Alla fine... Natale!

Contest di Natale 2018

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    24 dicembre 2137. Ana si sveglia di soprassalto; un rumore assordante ha fatto tremare le pareti della camerata. La ragazza si alza frettolosamente dal letto e si affaccia alla finestra. Batuffoli bianchi fioccano dal cielo. Molti anni prima, in un mondo diverso, sarebbe stata un'immagine delicata e suggestiva. Ma no, non è neve quella che paralizza lo sguardo di lei. È cenere. I resti di un'esplosione potente.
    "I sovversivi hanno attaccato il padiglione mediano. La struttura è intatta, ma l'area 7 è andata" riporta Jack con fare distratto. Gli attacchi si stanno facendo sempre più frequenti. Uno ogni paio di giorni. Troppi. Ana si lava il viso e si sistema sommariamente i capelli. Dopo aver indossato la divisa si guarda allo specchio per posizionare con precisione lo stemma del Vero Regime. Un triangolo rosso inscritto in un cerchio blu. La giovane mostra un cenno d'assenso alla sua immagine riflessa. Porta con orgoglio l'uniforme, come suo padre prima di lei. Il generale Strauss era stato uno degli uomini chiave del regime, aveva addestrato validi soldati e combattuto in nome del motto "Ordine e disciplina rendono l'uomo libero". La figlia aveva sempre ammirato suo padre e fatto propri i suoi ideali. Non avrebbe potuto scegliere per se stessa un cammino diverso.
    Ana scende rapidamente le scale per raggiungere la sala comando. La riunione del mattino sarebbe cominciata a breve e sarebbero stati consegnati gli obiettivi per la giornata. Prende posto vicino a Jack che le rivolge un sorriso d'intesa. "Chissà dove ci mandano oggi... speriamo non nella zona Nord!" dice lui sogghignando. La ragazza non risponde, iniziando ad innervosirsi sulla sedia. Non è certo la zona Nord ad intimorirla. Entra l'ufficiale Lee e senza troppi convenevoli va subito al dunque "Squadra alfa, a voi la zona Sud. Comparti E ed F." Alcuni mormorii dilagano tra i soldati. "Squadra beta, considerate le ultime missioni di successo, a voi la zona centrale. Antica biblioteca. Ripulite da eventuali libri proibiti rimasti e controllate il perimetro. Girano voci di un covo di sovversivi nelle vicinanze." Non è possibile. Non la zona centrale. L'ufficiale prosegue con le assegnazioni ma Ana ormai non lo ascolta più. Jack le rifila una gomitata tra le costole "Dai che oggi ci si diverte! Una vacanza!" Ma la ragazza è assente.
    Bastian. L'ultima volta che ha incrociato i suoi occhi era stato nella zona centrale. Lei era con la sua squadra e aveva finto di non vederlo. Lui era l'unica persona in grado di far cedere il suo senso dell'onore e del dovere. Avrebbe dovuto e potuto catturarlo centinaia di volte. Non ci era mai riuscita. Era stato un valido soldato, uno dei migliori della sua generazione prima di unirsi ai sovversivi.
    "Non posso più restare qui!" così le aveva detto due anni fa, pochi attimi prima di fuggire. Ana era riuscita solo a domandare "Perché?” con voce strozzata e mentre correva via, lontano da lei, lui disse semplicemente "Perché il mondo sta andando in pezzi."
    Ana prende il suo zaino, se lo carica in spalla, indossa gli occhiali da sole ed esce dall'edificio per raggiungere la sua squadra. Fa sempre più caldo. Non piove da oltre un anno. Compiere missioni sta diventando ogni giorno più difficile, ma è necessario per mantenere il controllo sulla popolazione. Le risorse scarseggiano e non si può permettere ai sovversivi di assaltare depositi fondamentali per la sopravvivenza.
    I soldati ricevono le borracce d'acqua dal personale chimico. Fonti naturali d'acqua non esistono più da tempo. Viene prodotta in laboratorio e dilazionata scrupolosamente dagli uomini addetti.
    Ana sale sulla vettura blindata, Jack è al volante come sempre. La strada verso la zona centrale è lunga e la ragazza si lascia rapire dal paesaggio circostante. Terra. Cumuli di terra ovunque. Non restano che lande desolate a frapporsi fra un agglomerato urbano ed un altro. La vegetazione è scomparsa già da numerosi anni, sopravvivono solo le specie che hanno saputo fare a meno dell'acqua. Lo stesso vale per gli animali. Ce la fanno solo i più forti, quelli che riescono a trovare un modo per adattarsi a questo nuovo mondo. E così anche gli uomini. La popolazione si è dimezzata rispetto ad un secolo prima. Per questo il Vero Regime ci difende pensa Ana. Per questo ci protegge.
    Il rumore di una brusca frenata scuote la giovane dai suoi pensieri e la riporta alla realtà. "Quasi arrivati!" la informa il suo compagno. La ragazza si rosicchia le unghie; il nodo che sente alla bocca dello stomaco si fa sempre più stretto. Il veicolo di fronte a loro si ferma e così sa che sono giunti a destinazione. I due scendono dalla vettura e si uniscono al resto della squadra. Un gruppo di antichi edifici si disperde davanti ai loro occhi. La zona sembra disabitata. Ma lei sa che le apparenze spesso ingannano. Rifiuti industriali sono sparsi ovunque, residui di armi chimiche si irradiano su marciapiedi ormai dissestati. "Quella sembra essere l'antica biblioteca" mormora un soldato dietro di lei. Ana alza lo sguardo e la vede. Un vecchio edificio barocco, oggi l'ombra della struttura sfarzosa che doveva essere stata un tempo. La porta d'ingresso divelta non la rende un luogo sicuro. Probabilmente non ci sarebbe stato nessuno all'interno. Non ci sarebbe stato Lui.
    Lo squadrone entra nella biblioteca. "Dividiamoci" dice la giovane "avremo più possibilità di trovare materiali banditi". Il Vero Regime aveva proibito da circa cinquant'anni libri, film, festività. Tutto ciò che avrebbe potuto ricordare il tempo passato deve essere sequestrato ed eliminato. Serve a proteggerci si ripete lei ogni giorno. Se il popolo ricordasse non accetterebbe di vivere con le attuali privazioni. Vorrebbe di più.
    Ana si incammina tra gli scaffali impolverati. Sembra non ci siano più libri. Probabilmente qualcuno era già passato di lì. Ad un certo punto un flebile rumore la fa voltare di scatto. Un colpo secco alla testa. La vista si annebbia e la ragazza crolla a terra.
    Luce. Una forte luce colpisce le palpebre di Ana. Prova ad aprire gli occhi, ma una torcia, puntata contro di lei, la abbaglia. La testa le pulsa, non riesce a mettere a fuoco la figura che incede verso di lei. Poi lo vede, è lui. Bastian. Ana urla. La sua mano le tappa la bocca. È rimasta la sua mano di sempre, quella che la stringeva prima di una missione. Nuovi calli, però, solcano le sue dita. Nuove cicatrici sono apparse sul suo palmo. Lo guarda. "Dove sono?" chiede lei. "Al sicuro" risponde lui. Ana tenta di sollevarsi, ma la testa le gira. Si guarda intorno. Un gruppo di venti persone è seduto in disparte e la guarda con sospetto. Libri. Quella stanza è piena di libri. Videocassette. Dvd. Cd. Apparecchiature audio e video. È pieno di oggetti proibiti. "Cosa fate con tutti queste cose? Sono illegali" domanda la giovane stizzita. "Noi li recuperiamo. Vogliamo conoscere. Vogliamo sapere. Il regime ci rende ciechi e sordi. Ci fa credere quello che gli fa comodo". "Zitto!" urla la ragazza "Ti hanno fatto il lavaggio del cervello. Questi vogliono solo prendere il potere e rubare cibo e acqua!" "Oh, no, Ana, ti sbagli. Noi vogliamo solo la verità. Vieni con me". Bastian la solleva delicatamente e la sostiene per aiutarla a compiere qualche passo in direzione di un'altra stanza, che Ana non aveva notato inizialmente. Prima di entrare nella sala misteriosa, la ragazza nota una strana struttura. Un cumulo di libri disposti uno sopra l'altro a formare un enorme cono. Delle file di lucine, collegate ad un vecchio generatore, la illuminano. "Cos'è quella? E perché sprecate la corrente elettrica? Siete folli!" sbraita lei incredula. "Sai che giorno è oggi?" domanda lui dolcemente. "Il 24 dicembre" risponde la ragazza infastidita. "E' la vigilia di Natale. Quello è il nostro albero. Purtroppo gli abeti sono scomparsi da decine di anni. Ci siamo arrangiati con quello che avevamo. Ci sono anche dei doni per tutti". Ana lo guarda sgomenta, non sa cosa dire. Le feste sono proibite. Il Natale è solo una leggenda che si tramanda attraverso i racconti dei più anziani. Uno strano calore, però, le irradia il petto. No, non può cedere; lei sempre così intransigente e ligia al dovere. "Sprecate energia preziosa!" è tutto ciò che riesce a ribattere. "Non è importante. Andiamo!" le risponde Bastian con un malinconico sorriso stampato sul volto. Lui la porta in una stanzetta buia e polverosa. Tomi antichi sono stipati su mensole fatiscenti. Il giovane sfila un grosso libro da una pila ordinatamente disposta su un basso tavolo al centro della stanza. "Manuale di astronomia" riesce a leggere la giovane di sfuggita. Bastian apre a pagina 47 e le passa il volume. "Leggi!" la sprona calmo. Ana è combattuta. Leggendo quel libro commettere un'infrazione della legge, ma il desiderio di entrare nella mente dell'uomo è troppo forte. Capire perché lui sia lì, con quelle persone e non con lei, è un desiderio che le strugge mente e cuore. Guarda di sfuggita il titolo del capitolo scritto a marcati caratteri. "Il sole. Ciclo vitale di una stella". Non resiste. Avidamente divora le due pagine scritte fitte fitte. Posa il libro e guarda il ragazzo perplessa. "Tutto qui? Sono cose che insegnano anche in fase di addestramento. Non ricordi? Il sole si trasformerà, diventerà una gigante rossa nel giro di miliardi di anni e probabilmente ingloberà la terra nella sua espansione. Sei venuto qui per apprendere cose che sapevi già!" Bastian la guarda teneramente e le porge altri fogli scritti a mano "Questi sono studi fatti da alcune persone qui. Basati su antichi manuali e nuovi calcoli"'. Lei legge tutto e ride sprezzante "Stronzate!" urla ghignando. Bastian paziente le ribatte "Ma non ti guardi intorno? Il surriscaldamento, l'estinzione di migliaia di specie, le risorse esaurite. Da un mese la terra trema e di notte strani bagliori illuminano il cielo. Siamo già al capolinea. È adesso. La missione ti ha portato qui oggi. Non è un caso. Chiamalo destino, se vuoi, o provvidenza". Ana sbraita "Tu deliri. Non sai di cosa stai parlando". "Lo so fin troppo bene invece" sussurra Bastian, prendendola per mano e accompagnandola nella sala principale. Tutte le persone stanno scartando dei doni, radunate vicino all'albero di Natale. Il ragazzo prende un piccolo pacchetto, incartato con dei vecchi tessuti luridi. "Mi dipiace, non avevo di meglio" dice ad Ana "E' per te. È sempre stato per te". La giovane prende il pacchetto e lo apre. Una fotografia ritrae due bambini intenti a saltare su un letto. Ridono. Sembrano felici. Una lacrima segna il viso di Ana. Un rintocco di un vecchio orologio a pendolo segna la mezzanotte. Il 25 dicembre. "Buon Natale sorellina!" esclama Bastian. Attraverso la finestra si intravede cenere fluttuare nell'aria, di nuovo il ricordo della neve nella notte di Natale. Una luce accecante si irradia attraverso la landa desolata. Lui e lei si abbracciano. E poi un rombo assordante. E il buio. E il silenzio. E il nulla.
     
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    Bello! Futuristico,ma classico, comunque il Natale seppur l'ultimo riunisce una famiglia ,per poi spazzarla via,ma che ci vuoi fare tutto ha un prezzo!
     
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    CITAZIONE (EnricoD' @ 9/12/2018, 15:11) 
    Bello! Futuristico,ma classico, comunque il Natale seppur l'ultimo riunisce una famiglia ,per poi spazzarla via,ma che ci vuoi fare tutto ha un prezzo!

    Grazie mille. Infatti, hai colto nel segno. L'idea era un po' quella!
     
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    Molto bella, quasi quasi mi commuoveva. E io non sono molto natalizio hahaha .
     
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    Bello!! E ben redattato!!
    Mi piace il fatto che usi il tempo presente :ok:

    E poi mi piace molto la distopia Bradburiana XD!!!

    Non sono un pessimista ma il finale che gli hai dato é propio bello.
     
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    Grazie mille! Troppo gentili! Sono contenta vi sia piaciuto! Sono un'amante di fantascienza distopica,ma non sono una pessimista incallita...però mi è uscito così, mi sembrava non potesse finire diversamente!
     
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    Sí, ci stava propio bene!
     
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