[LIBRO] Cent'anni di solitudine

Gabriel García Márquez

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     Like  
     
    .
    Avatar

    Attore protagonista

    Group
    Critico
    Posts
    8,157
    NSC Top Player
    +888

    Status
    Offline

    Cent'anni di solitudine



    Cent'anni di solitudine (Cien años de soledad) è un romanzo del 1967 del Premio Nobel colombiano Gabriel García Márquez, considerato tra le opere più significative della letteratura del Novecento.
    Narra le vicende delle varie generazioni della famiglia Buendía, il cui capostipite José Arcadio fonda alla fine del XIX secolo la città di Macondo. La storia è narrata con uno stile elaborato e personale, ricco di prolessi che anticipano drammaticamente gli avvenimenti ancora da narrare.
    Il romanzo è considerato l'opera maggiore dell'autore; pubblicato originariamente dalla casa editrice Sudamericana a Buenos Aires nel 1967, è stato in seguito tradotto in trentasette lingue e ha venduto più di 20 milioni di copie.
    Lo stile del romanzo, accostato alla corrente del realismo magico, e la materia tematica fanno sì che Cent'anni di solitudine diventi rappresentativo del boom latinoamericano degli anni Sessanta e Settanta,[3] influenzato stilisticamente dal Modernismo (europeo e nordamericano) e dal movimento letterario legato alla rivista cubana Vanguardia.
    Durante il IV Congresso internazionale della Lingua Spagnola, tenutosi a Cartagena nel marzo del 2007, è stato votato come seconda opera più importante mai scritta in lingua spagnola, preceduto solo da Don Chisciotte della Mancia.

    TITOLO ORIGINALE: Cien años de soledad
    AUTORE: Gabriel García Márquez
    1ª ED. ORIGINALE: 1967
    1ª eED. ITALIANA 1968
    GENERE: Romanzo
    LINGUA ORIGINALE: Spagnolo

    CITAZIONE
    È la storia centenaria della famiglia Buendia e della città di Macondo. In un intreccio di vicende favolose, secondo il disegno premonitorio tracciato nelle pergamene di un indovino, Melquiades, si compie il destino della città dal momento della sua fondazione alla sua momentanea e disordinata fortuna, quando i nordamericani vi impiantarono una piantagione di banane, fino alla sua rovina e definitiva decadenza. La parabola della famiglia segue la parabola di solitudine e di sconfitta che sta scritta nel destino di Macondo, facendo perno sulle 23 guerre civili promosse e tutte perdute dal colonnello Aureliano, padre di 17 figli illeggittimi e descrivendo in una successione paradossale le vicende e le morti dei vari Buendia.

    Fonti: aNobii; wikipedia

    Edited by Viky017 - 8/6/2015, 23:37
     
    .
  2.     Like  
     
    .
    Avatar

    Attore protagonista

    Group
    Critico
    Posts
    8,157
    NSC Top Player
    +888

    Status
    Offline
    Un libro che ti porta in un'altra dimensione, nel microcosmo della città di Macondo, costruita in riva ad un fiume pietroso,a occidente dell'impenetrabile sierra colombiana.
    Seguiamo così dalla fondazione alla rovina le vicende di questa città e della stirpe di alcuni dei suoi fondatori, i Buendìa, i cui nomi dei figli si ripetono generazione dopo generazione, così come alcuni vizi e virtù del carattere.
    Personalmente non l'ho trovato un romanzo facile, molti sono i vocaboli difficili che non conoscevo, la ripetizione di nomi uguali o quasi per i diversi discendenti della famiglia, insieme alle stesse caratteristiche fisico e alle inclinazioni psicologiche non rendono semplice dipanarsi nella successione degli eventi. La stessa struttura, con frequenti anticipazioni di eventi successivi, può creare un pò di confusione all'inizio. Ma una volta entrata nello spirito del libro mi sono lasciata trasportare dal flusso degli eventi e delle emozioni e mi sono figurata nella mia mente quel paese da sogno e da incubo e i suoi stravaganti abitanti. E' stato come passeggiare per quelle vie, conoscere quegli strambi personaggi e far parte della famiglia Buendìà (che mi ha ricordato una di quelle numerose famiglie del sud di altri tempi): Amaranta e la sua sfrontatezza (e invidia), il Colonnello Aureliano e la sua solitudine, Remediòs la bella e la sua beata idiozia, Jose Arcadio Buendìa che si fissa in imprese tanto straordinarie quanto impossibili, Fernanda e la sua incrollabile fede (e bigotteria).
    Ognuno con i suoi tic e le sue fisse, che spesso sono fonte di risate e altrettanto spesso causa di disgrazie.
    E' un romanzo circolare, il tempo passa, si susseguono vicende diverse, ma sembra che il tempo non passi mai veramente. "Il tempo passa." dice Ursula e Aureliano gli risponde: "Così è, ma non tanto."
    Esempio del realismo magico sud-americano il libro porta all'estremo alcune situazioni e qualità, fino a renderle improbabili. Divertente la scena in cui la petulante Fernanda inizia una filippica contro il marito, che va avanti per ora fino a proseguire il giorno seguente. L'uomo inizialmente sembra impassibile e considera le lamentele di sua moglie come un rumore di fondo, ma poi esplode in una calma, ma devastante ribellione...
    Troviamo inoltre tappeti magici, rivoli di sangue che camminano per conto proprio, oggetti che hanno vita loro, ma sopratutto fantasmi di un passato che torna sempre.
    Tutto questo si affianca alle guerre e alla storia della Colombia (eventi realmente accaduti) alle quali prende parte il Colonnello Buèndia.
    C'è anche un'irriverente critica al colonialismo, con l'assurda compagnia bananiere. E c'è l'avvertenza di non restare troppo chiusi nel proprio mondo e nelle proprie credenze.
    Altro tema portante del romanzo è a mio parere la nostalgia e l'effetto che il tempo ha sulla memoria e sulla psiche, modificando la nostra visione non solo del passato, ma anche degli altri e della vita.
    Lo consiglio, anche se è un romanzo che divide solitamente: o lo ami o lo odi. A me, dopo un'iniziale titubanza dovuta ai motivi già elencati, che per me erano delle novità, non avendo mai letto Marquez, ne il realismo fantastico, è piaciuto molto.
     
    .
1 replies since 8/6/2015, 21:22   37 views
  Share  
.