L'orrore di Dunwich

Howard Philip Lovercraft - 1928

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    Fragilità, il tuo nome è donna.

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    L'orrore di Dunwich


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    Autore Howard Phillips Lovecraft
    1ª ed. originale 1929
    Genere racconto
    Sottogenere Horror
    Lingua originale inglese
    Serie Ciclo di Cthulhu

    CITAZIONE
    Racconta la storia di Wilbur Whateley, nativo di Dunwich (un villaggio isolato e decadente), figlio di Lavinia Watheley (descritta come lievemente deforme, sciatta, sognatrice e con caratteristiche albine) e di un padre sconosciuto, e degli eventi che si verificano a Dunwich dopo la sua nascita.

    fonte Wikipedia


    Immaginate di essere dei viaggiatori solitari e di ritrovarvi all’improvviso davanti a un bivio.
    Per pura casualità prendete la strada sbagliata e vi ritrovate in un paese alquanto sinistro. Cosa fareste?
    Questo è ciò che accade a un ignaro viaggiatore del Massachuttes che si ritrova per puro caso in un paese sperduto tra oscure foreste e devastato da eventi terrificanti e forze ultraterrene.
    Quali innominabili orrori si nascondono nelle oscure foreste che circondano la cittadina?
    Da dove provengono quei misteriosi rumori ultraterreni che sconvolgono la vita di questa tranquilla cittadina?
    La causa di tutto sembrerebbe attribuirsi a una bizzarra famiglia, i Whateley e al loro strano figlio, il piccolo Wilbur.
    Dal giorno della sua nascita strani avvenimenti si sono verificati nella cittadina, dall’improvvisa apparizione di strane luci e curiosi rumori provenienti dalla montagna alla scomparsa di alcuni animali nelle vicine fattorie all’improvvisa morte dei suoi parenti più prossimi.
    Chi è in realtà Wilbur? Un essere demoniaco o un abitante di un altro pianeta?
    E’ veramente lui la causa di tutto ciò che si sta verificando in questa tranquilla cittadina o è opera di un’altra entità giunta da luoghi remoti per conquistare il nostro pianeta?
    Solo grazie al tempo e a una sconcertante rivelazione sapremo la verità.
    Racconto brevissimo ma di un’intensità pazzesca.
    In poco meno di cinquanta pagine sono concentrati tutti i temi più cari a Lovercraft, la paura dell’ignoto che risiede nei recessi più nascosti dell’animo umano, mostri che si materializzano dal nulla davanti a noi ma che in realtà sono la metafora delle nostre paure e delle nostre angosce più nascoste e che cerchiamo, vanamente, di reprimere.
    Un racconto dall’atmosfera malsana e inquietante che infonde nell’animo del lettore un’angoscia e un’inquietudine tali che permangono anche a distanza di ore dal termine della lettura.
    Per Lovercraft l’incubo non è altro che qualcosa d’irrazionale che si trasforma in reale nella nostra testa dal momento in cui ne prendiamo visione e decidiamo di averne paura ed è questo che fa il genio di Providence, ci spaventa con i suoi sottili giochi con le ombre, con i rumori, con le figure, perché quello che terrorizza maggiormente è l’invisibile, non ciò che si vede.
    Racconto magistrale, onirico, visionario.

    Edited by Viky017 - 18/1/2020, 19:22
     
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