La ragazza che saltava nel tempo

Mamoru Hosoda - 2006

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    La ragazza che saltava nel tempo


    locandina


    Un film di Mamoru Hosoda. Con Mitsutaka Itakura, Riisa Naka, Takuya Ishida, Ayami Kakiuchi, Mitsuki Tanimura.

    Titolo originale The Girl Who Leapt Through Time. Animazione, durata 98 min. - Giappone 2006.


    CITAZIONE
    La ragazza che saltava nel tempo è un film d'animazione giapponese prodotto dalla Madhouse nel 2006, basato sul racconto di Yasutaka Tsustsui, scrittore del noto Paprika.
    Il film ha vinto sei premi al Tokyo International Anime Fair 2007 (miglior animazione dell'anno, miglior regia, miglior storia originale, miglior sceneggiatura, miglior direzione artistica, miglior character design).
    Quando la diciassettenne Makoto Konno ottiene l'abilità di, letteralmente, saltare indietro nel tempo, cerca di migliorare i propri voti e prevenire delle disavventure personali. Purtroppo, Makoto realizza che cambiare il passato non è semplice come sembra e dovrà affidarsi ai suoi poteri per disegnare il suo futuro e quello dei suoi amici.

    fonte MyMovies

    Trailer


    Video



    Edited by Viky017 - 21/10/2015, 19:35
     
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    Makoto è un’adolescente come tutte le altre. Ritarda a presentarsi a scuola, è piuttosto maldestra e sfortunata nonostante lei sostenga sovente il contrario, svogliata durante le lezioni, adora passare i pomeriggi giocando a baseball con Chiaki e Kousuke, i suoi migliori amici. Un giorno durante un’affannosa corsa in bicicletta si accorge che i freni si sono rotti quando sta già percorrendo una ripida discesa al termine della quale, una mètro sta attraversando i binari. Realizza così che le si schianterà addosso e quello sarà il suo ultimo giorno di vita. La velocità raggiunta nella corsa però, al momento prima dell’impatto, permetterà a Makoto di compiere un salto nel tempo e tornare al passato per evitare il fatale incidente. Si renderà conto di aver appreso quest’abilità del tutto fortuitamente una mattina, quando urtò uno strano congegno nel laboratorio di scienze dopo essere inciampata. Nonostante l’uso che ne potrà fare sarà molto limitato (una macchia comparsa sul braccio che ricorda lei quante volte ancora può usufruirne) si impegnerà per fare del bene ed aiutare i suoi amici più cari ed eludere scomode circostanze sentimentali.

    E’ quello di Mamoru Hosoda, il nome nuovo dell’animazione giapponese capace di esaltare il pubblico adolescente e conquistarsi, almeno qualche simpatia, nella fascia di pubblico meno giovane. Questo regista, che dopo il recente Wolf Children ha già la fama di essere considerato il nuovo Miyazaki, traspone per il cinema il romanzo di Yasutaka Tsutsui in un film che gli avrebbe dato (meritato) successo in patria oltre a numerosi riconoscimenti: La ragazza che saltava nel tempo. Come purtroppo è cattiva tendenza di casa nostra le opere giapponesi, specie quelle d’animazione, tardano la distribuzione di qualche anno e questo film non ha fatto eccezione alcuna, tant’è che arrivò da noi solo in dvd svariati anni dopo la sua uscita ufficiale e visti certi casi abbastanza clamorosi, dovremmo ritenerci fortunati.
    E’ una storia che non vuol farsi piacere se vista sotto l’ottica di un comune cartone animato, l’effetto dei viaggi nel tempo può essere un po’ straniante e ripetitivo, i continui soliloqui non ne facilitano la fluidità che sembrano a volte staccarsi dalla trama, si parla di amore, di amicizia e di morte, di mancanza di tempo e di occasioni perdute. Non propriamente un film per bambini o, se vogliamo piuttosto, un vero film di formazione per ragazzi. Chiunque abbia tra i 12 e i 18 anni credo possa gustarsi questo film con la consapevolezza di andare a vedere qualcosa di qualità, in cui rispecchiarsi ed eventualmente apprendere o riflettere su tutto ciò che vuole comunicare o consigliare. La routine quotidiana della cara Makoto è quella che un po’ tutti abbiamo (avuto) alla sua età: tram tram mattutino, scuola, lezioni, compiti a casa e spensierati pomeriggi passati fuori a giocare. Nel momento in cui la protagonista si accorge che l’amicizia con Chiaki stia facendo spazio a qualcosa di più, Makoto adopera un allontanamento di sorta per eludere, anche mediante i salti nel tempo, ogni possibilità di intrattenere una conversazione con Chiaki che non sia semplice ed amichevole: si rende sempre meno reperibile evitando di restare sola con lui per il timore reverenziale che l’amicizia possa andare rovinata. Molto significativa la scena in cui in un bivio, ella decide di cambiare strada e proseguire da sola interrompendo il percorso che fino ad allora aveva sempre attraversato col suo amico.
    Il film vive dei suoi migliori momenti sul finale, tra colpi di scena e un sentimentalismo che invece di far storcere il naso ai più grandi come spesso accade in questi casi riesce ad infondere poesia e morale con intensità assai rara. Tutti i generi sono stati affrontati da Hosoda con grande delicatezza e rendono quello che già è un film di importante forma cinematografica, anche un ottimo modello tematico-pedagogico. La vicenda drammatica è trattata con molta delicatezza e la giusta sensibilità che richiede un film che parla di giovani, non viene mai sbattuta un’impronta piagnona e fine a se stessa, quanto la consapevolezza che è inutile aver paura delle nuove esperienze con un messaggio cubitale che spinge a vivere a pieno ogni esperienza, specie nell’età della giovinezza. Messaggio che tra l’altro ci viene riproposto dalla regia in maniera alquanto esplicita con continue inquadrature su una frase scritta alla lavagna della scuola che recita Il tempo non aspetta nessuno. Se da un punto di vista drammatico-sentimentale il film pare essere ineccepibile lo stesso, quasi, ritengo di poter affermare sul lato fantastico. Il tema dei viaggio del tempo è sempre affascinante e un ulteriore spiegone a quello che si è visto sarebbe risultato pesante e fuori luogo, forse con un po’ troppa sufficienza è stata trattato l’interesse di Chiaki per il quadro che insiste di voler vedere a tutti i costi o forse, con una chiave troppo allegorica per un film di questo genere.
    Consiglio in sostanza di vedere La ragazza che saltava nel tempo, agli amanti dell’anime giapponese, a coloro i quali è piaciuto il manga e a chi, come me, vuole lasciarsi affabulare da uno dei nuovi talenti di un genere cinematografico troppo sottovalutato. Soddisfatto di trovato finalmente l’occasione di vedere questo film.

    Voto 8
     
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1 replies since 21/10/2015, 17:30   55 views
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