Jean-Luc Godard

Parigi, 3 Dicembre 1930

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     Like  
     
    .
    Avatar

    Walk of Fame

    Group
    Produttrici
    Posts
    16,672
    NSC Top Player
    +2,084
    Location
    Bora Bora

    Status
    Anonymous

    Jean-Luc Godard



    Jean-Luc Godard (Parigi, 3 dicembre 1930) è un regista, sceneggiatore, montatore e critico cinematografico francese.
    È uno degli esponenti più importanti della Nouvelle Vague, nonché uno dei registi più significativi del cinema francese e internazionale. La sua carriera è contraddistinta da una grande prolificità e soprattutto dalle grandi innovazioni linguistiche apportate al mezzo cinematografico. Leone d'oro alla carriera nel 1982, ha inoltre ricevuto nel 2011 l'Oscar onorario.

    Biografia
    Nasce a Parigi il 3 dicembre del 1930 in una ricchissima famiglia protestante di origine svizzera appartenente alla alta borghesia (il padre faceva il medico e la madre era figlia di banchieri). Godard compie i suoi studi presso un collegio svizzero e nella sua città natale dove, dopo il liceo, frequenta la Sorbona ottenendo, nel 1949, un diploma in Etnologia.

    L'approdo alle riviste
    Nei primi anni cinquanta si distingue per le sue radicali critiche cinematografiche su riviste come Arts e Cahiers du cinéma.
    Risale al 1950 il suo primo articolo sulla "Gazette du Cinéma" dal titolo "Joseph Mankiewicz" e nel 1952 giunge ai "Cahiers du cinéma" con lo pseudonimo di Hans Lucas dove pubblica tre articoli: una breve recensione su Rudolph Maté, una più impegnata recensione su L'altro uomo di Alfred Hitchcock e un saggio dal titolo "Difesa e illustrazione del découpage classico" che dimostra la sua visione totalizzante delle arti come la letteratura, il cinema e la pittura.

    « ... è questa la condizione della dialettica cinematografica: bisogna vivere piuttosto che durare »

    Esperienze diverse
    Tra il 1953 e il 1955 Godard, che ha abbandonato l'attività di critico, compie numerosi viaggi nelle Americhe e in seguito assume un impiego nella costruzione della diga della Grande Dixence in Svizzera. Da questa esperienza nascerà l'idea per un primo cortometraggio, "Opération béton", che verrà realizzato nel 1955 con il finanziamento della ditta appaltatrice.
    Ritornato a Parigi inizia a cimentarsi nei cortometraggi a soggetto. Nel suo terzo cortometraggio dal titolo "Charlotte et son Jules" del 1958 doppia la voce di Jean-Paul Belmondo e nel quarto, "Une histoire d'eau" dello stesso anno, collabora con il regista François Truffaut che l'anno seguente gli fornirà il soggetto per il suo primo lungometraggio.

    L'esordio nel cinema
    L'esordio di Godard nel lungometraggio avviene nel 1959 con un film che diviene immediatamente il vessillo della nouvelle vague francese: Fino all'ultimo respiro.
    Il film, che viene girato in sole quattro settimane con un budget limitato e il ricorso all'utilizzo della cinepresa a mano, ottiene il premio Jean Vigo e dà inizio al primo periodo della filmografia godardiana.
    All'interno di questa sua prima opera sono già presenti quelle "trasgressioni" ai modelli narrativi tradizionali che la nouvelle vague utilizzerà per distanziarsi dal cosiddetto "cinema de papà": montaggio sconnesso, attori che si rivolgono direttamente al pubblico, sguardi in macchina. Evidente risulta anche la cinefilia di Godard, che cita ossessivamente i film statunitensi di genere degli anni cinquanta.

    Il primo periodo (1960-1967)
    Il "primo periodo" dell'attività godardania va dal 1960 al 1967 e viene caratterizzato da una grande vena creativa che porta Godard a realizzare ben ventidue film, tra cortometraggi e lungometraggi, con un attivismo senza limiti che culminerà nell'esperienza del "Sessantotto" vissuta dal regista in prima persona.
    Nel corso di questi anni, Godard rivolge la propria attenzione ai contenuti erotici dell'immagine contemporanea: manifesti di attori, pubblicità, fumetti, riviste patinate. In quest'ottica nascono film come Agente Lemmy Caution: missione Alphaville, Il bandito delle 11, Due o tre cose che so di lei.
    Di questo periodo è giusto citare un lungometraggio che da molti critici viene definito come una delle massime espressioni della Nouvelle Vague, e cioè Bande à part. Il film, ambientato in una Parigi fredda e autunnale, racconta la storia di due amici, interpretati da Sami Frey e Claude Brasseur, che incontrano casualmente una giovane ragazza, bella e ingenua, interpretata da Anna Karina, che influenzerà nel breve e lungo termine le loro esistenze. La splendida sequenza girata nel Louvre, dove corrono come forsennati lungo gli immensi spazi del museo verrà ripresa molti anni dopo da Bernardo Bertolucci nel suo film The Dreamers, dove i protagonisti Eva Green, Louis Garrel e Michael Pitt ripetono la corsa proprio nel Louvre identificandosi in Franz, Arthur e Odile, appunto i tre giovani spensierati che girano per Parigi con una vecchia Simca decappottabile e passano le giornate tra un corso d'inglese e un bistrot dove bere qualcosa e fantasticare sul loro futuro.
    A partire dal 1966 Godard sposa definitivamente le teorie marxiste: il cinema diviene il luogo in cui mettere in atto una severa critica della civiltà dei consumi e della mercificazione dei rapporti umani, ma anche in cui si possa riflettere sullo stesso statuto dell'immagine come portatrice "naturale" di un'ideologia. Il problema della prassi diviene una costante della fase "politica" di Godard, nei film La cinese e Week-end, un uomo e una donna dal sabato alla domenica.

    Il secondo periodo (1968-1972)
    Dopo aver esaminato la possibilità di mettere in pratica un cinema realmente rivoluzionario (La gaia scienza, 1968), Godard fonda nel 1969 con altri cineasti il Gruppo Dziga Vertov, sperimentando un cinema collettivo e rifiutando il ruolo di autore nella convinzione che esso sottintenda un'ideologia autoritaria e gerarchica. Nello stesso anno dirige Lotte in Italia, un film per la televisione italiana che si interroga sui rapporti tra film, rappresentazione e ideologia attraverso il racconto di una ragazza borghese che milita in un gruppo extraparlamentare pur rimanendo legata all'ideologia della sua classe d'origine.
    Inoltre da ricordare come film di quegl'anni vi è Vent d'est unico film con il quale ha lavorato con l'attore più rinomato per impegno politico e che è stato il principale attore del cinema politico italiano: Gian Maria Volonté
    L'attività di Godard, che fino a quel momento era stata frenetica, è costretta a interrompersi sia per un incidente stradale che lo costringe in ospedale per alcuni mesi, sia per il nascere delle prime discordanze all'interno del gruppo e soprattutto per l'intuizione che il momento dell'eversione fosse ormai alla fine.
    Nel tentativo di recuperare la propria identità artistica e politica Godard rimane per diversi mesi chiuso in se stesso senza lasciarsi intervistare dalla stampa e solo nel 1972 realizza, insieme a Jean-Pierre Gorin, Crepa padrone, tutto va bene, un'indagine sullo stato degli intellettuali nella stagione del riflusso post-sessantottesco.

    Una pausa di tre anni
    La fine del movimento segna per Godard una pausa di ripensamento. Dopo alcune conferenze tenute presso l'Università di Montréal e all'opera "Introduction à une véritable histoire du cinéma", che verrà pubblicata nel 1980, si ritira a Grenoble, dove lavora per alcuni anni ai laboratori di Sonimage sperimentando tecniche cinematografiche a basso costo (Super 8, videoregistratori, ecc).

    Il terzo periodo (1975-2006)
    Dopo l'approdo alle tecnologie elettroniche e al video inizia il terzo periodo, quello dell'ultimo Godard, improntato ad una nuova e intensa sperimentazione in cui il video, che convive strettamente con il cinema, viene usato per una critica nuova fatta per immagini alle stesse immagini, anche le proprie.
    Nel 1975 con Numéro deux Godard riparte utilizzando la nuova strumentazione video e mettendo in scena non un irrequieto rapporto di coppia, ma un irrequieto rapporto familiare, mescolando la documentazione reale con la fiction, la vita con la sua rappresentazione.
    Nasce un'attenzione più viva per le tematiche del privato, soprattutto quella familiare, che vengono ripresi con toni maggiormente intimistici come in Si salvi chi può (la vita). In questo periodo Godard riesce a valorizzare la pura immagine a scapito del racconto utilizzando serie di sequenze autonome simili a quadri staccati dalla trama e godibili per la loro sola bellezza come in Passion (1982) che può essere preso ad esempio della sua nuova concezione estetica dell'immagine.
    Così, nei successivi Prénom Carmen (1983) che vinse il Leone d'oro a Venezia, e Je vous salue, Marie (1984) si vede come il testo sia solo un pretesto per un libero assemblaggio fatto di giochi di parole, citazioni disparate, brani di musica, ripresa di scenari naturali, come le onde del Lago Lemano in "Prénom Carmen" che diventano uno dei principali leitmotiv visivi del regista.
    Nelle opere di questo terzo periodo si affianca alla compostezza dell'immagine il motivo ricorrente della musica classica, soprattutto di Mozart e Beethoven che già erano presenti nei film del primo periodo.
    Nel 1988 per Canal Plus, viene ideato il progetto "Histoire(s) du cinéma" che durerà fino al 1997 e dalla cui esperienza nasceranno quattro volumi con tutti i materiali interpretativi e iconografici che verranno pubblicati nel 1998. Con il film Nouvelle Vague del 1990 e con Hélas pour moi del 1993, Godard riesce a scrivere l'intera sceneggiatura senza usare una sua parola ma facendo dire ai personaggi frasi di altri per poter lasciare libero spazio alle immagini che, con la loro musica interna, creano una perfetta geometria.
    Nel film Germania nove zero, che si modella su Germania anno zero di Rossellini, Godard si diverte a giocare con le lingue (il francese e il tedesco), come già aveva fatto nei film del primo periodo (Fino all'ultimo respiro dove aveva utilizzato l'inglese e il francese e ne Il disprezzo (l'inglese, l'italiano e il francese).
    Éloge de l'amour del 2001 è un insieme di motti di spirito, gag paradossali, detti celebri, inversioni di struttura come il colore della seconda parte del film in contrasto con il bianco e nero della prima parte i cui avvenimenti accadono due anni dopo.

    Riconoscimenti

    Festival del Cinema di Venezia
    1983: Leone d'Oro

    Festival internazionale del film di Locarno
    1995: Pardo d'onore

    Premi Oscar 2011
    Oscar alla carriera

    Filmografia

    I primi cortometraggi (1954 - 1958)
    - Opération béton (1954)
    - Une femme coquette (1954)
    - Tous les garçons s'appellent Patrick, o Charlotte et Véronique (1957)
    - Charlotte et son Jules (1958)
    - Une histoire d'eau, co-regia con François Truffaut (1958)

    Il primo periodo (1960 - 1967)

    Lungometraggi

    • Fino all'ultimo respiro (À bout de souffle) (1960)

    • Le petit soldat (Le petit soldat) (1960)

    • La donna è donna (Une femme est une femme) (1961)

    • Questa è la mia vita (Vivre sa vie) (1962)

    • Les Carabiniers (1963)

    • Il disprezzo (Le Mépris) (1963)

    • Bande à part (1964)

    • Una donna sposata (Une femme mariée) (1964)

    • Agente Lemmy Caution, missione Alphaville (Alphaville, une étrange aventure de Lemmy Caution) (1965)

    • Il bandito delle 11 (Pierrot le fou) (1965)

    • Il maschio e la femmina (Masculin féminin) (1966)

    • Una storia americana (Made in U.S.A.) (1966)

    • Due o tre cose che so di lei (Deux ou trois choses que je sais d'elle) (1967)

    • La cinese (La Chinoise) (1967)

    • Week-end, un uomo e una donna dal sabato alla domenica (Weekend) (1967)

    Cortometraggi/episodi di film

    • L'accidia (La paresse), episodio de I sette peccati capitali (Les sept péchés capitaux) (1961)

    • Il nuovo mondo (Le nouveau monde), episodio di Ro.Go.Pa.G. (1962)

    • Il profeta falsario (Le grand escroc), episodio de Le più belle truffe del mondo (Les Plus Belles Escroqueries du monde) (1964)

    • Montparnasse-Levallois, episodio di Parigi di notte (Paris vu par...) (1963 ma edizione 1966)
      Reportage sur Orly (1964)

    • L'amore nel 2000 (Anticipation, ou l'amour en l'an 2000), episodio de L'amore attraverso i secoli (L'amour à travers les âges o Le plus vieux métier du monde) di registi vari (1967)

    • L'amore (L'aller et retour andata e ritorno des enfants prodigues dei figli prodighi), episodio di Amore e rabbia o Vangelo 70 (1967)

    • Camera Eye (Caméra-œil), episodio di Lontano dal Vietnam (Loin du Viet-nam) (1967)

    Il secondo periodo (1968 - 1972)

    • La gaia scienza (Le gai savoir) (1968)

    • Cinétracts (1968), film collettivo anonimo. Sono sicuramente di Godard alcuni "numeri" fra cui il 14, il 16 e il 23.

    • One Plus One o Sympathy for the Devil (1968)

    • Un film comme les autres (1968) documentario

    • One American Movie materiale inedito inserito in One P.M. (1969) documentario

    • British Sounds (1969)

    • Pravda (1969)

    • Vento dell'est (Le Vent d'est) (1969)

    • Lotte in Italia (1970) documentario

    • Vladimir et Rosa (1970)

    • Crepa padrone, tutto va bene (Tout va bien) (1972)

    • Letter to Jane - An Investigation About a Still (1972)

    Il terzo periodo (1975 - oggi)

    Lungometraggi

    • Numéro deux (1975)

    • Ici et ailleurs (1976)

    • Comment ça va? (1978)

    • Si salvi chi può (la vita) (Sauve qui peut (la vie)) (1980)

    • Passion (1982)

    • Changer d'image (1982)

    • Prénom Carmen (1983)

    • Je vous salue, Marie (1985)

    • Soft and Hard (1985)

    • Detective (Détective) (1985)

    • Grandeur et décadence d'un petit commerce de cinéma (1986)

    • Cura la tua destra... (Soigne ta droite) (1987)

    • King Lear (1987)

    • Le Rapport Darty (1989)

    • Nouvelle vague (1990)

    • Germania nove zero (Allemagne 90 neuf zéro) (1991)

    • Ahimè! (Hélas pour moi) (1993)

    • Les Enfants jouent à la Russie (1993)

    • JLG/JLG - autoportrait de décembre (1995)

    • For Ever Mozart (1996)

    • Éloge de l'amour (2001)

    • Notre musique (2004)

    • Film socialisme (2010)

    • Adieu au langage - Addio al linguaggio (2014)

    Altro del terzo periodo
    - Six fois deux noto anche come Sur et sous la communication, 6 trasmissioni di 100' l'una (1977)
    - France/tour/détour deux enfants, 12 puntate di 26' l'una (1977)
    - Scénario de "Sauve qui peut la vie" (1979)
    - "Passion", le travail et l'amour - Introduction a un scénario (1981)
    - Scénario du film "Passion" (1981)
    - Lettre à Freddy Buache, cortometraggio (1982)
    - Petites notes à propos du film "Je vous salue, Marie" (1984)
    - Meetin' WA, cortometraggio, intervista a Woody Allen (1987)
    - Armide, episodio del film Aria (1987)
    - Closed
    - Puissance de la parole, cortometraggio per France Telecom (1988)
    - Le dernier mot, episodio di Les français vus par... (1988)
    - On s'est tous défilé, cortometraggio (1988)
    - Je vous salue Sarajevo, cortometraggio di 2' (1993)
    - L'enfance de l'art, episodio non accreditato di Comment vont les enfants noto anche come How Are the Kids?
    - Deux fois cinquante ans de cinéma français, mediometraggio, dialogo con Michel Piccoli sui cento anni del cinema (1995)
    - The Old Place, mediometraggio commissionato dal MoMa (1998)
    - Histoire(s) du cinéma:
    - Histoire(s) du cinéma: Toutes les histoires (1988)
    - Histoire(s) du cinéma: Une histoire seule (1989)
    - Histoire(s) du cinéma: Seul le cinéma (1997)
    - Histoire(s) du cinéma: Fatale beauté (1997)
    - Histoire(s) du cinéma: La monnaie de l'absolu (1998)
    - Histoire(s) du cinéma: Le contrôle de l'univers (1998)
    - Histoire(s) du cinéma: Une vague nouvelle (1998)
    - Histoire(s) du cinéma: Les signes parmi nous (1998)
    - Moments choisis des histoire(s) du cinéma (2004)
    - L'Origine du XXIème siècle, cortometraggio, commissionato dal Festival di Cannes (2000)
    - Dans le noir du temps, episodio di Ten Minutes Older: The Cello (2002)
    - Vrai faux passeport, mediometraggio per l'esposizione Voyages en utopies, Jean-Luc Godard, 1946-2006 (2006)
    - Les trois désastres, episodio di 3x3D realizzato con Peter Greenaway e Edgar Pêra (2014)
    - I ponti di Sarajevo, film collettivo diretto da tredici registi (2014)


    fonte wikipedia

    Edited by Angelica_ - 15/2/2017, 18:33
     
    .
  2. Hafufu
        Like  
     
    .

    User deleted


    Uno dei miei registi preferiti in ASSOLUTO! Vedere i suoi film, mi fa apprezzare la vita nella sua semplicità :') Vivre sa vie ad esempio, dovrebbero vederlo tutti!
     
    .
  3.     Like  
     
    .
    Avatar


    Group
    Critico
    Posts
    2,260
    NSC Top Player
    +641
    Location
    Legioni Purpuree

    Status
    Offline
    Qualcuno mi consigli film di Jean Luc!

    I MIGLIORI per capirne lo stile e la poetica.
     
    .
  4.     +1   Like  
     
    .
    Avatar

    Attore non protagonista

    Group
    Member
    Posts
    4,074
    NSC Top Player
    +656
    Location
    Padova

    Status
    Offline
    Ciao, stai parlando con me vero? :shifty:

    Premessa: non guardare mai e poi mai le versioni italiane, che nel migliore dei casi hanno un doppiaggio orrendo e nel peggiore dei casi sono state letteralmente stravolte fra scene tagliate, invertite, montaggio audio alterato, colonna sonora diversa (mi riferisco in particolare a Le mépris in questo caso, se vuoi qui c'è l'elenco completo delle malefatte). Guardati le versioni originali sottotitolate.

    Veniamo al dunque. Direi che è d'obbligo cominciare da À bout de souffle (Fino all'ultimo respiro) anche se io non lo giudico il migliore. Film ottimo eh, ma non il migliore. Sta di fatto che è pur sempre la sua opera prima nonché il film che ha dato il via alla Nouvelle Vague, un film rivoluzionario che presenta già tutti i tratti caratteristici del cinema di Godard, dunque va guardato per primo. Subito dopo io consiglierei Pierrot le fou (Il bandito delle 11) che giudico il migliore in assoluto. A seguire Vivre sa vie (Questa è la mia vita), altro capolavoro. Per concludere il gruppo degli imprescindibili c'è Bande à part, storico e bellissimo.

    Se vuoi proseguire ulteriormente ti consiglio, nell'ordine: Le mépris (Il disprezzo) (con Fritz Lang che interpreta se stesso :shifty: ), Une femme est une femme (La donna è donna), Alphaville e Une femme mariée (Una donna sposata).

    Se ti interessano i suoi film politici ti consiglio nell'ordine: Masculin féminin (Il maschio e la femmina), 2 ou 3 choses que je sais d'elle... (Due o tre cose che so di lei...) e La chinoise (La cinese). A livello di qualità li inserirei subito dopo Le mépris, se volessimo fare una classifica complessiva.

    Per finire butta un occhio a Adieu au langage dell'anno scorso.
     
    .
  5.     Like  
     
    .
    Avatar


    Group
    Critico
    Posts
    2,260
    NSC Top Player
    +641
    Location
    Legioni Purpuree

    Status
    Offline
    Ro_1218357140
     
    .
4 replies since 2/12/2013, 09:50   95 views
  Share  
.