutile dilungarmi sulla bravura di Mortensen, artigiano di un personaggio simpatico, visionario e in alcuni tratti quasi pazzo, ma sempre lucido. Voto 5/5 (e non sono generoso).
Da regolamento fino a venerdì, ma possiamo allungare di un giorno
Ma sai cosa. Tanto Lala land è già stato citato da altri, e se non sbaglio questa è solo la fase preliminare. Allora posto i miei senza considerare il film di Chazelle, al massimo prenderà il mio voto nella vera votazione