Nino Manfredi

Castro dei Volsci, 22 marzo 1921 – Roma, 4 giugno 2004

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    Nino Manfredi


    NINO-MANFREDI


    Nino Manfredi, all'anagrafe Saturnino Manfredi (Castro dei Volsci, 22 marzo 1921 – Roma, 4 giugno 2004), è stato un attore, regista, scrittore e cantante italiano.
    Interprete versatile e incisivo, tra i più validi del cinema italiano, nel corso della sua lunga carriera ha alternato ruoli comici e drammatici con notevole efficacia, ottenendo numerosi riconoscimenti. Con Alberto Sordi, Ugo Tognazzi, Marcello Mastroianni e Vittorio Gassman fu uno dei "mostri" della commedia all'italiana.

    Biografia
    Nacque a Castro dei Volsci, un piccolo paese ciociaro sito, fino al 1927, nella provincia di Roma (attualmente in provincia di Frosinone), il 22 marzo del 1921 da Romeo Manfredi e da Antonina Perfili, entrambi di origine contadine.
    Il padre, arruolato in Pubblica Sicurezza, dove raggiunge il grado di maresciallo, nei primi anni trenta venne trasferito a Roma, dove Nino e il fratello minore Dante trascorrono l'infanzia nel popolare quartiere di San Giovanni (Via Pozzuoli 7) e frequentano le scuole secondarie. Dopo le scuole medie Nino si iscrive come semiconvittore al Collegio Santa Maria, da dove scappa varie volte, finché è costretto a proseguire gli studi da privatista. Nel 1937 si ammala gravemente di pleurite bilaterale e resta a lungo in sanatorio. Qui impara a suonare un banjo da lui stesso costruito ed entra nel complessino a plettro dell'ospedale.
    Dopo l'8 settembre 1943, per evitare l'arruolamento, si rifugia per un anno con il fratello in montagna, sopra Cassino; rientrato a Roma nel 1944 riprende gli studi universitari e, contemporaneamente, si iscrive all'Accademia nazionale d'arte drammatica. Nell'ottobre del 1945 si laurea con una tesi in diritto penale (93 punti su 110), senza mai esercitare la professione, e nel giugno del 1947 si diploma all'Accademia. Nell'autunno dello stesso anno fa i suoi esordi al Teatro Piccolo di Roma, sotto la direzione del suo maestro Orazio Costa, nella Compagnia Maltagliati-Gassman, affiancato da Tino Buazzelli, recitando in testi perlopiù drammatici, in molti casi allestiti in prima assoluta per l'Italia, come Liliom di Ferenc Molnár, L'aquila a due teste di Jean Cocteau, Casa Monestier di Denis Amiel, Erano tutti miei figli di Arthur Miller e Scontro nella notte di Eugene Gladstone O'Neill.
    Nella stagione 1948-1949 recita al Piccolo Teatro di Milano, sotto la regia di Giorgio Strehler, nei drammi shakespeariani Romeo e Giulietta, La tempesta e Riccardo II, insieme a grandi attori di prosa del calibro di Giorgio De Lullo, Edda Albertini e Lilla Brignone. Nella stagione 1952-1953 collabora col grande drammaturgo Eduardo De Filippo, portando in scena al Teatro Eliseo di Roma tre suoi atti unici, Amicizia, I morti non fanno paura e Il successo del giorno, recitandoli insieme con Paolo Panelli e Bice Valori.

    Gli inizi cinematografici
    Nel frattempo si aggiunge alle altre l'esperienza, poi prevalente, del cinema, in cui Manfredi debutta nel 1949 con Torna a Napoli di Domenico Gambino, proseguendo con altri due film musical-sentimentali in chiave napoletana, Monastero di Santa Chiara di Mario Sequi (1949) e Anema e core di Mario Mattoli (1951), e passando poi alla commedia sentimental-popolare.
    Nel 1955 partecipa per la prima volta a due film di rilievo, Gli innamorati di Mauro Bolognini e Lo scapolo di Antonio Pietrangeli. Il 14 luglio dello stesso anno sposa l'indossatrice Erminia Ferrari, dalla quale avrà tre figli: Roberta nel 1956, Luca nel 1958 e Giovanna nel 1961. Altri ruoli cinematografici da ricordare in questo primo periodo sono quello dell'amico che aiuta Teddy Reno a trovare una soubrette teatrale conosciuta a Napoli nel film Totò, Peppino e la... malafemmina diretto da Camillo Mastrocinque (1956) e i suoi primissimi ruoli da protagonista nelle spigliate commedie Caporale di giornata di Carlo Ludovico Bragaglia e Carmela è una bambola di Gianni Puccini, entrambe del 1958.
    Sul piccolo schermo appare per la prima volta nel 1956, nello sceneggiato L'Alfiere diretto da Anton Giulio Majano, ma è nel 1959 (annata chiave della sua carriera) che ottiene uno strepitoso successo di pubblico con la sua partecipazione a Canzonissima, con la regia di Antonello Falqui, accanto a Delia Scala, Paolo Panelli e il ballerino e coreografo statunitense Don Lurio. In questa memorabile trasmissione crea la macchietta del "barista di Ceccano", la cui battuta tormentone "Fusse che fusse la vorta bbona" entrerà nel linguaggio comune. Riesce persino a convincere l'amico Marcello Mastroianni, ciociaro anch'egli, notoriamente restio ad apparire in televisione, a esibirsi in una scenetta insieme a lui.

    Il doppiaggio
    Parallelamente all'attività attoriale, si cimenta anche come doppiatore, prestando la propria voce, tra gli altri, a Robert Mitchum in Sette settimane di guai (Johnny Doesn't Live Here Anymore) di Joe May (1944), a Bud Abbott in Africa strilla, a Earl Holliman ne Il pianeta proibito (Forbidden Planet) di Fred M. Wilcox (1956), quindi al francese Gérard Philipe e, tra gli italiani, a Franco Fabrizi ne I vitelloni di Federico Fellini (1953), a Sergio Raimondi in Piccola posta di Steno (1955), ad Antonio Cifariello ne La bella di Roma di Luigi Comencini (1955), a Renato Salvatori ne La domenica della buona gente di Anton Giulio Majano (1953) e a Marcello Mastroianni in Parigi è sempre Parigi di Luciano Emmer (1951).

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    Protagonista della commedia all'italiana
    Sull'onda del suo successo televisivo in Canzonissima, nello stesso anno venne chiamato nella parte del meccanico Piedeamaro in Audace colpo dei soliti ignoti di Nanni Loy, sequel del fortunato I soliti ignoti dell'anno precedente, rispetto al quale in pratica si trova a sostituire lo stesso Mastroianni nella parte del "tecnico" della sgangherata banda di ladri. venne inoltre chiamato a prestare la sua voce, con la cadenza ciociara del "barista di Ceccano", come narratore fuori campo, nel 1960, nel film di Mario Mattoli Totò, Fabrizi e i giovani d'oggi.
    Sempre dal 1960, a partire dal ruolo da protagonista sostenuto nel film L'impiegato diretto da Gianni Puccini, diventa una delle colonne portanti della commedia all'italiana. Convince non soltanto in parti comiche o brillanti, ma anche come attore drammatico. I personaggi che interpreta sono uomini fondamentalmente ottimisti, in possesso di una loro dignità e moralità, destinati inevitabilmente alla sconfitta ma non umiliati; grazie alle loro doti di amara ironia, sono spesso in grado di sovrastare il prepotente e ipotetico vincitore.
    Tra le oltre cento pellicole interpretate, vanno ricordati almeno i ruoli del rappresentante scambiato per gerarca fascista in Gli anni ruggenti di Luigi Zampa (1962), il cittadino distrutto da una burocrazia impietosa in Made in Italy di Nanni Loy (1965), il cognato di un editore, disilluso dalla civiltà consumistica e diventato stregone in Africa in Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Africa? di Ettore Scola (1968) con Alberto Sordi nel ruolo dell'editore, in compagnia di uno strepitoso Ugo Tognazzi nel film Straziami ma di baci saziami diretto da Dino Risi (1968), all'inizio del quale, in costume ciociaro, consegna alla storia della cinematografia italiana uno dei gruppi folkloristici più belli della sua terra d'origine (quello di Alatri).
    Nel 1969 lo si ritrova protagonista di vari episodi in Vedo nudo, tra cui una mirabile interpretazione di un timido transessuale. Interpreta il calzolaio (convivente more uxorio con una donna ebrea) che alla fine si rivela essere Pasquino, l'autore di invettive in rima contro il Papa nel film Nell'anno del Signore di Luigi Magni (1969), a cui seguirà la indimenticabile amara interpretazione di un sacerdote ne In nome del Papa Re dello stesso Magni (1977). Nel 1971 interpreta in Trastevere uno squattrinato artista psicodelico ex agente della polizia della squadra narcotici, lavoro che gli ha procurato la dipendenza dalla droga. In questo film si riconosce già la struttura della vita e del popolo trasteverino odierno.
    Nell'emigrante italiano in Svizzera costretto a tingersi i capelli di biondo in Pane e cioccolata di Franco Brusati (1973), il portantino d'ospedale Antonio in C'eravamo tanto amati di Ettore Scola (1974) e il dispotico Giacinto Mazzatella in Brutti, sporchi e cattivi, sempre di Scola (1976). Da ricordare anche l'interpretazione del venditore abusivo di caffè sui treni Michele Abbagnano in Café Express di Nanni Loy (1980), a detta di molti la sua interpretazione più intensa e sofferta. In qualità di attore si aggiudica cinque Nastri d'argento e cinque David di Donatello.

    Regista cinematografico e teatrale
    Nel 1962 debutta dietro la macchina da presa con un pregevole cortometraggio, L'avventura di un soldato, episodio del film L'amore difficile, tratto dall'omonima novella di Italo Calvino, delicata e notevole storia sullo sbocciare di un amore tra un soldato e una vedova nello scompartimento di un treno, tutto giocato sul silenzio e sulla mimica. La sua seconda regia è lo stupendo e autobiografico Per grazia ricevuta (1970), pervaso da sincera commozione, col quale si aggiudica la Palma d'oro per la miglior opera prima al Festival di Cannes e un Nastro d'argento per il miglior soggetto. Il film, oltre al successo di critica, è il film più visto nella stagione 1970-71 (già la stagione precedente, con Nell'anno del Signore, un film di Manfredi guidava la classifica degli incassi).
    Ne dirigerà un terzo nel 1981, Nudo di donna, ereditandone anche il tema da Alberto Lattuada che lo aveva iniziato, sulla crisi d'identità di un uomo che scopre una sosia perfetta della moglie dal carattere allegro e disinibito, mentre la consorte è seria e posata. Sul palcoscenico rientra alla fine degli anni ottanta da assoluto protagonista delle commedie, da lui anche scritte e dirette, Gente di facili costumi (1988) e Viva gli sposi! (1989, originariamente pensato per una trasposizione cinematografica), in seguito portati più volte in tournée anche nel decennio successivo.

    L'ultimo ruolo e la morte
    L'ultimo suo toccante ruolo fu quello di Galapago nel film, uscito postumo, La fine di un mistero (La luz prodigiosa), diretto da Miguel Hermoso. Manfredi interpreta uno sconosciuto privo di memoria, salvato dalla morte da un pastorello durante la guerra civile spagnola del 1936 e ricoverato per quarant'anni in un manicomio; alla fine, grazie ad alcune ricerche, si scopre la sua identità: quella del poeta Federico García Lorca, che la pellicola immagina miracolosamente sopravvissuto alla fucilazione ad opera dei franchisti. Si tratta di un'interpretazione lodatissima dalla critica: asciutta, scarna ed essenziale, quasi senza parole, fatta soltanto di sguardi fissi, che gli è valso il Premio alla carriera intitolato a Pietro Bianchi.
    Il 7 luglio 2003, subito dopo la fine delle riprese, venne colpito da un ictus nella sua casa romana. Le condizioni appaiono sin da subito disperate e venne trasportato d'urgenza all'ospedale Santo Spirito. A settembre un netto miglioramento gli permette il ritorno a casa, ma a dicembre venne colpito da una nuova emorragia cerebrale. Ricoverato questa volta presso l'ospedale Nuova Regina Margherita, non si riprenderà mai più completamente, trascorrendo sei mesi in una continua alternanza di miglioramenti e peggioramenti. Morì a ottantatré anni il 4 giugno 2004, un anno e quattro mesi dopo Alberto Sordi.
    Pur essendo ateo dichiarato, ebbe funerali religiosi. Dopo il funerale, celebrato alla Chiesa degli Artisti in Piazza del Popolo a Roma, alla presenza di circa 2000 persone tra volti noti della politica e dello spettacolo e gente comune, l'attore venne sepolto al Cimitero del Verano di Roma.
    Oltre ai tre figli avuti dalla moglie Erminia, Manfredi ha avuto anche una quarta figlia, Tonina, nata nel 1985 da una relazione con la giovane bulgara Svetlana Bogdanova che l'attore aveva conosciuto a Sofia durante le riprese di un film.

    Manfredi_film


    Riconoscimenti
    Festival di Cannes
    1971: Premio per la migliore opera prima - Per grazia ricevuta

    David di Donatello
    1968: Targa d'Oro - Italian Secret Service e Il padre di famiglia
    1969: Miglior attore protagonista - Vedo nudo
    1970: Miglior attore protagonista - Nell'anno del Signore
    1971: David Speciale per l'esordio nella regia - Per grazia ricevuta
    1974: Miglior attore protagonista - Pane e cioccolata
    1976: Miglior sceneggiatura - Attenti al buffone
    1978: Miglior attore protagonista - In nome del Papa Re
    1984: Targa speciale
    1990: Premio Alitalia

    Nastri d'argento
    1966: Miglior attore protagonista - Questa volta parliamo di uomini
    1970: Miglior attore protagonista - Nell'anno del Signore
    1970: Miglior soggetto e Migliore sceneggiatura - Per grazia ricevuta
    1978: Miglior attore protagonista - In nome del Papa Re
    1980: Miglior attore protagonista - Café Express

    Globo d'oro
    1971: Miglior opera prima - Per grazia ricevuta
    1975: Premio alla carriera
    1984: Miglior attore - Spaghetti House e Testa o croce
    1984: Miglior attore - Secondo Ponzio Pilato

    Grolla d'oro
    1965: Miglior attore - Il gaucho
    1971: Miglior regista esordiente - Per grazia ricevuta
    1974: Miglior attore - Pane e cioccolata

    Dediche
    L'osservatorio astronomico di Campo Catino, con una cerimonia svoltasi il 5 febbraio 2007 presso il salone dell'Amministrazione provinciale di Frosinone, ha ribattezzato l'asteroide 2002 NJ34 col suo nome, 73453 Ninomanfredi, in sua memoria.
    La città di Roma ha dedicato a Manfredi un viale nel Giardino degli Aranci.
    A Pastena, nel 2008, è stato istituito il Premio Manfredi per premiare personaggi del mondo dello spettacolo, dello sport e della cultura che si siano contraddistinti per le loro gesta ed etica professionale.
    I Nastri d'argento, dal 2009, hanno un premio a lui intitolato.
    Il MonteCarlo Film Festival gli ha intitolato il premio come artista più eclettico dell'anno.
    A Roma, nel quartiere Ostia, gli è stato intitolato un teatro.
    La città di Frosinone, nel 2011, ha lanciato il Festival del Cinema della Ciociaria "Nino Manfredi". Dedicato a Manfredi anche il premio principale della manifestazione, il "Nino D'Oro".
    La città di Grosseto gli ha dedicato una via nel nuovo quartiere del Casalone.
    Nino Manfredi Sconosciuto : Quella parentesi di una prestigiosa carriera (2014) Docufilm antologico di Lorenzo Bassi. Regia di Franco Longobardi.

    Teatro
    La famiglia dell'antiquario di Goldoni, regia di Alfredo Zennaro, Teatro Quirino di Roma, 17 aprile 1946.
    Woyzeck di Georg Büchner, regia di Ettore Gaipa, Teatro Eliseo di Roma, 4 luglio 1946.
    Il ventaglio di Carlo Goldoni, regia di Alfredo Zennaro, Teatro Quirino di Roma, 15 aprile 1947.
    Quelli di Stralsund di Fritz Stavenhagen, regia di Ettore Gaipa, Teatro Valle di Roma, 19 giugno 1947.
    L'uomo e il fucile di Sergio Sollima, regia di Luigi Squarzina, 1947.
    Riccardo II di Shakespeare, regia di Giorgio Strehler, Piccolo Teatro di Milano, 23 aprile 1948.
    Giulietta e Romeo, di Shakespeare, regia di Renato Simoni e Giorgio Strehler, prima al Teatro Romano di Verona il 26 luglio 1948.
    Venezia salva di Massimo Bontempelli, regia di Orazio Costa, Gran Teatro La Fenice, Venezia, 25 settembre 1949.
    La dodicesima notte di Shakespeare, regia di Orazio Costa, Castello di San Giusto per il Teatro Verdi (Trieste), 29 luglio 1950.
    Le colonne della società di Henrik Ibsen, regia di Orazio Costa, Teatro delle Arti di Roma, 5 novembre 1951.

    Commedia musicale
    Un trapezio per Lisistrata di Garinei e Giovannini, musiche di Gorni Kramer, con Delia Scala, Nino Manfredi, Paolo Panelli, Mario Carotenuto, Eliana Silli, Ave Ninchi e Quartetto Cetra, Teatro Sistina di Roma, 24 ottobre 1958.
    Rugantino di Pietro Garinei, Sandro Giovannini, Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa e Luigi Magni, musiche di Armando Trovajoli, con Nino Manfredi, Lea Massari, Aldo Fabrizi, Bice Valori, Marisa Belli, Toni Ucci, Fausto Tozzi, Carlo Delle Piane, Lando Fiorini e Luciano Bonanni, Teatro Sistina di Roma, 15 dicembre 1962, ..... - Renzo Tian sul Il Messaggero di Roma, " È doveroso iniziare le citazioni da Nino Manfredi senza di lui, senza il suo ritorno al palcoscenico, dopo la lunga assenza, Rugantino non sarebbe quello che è sulla scena: un personaggio inesauribile per comunicativa, estro, forza comica...".

    Filmografia
    Attore cinematografico
    Torna a Napoli, regia di Domenico Gambino (1949)
    Monastero di Santa Chiara, regia di Mario Sequi (1949)
    Anema e core, regia di Mario Mattoli (1951)
    La prigioniera della torre di fuoco, regia di Giorgio Walter Chili (1952)
    Viva il cinema!, regia di Giorgio Baldaccini ed Enzo Trapani (1953)
    Ho scelto l'amore, regia di Mario Zampi (1953)
    C'era una volta Angelo Musco, regia di Giorgio Walter Chili (1953)
    Canzoni, canzoni, canzoni, regia di Domenico Paolella (1953)
    La domenica della buona gente, regia di Anton Giulio Majano (1953)
    Ridere! Ridere! Ridere!, regia di Edoardo Anton (1954)
    Gli innamorati, regia di Mauro Bolognini (1955)
    Prigionieri del male, regia di Mario Costa (1955)
    Lo scapolo, regia di Antonio Pietrangeli (1955)
    Non scherzare con le donne, regia di Giuseppe Bennati (1955)
    Guardia, guardia scelta, brigadiere e maresciallo, regia di Mauro Bolognini (1956)
    Totò, Peppino e la... malafemmina, regia di Camillo Mastrocinque (1956)
    Tempo di villeggiatura, regia di Antonio Racioppi (1956)
    Susanna tutta panna, regia di Steno (1957)
    Femmine tre volte, regia di Steno (1957)
    Guardia, ladro e cameriera, regia di Steno (1958)
    Camping, regia di Franco Zeffirelli (anche soggetto e sceneggiatura) (1958)
    Caporale di giornata, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1958)
    Adorabili e bugiarde, regia di Nunzio Malasomma (1958)
    Pezzo, capopezzo e capitano, regia di Wolfgang Staudte (1958)
    Venezia, la luna e tu, regia di Dino Risi (1958)
    Il bacio del sole (Don Vesuvio), regia di Siro Marcellini (1958)
    Carmela è una bambola, regia di Gianni Puccini (1958)
    I ragazzi dei Parioli, regia di Sergio Corbucci (1959)
    Audace colpo dei soliti ignoti, regia di Nanni Loy (1959)
    L'impiegato, regia di Gianni Puccini (anche soggetto e sceneggiatura) (1960)
    Le pillole di Ercole, regia di Luciano Salce (1960)
    Crimen, regia di Mario Camerini (1960)
    Il carabiniere a cavallo, regia di Carlo Lizzani (1961)
    Il giudizio universale, regia di Vittorio De Sica (1961)
    A cavallo della tigre, regia di Luigi Comencini (1961)
    Gli anni ruggenti, regia di Luigi Zampa (1962)
    I motorizzati, regia di Camillo Mastrocinque (1962)
    L'amore difficile, episodio L'avventura di un soldato, regia di Nino Manfredi (1962)
    La Parmigiana, regia di Antonio Pietrangeli (1963)
    I cuori infranti, episodio ... E vissero felici, regia di Gianni Puccini (1963)
    Alta infedeltà, episodio Scandaloso, regia di Franco Rossi (1964)
    La ballata del boia (El Verdugo), regia di Luis García Berlanga (1964)
    Il gaucho, regia di Dino Risi (1964)
    Controsesso, episodio Cocaina di domenica, regia di Franco Rossi, ed episodio Una donna d'affari, regia di Renato Castellani (1964)
    Le bambole, episodio La telefonata, regia di Dino Risi (1965)
    Questa volta parliamo di uomini, regia di Lina Wertmüller (1965)
    I complessi, episodio Una giornata decisiva, regia di Dino Risi (1965)
    Thrilling, episodio Il vittimista, regia di Ettore Scola (1965)
    Io la conoscevo bene, regia di Antonio Pietrangeli (1965)
    Made in Italy, regia di Nanni Loy (1965)
    Io, io, io... e gli altri, regia di Alessandro Blasetti (1966)
    Adulterio all'italiana, regia di Pasquale Festa Campanile (1966)
    Operazione San Gennaro, regia di Dino Risi (1966)
    Una rosa per tutti, regia di Franco Rossi (anche soggetto e sceneggiatura) (1966)
    Il padre di famiglia, regia di Nanni Loy (1967)
    Italian Secret Service, regia di Luigi Comencini (1968)
    Straziami ma di baci saziami, regia di Dino Risi (1968)
    Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Africa?, regia di Ettore Scola (1968)
    Vedo nudo, regia di Dino Risi (1969)
    Nell'anno del Signore, regia di Luigi Magni (1969)
    Rosolino Paternò, soldato..., regia di Nanni Loy (1970)
    Contestazione generale, episodio Concerto a tre pifferi, regia di Luigi Zampa (1970)
    Per grazia ricevuta, regia di Nino Manfredi (1971)
    Roma bene, regia di Carlo Lizzani (1971)
    Trastevere, regia di Fausto Tozzi (1971)
    La Betìa ovvero in amore, per ogni gaudenza, ci vuole sofferenza, regia di Gianfranco De Bosio (anche sceneggiatura) (1971)
    Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino, regia di Luigi Comencini (1972)
    Girolimoni, il mostro di Roma, regia di Damiano Damiani (1972)
    Lo chiameremo Andrea, regia di Vittorio De Sica (1972)
    Pane e cioccolata, regia di Franco Brusati (anche sceneggiatura) (1973)
    C'eravamo tanto amati, regia di Ettore Scola (1974)
    Attenti al buffone, regia di Alberto Bevilacqua (1975)
    Brutti, sporchi e cattivi, regia di Ettore Scola (1976)
    Signore e signori, buonanotte, episodio Il Santo Soglio, regia di Age, Leonardo Benvenuti, Luigi Comencini, Piero De Bernardi, Nanni Loy, Ruggero Maccari, Luigi Magni, Mario Monicelli, Ugo Pirro, Furio Scarpelli ed Ettore Scola (1976)
    Basta che non si sappia in giro, episodio Il superiore, regia di Luigi Magni, ed episodio L'equivoco, regia di Luigi Comencini (1976)
    Quelle strane occasioni, episodio Il cavalluccio svedese, regia di Luigi Magni (1976)
    In nome del Papa Re, regia di Luigi Magni (1977)
    La mazzetta, regia di Sergio Corbucci (1978)
    Il giocattolo, regia di Giuliano Montaldo (anche sceneggiatura) (1979)
    Café Express, regia di Nanni Loy (1980)
    Cocco mio (Gros calin), regia di Jean-Pierre Rawson (1980)
    Nudo di donna, regia di Nino Manfredi (1981)
    Spaghetti House, regia di Giulio Paradisi (1982)
    Testa o croce, regia di Nanni Loy (anche sceneggiatura) (1982)
    Questo e quello, regia di Sergio Corbucci (anche soggetto e sceneggiatura) (1983)
    Il tenente dei carabinieri, regia di Maurizio Ponzi (1986)
    Grandi magazzini, regia di Castellano e Pipolo (1986)
    I picari, regia di Mario Monicelli (1987)
    Secondo Ponzio Pilato, regia di Luigi Magni (1987)
    Napoli-Berlino, un taxi nella notte (Helsinki Napoli All Night Long), regia di Mika Kaurismäki (1990)
    In nome del popolo sovrano, regia di Luigi Magni (1990)
    In viaggio con Alberto (Alberto Express), regia di Arthur Joffé (1991)
    Mima, regia di Philomène Esposito (1991)
    L'olandese volante (De Vliegende Hollander), regia di Jos Stelling (1995)
    Colpo di luna, regia di Alberto Simone (1995)
    Grazie di tutto, regia di Luca Manfredi (1997)
    La Carbonara, regia di Luigi Magni (1999)
    Una milanese a Roma, regia di Diego Febbraro (2001)
    Apri gli occhi e... sogna, regia di Rosario Errico (2002)
    La fine di un mistero (La luz prodigiosa), regia di Miguel Hermoso (2003)


    Attore televisivo
    Il successo di Alfredo Testoni, con Nino Manfredi, Lola Braccini, Annabella Cerliani, Ermanno Roveri, Loris Gafforio, Laura Solari, Giulia Lazzarini, Guglielmo Barnabò, regia di Franco Enriquez, trasmesso in Rai il 21 maggio 1954.
    L'Alfiere, regia di Anton Giulio Majano (1956)
    Graditi ospiti, regia di Paolini e Silvestri (1958)
    Le avventure di Pinocchio, regia di Luigi Comencini (1971)
    Io Jane, tu Tarzan, regia di Enzo Trapani (1989)
    Julianus barát, regia di Gábor Koltay (1991)
    Un commissario a Roma, regia di Luca Manfredi, Ignazio Agosta e Roberto Giannarelli (1993)
    Dio ci ha creato gratis, regia di Angelo Antonucci (1998)
    Meglio tardi che mai, regia di Luca Manfredi (1998)
    Linda e il brigadiere, regia di Gianfrancesco Lazotti e Alberto Simone (1997-2000)
    Una storia qualunque, regia di Alberto Simone (2000)
    Un difetto di famiglia, regia di Alberto Simone (2001)
    Chiaroscuro, regia di Tomaso Sherman (2001)
    Le ragioni del cuore, regia di Anna Di Francisca, Luca Manfredi e Alberto Simone (2002)
    La notte di Pasquino, regia di Luigi Magni (2003)
    Un posto tranquillo, regia di Luca Manfredi (2003)

    Regista e sceneggiatore
    L'amore difficile, episodio L'avventura di un soldato (1962)
    Per grazia ricevuta (1970)
    Nudo di donna (1981)

    Doppiatore cinematografico
    Robert Mitchum in Sette settimane di guai
    Bud Abbott in Africa strilla
    Marcello Mastroianni in Parigi è sempre Parigi
    Gérard Philipe in Fanfan la Tulipe, Le belle della notte
    Renato Salvatori ne La domenica della buona gente
    Franco Fabrizi ne I vitelloni
    Antonio Cifariello ne La bella di Roma
    Sergio Raimondi in Piccola posta
    Alberto De Amicis ne Il bidone
    Earl Holliman ne Il pianeta proibito
    Ennio Girolami ne Le notti di Cabiria
    Voce narrante in Totò, Fabrizi e i giovani d'oggi
    Bobo ne L'apetta Giulia e la signora Vita

    fonte Wikipedia
     
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