[Libro] Il suono di mille silenzi

Emma La Spina - 2010

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    Il suono di mille silenzi

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    TITOLO ORIGINALE: Il suono di mille silenzi
    AUTORE: Emma La Spina
    1ª ED. ORIGINALE: marzo 2010
    GENERE: autobiografia
    LINGUA ORIGINALE: Italiano

    CITAZIONE
    Sua madre - una donna fredda e dura, che lei ha visto solo in rare occasioni ha partorito e abbandonato undici figli. Lei è la decima. Da subito, non ha diritto a nulla, né a una casa, né a una famiglia. Nemmeno il nome le appartiene. Perché Emma le viene assegnato dalle suore il giorno del suo ingresso nell'istituto che accoglie un migliaio di bambine come lei. Un luogo di deprivazione e di autentico terrore dove, su tutto, domina un innaturale silenzio. La vita delle piccole ospiti, del tutto priva di amore, di un qualsiasi gesto di affetto, è fatta della crudele monotonia che scandisce ogni giorno. Mai un gioco, una bambola, una fiaba. Solo regole inflessibili e punizioni corporali, cui si aggiungono più sottili tormenti e vessazioni psicologiche. Nell'istituto - i famigerati "collegi" menzionati come spauracchio a generazioni di bambini - le bimbe non hanno alcun contatto con l'esterno.

    Fonti: ibs.it

    Edited by Angelica_ - 14/6/2017, 11:50
     
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    Questa autobiografia è stata scritta da Emma La Spina ormai alla soglia dei cinquantanni e ripercorre la sua vita fino ai 18 anni, in diversi collegi siciliani gestiti da suore.

    Una vita fatta di privazioni, sia materiali (le ragazze e bambine del collegio non posseggono nulla di loro, neppure il minimo indispensabile per l'igiene), che affettive, in cui le giornate sono scandite dalle botte, che arrivano regolarmente come le lancette di un orologio, come le funzioni sacre che regolano il tempo all'interno di un'istituzione religiosa: d'altronde le "ospiti" - vengono chiamate così - non lo hanno neppure, un orologio.

    Emma è stata abbandonata ancora in fasce dalla mamma, ma dopotutto preferirebbe non averla incontrata mai, questa madre così fredda, priva del più minimo istinto materno, che ha destinato alla stessa sorte altri dieci figli.

    Ma non sono solo le suore e la madre a renderle difficile, quasi impossibile la vita, è tutto il mondo circostante: alcuni insegnanti, l'assistente sociale, i compagni di scuola, i padroni presso cui lavora in estate, i conoscenti. Da questi riceve insieme indifferenza, aggressività e abusi di ogni tipo.

    Il contesto non è quello che si potrebbe pensare leggendo solo la storia e senza sapere l'età dell'autrice, non parliamo della fine dell'Ottocento e neppure dei primi anni del Novecento, bensì è il periodo a cavallo tra gli anni '60 e la fine degli anni '70, non poi così lontano nel tempo.
    E chissà in quanti luoghi nel mondo è ancora oggi così per i bambini abbandonati.

    Attraverso questo racconto ci viene svelato e denunciato un mondo crudele, gelido, indifferente, che è stato perpetuato in forza delle istituzioni e dell'ignoranza generale e del menefreghismo verso i bisogni del prossimo più debole.

    Emma è una bambina intelligente, a suo modo forte, che è costretta a inventarsene di ogni per sopravvivere. Riesce persino a portare avanti gli studi, cosa piuttosto rara per le ragazze nella sua condizione.
    Nonostante ciò ha un profondo bisogno di affetto e tenerezza, che le è stata del tutto negata.
    Vediamo il mondo con i suoi occhi, che, nonostante la scaltrezza maturata per necessità, non sanno nulla di ciò che accade fuori dalle mura del collegio e delle cose naturali della vita, poichè nessuno le ha mai dato una spiegazione.
    Dovrà imparare tutto sulla sua pelle.

    Il libro si chiude al compimento dei diciott'anni dell'autrice, quando la legge non sovvenziona più convento nel dare vitto e alloggio alle ragazze ed è praticamente buttata in strada.
    La Spina ha scritto un seguito, un altro memoir incentrato sulle vicende dopo questo episodio, Mille volte niente, che ho proprio intenzione di leggere, soprattutto per sapere come si è evoluta la storia.

    Perchè ad Emma ci si affeziona e si vuole sentire ciò che ha da raccontare, in modo intelligente e diretto. Oggi è madre e nonna amorevole lei stessa e allo stesso tempo autrice, quindi si può legittimamente pensare che è riuscita a sopravvivere con forza a queste durissime esperienze, seppure l'abbiano segnata nel profondo.

    Dice La Spina:
    CITAZIONE
    "Ho scritto tutto questo per le mie compagne, che ancora vivono nel profondo timore di parlare delle loro sofferenze, quasi ne siano state le carnefici e non le vittime.
    Ho scritto tutto questo per spalancare porte che per troppo tempo sono rimaste chiuse, per illuminare camere buie, per far crollare muri cementati con l’indifferenza e l’ipocrisia.
    Ma soprattutto, ho scritto tutto questo perché non sono mai riuscita a urlarlo prima. Sono una delle mille bambine in silenzio nelle grandi stanze di un istituto."

    Una memoria che colpisce e indigna e allo stesso tempo e allo stesso tempo si legge tutto d'un fiato, grazie all'abilità dell'autrice e al suo carattere introspettivo e non arrendevole.
    Consigliato.

    Edited by lola92 - 14/6/2017, 14:12
     
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1 replies since 13/6/2017, 19:06   40 views
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