[Recensione] L'esercito delle 12 scimmie

A cura di Ellie02

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    L'esercito delle 12 scimmie



    Premessa: questa più che una recensione, nel senso canonico del termine, sarà un inno ed una dichiarazione d’amore. Da leggere con tono ironico, ma non troppo.

    Come una novella poetessa mi accingo a declamare le lodi di quello che, per me medesima, non è solamente un’opera cinematografica dai conclamati meriti, ma il manifesto supremo del genere mio prediletto: la fantascienza distopica.

    Nel rimirar, nuovamente, a distanza di almeno un lustro, questa paranoica e visionaria testimonianza della settima arte, mi sono ritrovata nei panni del compianto Dante, pronto a scrutare, in lontananza, l’amata Beatrice. Ella per lui è perfezione, è pura grazia, manifestazione del divino nel fallace mondo dei perituri uomini. Ebbene, parimenti a lui, la contemplazione dell’“Esercito delle 12 scimmie” è per me motivo di pura esaltazione e di rallegramento dell’animo. Esso è la rappresentazione, più vicina alla perfezione, dei canoni delle più folli e stravaganti distopie. E per questo, la mia lode va al genio di quel contorto ometto, che più di una volta seppe trascinare gli spettatori nei suoi mirabolanti voli pindarici verso mondi immaginari o schizofrenici, raccontati con la dovizia che solo un folle cantore può avere.

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    Canto, dunque, Terry Gilliam e la sua filmografia, da “Brazil”, a “Paura e delirio a Las Vegas”, da “Tideland” a “The zero Theorem”, un uomo in grado di trasportarti nel peggior bad trip da funghi allucinogeni e pure nelle più buie selve oscure (per restare in tema) senza subire la condanna di nessuna legge umana o divina.

    Lodo la sontuosità de “L’esercito delle 12 scimmie”, per le perfette ambientazioni di degrado, desolazione ed abbandono che solo una distopia può avere e per la rappresentazione di un inferno in Terra, di un modo sull’orlo del precipizio, di una specie umana al limite della sopravvivenza, aspetti questi che danno struttura ad un futuro post-apocalittico alle prese con i tentativi della ricostruzione.

    Mi illumino d’immenso di fronte ad un anti-eroe, un prigioniero condannato all’ergastolo, destinatario delle sorti dell’umanità, scelto per tornare indietro nel tempo e scoprire chi si celi dietro alla propagazione di un letale virus che ha quasi completamente distrutto il pianeta. Una distopia e i loop temporali, quanta magnificenza!

    Elogio i flash back ed i flash forward che alterano la percezione del reale del protagonista e minano la lucidità mentale dell’inerme spettatore, costretto costantemente a domandarsi se quello che scorre davanti ai suoi occhi sia frutto di una mente psicotica o se esistano sul serio i viaggi nel tempo.
    Celebro le sfumature thriller che il regista, sapientemente, utilizza per dipingere la trama del racconto, accrescendo in tal modo aspettativa e curiosità in chi guarda. Ma il genio visionario, non si limita a fare ciò. Egli regala spunti di riflessione in ogni dialogo: il potere della scienza, il rapporto tra uomo e natura, la mente folle e il suo vedere la verità (perché la scritta manicomio è affissa all’esterno delle strutture?), l’umanità schiava del sistema e del consumo, la psichiatria come forma di potere per dare ordine al mondo. Nemmeno l’ardore degli aulici poeti stilnovistici, nel tessere le lodi della loro amata, può eguagliare il mio incanto di fronte ad una così preziosa opera d’arte fantascientifica.

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    Cosa dire del comparto tecnico? I costumi sono surreali e grotteschi, le musiche sono pensate ad hoc per amalgamarsi alle immagini, il tema principale risuonerà nelle orecchie degli spettatori come un’ode celestiale per tempo immemore, le scenografie del penitenziario sotterraneo e del manicomio sono degni del set immaginario nella mente dell’Alighieri, per la sua personale rappresentazione dei gironi infernali. Tutto rimanda al disordine, al caos e al decadimento della società, delle menti umane e dell’ambiente che li circonda.

    Esalto le arti recitative di Bruce Willis e Brad Pitt, anime che se non dedite ai film di vile e tediosa azione, sono capaci di farsi ammirare come una angelica Laura per il sommo vate Petrarca, e va bene che, come la donna amata, voi non considerate noi comuni mortali nemmeno per sbaglio, ma lasciatevi almeno contemplare al meglio della vostra forma… e con forma non intendo quella fisica.

    Lodo, infine, te che stai leggendo per aver visto il film ed averlo glorificato e santificato nell’empireo della fantascienza e, come un cantore medievale, invasato e punitivo, invoco te, infedele, che ancora non l’hai guardato: avvicinati anche tu al genio di Gilliam e guarda “L’esercito delle 12 scimmie” o anche tu diverrai un’inerme scimmia in gabbia, imprigionata dalla catene del sistema.

    Nessun animale è stato torturato per scrivere questa recensione. Non sono state assunte sostanze psicotrope di alcun tipo. La folle creatività è compagna della noia pomeridiana.

    Collegamento scheda NSC: L'esercito delle 12 scimmie



    Edited by Sidney - 30/4/2016, 17:24
     
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