Le notti di Cabiria

Federico Fellini - 26 Maggio 1957

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    Le notti di Cabiria



    Un film di Federico Fellini. Con Franca Marzi, Giulietta Masina, Amedeo Nazzari, Dorian Gray, François Périer.

    Drammatico, Ratings: Kids+16, b/n durata 110 min. - Italia 1957.



    CITAZIONE
    Cabiria è una prostituta che esercita la professione nell'area della passeggiata archeologica. Derubata e gettata in un fiume dal fidanzato Giorgio viene salvata da dei ragazzi. Momentaneamente disillusa nei confronti dell'amore affronta le colleghe con un misto di arroganza e ingenuità. Una sera, lasciata la zona abituale, si avventura in via Veneto e viene agganciata da un divo del cinema in crisi di coppia. Costretta a lasciare la sua lussuosa abitazione di nascosto, tornerà alla solita vita sperando in un miracolo che sembra improbabile.
    Immediatamente successivo a Il bidone e in attesa de La dolce vita rappresenta un punto di svolta nella filmografia felliniana. Ha al suo centro un unico personaggio interpretato da una Masina magistrale (premio per la migliore attrice a Cannes). Tutti gli altri, Amedeo Nazzari compreso, sono messi al suo servizio quasi che Fellini fosse totalmente consapevole di avere sintetizzato in Cabiria gli aspetti principali di molti dei temi a lui cari all'epoca. Come la Wanda Giardino de Lo sceicco bianco crede nell'amore nonostante le lezioni che la vita le impartisce. Come Sandra in I vitelloni ha la forza di sopportare i difetti maschili e come la Gelsomina de La strada trova un senso nel sentirsi utile. Si veda in proposito l'ammirazione con cui segue l'uomo che di notte va ad aiutare i senza tetto. A differenza però di una certa astrazione propria di Gelsomina, Cabiria è una donna reale che affonda le radici in un'indagine compiuta da Fellini nel mondo delle prostitute e, molto probabilmente, nella collaborazione alla stesura dei dialoghi di Pier Paolo Pasolini. Si è parlato di Chaplin (e a proposito) in relazione alla sequenza finale del film ma andrebbe sottolineata ancora di più la capacità del regista e di Aldo Tonti alla fotografia, di rendere sempre presente ciò che sta sullo sfondo. È una Roma in cui i casermoni popolari si ergono in mezzo a un nulla che è al contempo metafora di un vuoto esistenziale che solo chi sa resistere alle offese della vita, come Cabiria, può riuscire a superare. Conservando un animo puro al di là delle apparenze.

    Di Giancarlo Zappoli

    fonte MYmovies

    Trailer



    Edited by Angelica90 - 8/4/2016, 11:58
     
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  2. Hafufu
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    Il finale mi ha fatto davvero male.
     
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    Sì, il finale è tanto potente quanto struggente.
    Continua la parabola felliniana neorealista con una sequenzialità episodica della trama, senza mancare i consueti tratti onirici propri del cinema del grande cineasta made in Rimini.
    La vita di Cabiria è un susseguirsi di episodi, soprattutto infelici che malgrado tutto, non l'hanno mai provata abbastanza, è una donna forte, illusa al punto da sopravvivere in una realtà ostinatamente crudele, irrecuperabilmente dilaniante, ma forse questo, lei ingenua, non lo sa.
    Tra la grazia religiosa e il romanticismo di una giovane innocente si consuma il dramma di Cabiria, persona sola, dimorante in un casetta isolata dei sobborghi di Roma, venendo a contatto con personalità della Roma del dopoguerra: bambini giocosi, donne libertine, divi del cinema (un meraviglioso Amedeo Nazzari), circensi, prelati, uomini estremamente altruisti in antitesi con altri, vili e opportunisti malfattori...
    E' un personaggio straordinario, forte di una cadenza decisa e divertente tipicamente romana, quello interpretato magistralmente da Giulietta Masina, giustamente premiata a Cannes, un personaggio che racchiude la teatralità da maschera della Commedia dell'arte di Gelsomina, le illusioni e i sogni di Wanda de Lo sceicco bianco e l'ingenua fiducia romantica verso gli uomini che riponeva la Sandra de I Vitelloni.
    Qualora dovesse esserci una qualche catarsi per Cabiria non è dato saperlo, il finale tuttavia potrebbe aprire una nuova consapevolezza, gioire di un qualcosa che potrebbe arrivare, perchè prima o poi la felicità giunge.
    Fellini si riconferma, prima della consacrazione definitiva, un talentuoso visionario che riesce ad imprimere forza e dignità anche alle cosiddette macchiette, impregnando ogni casuale incontro della protagonista, di significati e messaggi più o meno profondi.
    Antefatto che avrebbe aperto all'apoteosi artistica di Fellini, da guardare assolutamente.

    Voto 9
     
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2 replies since 14/4/2015, 11:33   28 views
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