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Votes given by jonny95

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    L'ho visto oggi per la prima volta, felice di aver preso il DVD questa mattina :lol:
    Certo, sto ancora raccogliendo i pezzetti del mio cuore e i fazzoletti sparsi :D è una storia profonda, che ti spiazza quando meno te l'aspetti, e che trasmette molto di quello che provano nella realtà persone come loro!

    Shailene Woodley e Ansel Elgort bravissimi. Lei è meravigliosa, ma quanti è brava?? Già lo sapevo, ma csvolo se mi ha sorpresa! Lui molto meglio qui che nella saga di Divergent dove, tra l'altro, interpreta il fratello di Shailene! Però lei la preferisco. Non è bella, come altre, ma è dotata di una mimica e di uno sguardo davvero grande!

    Che dire? È una tragedia, io ho iniziato a piangere dopo cinque minuti e ho smesso tipo ora xD ma comunque consigliato, e preparate i fazzoletti! !
    Io lo promuovo con un bel :9:
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    Vivere



    Un film di Akira Kurosawa. Con Takashi Shimura, Shinichi Himori, Haruo Tanaka, Minoru Chiaki, Miki Odagiri.
    Bokuzen Hidari, Minosuke Yamada, Kamatari Fujiwara, Makoto Kobori, Nobuo Kaneko, Nobuo Nakamura, Atsushi Watanabe, Isao Kimura, Masao Shimizu, Yunosuke Ito Titolo originale Ikiru. Drammatico, Ratings: Kids+16, b/n durata 143 min. - Giappone 1952.


    CITAZIONE
    Un classico di Kurosawa, una metafora che parte da un caso individuale e suggerisce il malessere del Giappone del dopoguerra. Un anziano impiegato scopre che ha un cancro e solo un anno da vivere. Cerca di dare un significato ai giorni che gli rimangono e, non trovando un conforto in famiglia, s'affeziona a un gruppo di madri che cercano un'area per far giocare i loro bambini. Termina la vita dell'uomo, ma con la gioia di vedere cominciare quella degli altri.

    fonte MyMovies

    Trailer


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    Una cosa è chiara nel film... a tutti piace il

    Last_Tango_in%20Paris

    Burroo! :m33:
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    Non posso dire che non mi sia piaciuto, perché sarebbe una bugia (von Trier, bene o male, mi piace sempre, non ci posso fare nulla xD), tuttavia penso sia quello che mi è piaciuto di meno fra i suoi film (parlo naturalmente di quelli che ho visto). Diciamo che il difetto maggiore che gli posso imputare è quello di avere poca coerenza interna fra i due capitoli in cui il film è diviso. Il filo conduttore del film è chiaro, così come le principali tematiche (la melanconia, la depressione, l'autodistruzione...), tuttavia mi sembra che alcuni snodi della trama, nonché soprattutto l'approfondimento dei personaggi introdotti all'inizio (la madre, il padre, il marito, il datore di lavoro di Justine...) si perdano totalmente nella seconda parte, quando invece dalla prima parte sembrava che ci sarebbe stato uno sviluppo della faccenda assolutamente differente. Vengono infatti introdotti dei personaggi potenzialmente molto interessanti, vengono messe sul piatto delle tematiche altrettanto interessanti (il rapporto fra Justine e i genitori, fra Justine e il marito, la sua capacità come pubblicitaria, il suo rapporto con il proprio datore di lavoro, la “malattia” di Justine, il suo problema alle gambe...) i quali però nella seconda parte scompaiono e non vengono più affrontati.
    La seconda parte si concentra di più sulle ansie, le paure di Claire e sul suo rapporto con la sorella (Charlotte Gainsbourg l'ho trovata anche qui davvero molto brava, come già in Antichrist), ma soprattutto la trama ad un certo punto devia (quasi bruscamente) sul pianeta Melancholia e il suo prossimo impatto con la terra. Non che quella parte mi sia dispiaciuta, anzi, mi è piaciuta molto, sia per l'originalità estrema con cui è stato trattato il tema del disaster movie, sia per il risvolto psicologico che altera i modi di agire dei personaggi, tuttavia l'ho trovata estremamente distante dalla prima parte, quasi fossero due film diversi. Questa è l'unica vera grande pecca che ho trovato nel film, perché per il resto non si può dire nulla. La regia del buon vecchio Lars è ineccepibile, l'introduzione del film, con quella fotografia spettacolare, quel rallenty esasperato, che faceva sembrare le scene dei quadri, il commento musicale di Wagner... stupenda poetica, un richiamo all'incipit di Antichrist. Poi la recitazione era davvero ottima, persino la camera a mano nei film di von Trier non infastidisce mai, ma anzi, è quasi difficile immaginarla senza. Insomma, tutte note positive, tranne per il risvolto della coerenza interna.
    Il modo in cui è stato affrontato il tema della depressione, della malinconia, della tendenza all'autodistruzione erano efficaci, anche se forse non così ficcanti come mi sarei aspettata. Comunque un ottimo film, nel complesso. Un altro grande lavoro del regista danese.
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    CITAZIONE (jonny95 @ 30/6/2015, 20:40) 
    Comunque sono rimasto veramente shockato dal finale del secondo episodio.

    Idem, ero tipo :m23:
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    CITAZIONE (jonny95 @ 24/6/2015, 19:41) 
    Ciò non toglie che il mondo è vasto e pertanto ridursi a una classifica lo trovo esagerato. Anche perchè i parametri da considerare sono tantissimi. Anchio, a parte toro scatenato, sono d'accordo con la classifica, anche se ci sono tanti altri film che a mio parere meriterebbero di entrarci.

    Sì le classifiche sono sempre restrittive, però se si ha nei confronti di queste un approccio più largo senza radicarsi nelle singole posizioni sulle quali chiunque avrebbe da dire, ma valutando piuttosto l'insieme, ecco si capisce che la "cerchia" di film votati è di una tale grandezza.
    Poi gli addetti ai lavori continuerebbero a masturbarsi copiosamente addosso e partorire sistematicamente classifiche anno dopo anno quindi attribuisco a tutte queste cose da smanettoni un'importanza alquanto relativa.
    Se qualcuno voglia cominciare ad accarezzare il buon cinema penso che un occhio di riguardo verso queste classifiche debba comunque darlcelo, non tanto per le posizioni che sarebbe sbagliato spacciare per assolute, ma proprio definire il proprio orientamento cinefilo e pescare i filmoni veri.
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    Penso che per mettersi veramente in una posizione tale da poter giudicare un film stilandone una classifica, si debba avere una conoscenza ancestrale se non addirittura enciclopedica, della storia del cinema.
    Giusto secondo me dare più spazio a quei determinati film, perchè ognuno nel proprio genere rappresenta il non-plus ultra, l'apice artistico più alto per quanto concerne quella determinata tipologia filmica. Specialmente considerando l'anno di produzione dei suddetti, mi trovo daccordo grosso modo con entrambe le classifiche stilate, perchè chiunque abbia una conoscenza più che basilare non può sminuire il contributo che Quarto Potere e 2001 hanno dato allo sviluppo del cinema inteso come arte.
    Prima del 1941, le carrellate che ha adoperato Welles non si erano mai viste, così come la profondità di campo e relativo uso del flashback.
    Prima che Hitchcock partorisse La donna che visse due volte non si sapeva nè cosa fosse l'effetto Vertigo, nè un MacGuffin.
    Ecco, questa per me è oggettività, riconoscere chi ha dato, chi ha progredito, inventato e sperimentato come ha fatto Kubrick con gli effetti speciali di 2001 nel lontano '68.
    Sono tutti film "avanti", rispetto ai loro tempi, oppure dei manifesti di un intero contesto sociale come Ladri di Biciclette.

    Oggettivamente penso che chi non riesca ad apprezzare Pulp Fiction sia un incolto, lo dico senza cattiveria, ma può dirlo solo in quanto non cinefilo o non amante di quel determinato genere, il cui commento è appunto legato alla proprio soggettività e al proprio gusto da spettatore medio.
    Non serve un genio a capirlo, ma forse qualcuno che mastichi cinema almeno un po' sì, per capire che Tarantino ha stravolto i canoni di un genere inventando gangster che parlano di massaggi ai piedi o di Madonna piuttosto che innescare sparatorie forsennate contro bande rivali.
    Poi della regia non parlo perchè non tutti hanno occhio per le inquadrature ed è un discorso di nicchia, ma la sostanza è questa.

    Se si considera la soggettività ognuno può fare le classifiche che vuole e mettersi tutti i Michael Bay e i David O Russell che vuole.
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    Bellissimo commento jonny! Sono d'accordo con tutto quello che hai detto. Questo film è un capolavoro degno del suo nome! Oramai l'ho visto talmente tante volte che io e mia sorella sappiamo i dialoghi a memoria xD
    Prossimamente farò anche io un commento, perché merita veramente!
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    Quante ne riconoscete? ;)

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    l'ho visto ieri pomeriggio ..e mi trovo d'accordo in tutto quello che ha scritto jonny..mi ha letta nel pensiero..non mi e' piaciuto per niente.. la trama a mio avviso non c'e'..per buona parte del film sono stata a chiedermi che cosa stesse succedendo e perche'.... lentezza che non ti dico .. e forse e' la prima volta che non apprezzo la recitazione di Gosling.. sguardo perso nel vuoto,mezzo esaurito, apre e chiude le mani.. (unica cosa che mi ha coinvolta, xke ha delle mani stupende ! :D )..e' uno dei miei attori preferiti,ma purtroppo non salvo neanche lui a questo giro.. non mi ha convinta x niente,.. concordo invece sulla bella fotografia !! unica cosa che mi ha colpita insieme alla prestazione della Scott Thomas.. lei si,e' stata bravissima nel ruolo della madre cinica e spietata..
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    CITAZIONE (jonny95 @ 11/6/2015, 20:11) 
    Ancora complimenti para, perché vedo che cogli i particolari, mai banali, dei suoi film :)

    Sono lusingatissimo...detto da te poi :m02:
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    Dopo Manhattan (1979) in cui Woody Allen, con un monologo psicologico cominciava ad interrogarsi sul senso della vita, ricalca dilatando ed estremizzando questa fase interrogativa della sua vita privata e artistica con Stardust Memories.

    Andy Bates è Woody Allen, Woody Allen è Andy Bates, un regista la cui carriera subisce un brusco risveglio: non riesce più a fare film. Non riesce più a rispecchiarsi nell'immagine che il pubblico ha di sè che è esclusivamente quella di un comico che fa il regista, il regista che fa film comici, facili e che possano al meglio catalizzare l'attenzione di un pubblico che non vuol farsi troppe domande, che vuole semplicemente ridere, incurante di quella famosa sofferenza dell'uomo contro la quale il protagonista si trova a far fronte; non per motivi di depressione strettamente personali, quanto per una visione più estesa, globale della condizione umana, riflessione dettata niente meno che dall'esaltante successo ottenuto ad inizio carriera.
    In un crescente disagio esistenziale, la figura di Andy è ulteriormente defraudata della proprio stabilità per via di una situazione sentimentale non proprio brillante che vede la contesa dell'ex amante Isobel (Marie-Christine Barrault), Daisy (Jessica Harper) intellettuale e nevrotica appena conosciuta e la focosa e instabile Dorrie (Charlotte Rampling).

    "Oggi ti adorano e domani ti sparano". E' quella la sentenza emanata ad un certo punto dal protagonista, che, visto l'insuccesso di Stardust Memories dopo il picco raggiunto con Manhattan, verrebbe spontaneo definire profetica e già questo è un punto a favore di Allen.
    Questo è un film la cui condanna è stata firmata sin dal principio secondo me, assolutamente un ottimo film, trasudante di qualsivoglia topos d'autore come possono essere i riferimenti esistenzialisti bergmaniani, ad aver diviso così aspramente la critica deve essere stato lo schema rigido dell'8 1/2 felliniano, da cui l'intera opera trae più di qualche ispirazione.
    Il (bel) bianco e nero, i movimenti di camera, l'inverosimiglianza quasi surreale di certe scene (l'inizio onirico in treno venne accusato addirittura di plagio), le riprese in soggettiva sono alcuni dei fattori che rimandano palesemente al capolavoro felliniano, così come la problematica artistica e sentimentale che va ammorbando lo stanco Andy nel corso dell'intera narrazione.
    Nel voler dare quest'accezione europea al suo film, il regista newyorkese viene meno ai tratti autentici del suo modo di fare cinema, correndo il rischio del suo stesso personaggio, quello della perdita d'identità a cui il pubblico è affezionato e morbosamente radicato, l'identità nella quale sei incastrato e se cerchi di divincolarti diventi un altro e lo stesso pubblico che ti ha idolatrato, può smontarti come un'arma a doppio taglio. Tuttavia a parlare di rifacimento in salsa alleniana dell'ottavo film e mezzo di Fellini ce ne passa, perchè Allen sa metterci il suo solito che funziona e con la sua sottile autoironia e la filosofia mascherata a puro scherno, è bravo a ricalcare le sue tematiche chiave: la trovata degli alieni che anch'essi trovano che i suoi film comici siano i migliori, le consuete trovate goliardiche sferrate alla religione e il narcisismo tipico da autore intellettuale con frasi che difficilmente non riesco a destare un minimo di ilarità in chi le ascolta: "Per te io sono un ateo, per Iddio sono una leale opposizione" oppure alla domanda che gli chiede se si ritenesse un narcisista: "Se mi ci devo rivedere in un personaggio della mitologia non direi Narciso, bensì Giove" :m01:
    Contrariamente a quanto è stato detto o scritto dai detrattori, trovo che Stardust Memories abbia un suo perchè e gli estimatori dell'impronta felliniana e la comicità cerebrale di Allen troveranno piacevole questa pellicola ultra-metacinematografica, forse un passo indietro rispetto ai precedenti capolavori però se considerato per quello che è, uno sfogo personalissimo verso il cinema, i suoi addetti ai lavori e il suo pubblico, l'apprezzamento è garantito.
    Inoltre vi è la prima apparizione sul grande schermo di Sharon Stone quando, nella scena iniziale la si vede mandare un bacio all'imbarazzato protagonista attraverso il vetro del treno opposto *-*
    La colonna sonora contiene l'emblematico brano Stardust di Louis Armstrong.
    Da vedere sicuramente, ma in qualità di spettatore preparato e consapevole di cosa di sta andando a guardare :lol:

    Voto 7.5

    Edited by Paranoyd - 12/6/2015, 13:36
  14. .
    quanto hai ragione !!! mi sta venendo la voglia di mettere il dvd nel lettore e guardarlo !!! questo film non morira' MAI *-* anche se lo si conosce a memoria e' come una dipendenza !!
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    a me invece fa impazzire particolarmente questo dialogo XD
161 replies since 24/8/2007
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