Il suo nome è Tsotsi

Gavin Hood - 2005

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  1. Madian
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    Il suo nome è Tsotsi



    GENERE: Drammatico
    ANNO: 2005
    REGIA: Gavin Hood
    SCENEGGIATURA: Gavin Hood
    ATTORI: Presley Chweneyagae, Terry Pheto, Kenneth Nkosi, Mothusi Magano, Zenzo Ngqobe, Zola , Rapulana Seiphemo, Nambitha Mpumlwana, Monthuthu Sibisi, Ntuthuko Sibisi, Jerry Mofokeng, Ian Roberts, Percy Matsemela, Thembi Nyandeni, Owen Sejake, Israel Makoe, Sindi Khambule, Benny Moshe, Sibusiso Mkize, Marven Lekopotsa, Mbali Khumalo, Lennox Mathabathe, Craig Palm, Eduan Van Jaarsveldt, Jeremiah Ndlovu, Lindokuhle Tloubatla, Bheki Vilakazi, Samuel Tsebe, Joyce Moshoeshoe, Moses Timati, Enoch Tsotetsi, Edward Oliphant, Capieus Manamela, Ismael Songo, Katleoo Matidune, Tumi Sejake, Juwarriyah Nkopane, Brian Rolfe
    FOTOGRAFIA: Lance Gewer
    MONTAGGIO: Megan Gill
    DISTRIBUZIONE: Miramax Films, Ster-Kinekor Pictures
    PAESE: Sudafrica
    DURATA: 91 Min
    MUSICHE: Mark Kilian, Paul Hepker, Vusi Mahlasela

    CITAZIONE
    Tsotsi significa letteralmente gangster nel linguaggio di strada delle comunità di colore e nei ghetti in Sud Africa. Tratto dal romanzo dell'acclamato autore e drammaturgo Athol Fugard, questo emozionante film descrive sei giorni nella vita di Tsotsi, un giovane ma già spietato capo di una gang. Un notte, Tsotsi spara ad una donna all'esterno della sua casa e le ruba la macchina, senza rendersi conto, preso dal panico, che il suo bambino si trova sui sedili posteriori.

    fonte ComingSoon

    Trailer

     
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  2. Madian
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    Quando parliamo di cinema africano tutti pensano che... alt! Esiste un cinema africano? Ebbene sì. E' evidente che parlando di cinema alcuni paesi vengano nettamente prima di altri, per quantità di produzione, per qualità, per capacità di investimenti, strutture, mano d'opera, e così via. Spesso per mancanza di fondi, mancanza di esperienza o di risorse, o semplicemente un paese ha prima da risolvere problemi ben più gravosi della mancanza di film. Ecco, l'Africa tutta, nazione più nazione meno, è inevitabilmente dietro a buona parte del globo in questo, e non sono uno di quelli che vogliono assolutamente spingere alla visione di pellicole dalla provenienza improbabile, però, quel che mi sento di dire, è che non si sa mai nella vita, specie in un mondo che comunque lentamente sta cambiando e si sta globalizzando, quindi, col contagocce, qualche bel film, addirittura anche qualche capolavoro, può uscire da paesi che buona parte di noi magari non sa nemmeno dove si trovino, e dato che mi piace sperimentare e voglio provare una cosa prima di dire che non è valida, provo, e di tanto in tanto qualche buona sorpresa esce fuori :)

    Bene, fatta questa premessa, ho scelto Il suo nome è Tsotsi per il Cinepropositi perché uno dei film più quotati di produzione africana, premio Oscar 2005 come miglior film in lingua straniera, e citato in diverse classifiche in giro per la rete. E' prodotto in Sudafrica, quindi in uno dei paesi economicamente messi meno peggio nel continente africano, e difficilmente sarebbe potuto essere altrimenti; un paese comunque pieno di problemi, ma che si sta affacciando al mondo, almeno da Mandela in avanti, riuscendo anche ad organizzare un Mondiale di calcio nel 2010, che può sembrare una sciocchezza, ma porta gli occhi di più di 3 miliardi di persone, praticamente metà del pianeta, sul paese organizzatore, con tutti i risvolti economici che ne conseguono.

    Quando guardo, leggo, o ascolto un qualcosa che non è propriamente sulla bocca di tutti, cerco sempre di lasciarmi andare alle sensazioni, per non essere ipercritico e per non essere nemmeno "troppo buono", ed è quello che ho fatto con questo film.

    tsotsi3

    Siamo in una baraccopoli di Johannesburg, Sudafrica, considerata una delle città più pericolose al mondo (la quarta secondo il link, e dato che ci sono 5 sudafricane nelle prime 20 l'articolo rende abbastanza l'idea di ciò di cui stiamo parlando). Tsotsi (Presley Chweneyagae) è un giovane criminale che tira avanti tra furti e rapine, capeggiando un gruppetto indipendente di teppisti di strada, tra i quali l'intellettuale Boston (Mothusi Magano), il bonaccione un po' tonto Aap (Kenneth Nkosi) ed il violento Butcher (Zenzo Ngqobe). Lo Tsotsi di inizio film ci appare come un criminale con pochi scrupoli che però sembra già avere alcuni dubbi sulla piega che ha preso la sua vita; lascia dar sfogo alla violenza di Butcher e non ascolta i ragionamenti più razionali di Boston, che anzi, a causa della sua lingua finisce per essere pestato a sangue dallo stesso Tsotsi.

    L'insicurezza del ragazzo traspare anche quando si ritrova in un quartiere ricco, e, trovandosi davanti l'opportunità di rubare un'auto ad una donna, scesa per farsi aprire il cancello di casa dal marito, agisce da solo, e non troppo convinto, trovandosi a sparare alla donna più per istinto e paura che per reale volontà di colpirla. In fuga con l'auto rubata il ragazzo scopre, solo dopo un po', i lamenti di un neonato, sul sedile posteriore, evidentemente figlio della donna a cui aveva sparato, ed in preda al panico esce di strada, lascia lì l'auto e porta via tutti gli averi ed il bimbo stesso.

    Gli eventi che si succedono da questo momento portano Tsotsi a ragionare sulla vita, sul suo passato, sul suo presente e sul suo futuro, non si disfa del bimbo, ma prova a prendersene cura. Lo porta a casa, lo nasconde agli amici, cerca di trovare il modo per dargli da mangiare, non senza combinare danni, e scoprendo che non è così semplice cerca aiuto, puntandogli contro una pistola, in una ragazza madre della baraccopoli (Terry Pheto). Non sembra intenzionato a chiedere un riscatto, e non vuole nemmeno riportare il bimbo dai genitori, nonostante la faccenda sia diventata di dominio pubblico, finendo sui giornali. Il fatto di doversi occupare del bambino lo spinge a cambiare, ma lui lo fa a modo suo, appunto minacciando la ragazza per farsi dare una mano, o compiendo altre rapine per trovare i soldi per il piccolo.

    Mentre la polizia lo cerca, un "pezzo grosso" della criminalità della baraccopoli cerca di prendere sotto la sua ala i suoi amici, questo ed altri eventi porteranno Tsotsi, che utilizza questo nome per dimenticare il proprio (David, che sarà il nome col quale chiamerà il neonato), ad un crollo definitivo della sua maschera da criminale, e nella parte finale cercherà di mettere dei punti nella sua vita: definire il rapporto con i suoi compagni di rapine, con la ragazza che lo ha aiutato, ed ovviamente col bambino.
    Il finale del film è abbastanza soddisfacente, ma ci sono due finali alternativi che in pratica sono una continuazione di alcuni minuti rispetto a dove effettivamente finisce il film, ed uno dei due mi soddisfa molto di più del finale originale.

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    Il regista è il sudafricano Gavin Hood, conosciuto per aver diretto X-Men: le origini - Wolverine e Ender's Game. Il suo è un buon lavoro, così come quello degli attori principali del film, tutti alla prima esperienza o ad una delle prime. Le ambientazioni sono quelle desolanti della periferia di Johannesburg, dove gruppi orfani di bambini si raggruppano e vivono nei cilindri di cemento utilizzati per le costruzioni, e la colonna sonora è in pieno stile africano. Alla fine mi permetto di dire che è un buon film, niente di epocale, ma descrive bene il disagio e le difficoltà di quei luoghi, si segue senza troppa fatica, e le interpretazioni sono buone. Qualche forzatura in alcune scene che riguardano la polizia e il padre del bimbo, ma per il resto il film è andato giù liscio, e mi è sicuramente piaciuto. Ho maggiori speranze per Hotel Rwanda, ma se qualcuno vuole tentare un avvicinamento al cinema africano Il suo nome è Tsotsi è sicuramente un buon modo per farlo :)

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    Edited by Madian - 21/10/2015, 18:01
     
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1 replies since 3/10/2015, 10:05   73 views
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