[Libro] Un genio nello scantinato

Alexander Masters - 2013

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    Un genio nello scantinato





    Autore: Alexander Masters
    Traduttore: Andrew Tanzi
    Copertina flessibile: 359 pagine
    Editore: Adelphi (22 maggio 2013)
    Collana: Fabula
    Lingua: Italiano



    CITAZIONE
    A tre anni Simon Norton costruiva piramidi di moltiplicazioni; a cinque giocava con la tabellina del 91. Poi vennero risultati sbalorditivi in tutti gli ordini di scuole fino al Trinity College di Cambridge, e infine l'ingresso nell'équipe del professor Conway, impegnata a tracciare i confini dell'Atlante dei gruppi finiti - una delle più grandi pubblicazioni matematiche della seconda metà del secolo scorso. Nel 1985 il trentatreenne Norton ebbe - a quel che si dice - un "catastrofico crollo intellettuale", dovuto al primo errore di calcolo della sua vita, e da allora è scomparso dall'accademia. Vent'anni dopo, lo scrittore e illustratore Alexander Masters vive a Cambridge: il suo padrone di casa abita nel seminterrato ed è un tizio grosso, buffo e trasandato che si chiama Simon. Simon vive fra "stalagmiti di orari degli autobus" e cataste di sacchetti di plastica, si abbuffa di filetti di sgombro, compila un bollettino sui trasporti pubblici, e ogni tanto ripensa al "Mostro", una branca della teoria dei gruppi che potrebbe assomigliare a una griglia di sudoku - solo che invece di nove colonne ne ha 808.017.424.794.512.875.886.459.904.961.710.757.005.754.368.000.000.000. Ma Un genio nello scantinato non è affatto la storia del fallimento di un ragazzo prodigio: Norton è l'unico a non piangere sul suo talento perduto. Fa pensare piuttosto a una serie di cartoline spedite da un paese lontano senza la pretesa di giudicare e comprendere tutto.

    fonte Amazon
     
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    Alexander Masters è uno degli scrittori contemporanei che più mi colpisce ed emoziona. E’ irriverente, arguto, ironico e spigliato. Sia in quest’opera, “Un genio nello scantinato”, come in “Stuart: una vita al contrario”, racconta la storia di uomini dalle storie particolari, uomini che ha conosciuto e che sono diventati suoi amici. Masters è un biografo spudorato e non è sicuramente poetico nella descrizione dei suoi “soggetti”. Li delinea a tutto tondo, con i loro difetti e i loro pregi, con le loro difficoltà e le loro stravaganti personalità. Allo stesso tempo, però, lo scrittore mette in gioco se stesso e la sua relazione con questi individui. Spesso si trova a disagio nell’interagire con un senzatetto come Stuart o con un genio disadattato come Simon, ma non mente mai al lettore. Racconta esplicitamente le incomprensioni, le difficoltà e le problematiche legate alla scrittura di biografie di individui ancora in vita, che possono leggere e spesso criticare ferocemente il suo lavoro.

    Il protagonista di “Un genio nello scantinato” è Simon Norton, matematico cinquantenne, disoccupato e stravagante. Simon ha un passato da bambino prodigio; un genio assoluto nel campo della matematica, vincitore di numerosi premi e precoce in tutti i suoi studi. Durante gli anni universitari si è occupato di una complessa teoria dei gruppi che l’ha portato ad imbattersi nel “mostro”, un oggetto matematico che si struttura in circa 200.000 dimensioni, inimmaginabile per un essere umano comune, ma che Simon continua a rincorrere ormai da tutta una vita. Intorno ai trent’anni, Simon ha, però, commesso un “errore”, il primo errore matematico della sua vita e da lì qualcosa in lui è cambiato. Ha smesso di lavorare alle sue ricerche, si è rinchiuso nel suo scantinato, accumulando carte e sacchetti di plastica, e si è dedicato all’unica cosa, oltre la matematica, che gli procuri gioia: i mezzi pubblici. Simon adora viaggiare sui mezzi pubblici. Autobus, pullman e treni sono il suo personale parco giochi. Ama studiare con maniacale precisione le tratte ed i percorsi di viaggio ed ha una memoria incredibile per i numeri di tutti i mezzi di trasporto.
    Simon, però, non è un depresso e non è nemmeno impazzito a causa del suo genio. Lui è sereno e tranquillo. E’ troppo inconsapevole di se stesso per poter soffrire per la sua condizione, così come non è stato nemmeno mai cosciente del suo genio. Occuparsi di sé, per Simon, non è una cosa fondamentale per il funzionamento dell’universo. Così non si cambia spesso i vestiti, non è attento alla sua dieta, non ha interessi sessuali. Vive pacifico tra un viaggio in autobus, una teoria matematica sui calzini e una sbirciata tra i profondi meandri del suo “mostro”.

    Masters racconta l’uomo ed il matematico con estrema difficoltà, in quanto Simon non ricorda quasi nulla del suo passato e ad ogni domanda del biografo risponde con grugniti poco costruttivi. Ma il protagonista si fa comunque voler bene dal lettore, per la sua ingenuità ed inconsapevolezza di sé, per la sua mente così inafferrabile da renderlo un tipo “strambo”.
    Masters è capace di far provare al lettore sentimenti di amicizia per i suoi soggetti. Io, personalmente, ho voluto bene a Stuart così come a Simon e, una volta terminato il libro, ho provato un senso di perdita, come se un pezzetto di me se ne fosse andato. E proprio per questo vi consiglio i libri di questo autore.
     
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1 replies since 14/10/2015, 12:14   42 views
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