Claudia, la dolce e la triste

Faccio tornare un personaggio più vecchio di Jen

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    Jen dipendente

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    anche se in chiave un bel pò rivista, perchè non mi ricordo una mazza. Si parla di quando ancora scrivevo a penna, quindi secoli fa :lol:

    La serata era cominciata nel peggiore dei modi e Claudia aveva finito per sentirsi come un personaggio in cerca d'autore, cioè completamente smarrita e incapace di pensare a qualcosa di positivo. Era inutile che i vicini e i familiari cercassero di consolarla, la frittata era fatta: il Giova l'aveva tradita con quella rossa con cui spesso studiava all'università. L'avevo scoperto su una chat: non si era neppure arrabbiata con lui, si era limitata a chiudersi a riccio. Aveva sbarrato la porta di camera a chiave e si era rintanata nel suo dolore, in silenzio, a piangere. Una parte di lei voleva uccidere il Giova, riempirlo di calci, farlo patire psicologicamente, magari facendo battute sarcastiche mentre gli rideva in faccia. Ma lei non era fatta così, sapeva pure perdonare se dall'altra parte vedeva disponibilità. Così per sfogarsi quella notte si isolò dal mondo, staccò tutto: telefono, computer, ogni diavoleria tecnologica.
    Dapprima rimase seduta sul letto a guardarsi i piedi e ciò non la faceva star meglio, perché il maledetto Giova diceva sempre che ogni parte del suo corpo ben fatto lo faceva andar fuori di testa.
    Quel corpo che spesso aveva causato problemi, perché era pure capitato che la accusassero di andare a letto con altri studenti o con i prof per tirar su qualche euro.
    “Evidentemente non ti sono bastata, però!” disse cupa la ragazza dai capelli castani scuri, si sentiva sola ogni minuto che viveva ma quello che era successo era troppo...capiva però che doveva trovare un modo alternativo per sfogarsi.
    Un po' come quando Carlotta, la sorella maggiore, se ne era andata il giorno del suo compleanno. Avevano litigato per chissà qualche stupido capriccio e Carlotta Neri era sparita, sotto le ruote di un grosso tir.
    Nel giro di un minuto si era trasformata: da ragazzina piagnucolosa era diventata un mucchio di ossa e carni lacerate, triturate.
    Ricordò che dopo quella giornata tristissima e tragica si era messa a scrivere della sorella. Carlotta che pretendeva le sue scuse, Carlotta che la abbracciava, Carlotta che diceva che non voleva veramente andarsene come poi purtroppo aveva dovuto fare, per causa di forza maggiore.
    Purtroppo la vicenda di Giovanni non era analoga, lui si era allontanato solo per farsi una ragazza che non fosse lei e Claudia non lo sopportava, si sentiva derisa. Si sentiva fragile, più di quanto non lo fosse di norma.
    Si mise sdraiata , gambe all'aria e sorrise debolmente, pensando a qualcosa di inventato. Di non reale, di magico, di bello. Un pizzico di vendetta e un po' di sentimento, le serviva in quel momento.
    Singhiozzò, con un occhio lacrimoso fisso sul telefonino e uno sul vuoto, sperava in un po' di fantasia.
    “Giova, bastardo, almeno dì qualcosa. Dimmi che ci sei! Ti ho mandato un maledetto sms non per niente!”

    Il Giampa aveva lottato e aveva corso per anni, ma quella notte per lui poteva anche essere l'ultima battaglia.
    Era uno dei pochi sopravvissuti all'apocalisse, ogni persona sulla terra era diventato un mostro e i morti erano resuscitati in una massa infinita, dalla fame incalcolabile.
    Aveva sparato, aveva ucciso demoni e uomini, in quella città toscana ormai abbandonata al diavolo e alle tenebre....ma aveva incontrato il nemico peggiore: l'amore. Quell'amore che non vuole rese ma solo risposte affermative.
    Stefania, la selvatica donna che aveva incrociato in quel lurido bagno...quella creatura apparentemente indifesa che se ne stava rannicchiata dentro una vasca sporca di sangue e altre schifezze. L'aveva presa con sé e la sua amica Cristina aveva accettato di buon grado. In quel nuovo mondo servivano persone da accettare e da accogliere. Amicizia e lealtà contavano ancora, anche se bisognava stare attenti. E Cristina non lo era stata abbastanza, perché aveva deciso che quella notte in tenda avrebbe fatto lei il turno di guardia.
    Stefania fu svelta e letale, la fece cadere con una spinta e le bruciò mezza faccia sul fuoco acceso. Cristina cercò di ribellarsi, di reagire ma fu inutile.
    “Ti curo io, sta buona!” disse Stefania, la ragazza fatale, accarezzandole la faccia con disgustosa, perversa lascivia. Poi fu più decisa, quando le mise le mani guantate sulla faccia, chiudendole le vie respiratorie in modo implacabile. Solo quando la sentì singhiozzare forte, il Giampa si svegliò, per affrontare una minaccia reale. Non zombie o mostri, ma la cara Stefania, che gli promise la stessa fine, se solo avesse provato a scappare.
    Così il Giampa si era costretto ad accettare ciò che era successo, le motivazioni di Stefania erano sufficienti a fargli evitare azioni stupide. E conseguenze molto gravi.
    Poi la ruota gira sempre, magari prima o poi sarebbe morta Stefania, uccisa da qualche creatura di quel mondo marcio. Poteva succedere tutto, in quei giorni, sapete?


    Cavarsela con il cinismo e un po' di humour nero che non faceva ridere non era da lei, ma Cla era davvero giù e meditava di fare cazzate, tipo sfanculare ogni amica solo per sfogarsi con qualcuno.
    Pensava al Giova preso a calci, al Giova sfottuto alla grande, anche senza la s...pensava pensava pensava. Poi la sua mamma bussò alla porta, avvertendo che c'erano visite. Sapeva chi era anche se non voleva crederci. Così presto, così in fretta....non era una cosa credibile.
    Ma invece era vero, come scoprì. Merito della sua mente piena di immaginazione? Chissà...ma il Giova era lì, con occhi imploranti e la bocca tremante, tanto che lei non poté far a meno di baciarlo.
    “E' tardi, non possiamo fare nient'altro che questo!” disse ridendo lei, le faceva piacere avere lui di nuovo accanto, seduto sul letto, pronto ad abbracciarla.
    Il Giova allora rinunciò a spogliarsi, si faceva schifo per aver pensato subito a quello.
    “Oh, beh, la rossa non era granché, mi spiace per come ti ho fatto sentire, non volevo Cla, scusami se puoi...” si spiegò lui, con voce incerta.
    “Non fa niente, è tutto passato!” rispose Claudia, di nuovo serena anche se aveva una luce strana negli occhi marroni.
    “Sei sicura? Non devo proprio far niente per rimediare? Giuro che insomma....posso fare qualsiasi cosa per te...”
    “Non so, beh, Giò, ora che mi ci fai pensare, stavo pensando a una cosa speciale...mi dirai se ti farà davvero piacere o no...” sentenziò lei, il sorriso sempre più ambiguo.
    Al Giova si stava gelando il sangue. Scoprì a sue spese che Claudia Neri, la dolce e la triste Cla, poteva anche essere perfida a suo modo.
     
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