Alla scoperta della prospettiva centrale nel cinema di Kubrick

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    Con questo breve studio si propone come argomento l'uso della prospettiva frontale nei film del regista statunitense Stanley Kubrick, una tecnica che assume nelle sue pellicole un'elevato valore simbolico, e che ha permesso di creare storie irripetibile nel mondo del cinema.
    Dai viaggi spaziali di 2001 - Odissea nello spazio, all'ultra violenza di Arancia Meccanica, passando poi per i corridoi dell'albergo di Shining e continuando nel campo di addestramento di Full Metal Jacket.
    Ma la prospettiva in Kubrick non si limita a questi esempi, e anzi, è ancora tutto un mondo da scoprire e soprattutto da apprezzare. Un modello che viene tutt'oggi spesso ripreso da grandi registi, come Wes Anderson, Alejandro Gonzalez Innaritu e Martin Scorsese.

    Da secoli la prospettiva è utilizzata come strumento di comunicazione nel mondo dell'arte, in quanto permette una ricostruzione della realtà tridimensionale su un supporto bidimensionale.
    Il linguaggio prospettico iniziò ad assumere una maggiore valenza grazie all'opera di architetti e artisti come Brunelleschi, Massaccio, Donatello e Alberti rivoluzionando la struttura formale della composizione pittorica e la rappresentazione architettonica.
    Essa comporta una rappresentazione originale e moderna della realtà, in quanto si viene a creare un nuovo rapporto tra le figure rappresentate e lo spazio in cui vengono collocate.
    I pittori del Rinascimento nell'usare la prospettiva all'interno delle loro opere, apportano però modifiche o vere proprie correzioni in base alle esigenze.
    Ben presto la disciplina prospettiva passò dall'essere materia destinata unicamente agli artisti all'essere fulcro d'interesse da parte della società scientifica.
    Nel XVII secolo furono soprattutto Guidobaldo del Monte e Girard Desargues a sistematizzare e a permettere lo sviluppo continuo della prospettiva, grazie ai loro trattati.
    Nei secoli successivi la prospettiva rimarrà una delle tecniche più valide e accettate nell'arte.
    Nel mondo della pittura, a cuasa della volontà di trovare nuovi effetti ed espressioni, si è andato però a perdere negli ultimi decenni l'utilizzo della prospettiva, che ha iniziato ad essere molto impiegata nelle nuove arti, come la fotografia e il cinema, sia per un valore estetico che simbolico.
    Nel cinema soprattutto, a partire dal modello hollywoodiano, l'uso di inquadrature prospettiche è fondamentale per la creazione di illusioni spaziali e temporali e per una migliore resa della narrazione filmica.
    L'uso della prospettiva nel cinema va però oltre la classica concezione albertiana espressa nella pittura, o nella fotografia stessa, in quanto la visione cinematografica è caraterizzata da una rappresentazione mobile e non statica della realtà.
    Tra i grandi registi è soprattutto Stanley Kubrick che più di tutti gli altri si avvale dell'utilizzo della prospettiva, e in particolare di quella frontale.
    Nei film di Kubrick la cura nell'utilizzo di questa tecnica è maniacale, in quanto in numerossisime sequenze dei suoi film le linee parallele convergono in un punto di fuga centrale.
    Il modello adottato dal regista statunitense risulta essere quello classico quattrocentesco, in quanto vengono riprese in molte scene dei suoi film la stessa concezione e composizione di molti quadri del periodo.
    Nei suoi film però, l'utilizzo di questo metodo di rappresentazione, non è riconducibile unicamente a una motivazione stilistica, bensì simboliche.
    L'utilizzo della prospettiva nei film di Kubrick è infatti associabile spesso all'immagine del corridoio, e in linea di massima è utilizzata in spazi chiusi, anche se vi sono alcune eccezioni.
    Entrambi questi elementi, la prospettiva e il corridoio, danno un senso di oppressione e di drammaticità alla narrazione, in quanto rappresentano spesso situazioni in cui la scelta dei protagonisti non è contemplabile, e la strada da seguire è imposta.
    L'uso della prospettiva nel corridoio, e negli spazi chiusi, è inoltre accompagnata, in tantissimi suoi film, dall'uso della carrelata, ossia della tecnica di movimento prestabilito compiuto dalla macchina da presa per mezzo dell'ausilio di un carrello.
    L'uso della carrellata nelle pellicole kubrickiane permette non solo di dramaticizzare la prospettiva, ma anche di attuare un passo in avanti nell'utilizzo di essa, ossia una nuova elaborazione della stessa che permette di eliminare la staticità presente nei quadri e di renderla una tecnica dai risvolti dinamici, in termini di narrazione filmica.
    Ciò si verifica per esempio in 2001 - Odissea nello spazio dove nella seguente scena il protagonista, il dottor David Bowman, si accinge ad uscire nello spazio in conseguenza all'azione del computer HAL 9000 che ha appena assassinato il dottor Frank Poole.



    In 2001 la prospettiva è usata anche come elemento simbolico di ricerca , come in una delle scene finali, in cui il regista crea un interfaccia astratta dove il protagonista attua un viaggio visivo fatto di colori e luci.



    Interessante come la tecnica prospettica è qui utilizzata per rendere lo spettatore parte essenziale della scena, come se prendesse il posto o accompagnasse il dottor Bowman nella sua ricerca di risposte reali.
    In Arancia meccanica Kubrick fa uso ,come nella famosa scena di ultra violenza nei confronti di un mendicante,all'inizio del film, della prospettiva anche in scene all'aperto.
    Si noti soprattutto come in essa anche le ombre, grazie all'utilizzo di specifiche luci, concorrono tutte in un'unico punto.



    Un altro esempio è la scena in cui i drughi camminano lungo il fiume, dove la rabbia del protagonista è ancora una volta incanalata alla perfezione nell'uso di una prospettiva in cui i protagonisti si muovono in slow motion, rendendo tale tecnica un elemento narrativo di amplificazione e caratterizzazione della violenza attuata da Alex De Large e i suoi drughi.



    Dopo l'utilizzo della prospettiva all'aperto in Arancia Meccanica, Kubrick ritorna fortemente all'utilizzo della stessa al chiuso in Barry Lyndon e soprattutto in Shining.
    E proprio quest'ultimo che risulta il film cardine nell'uso della prospettiva centrale nella filmografia di Kubrick.
    In Shining la camera si muove seguendo spesso gli attori a breve distanza, mantenendo sempre una curatissima prospettiva centrale, in modo da accentuare il carattere labirintico degli spazi chiusi e dei lunghi corridoi dell'albergo.
    Si crea quindi in Shining una vera e propria esperienza di suspence, in quanto il corridoio è qui uno spazio opressivo e misterioso, a tratti angoscioso, grazie soprattutto ai movimenti del bambino al suo interno, intervallati da visioni dello stesso.



    Un' esempio è la famosa scena di manifestazione della luccicanza, elemento fondamentale del film,attraverso l'incontro tra Danny Torrence e le gemelle.
    La prospettiva in Shining è però anche utilizzata per incanalare la pazzia del protagonista all'interno dell'albergo e i suoi angusti ed inquadrati percorsi; più egli si muove al loro interno e più la sua percezione del reale viene meno.
    L'ultimo esempio trattato è Full Metal Jacket.
    In esso l'uso della prospettiva si discosta dai modelli precedenti venendo qui utilizzata come elemento di ordine, di accentuazione della sottomissione dei protagonisti nei confronti del sergente Hartman.
    Tale situazione di compostezza, di staticità umana, è derivante dagli addestramenti rigidi e anticonvenzionali dal sergente Hartman, e permette di dare alla narrazione una perfetta atmosfera della guerra, ponendosi come critica della stessa e del sistema di educazione militare americano.
    Esempi sono le scene riguardanti i discorsi del sergente Hartman a i suoi uomini, o le varie punizioni ad essi assegnate.
    Concludo qui il mio studio, senza frasi ad effetto, con la speranza che venga continuato da altri utenti, o da me stesso in futuro.

    PS: causa problemi di rete non ce l'ho fatta a postare tutte le immagini, tipo in full metal jacket e shining. Provvederò il prima possibile.
     
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