Béla Tarr

Pécs, 21 luglio 1955

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    Béla Tarr


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    Béla Tarr (Pécs, 21 luglio 1955) è un regista e sceneggiatore ungherese.

    Carriera
    Il suo interesse per la regia cominciò all'età di 16 anni realizzando cortometraggi amatoriali e successivamente lavorando come custode presso la nazionale Casa per la cultura ed il divertimento. I suoi lavori amatoriali lo portarono all'attenzione dei Bela Balazs Studios (che prendono il nome dal teorico cinematografico ungherese Béla Balázs), che finanziarono il debutto di Tarr nel 1979 con il film Családi tűzfészek (Nido familiare). Molti critici pensarono di trovare nel film l'influenza di John Cassavetes ma lo stesso Tarr ha dichiarato di non aver mai visto nessuno dei film di Cassavetes prima di girare Családi tűzfészek.
    Béla codifica per la prima volta il suo stile con il film Perdizione (Kárhozat), nel 1988. Dopo di esso gira quello che è considerato solitamente il suo capolavoro, il monumentale Satantango, della durata di sette ore e mezza. Ad esso seguono il lirico Le armonie di Werckmeister e L'uomo di Londra, che si differenzia per alcuni versi dal resto della filmografia di Tarr, tra i quali l'utilizzo di attori famosi (Tilda Swinton) e il soggetto (un giallo tratto da un romanzo di Simenon). Dopo aver vinto l'Orso d'argento al festival di Berlino 2011 con il film Il cavallo di Torino ha annunciato di voler abbandonare la professione di regista.
    Il cinema di Béla Tarr è stato a lungo inedito in Italia sia al cinema che in DVD, con l'eccezione di alcuni passaggi su Fuori orario e delle proiezioni in alcuni cineclub (praticamente tutte successive al 2010). Ora la casa di distribuzione Eye Division sta pubblicando in DVD diversi suoi film.

    Stile di regia
    Lo stile di regia di Béla Tarr è la caratteristica che lo ha portato alle attenzioni della critica e dei cinefili di tutto il mondo. Nella prima parte della sua carriera, da "Családi tüzfészek" a "Öszi almanach", Béla Tarr gira con uno stile diverso da quello per cui è diventato famoso, con grande uso di telecamera a spalla e bianco e nero non sempre presente, raccontando i drammi dell'Ungheria comunista nei suoi aspetti più intimi e nelle sue ripercussioni, a volte usando anche attori non professionisti. Con "Öszi almanach" Tarr inizia a codificare il suo stile, ma è con "Perdizione" che questo stile prende forma in maniera definitiva. Nella seconda parte della sua carriera, considerata la più importante, Tarr gira sempre in bianco e nero e con lunghi piani sequenza. I suoi film trattano temi che indagano la razza umana principalmente nelle sue forme più degradate, pigre e incivili e raccontano dell'impotenza dell'uomo davanti alla fine. Nella sua troupe permangono inoltre dei collaboratori di fiducia: il compositore Mihàly Vig, la moglie e co-regista Agnes Hranitzky, lo scrittore e sceneggiatore Laszlò Krasznahorkai e il direttore della fotografia Gabor Medvigy (poi sostituito da Fred Kelemen).

    Filmografia

    Regia

    Documentari

    • Viaggio nella pianura ungherese (Utazás az Alföldön) (1995)

    Cortometraggi

    • Hotel Magnesit (1978)

    • Prologo in Visions of Europe (2004)

    Lungometraggi

    • Nido familiare (Családi tüzfészek) (1979)

    • Lo straniero (Szabadgyalog) (1979)

    • Rapporti prefabbricati (Panelkapcsolat) (1982)

    • Almanacco d'autunno (Öszi almanach) (1985)

    • Perdizione (Kárhozat) (1988)

    • Sátántangó (1994)

    • Le armonie di Werckmeister (Werckmeister harmóniák) (2000)

    • L'uomo di Londra (A londoni férfi) (2007)

    • Il cavallo di Torino (A torinói ló) (2011)

    Film TV

    • Macbeth (1982)

    Riconoscimenti

    2011 - Orso d'argento, gran premio della giuria al Festival internazionale del cinema di Berlino per A Torinói ló (Il cavallo di Torino)

    2011 - Premio alla carriera al Reykjavík International Film Festival


    fonte wikipedia

    Edited by Angelica_ - 12/11/2016, 14:14
     
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    Soffro a non vedere alcun commento per questo grande regista.
    "Sátántangó", "Le armonie di Werckmeister" e "Il cavallo di Torino" sono dei capolavori, in particolare il primo.
    Capisco che l'idea di vedere un film di sette ore (costruito su soli 21 piani sequenza) non alletti tutti, ma stiamo davvero parlando, più che di un film, di un'autentica esperienza di vita.
    Vorrei riportare le sue parole al riguardo:
    CITAZIONE
    La gente, se guarda con il cuore e la mente, se si fida dei propri occhi, può capire il nostro lavoro, che è abbastanza semplice. E forse quelle persone che vanno al cinema escono un po’ cambiate, leggermente diverse da quelle persone che stavano entrando, e anche se non escono completamente trasformate, hanno qualcosa in più nel loro cuore. Se ci riusciamo, siamo felici e soddisfatti.
    Se ti senti più vicino alle persone che hai appena visto sullo schermo, se sei colpito dalla bellezza della povertà, allora abbiamo raggiunto il nostro obiettivo, ci siamo riusciti.
    Abbiamo voluto mostrare al pubblico il mondo reale, rappresentato da pochi sullo schermo.
    Stabilito questo principio, abbiamo pensato che eravamo in grado di creare film a basso budget, in bianco e nero, 16mm, macchina fotografica portatile, con attori non professionisti, molti primi piani dei loro volti in modo da mostrarli con i loro problemi sociali.
    Abbiamo raggiunto una rappresentazione non solo sociale, ma anche ontologica e cosmica della povertà.
    Anche il tempo era un problema, pioveva tutto il tempo e abbiamo deciso che ci sarebbe stata pioggia per tutto il tempo. Per creare una disperazione completa. La più disperata che abbiamo, la speranza che non c’è più.

    che possono valere più o meno per tutta la sua filmografia, dato che è sempre stato il suo obiettivo quello di mostrare la miseria senza veli o ipocrisie, la miseria degli uomini comuni.

    Peccato abbia abbandonato il mondo del cinema :(
     
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1 replies since 31/1/2014, 17:51   48 views
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