Veep - Vicepresidente incompetente

Armando Iannucci, Simon Blackwell, 2012 - in produzione

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    Veep - Vicepresidente incompetente



    Veep - Vicepresidente incompetente (Veep) è una serie televisiva statunitense trasmessa dal 2012 sul canale via cavo HBO. In Italia va in onda dal 25 giugno 2014 su Sky Atlantic. Ambientata nell'ufficio di una vicepresidente americana di finzione, è una commedia satirica ideata da Armando Iannucci, che utilizza lo stesso stile realistico, detto cinéma-vérité, già usato nella serie televisiva satirica The Thick of It dello stesso Iannucci, trasmessa dal 2005 dalla BBC.
    Dopo un episodio pilota del 2011, scritto da Iannucci e da Simon Blackwell, è stata commissionata un'intera stagione della serie. La serie ha debuttato il 22 aprile 2012 su HBO, ed è stata trasmessa nel Regno Unito dal 25 giugno 2012 sul canale Sky Atlantic. Il 30 aprile 2012 la serie è stata rinnovata per una seconda stagione.
    Veep è stata candidata per quattro volte ai premi Emmy come miglior serie commedia, vincendo il premio nel 2015. Nello stesso anno ha vinto gli Emmy per la miglior sceneggiatura (per l'episodio Election Night) e il miglior casting di una serie commedia. Inoltre la serie è valsa a Julia Louis-Dreyfus quattro Emmy consecutivi come miglior attrice in una serie commedia e due condidature ai Golden Globe nella stessa categoria. Tra le altre interpretazioni apprezzate dalla critica vi sono quella di Tony Hale, vincitore di due Emmy su tre candidature come miglior attore non protagonista in una serie commedia, e quella di Anna Chlumsky, candidata a tre Emmy come miglior attrice non protagonista in una serie commedia.


    Informazioni generali:

    Titolo originale: Veep
    Paese: Stati Uniti d'America
    Anno: 2012 – in produzione
    Formato: serie TV
    Genere: commedia, satirico
    Stagioni: 4
    Episodi: 38
    Durata: 30 min (episodio)
    Lingua originale: inglese
    Ideatore: Armando Iannucci, Simon Blackwell

    Prima visione:

    Prima TV Stati Uniti d'America
    Dal: 22 aprile 2012
    Al: in corso
    Rete televisiva: HBO

    Prima TV in italiano (pay TV)
    Dal: 25 giugno 2014
    Al: in corso
    Rete televisiva: Sky Atlantic


    CITAZIONE
    L’ex senatrice Selina Meyer accetta entusiasta l’offerta di servire il suo Paese, gli Stati Uniti d’America, come vicepresidente, ma nulla di quello che sta per accaderle è come aveva immaginato o le avevano detto. Circordata dai suoi collaboratori - il capo dello staff Amy, il portavoce Mike e la segretaria Sue, i quali non fanno altro che bisticciare con l’ambizioso e compiaciuto vice direttore delle comunicazioni Dan Egan - Meyer cerca di lasciare il segno senza essere schiacciata dal gioco della politica.

    Episodi

    StagioneEpisodiPrima TV originalePrima TV Italia
    Prima stagione820122014
    Seconda stagione1020132014
    Terza stagione1020142014
    Quarta stagione1020152015


    Interpreti e personaggi

    Julia Louis-Dreyfus: Selina Meyer
    Anna Chlumsky: Amy Brookheimer
    Tony Hale: Gary Walsh
    Matt Walsh: Mike McLintock
    Timothy Simons: Jonah Ryan
    Reid Scott: Dan Egan
    Sufe Bradshaw: Sue Wilson
    Kevin Dunn: Ben Cafferty
    Gary Cole: Kent Davison

    Produzione

    Le riprese dell'episodio pilota sono terminate nel marzo del 2011. La serie è stata girata a Baltimora a partire dalla fine del 2011.
    In un'intervista del 17 aprile 2012 durante il programma The Daily Show, Louis-Dreyfus ha affermato che è nelle intenzioni degli sceneggiatori, in linea con la serie della BBC, non mostrare sullo schermo il Presidente degli Stati Uniti d'America e non rivelare il partito politico dei personaggi.

    fonti Wikipedia, ComingSoon

    Trailer


    Video



    Edited by Angelica_ - 28/7/2019, 16:17
     
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    MURO DI TESTO INCOMING

    Veep è a mio parere, assieme a Rick & Morty e Louie, la serie comedy più importante di questo decennio. Seppure la popolarità di questa serie impallidisca di fronte a colossi come The Big Bang Theory o Modern Family, il cui pubblico è esponenzialmente più vasto, sono sicuro nel corso degli anni il suo status da serie di culto verrà cementato e verrà ricordata tra le serie comedy che definiscono questo decennio. Come fu negli anni 2000 per serie dallo scarso seguito ma molto dedicato, ad esempio The Office (UK), Arrested Development e South Park. Il successo che ha avuto a livello di critica non è a caso ed è davvero un peccato come molti la considerino come "quella serie che vince un sacco di premi ma nessuno guarda".

    Concluso questo preambolo veniamo ora alla serie in sé, cos'ha Veep di così fenomenale? Certo è divertente, piena di dialoghi taglienti, ben recitata e gli attori hanno una chimica fantastica, ma prima vorrei parlare di ciò che la rende una serie anomala:

    -Reboot di una serie britannica che non si è perso in traduzione. La storia della brillante serie britannica che sforna una manciata di episodi, vince una valanga di premi e diventa la sensazione del momento (in europa) per poi venir adocchiata da produttori statunitensi e tradotta in un remake annacquato, scialbo e approssimativo, è diventata molto comune specie negli ultimi anni (tanto che addirittura esiste una serie, Episodes, che parla proprio di questo argomento). Questo non è il caso di Veep, che vede tornare il creatore Armando Iannucci nei panni di showrunner per le prime 5 stagioni, fino al suo abbandono e conseguente sostituzione (senza animosità e solo per problemi personali) con uno degli sceneggiatori, David Mandel (già veterano di Seinfeld). Veep è un prodotto fondamentalmente diverso dal suo predecessore spirituale The Thick of It, seppur ci si possano rivedere lo stesso intento, lo stesso cinismo, alcuni personaggi e situazioni, tutto viene rimescolato nel passaggio tra il mondo della politica britannica a quello statunitense, e dal passaggio tra la politica degli anni 2000 a quello del 2010 (esattamente la nota su cui si conclude The Thick of It), rendendolo quasi un sequel a livello tematico. Grazie anche alle risorse e alla forza lavoro che può offrire una produzione statunitense, Veep è andato avanti per 7 stagioni ed è riuscito a produrre più di 60 episodi, riuscendo a concludere la missione che Iannucci aveva iniziato con The Thick of It (parlerò di questa missione nel prossimo punto).
    Alcuni critici non hanno lodato più di tanto l'approccio più psicologico della narrativa, ma secondo me è la marcia in più che questo show ha rispetto al predecessore, che ho sempre trovato un po' troppo freddo e impersonale. Conoscere il modo in cui pensa Selina, i suoi retroscena, le sue insicurezze, aggiunge un intera dimensione al sottotesto della serie.

    -L'Anti-West Wing o la demistificazione della politica. The West Wing non è particolarmente popolare in Italia, ma è LA serie di riferimento sul mondo della politica di un intera generazione del mondo angolofono, e vanta successo internazionale in molti altri paesi. Prima di House of Cards, prima che la politica diventasse un ciclo di news 24/24 che ricorda più in reality show, la gente guardava questa serie e pensava "wow, la gente al governo dev'essere proprio così: competente, efficiente e moralmente integra. Gente che supera le proprie divisioni ideologiche per il bene dello stato e dei suoi cittadini"... :lol:
    House of Cards (e il suo analogo britannico) invece rivelano Washington e Downing Street per quello che sono: covi di serpenti che cospirano tutto il giorno pronti ad accoltellarsi alle spalle per un briciolo di potere in più, ma ancora sbaglia qualcosa. Semplicemente danno troppo credito ai politici.
    Veep e The Thick of It raccontano davvero la politica contemporanea per quello che è: un branco di sprovveduti senza alcuna morale, incapaci di prendere qualsiasi tipo di decisione e di pensare con la propria testa, guidati da un branco di yes-man il cui compito è quello di fargli fare bella figura, sperando in un qualche avanzamento di carriera. Ci mostra come sono davvero queste persone e non la personalità che hanno sviluppato davanti alle camere per raccogliere consensi con l'elettorato.
    E sarebbe stato facile andare a sfociare nella macchietta, ma la serie non ti dice "ahah guarda quell'incapace in una posizione di potere, è esattamente l'opposto di come dovrebbero essere le cose", piuttosto "quell'incapace è al governo in questo esatto momento". La goffaggine e la sbadatezza dei personaggi serve più per far nascere i conflitti e non è tra i temi più rilevanti della storia, viene inoltre chiaramente ribadito che (la maggior parte de) i personaggi è tutta gente competente che svolge il proprio lavoro in modo impeccabile (per la maggior parte del tempo). L'assurdità di certe situazioni non rende il tutto una farsa, ma anzi considerato la direzione che ha ormai preso la politica rende il tutto incredibilmente realistico seppur allo stesso tempo deliziosamente grottesco.
    È una serie che si percorre la strada populista che potrebbe piacere anche alla vostra nonna vagamente razzista che non va a votare perché "i politici sono tutti uguali", ma lo fa criticando il sistema e non gli individui in sé, di fatto distruggendo la bolla e il culto del politico-eroe che The West Wing aveva creato (e del politico come anti-eroe che non ci meritiamo ma di cui abbiamo bisogno nel caso di House of Cards). The West Wing e House of Card ci raccontano che i politici sono in grado di controllare qualsiasi cosa, Veep invece li vede più come vittima di eventi al di là della loro portata, ma sempre in cerca di ribaltare la situazione a loro favore.

    -L'approccio Jazz. Nella maggior parte delle serie gli sceneggiatori scrivono gli episodi, i registi (raramente sempre lo stesso nel corso di tutta la serie) si occupano di tradurli per immagini e gli attori seguono le istruzioni che gli sono date, il tutto sotto la supervisione dello showrunner. Iannucci però è un talento fuori dal comune e un instancabile lavoratore, tanto che oltre ad essere la guida del team ha diversi crediti nella scrittura e regia di un considerevole numero di episodi. Altro regista degno di nota che ha lavorato alla serie è il suo amico Chris Morris.
    Ad ogni modo la peculiarità di Veep è il sistema poco ortodosso in cui vengono scritti gli episodi e tutta la libertà di improvvisazione che viene lasciata agli attori. Gli episodi vengono scritti, vengono provati per un periodo esteso di tempo sotto la supervisione degli sceneggiatori e nel corso delle prove e delle stesse riprese ogni improvvisazione che colpisce gli sceneggiatori viene incorporata nel copione. Per stessa ammissione di Mendel è pratica comune dover andare dagli attori e chiedergli di memorizzare una scena completamente nuova sul set. Questo approccio rende la serie più costosa di quello che dovrebbe essere e gli impedisce di avere una fotografia come si deve, ma c'è un motivo se è da 7 anni che sta serie fa piazza pulita di tutti i premi legati alla recitazione agli emmy.

    Wow, ho già scritto un sacco e ho ancora robe da dire. Partiamo dal presupposto che visto che la serie rispecchia eventi realmente accaduti, nel corso delle 7 stagioni andate in onda tra il 2012 il 2019 si possono trovare 3 archi narrativi distinti che segnano le ere dello show (eviterò spoiler):
    -Stagione 1 e 2, dove si ha una struttura da sitcom abbastanza tradizionale, ogni episodio ha una natura autoconclusiva dove la trama orizzontale viene portata avanti pian piano. Impariamo a conoscere e apprezzare i personaggi, il modo in cui si rapportano tra loro e i conflitti che ne scaturiscono. Probabilmente il periodo più spensierato e divertente.
    -Stagione 3 e 5, il periodo più dark dello show. Gli episodi iniziano ad assumere una forma più serializzata e le sceneggiature iniziano a focalizzarsi molto di più sulla satira verso il mondo politico e sugli intrighi di corte, per così dire. Se siete fan di house of cards o di the thick of it amerete questo periodo.
    -Stagione 6 e 7, segnate dall'abbandono di Iannucci. Sebbene la sua assenza inizialmente si senta un pochino, diventa subito chiaro che la chimica del cast e l'abilità del nuovo showrunner sono sufficienti a sopperire alla sua mancanza. In queste stagioni lo show si fa coraggio e cerca di riflettere sul casino che sono state le elezioni del 2016. Conclude con uno dei migliori finali della storia della televisione.

    Due parole sul cast:
    -Julia Louis-Dreyfus è fenomenale nei panni di Selina e dimostra una profonda crescita come attrice drammatica da quella che un tempo avrei considerato un'attrice propriamente comica. Se la memoria che avete di lei è quella di Elaine in Seinfeld o dei suoi ruoli nel Sathurday Night Live, preparatevi a stupirvi.
    -Tony Hale lascia semplicemente a bocca aperta. Mi riallaccio al discorso sul percorrere quella linea tra la farsa e il realismo: il suo personaggio dovrebbe essere una banalissima spalla comica, lo zimbello e la vittima della maggior parte delle battute, eppure è riuscito a farmi venire i brividi più volte, addirittura a farmi piangere nell'ultimo episodio.
    -Timothy Simons diventerà una superstar della commedia a breve, il suo personaggio è il Fonzie (o a essere più precisi, Sheldon o Cartman) della serie e riuscire a farti stare così simpatico un personaggio così orribile e ripugnante non è da tutti. Certe improvvisazioni che tira fuori sono semplicemente geniali.
    -Anna Chlumsky nel corso della serie sembra stia per davvero perdendo il senno, il suo personaggio ha una fantastica evoluzione che viene perfettamente rispecchiata dalla sua performance, nella 6a stagione inizia ufficialmente a farmi paura.
    -Reid Scott è esilarante e quello con i migliori botta e risposta, mi è dispiaciuto un sacco che il personaggio di Dan sia stato un po' ridimensionato dalla stagione 3 in poi.
    -Gary Cole rende fantasticamente la freddezza e quel misto di saggezza cinica combinata alla purezza di un bambino che vede il mondo per la prima volta, una delle migliori rappresentazioni televisive di un personaggio che probabilmente nella realtà cadrebbe in qualche spettro d'autismo. Ce lo vedrei bene in Silicon Valley.
    -Matt Walsh è il personaggio più amabile del cast, un pesce palla in un mondo di squali, la sua presenza è fondamentale.
    -Sam Richardson è stata un'aggiunta al cast incredibilmente gradita. Concepito come un personaggio non ricorrente (in the thick of it ha un analogo molto simile), evidentemente la chimica che aveva con Timothy Simons era troppo evidente per essere ignorata.
    -Hugh Laurie (AKA Dr. House) personaggio occasionale ma che buca lo schermo ogni volta che appare, nell'ultima stagione in particolare da il meglio di sé.
    -Tutti gli altri attori bravi, davvero non ce n'è uno debole ma dovessi parlare di tutti non finirei più.

    E niente direi che ho scritto abbastanza ed è pure un discorso parecchio sconclusionato. Per cercare di darci un senso provo a riassumere il tutto in chiusura.
    Veep è la migliore serie che tratta il mondo della politica e una delle migliori serie comedy di questo decennio, parte come sit-com che ha come cornice il mondo della politica, si evolve in una grottesca epopea serializzata che rispecchia ciò che è diventato della politica negli ultimi anni e finisce con un botto in grande stile.

    Se vi chiedete se sia meglio Veep o The Thick of It, personalmente Veep mi ha fatto più ridere, mi ha soddisfatto di più a livello di storia e ha un cast molto più ricco e variegato, ma The Thick of It ha i monologhi migliori, gli insulti migliori e ha fatto nascere una star assoluta in Peter Capaldi nei panni di Malcolm Tucker.
    Se vi chiedete quale sia meglio guardare prima vi consiglio Veep, sia perché più vicina alle sensibilità dello spettatore medio (più gradevole esteticamente, con riferimenti meno oscuri e più tradizionale a livello di struttura degli episodi ad esempio), sia perché a guardarsi prima The Thick of It poi in Veep si sentirebbe la mancanza di un personaggio forte come Malcolm Tucker (che è stato praticamente splittato tra Jonah, Ben e la stessa Selina).
     
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1 replies since 23/10/2015, 20:34   259 views
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