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L'ora del lupo
Un film di Ingmar Bergman. Con Max von Sydow, Ingrid Thulin, Liv Ullmann, Georg Rydeberg, Gertrud Fridh, Erland Josephson, Naima Wifstrand, Ulf Johansson, Gudrun Brost, Bertil Anderberg, Agda Helin, Lenn Hjortzberg, Mikael Rundquist, Mona Seilitz, Folke Sundquist.
Titolo originale Vargtimmen. Drammatico, b/n durata 90 min. - Svezia 1967.CITAZIONEUna coppia di sposi si stabilisce su un'isola semideserta: lui, in preda ad un forte esaurimento nervoso, è assalito da incubi spaventosi; lei, dopo avere cercato di aiutarlo, ne resta influenzata. Il dramma esplode al ritorno dalla festa in un castello abitato da gente crudele che uccide l'uomo sotto gli occhi impotenti di sua moglie. La donna porterà per tutta la vita il peso della sua impotenza.
fonte MyMoviesTrailer
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Il Bergman che non ti aspetti, fuori di testa. Film inquietante, sul filo dell'horror psicologico. Non sono solo i personaggi (gli abitanti del castello, madò...) e la trama a trasmettere inquietudine, ma anche le musiche dissonanti e il bianco e nero spesso bruciato. Gli ultimi venti minuti poi sono un delirio crescente, un vortice infernale di pazzia, e la scena della cena nel castello è pazzesca.
Poi ci sono i soliti monologhi intensissimi e i primi piani allucinati che aumentano ulteriormente il valore della pellicola.
Tra l'altro Bergman utilizza il pretesto iniziale del diario ritrovato, raccontando tutta la storia con un flashback di fatti spacciati come realmente accaduti e documentati. Una sorta di precursore ai found footage/mockumentary.
E sono in molti ad essere in debito con questa pellicola, a partire da registi come Lynch (Strade perdute soprattutto). Mi ricordo che pure Moretti l'ha citato, in Caro Diario.. -
no#21.
User deleted
hai detto bene, è "il Bergman che non ti aspetti". Il ritratto della fragilità psicologica che c'è in altri suoi lavori qui è portato all'esasperazione, un film dove non distingui dove finisce la realtà e inizia l'incubo. Anche a me ha fatto venire in mente Lynch, primi piani opprimenti e dialoghi così semplici e "formalizzati" da creare un'inquietudine pazzesca. E la parte finale...mamma mia. .