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Una storia vera
« Nessuno ti conosce meglio di un fratello. »
(Alvin Straight / Richard Farnsworth)
Una storia vera (The Straight Story) è un film del 1999 diretto da David Lynch.
Si basa su un fatto realmente accaduto e racconta la storia di Alvin Straight, un contadino dell'Iowa che nel 1994, a 73 anni di età, intraprese un lungo viaggio a bordo di un trattorino rasaerba per andare a trovare il fratello reduce da un infarto. Straight coprì in 6 settimane la distanza di 240 miglia (386 chilometri circa), viaggiando a 5 miglia all'ora (8 km/h).
È stato presentato in concorso al 52º Festival di Cannes.
Titolo originale: The Straight Story
Paese di produzione: USA, Canada
Anno: 1999
Durata: 112 min
Genere: Drammatico, Road movie
Regia: David Lynch
Soggetto: John Roach, Mary Sweeney
Sceneggiatura: John Roach, Mary Sweeney
Fotografia: Freddie Francis
Montaggio: Mary Sweeney
Effetti speciali: Gary D'Amico
Musiche: Angelo Badalamenti
Scenografia: Jack Fisk
Interpreti e personaggi
Richard Farnsworth: Alvin Straight
Sissy Spacek: Rosie Straight
Harry Dean Stanton: Lyle Straight
Everett McGill: Tom
Donald Wiegert: SigCITAZIONELaurens (Iowa - USA), il 73enne Alvin Straight conduce un'esistenza serena insieme alla propria figlia Rosie, quando una sera viene avvertito da una telefonata: suo fratello Lyle, con il quale non ha rapporti da diversi anni, ha avuto un infarto e non sta affatto bene. Alvin decide così di andarlo a trovare ma, dato che non ha più la patente, intraprende il viaggio a bordo di un lento trattorino rasaerba. Attrezzatosi con un rimorchio con una tenda e alcuni generi di conforto, l'anziano contadino parte per Mount Zion, nel Wisconsin, dove vive il fratello. Quasi quattrocento chilometri separano i due luoghi e durante il lungo itinerario Alvin avrà modo di conoscere diverse persone: una ragazza incinta scappata di casa, un gruppo di ciclisti, un ospitale coppia di coniugi, due buffi meccanici gemelli, un sacerdote. La calorosa galleria di personaggi e lo sterminato paesaggio americano lo accompagneranno fino all'arrivo a casa del fratello, il quale incredulo non potrà che chiedergli: "Hai fatto tanta strada con quel coso per venire da me?", ed al quale Alvin risponderà: "Sì, Lyle".
fonte WikipediaTrailer
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Sarà che basta qualche immagine di campagne sterminate per farmi “felice”, ma questo film mi ha colpito molto, quasi esclusivamente da un punto di vista emotivo e strettamente personale.
Avrei voluto essere al suo posto su quella specie di trattore, in mezzo a quelle infinite campagne americane. Mi sono rivisto nella testardaggine del protagonista, nella sua volontà di fare “a modo suo”.
Ѐ un film molto lento, riflessivo e silenzioso, ma i pochi dialoghi che ci sono risultano molto efficaci e toccanti.
Le musiche sono bellissime (ancora una volta grande Badalamenti), i paesaggi fantastici. Un Lynch che non ti aspetti, meno misterioso e più poetico, ma pur sempre efficace.
Mi è piaciuto molto.. -
Hana-bi.
User deleted
Questo film è Poesia. E Lynch si rivela eccezionale nel dirigere una storia, ben lontana dalla tipica visionarietà che lo caratterizza.
Emozionanti le interpretazioni di Sissy Spacek e di Richard Farnsworth, favolosa la fotografia, e dialoghi splendidi nella loro semplicità, resi unici da attimi di silenzio che immergono lo spettatore nella pura bellezza dell’immagine.
Impossibile non voler bene al protagonista, Alvin, che affronta un lungo viaggio per riappacificarsi col fratello a bordo di un tagliaerba, godendo nel frattempo delle piccole meraviglie del mondo.
Capolavoro la scena in cui Alvin ricorda commosso i momenti di guerra, e stupendi i dialoghi tra il protagonista e la ragazza incinta, avvolti dal calore del fuoco e dall’eleganza di un cielo stellato.
Semplicemente impeccabili le musiche di Badalamenti!. -
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Film molto anomalo della filmografia visionariamente surrealista e onirica di David Lynch, Una storia vera, racconto di un uomo anziano che compie un viaggio di 380 km in sella a un taglia-erba per andare a trovare il fratello gravemente malato, si pone come momento di esplorazione di un cinema pacifico, fatto di emozioni.
Lynch è molto bravo a mettere in scena un racconto molto intimo e commovente, lento, come lento è il mezzo con cui il protagonista si muove lungo gli immensi tratti di campagna che costellano l'america, in particolare la zona dell' Iowa. Un film struggente, dove il viaggio verso il fratello diventa l'odissea interiore di questo anziano signore, la scoperta di una nuova vita, un tentativo di non arrendersi alla vecchiaia e alla morte.
E' presente infatti il ricordo della giovinezza, bella e allo stesso tempo stucchevole se vista dagli occhi stanchi e vecchi del nostro protagonista, ma anche cruda al pensiero della guerra e di quelle esperienze che lo hanno formato. Ed è così che il film diviene un inno alla vita, nelle sue più intime sfaccettature.
Lo spettatore è portato così ad immergersi in uno stato di pace interiore, di essere cullato dalle immagine, dalla musica leggera e incalzante di Badalamenti.
L'attore, realmente malato durante le riprese, riesce ad emozionare con semplici sguardi, pregni di sofferenza, ma anche amore e carichi di una vita veramente vissuta. Un'interpretazione che va oltre il concetto di cinema e che da alla pellicola un valore aggiunto da non sottovalutare, ossia quel realismo che pochi film sanno veramente offrire.
Voto 5/5..