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Votes taken by Paranoyd

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    Everything Everywhere All at Once (2022), Daniel Kwan, Daniel Scheinert.
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    Sound of freedom - Il canto della libertà



    Regia di Alejandro Monteverde. Un film con Jim Caviezel, Mira Sorvino, Bill Camp, Kurt Fuller, José Zúñiga. Cast completo Titolo originale: Sound of Freedom. Genere Azione, Biografico, Drammatico, - USA, 2023, durata 135 minuti.


    CITAZIONE
    È da più di dieci anni che l'agente dell'Homeland Security Tim Ballard porta avanti uno dei lavori più disturbanti che ci siano - dare la caccia a chi possiede e distribuisce materiale pedopornografico. Il suo collega Chris ha appena deciso di mollare, e anche Tim si sente ad un punto di svolta. Dopo aver arrestato in California tale Ernst Oshinsky, Ballard e l'agenzia riescono a bloccare un pedofilo di rientro negli Stati Uniti dal Messico e a liberare il piccolo Miguel. Si scopre così, tra grandi difficoltà emotive, che Miguel era stato rapito mesi prima in Honduras assieme alla sorellina Rocío, tuttora scomparsa. Ballard, ricevuta in dono da Miguel una medaglietta con inciso il nome di San Timoteo, regalatagli dalla sorella durante la loro prigionia, decide così di impegnarsi a ritrovare Rocío, costi quel che costi.

    Arriva in Italia come evento cinematografico per Dominus Production il film-evento dell'estate americana, con il volto e la passione di Jim Caviezel.

    Come si ghermisce lo zeitgeist - lo spirito del tempo - di un'epoca? Se sei fortunato, se sei Hegel, lo ammiri la mattina del 13 ottobre 1806 sulla Johannisstraße di Jena e riconosci in lui, Napoleone a cavallo, "l'anima del mondo" che il giorno dopo avrebbe sconfitto i prussiani. Se sei il regista Alejandro Monteverde, il produttore Eduardo Verástegui, il distributore Angel Studios, se sei tutti noi, insomma, non avresti lontanamente vaticinato il clamore e il successo che Sound of Freedom - Il canto della libertà avrebbe avuto da una parte all'altra dell'oceano, di qualunque oceano: weekend USA di apertura con un incasso di quasi 20 milioni, fine corsa a 184 (decimo posto nella classifica 2023, davanti a moloch come Indiana Jones e il quadrante del destino e Mission: Impossible - Dead Reckoning - Parte 1), altri 66 raccolti in tutto il mondo per un botteghino totale di 250. (al)L'anima del box office, insomma.

    Ma come ha fatto un film indipendente da nemmeno 15 milioni di budget, finito di girare nel 2018, acquistato dalla Fox e poi dimenticato sugli scaffali quando la Disney l'anno dopo si è mangiata lo studios della famiglia Murdoch, come ha fatto, si chiedono tutti, a sfondare la cupola dorata hollywoodiana? Lo zeitgeist, lo spirito del tempo. Che non era quello del 2015, quando Monteverde ha iniziato a programmare e scrivere il film, ma tutto ciò che è venuto dopo, QAnon, MAGA, la presidenza Trump, le "culture wars", lo spettro di una seconda guerra civile - per metterlo nero su bianco, la polarizzazione a tutti i livelli che sta storcendo gli Stati Uniti in questo nostro momento storico.

    Polarizzazione che è stata rimpinzata più e più volte da chi sta dietro Sound of Freedom, Verástegui che dà dei pedofili a chi critica il film, Caviezel oracolo delle teorie QAnoniane sulle elite democratiche che rapiscono bambini per estrarne l'adrenocromo e rimanere per sempre giovani, Ballard, il Tim Ballard reale di cui il film racconta la vera, verosimile, molto stiracchiata storia, che si lancia in superficiali ed iperboliche analisi sul delicato problema del traffico di esseri umani. Monteverde, nel 2015, era partito da un'urgenza reale e profonda, quella della tratta sessuale di minori operata da vari gruppi criminali, forse guardando anche dentro il terribile buco nero della sua anima dopo l'omicidio del padre e del fratello da parte di un cartello della droga messicano.

    E così quello che doveva essere un "semplice" prodotto cinematografico imbevuto di impegno sociale e spirito evangelizzante è scivolato nell'orlo interno della galassia di destra più reazionaria e complottista - da qui le paranoie sui cinema AMC che sabotavano le proiezioni del film che "non vi vogliono far vedere", i sospetti di pratiche commerciali ingannevoli sugli Angel Studios e la politica del "biglietto sospeso", la cacciata di Ballard per molestie dall'organizzazione da lui fondata per contrastare il traffico minorile e perfino la sua espulsione dalla Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni...

    Peccato - in tutti i sensi. Perché Sound of Freedom poteva aprire squarci interessanti su un segmento di mercato che molto spesso non raggiunge la ribalta economica e critica, quello dei "Christian movies" o "Faith-based films", cioè opere espressamente indirizzate ad un pubblico religioso, che spesso afferma di non avere rappresentazione sugli schermi hollywoodiani. E se adesso l'ha fatto, con grande gioia di chi l'ha prodotto e s'è portato a casa piramidi di dollari, molte organizzazioni cristiane ed evangeliche rimpiangono proprio il frullatore complottista in cui il film si è infilato.

    Come è rimasto con l'amaro in bocca il regista Monteverde, sempre silente sulla questione e anche senza un soldo in più in tasca visto che per la distribuzione del film aveva rinunciato alle successive quote di mercato che gli sarebbero spettate. Del suo lavoro non si è poi detto granché, e forse non ci sarebbe poi tanto da dire vista la cascata di retorica emotiva con cui investe lo spettatore (canti di bambini in levare, primi piani su volti sfigurati dal dolore, discorsi motivazionali che sono pamphlet) e le sbrigative architetture messe in piedi (ancora il filtro giallo per il Sudamerica? Ancora l'eroe del Nord del mondo che arriva a sistemare i conti nel resto del continente e poi tornare a casa?).

    Però è da segnare come la sua idea di action-thriller si sublimi in lunghe sequenze di dialogo, preparazione, attesa dell'esplosione che poi non avverrà mai, nelle continue fermate e ripartenze della trama a simboleggiare la crociata senza fine di Ballard, nell'idea molto escatologica che basta il tema e non la rappresentazione e lo sviluppo di questo a legittimare Sound of Freedom. Se non è lo spirito del nostro tempo questo, allora cosa?

    Luigi Coluccio

    fonte MyMovies

    Trailer


  3. .
    Rivisto proprio ieri e... sì, lo ammetto, solo per il culino di Achille.
    Scherzo :lol:
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    Purtroppo quando si giudica un film tratto (e non semplicemente ispirato) da un'opera letteraria, non si può non tirare in ballo l'annosa questione se la pellicosa è fedele o meno alla controparte originale.
    Bisognerebbe capire una cosa: che il cinema non è semplicemente la realizzazione scenica della letteratura ma un'arte con dei suoi codici propri e soluzioni narrative che esulano fortemente da quelle strettamente letterarie. Per questo motivo la delusione accompagna sempre i seguaci di questa o quella opera letteraria, poema romanzo o fumetto trasposta sul grande schermo. Un finale in cui Briseide si divincola dalle braccia bramose di Agamennone per accoltellarlo è più cinematografico di quello originale, in cui l'Atride di Micene regna su Troia e conoscerà la sua rovina solo al ritorno in Patria. Così come è più cinematografico trasformare Patroclo in un cugino fraterno, piuttosto che nel discepolo-amante dell' Iliade, dal momento che avrebbe depauperato la virilità machista di Achille in un modo incomprensibile per l'immaginario collettivo del nostro tempo e spostare l'attenzione non sulle sue capacità di uomo d'arme ma sull'omofilia (concetto troppo distante dai giorni nostri) che poco si confà all'idea di eroe greco un po' falsa che tanti hanno nella nostra società.

    Il film si chiama "Troy", e già il titolo pone i presupposti che quello che si andrà a vedere sarà la storia della guerra di Troia: il misfatto di Paride, il tradimento di Elena, l'ira di Achille, il pianto di Priamo ecc... e il fatto che un film assurgendosi in maniera così netta (con tanto di prologo che pretende di storicizzare gli avvenimenti) a chiaro e preciso rifacimento filmico di un'opera così importante ha fatto incazzare anche me. Hai il pretesto di chiamare il tuo film "Troy" però travisi la storia come ti è più congeniale? Per questo alcune critiche sono più che legittime, perchè così facendo ti sei autoincaricato di raccontare la storia di quei personaggi e non lo hai fatto per giunta fedelmente, ma addirittura dandoti arie di veridicità abbastanza pretestuose e a poco a poco tradite. Probabilmente chiamare il film con un altro nome e cambiare il nome dei personaggi sarebbe stato più opportuno, meno vendibile, ma ti saresti risparmiato il paragone con l'originale che così per forza di cose viene porsi. Lasciamo stare poi che in fatto di epica e mitologia gli americani non ci capiscano una beata mazza e non abbiano la sensibilità per portare in scena sentimenti e valori protoeuropei senza scadere nell'americanata da kolossal (storia d'amore tra Briseide e Achille, con questa addirittura cugina di Ettore; la totale assenza degli Dèi ecc...).

    Preso come film in sè per sè si può considerare senza infamie nè lodi, nonostante alcuni bloopers e anacronismi come l'aereo che si vede sullo sfondo in un primo piano a Brad Pitt; le monete sugli occhi mancanti durante la cremazione di Ettore; le navi greche ispirate a modelli romani di 1000 anni dopo e tantissime altre cose che si trovano su internet. Per un film in costume di difficilissima realizzazione, si difende bene dal lato dell'intrattenimento, offrendo tre ore di buon spettacolo; sul piano dei dettagli di scrittura (alcuni scambi di battute inverosimili per un film ambientato più di 3000 anni fa), costumi (le armature danno l'impressione di essere plastificate in alcune scene), perde parecchi colpi di fronte ad un occhio più attento.

    voto 7

    Edited by Paranoyd - 16/3/2021, 16:18
  4. .
    Ombrellino.
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    Sto guardando alcune saghe storiche dell'horror americano e devo dire che non ho mai visto tanta monnezza in vita mia come in questo periodo.


    Halloween 5 - La vendetta di Michael Myers
    (1989), Dominique Othenin-Girard.

    Tremors 3 - Ritorno a Perfection (2003), Brent Maddock
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    Halloween - 20 anni dopo (1998), Steve Milner.

    Halloween 2 - Il signore della morte (1981), Rick Rosenthal.
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    Bellissimo topic e bellissime risposte!
    Difficilissimo stilare una classifica: 20 film sembrano pochissimi per un intero decennio, quindi qualche sacrificio sarà doveroso farlo, ma non dimenticherò di fare qualche menzione speciale fuori margine :lol:

    20) Cosmopolis (2012), David Cronenberg.

    Non ho resistito. Molti strabuzzeranno gli occhi nel trovare questo film nella mia TOP, so che non gode di ottima fama nel forum, ma lo considero un film epocale, maestoso, che o si ama o si odia.


    19) Non essere cattivo (2015), Claudio Caligari.

    Questo film del rischia di essere considerato uno degli ultimi capolavori del cinema d'autore italiano. Mi ha fatto scoprire un grande maestro come il compianto Caligari e un grande attore come Luca Marinelli, una delle più belle rivelazioni del decennio attoriale italiano.
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    18) Birdman (2014), Alejandro Gonzalez Inarritu.

    Nell'epoca dei cinecomics e dei grandi artifizi del digitale, questo film sarà ricordato a lungo. E' l'unico di Inarritu in cui la forma vince sulla sostanza, ma a differenza del non-film The Revenant, racchiude in sè tutta la potenza del cinema come arte.
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    17) La vita di Adele (2013), Abdellatif Kechice.

    Ricordo il clamore destato tra gli utenti del forum quando uscì, che lo rese uno dei film più commentati e visti della sua stagione. Semplicemente non si dimentica, per la sensibilità con cui racconta una storia d'amore, per la densità di tante scene di cui è costellato, per la durata che mentre lo guardi vorresti fosse ancora un po' più lunga.
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    16) The Raid 2 - Berandal (2011), Gareth Evans.

    Qui io non posso non sbilanciarmi. Questo film è un capolavoro assoluto del cinema d'azione, il migliore di tutti i tempi. Mette insieme la brutalità dei film di Bruce Lee con le coreografie spettacolari di Jackie Chan e molto altro ancora.
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    15) Drive (2011), Nicolas Winding Refn.

    Capolavoro di Refn che si consuma in un continuo gioco di doppi: l'attore e lo stuntman, l'amore e la violenza, la verità e la menzogna.


    14) Nebraska (2013), Alexander Payne.

    Dopo averlo visto, non sono più stato lo stesso.
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    13) Captain Fantastic (2016), Matt Ross.

    Ricorderò sempre con immenso affetto questo film, che si trascina dietro un messaggio forse troppo ingombrante.
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    12) Detroit (2017), Kathryn Bigelow.

    Il più onesto e crudo film sul razzismo che abbia mai visto. E' anche un film sul potere, il che lo rende due volte più bello. Ideale per una immersione nella Detroit di fine anni '60.
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    11) Holy Motors (2012), Leos Carax.

    Il film più allucinante e surreale del decennio, è cinema puro.
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    10) Midnight in Paris (2011), Woody Allen.

    Con Blue Jasmine, l'ultimo grande Allen. Per originalità e messa in scena lo considero il suo ultimo capolavoro.
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    9) Carnage (2011), Roman Polanski.

    Per il maestro Polanski vale lo stesso discorso di Allen. Il bellissimo Venere in Pelliccia gli si avvicina, forse scavalcandolo per visionarietà, ma il cast corale, il MacGuffin, le sottotracce del kammerspiel di Carnage rimarranno nella storia.
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    8) BlackKklansman (2018), Spike Lee.

    Il più bel film di Spike Lee dai tempi di Malcolm X e Fa' la cosa giusta. Finalmente riesce a mettersi alle spalle la retorica per raccontare una storia creata ad hoc per il cinema: tra i film di critica sociale è meno didascalico del dramma di Detroit, più ironico del favolistico Captain Fantastic., più avvincente di Green Book. Un gioiello imperdibile con l'attore rivelazione del decennio, Adam Driver.
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    7) Her - Lei (2013), Spike Jonze.

    Oltre ad essere il capolavoro annunciato della società postmoderna, racconta una storia struggente fatta di solitudine, alienazione ed un profondo pessimismo. Anche questo con uno degli attori più incisivi del decennio, l'ormai mitico Joaquin Phoenix.
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    6) La casa di Jack (2018), Lars Von Trier.

    Ero indeciso tra questo e Nymphomaniac, ma la verbosità didascalica di quest'ultimo, oltre alla struttura a flashback interminabile di cui vive l'intera narrazione di più di 3 ore, mi ha fatto protendere per La casa di Jack, che trovo più provocatorio, esplicito e anche un po' meno ruffiano. Il più appassionato omaggio all'arte che io ricordi di aver visto: Glenn Gould, Goethe, Dante, il gioco delle ombre che si distendono sotto i lampioni, i riferimenti all'architettura... sono indimenticabili. Poi quel finale *-*


    5) The Wolf of Wall Street (2013), Martin Scorsese.

    Come Cosmopolis , Her ed il primo classificato, è uno di quei film che manderei direttamente ai posteri per far conoscere l'epoca in cui viviamo. E' la quintessenza dell'ultimo Scorsese, che torna ai livelli di The Departed con il monumentale racconto di una storia vera, probabilmente il più bel bio-pic che abbia mai visto.
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    4) Mad Max - Fury Road (2014), George Miller.

    Se The Raid 2 è senza dubbio il miglior film d'azione di sempre, questo fa di tutto per scardinare ogni regola del genere. Il più degno film della saga di Mad Max, il femminismo che mi piace, la CGI meglio usata (tiè Cameron!).
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    3) Faust (2011), Aleksandr Sokurov.

    Rivelazione della mia top: l'ultimo capolavoro di Sokurov tra bramosia e debolezze umane merita il podio. Dalla prima inquadratura si capisce che non si tratta di un film come tutti gli altri.
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    2) The Hateful Eight (2014), Quentin Tarantino.

    Tarantino si riconferma incapace di fare un film brutto, ma è quando gioca con la storia che dà il meglio di sè. Dopo Django , regala il western definitivo ai giovani della mia generazione. Grazie Quentin.


    1) Parasite (2019), Bong Joon-Ho.
    Non so se il fatto di essere uscito per ultimo rispetto ai candidati, lo abbia agevolato in classifica, ma è un film splendido, dal valore poco discutibile. Bong mi aveva già conquistato con Snowpiercer, poi con The Host mi stupì nel raccontare le paure dell'uomo con le metafore e la commistione dei generi. Qui mette tutto insieme: marxismo, poesia, commedia, horror, allegorie. Bellissimo, davvero.
    parasite

    Menzioni speciali per diritto di cronaca:
    C'era una volta in Anatolia (2011), Nuri Bilge Ceylan.
    Maps to the Star (2014), David Cronenberg.
    Grand Budapest Hotel (2014), Wes Anderson.
    The Homesman (2014), Tommy Lee Jones.
    Tutto può accadere a Broadway (2014), Peter Bogdanovich.
    Il filo nascosto (2017), Paul Thomas Anderson.
    Scappa - Get Out (2017), Jordan Peele.
    Tre manifesti a Ebbing, Missouri (2017), Martin McDonagh.
    The Post (2017), Steven Spielberg.
    Dogman (2018), Matteo Garrone.
    Hereditary (2018), Ari Aster.
    Green Book (2018), Peter Farrelly.
    C'era una volta... a Hollywood (2018), Quentin Tarantino.
    The Irishman (2019), Martin Scorsese.
    I miserabili (2019), Ladj Ly.
    Knives Out - Cena con delitto (2019), Rian Johnson.
    The Lighthouse (2019), Robert Eggers
    L'ufficiale e la spia (2019), Roman Polanski.


    Edited by Paranoyd - 8/8/2020, 11:15
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    Green book (2018), Peter Farrelly
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    Goethe nella campagna romana di Tischbein

    Johann_Heinrich_Wilhelm_Tischbein_-_Goethe_in_der_roemischen_Campagna
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    Per l'università: I dolori del giovane Werther di Goethe.
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    Rashomon (1950), Akira Kurosawa

    Dogville (2003), Lars Von Trier

    Dancer in the dark (2000), Lars Von Trier
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    Cell block 99 (2017), S. Craig Zahler

    Il posto dell fragole (1957), Ingmar Bergman
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    Sono felicissimo che le mie previsioni siano state smentite, potrei addirittura rivalutare l'Academy :lol:
    Gioisco per Joon Bong-Ho

    :oscar:

    Ma anche per Joaquin Phoenix, strepitoso!

    :joker:

    Edited by Paranoyd - 12/2/2020, 21:19
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    Un olio su tela cabalistico, Il grande caprone di Goya.

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    Gli uomini che mettono il piede sulla coda della tigre (1945), Akira Kurosawa
507 replies since 23/9/2014
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