Il Processo

Orson Welles - 1962

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  1. Jeb!
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    Il processo



    Un film di Orson Welles. Con Anthony Perkins, Elsa Martinelli, Jeanne Moreau, Orson Welles, Romy Schneider, Arnoldo Foà.

    Titolo originale Le procès. Drammatico, Ratings: Kids+16, b/n durata 120 min. - Francia, Italia 1962.


    CITAZIONE
    Dall'opera omonima di Franz Kafka. Joseph K. È un giovane impiegato. Un giorno lo arrestano senza che lui sappia perché. Lo portano davanti a un tribunale che lo processa senza però comunicargli i capi d'accusa. Dopo aver cercato di ribellarsi, Joseph accoglie il consiglio di alcune donne con cui ha avuto rapporti e si confessa colpevole. Ma non è una buona idea. Un giorno vengono a prenderlo e lo giustiziano.

    fonte MyMovies

    Trailer


    Video



    Edited by Viky017 - 29/8/2015, 17:21
     
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    Stupendo questo film, incasinato ma bello. Scrivere un commento dopo una sola visione é molto difficile secondo me, sono del parere che vada visto più di un paio di volte per ascoltare ben bene i dialoghi che sono fondamentali e vanno a toccare svariati temi.
    A livello mentale é indubbiamente stancante, é frenetico ed il ritmo costantemente elevato, ma é talmente interessante che non ci si può annoiare o distrarre nonostante il caos che lo pervade.

    C'è dunque il nostro protagonista, il signor K che una mattina viene bruscamente svegliato dalla polizia e scopre di essere accusato non si sa di cosa e che è in arresto e dovrà affrontare un processo.
    I dialoghi sono da subito intrippanti e pieni di botta e risposta geniali e trabocchetti, viene da chiedersi "chi sta cercando di imbrogliare chi?" . Man mano la situazione si fa più chiara e scoprendo il temperamento e carattere di Mr K ci si rende conto che l'unica cosa per cui viene tormentato ed accusato (non solo dagli altri, ma soprattutto da egli stesso) é il fatto di essere un tipo onesto e che crede esistano delle vere leggi e la vera giustizia. Io l'ho interpretato così.

    A dimostrazione di questo vediamo che lui si sente in colpa per aver giustamente denunciato dei poliziotti che si sono comportati scorrettamente nei suoi confronti e che gli viene mostrato come vengano puniti corporalmente per accrescere la sua mortificazione.
    Oppure la frase pronunciata da una segretaria in archivio del tribunale "non faccia caso alla biancheria stesa, non possiamo impedirgli di lavare i propri panni sporchi" (o qualcosa del genere), pronunciata in quel contesto può voler significare una cosa sola.
    Il film/romanzo sicuramente vuole mettere in evidenza la corruzione degli enti giuridici e i vari rami che ne fanno parte. A sostegno di questo c'è sempre un discorso che K fa sulle incongruenze che riscontra tra la definizione di legge o giustizia in teoria e la raffigurazione che le hanno dato sotto forma di statua.
    Illuminante anche il racconto illustrato all'inizio e alla fine del film, il senso dell'intera pellicola è racchiuso lì.
    Ci sarebbe molto altro da dire, ma c'è così tanto materiale da cui prendere spunto che, come ho già detto, va visto più volte. Approfondirò sicuramente altre cose in un commento futuro perché ho intenzione di rivederlo.

    Gli attori tutti bravi, Anthony Perkins quanto è alto, tre metri? Mi ha fatto venire voglia di rivedere Psyco.

    Tecnicamente è davvero accurato. Partendo dalle scenografie, si alternano spazi estremamente piccoli e stretti, stanze dai soffitti bassi e soffocanti a stanzoni enormi ed esterni che sembrano sconfinati. Ciò contribuisce ad accrescere il senso di smarrimento ed oppressione vissuto dal protagonista.
    La musica ed i rumori di sottofondo sono costanti, non c'è un attimo di silenzio, o almeno così mi è sembrato, il tutto però non risulta mai pesante.
    La regia è leggera...non ci si rende conto minimamente della macchina da presa. Lo sappiamo tutti che un film, ma non si notano affatto gli stacchi e i movimenti di macchina, é come se non ci fosse, non so come spiegarlo. Piani sequenza e sfruttamento degli ambienti magnifici. Così come la fotografia ed il B/N.
    Orson, mio amor, come potei ignorarti finora, come...rimedierò!
     
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  3. ]Renzo
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    UGH!!! Calma Vicky, se lo hai capito,così levi a tutti lo sforzo di pensare al film e e ti levi il piacere del dubbio. :m41: Anche solo la favola raccontata all'inizio si è presa molte mie ore di sonno.

    Comunque anch'io l'ho adorato, ma soprattutto per quell'inquietudine così universale del protagonista.
     
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    Eh, forse hai ragione, ma non ho fatto spoiler è solo la mia interpretazione...ognuno avrà la propria :D Comunque anche se non l'ho scritto, qualche dubbio mi è rimasto
     
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  5. ]Renzo
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    CITAZIONE (Viky017 @ 19/3/2015, 10:29) 
    Eh, forse hai ragione, ma non ho fatto spoiler è solo la mia interpretazione...ognuno avrà la propria :D Comunque anche se non l'ho scritto, qualche dubbio mi è rimasto

    Il brutto è che la gente prende come verità tutto quello che vede in TV o legge. E così le persone "non sprecano tempo" a pensare ciò che trovano già apparecchiato.
    "Non c'è nessun espediente cui un uomo non ricorra per evitare la fatica autentica di pensare" [cit. Joshua Reynolds]

    Non prendertela. L'ho capito solo di recente.
     
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    Problema loro, non mio...e poi non credo di essere così influente :lol: comunque sono d'accordo con ciò che hai scritto e la citazione. Di liberi pensatori ce n'è pochi.

    Oggi penso che vedrò Quarto Potere.
     
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  7. ]Renzo
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    CITAZIONE (Viky017 @ 19/3/2015, 13:34) 
    Problema loro, non mio...e poi non credo di essere così influente :lol: comunque sono d'accordo con ciò che hai scritto e la citazione. Di liberi pensatori ce n'è pochi.

    Oggi penso che vedrò Quarto Potere.

    Perché lo pensi? Comunque il risentimento e la vanità delle persone verso i pensieri è tale da rubare qualsivoglia pensiero per sembrare intelligenti. E se una persona "ragiona" senza aiuti su un film, tutto il messaggio del film film gli rimarrebbe in testa più di una serie di frasi imparate a memoria.
    Puoi dire le tue impressioni sul film, ma mai sul messaggio, o dare alcuni indizi per cui la gente ci possa arrivare da sola.
    Ad una lezione di storia del cinema ci venne a trovare Francesco Fei e disse <<parlare dell'arte è come ammazzarla>>
     
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    Perchè non penso di essere influente? Boh...Non credo di dispensare verità, quello che scrivo è solo il mio pensiero e non cerco l'approvazione degli altri. Di solito la gente si accoda a chi ritiene essere figo o potente, ed io non penso di esserlo.
    Comunque sono assolutamente d'accordo con te! Dal canto mio però mi piace confrontarmi con gli altri e conoscere altri punti di vista su ciò che io interpreto in un modo. Non per cercare di arrivare ad una verità assoluta o trovare il "messaggio giusto", semplicemente per parlare. Lo scambio di opinioni e pensieri è una cosa bella, se ognuno ha i propri.
    "Parlare dell'arte è come ammazzarla" si, partendo dal concetto di base che un'opera d'arte è l'estensione del suo autore, sarebbe come discutere di una persona senza conoscerla. Però si può lasciare libero chi osserva di costruire il proprio pensiero a riguardo. Come fece Kubrick con 2001.

    Stiamo sconfinando nella landa dell'off-topic. Si può continuare il discorso da qualche altra parte :D
     
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    Che Franz Kafka fosse stato uno scrittore molto cinematografico è innegabile, ciò che non è dato per scontato è che un regista sia abbastanza in gamba da rappresentare la letteratura espressionista dell’autore adeguatamente. Credo che Orson Welles, insieme a pochi altri, sia il regista che meglio abbia potuto trasporre un romanzo dello scrittore praghese, pur senza esentarsi a suo tempo, da una schiera di detrattori. Non a caso fu lo stesso Welles ad aver iniziato questo progetto e portato a termine senza la supervisione di una commissione. Il ribervero che un romanzo come Der Prozess ha scatenato per la letteratura del XX secolo è paragonabile e non più di 4 o 5 libri. Kafka era un vero maestro nel creare mondi allucinatori e deve un’impresa per chiunque porre le basi, oltre che per l’ideazione in sè, specialmente per la costruzione di un film dalle atmosfere così grottesche e surreali, che come ci ricorda il bellissimo prologo ad opera di Alexandre Alexeieff, corrispondono a quelle di un sogno, di un incubo.
    Mi astengo dal commettere l’errore che molti fanno nel paragonare pedissequamente il versante letterario a quello della messa in scena, in quanto trovo abbastanza inverosimile che ogni particolare narrativo sia messo in bella vista lì… a far contento l’esigente lettore. No, trovo sia giusto e doveroso ricorrere a qualche espediente filmico nella ricreazione di un’ opera di pura fantasia.
    Tutto questo preambolo per poter finalmente parlare del processo di Welles e non Kafka, beninteso, poiché laddove Franz fa annuire il suo Josef K. passivamente, Orson rende il suo Joseph K. un ragazzo risoluto e spontaneo e non così remissivo. Il Processo è il romanzo della colpa e della vergogna, il senso dell’intera opera sta nel dare una spiegazione a quel senso di colpa che grava sulle spalle del protagonista, che incombe su di lui e lo schiaccia, senza più pace, né redenzione, né catarsi. E’ un abisso di pratiche burocratiche senza fine, si viene immersi nei meandri più oscuri e segreti della legge, e non è detto che questi trovino rivelazione. La critica si è impegnata a dare le più disparate interpretazioni e il film di Orson Welles ci fa addentrare col suo bianco e nero pieno di contrasti, le sue scenografie plumbee e angosciose, e il viso da eterno ragazzo di Anthony Perkins in un mondo in cui l’individuo non ha alcun potere sulla propria esistenza e il proprio destino. Ogni dinamica del processo che prende forma è mossa da una forza ignota e misteriosa, invisibile e proprio per questo inaffrontabile. Un tribunale ebbro di sporcizia, di gente bizzarra, di corridoi angusti, di spazi impercorribili, di maestosi dipinti che ritraggono non così maestosi giudici, di donne che sono solo corpi vuoti e seducenti, una dimensione ora colma di folle urlanti senza ritegno, ora talmente vuota e desolante da far sembrare K un disperso solo per il fatto di essere un uomo solo in spazi immensi, notevole qui l’uso del grandangolo.
    Alcuni dei capitoli del libro vengono riprodotti molto fedelmente, l’incontro con l’avvocato in particolare, interpretato proprio da Welles, è di grande impatto grazie anche al personaggio di Bloch, che appare dapprima informato sulle questioni giudiziarie affermando di avere 5 legali, per poi rivelarsi servile e ruffiano al cospetto del potere dell’anziano avvocato. Tutta la rocambolesca sequenza a casa del pittore Titorelli è fenomenale sia sul piano registico che scenografico, con un montaggio da brividi le ragazzine vengono trasformate in spettri aleggianti attorno ad una sorta di oracolo, ossia Titorelli stesso, responsabile anche di ritrarre i giudici in quelle pose così ampollose di cui parlavo sopra. Poi l’uscita che dall’appartamento di questi dà direttamente alla cancelleria del tribunale è stata la nota decisiva che mi ha portato a valutare così positivamente questo film così strano ma forte di una realizzazione che è disarmante e geniale per quanto barocca e appunto kafkiana.
    Il finale in cui K muore in seguito all’esplosione della dinamite nel burrone da parte dei due funzionari non ha la stessa imponenza della morte “da cane” del romanzo venuta per mano di una coltellata degli inseguitori, ma nonostante questa differenza si può dire girata anche questa a regola d’arte.

    Ammirevole poter trovare tanta sostanza in un film la cui storia si dipana in maniera così surreale attraverso i vertiginosi abissi del mondo onirico, un film che a detta dello stesso Welles, è il migliore da lui girato.

    Voto 9
     
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    Oddio questo film non sapevo neanche esistesse! E' tratto da Il processo di Kafka... devo assolutamente recuperarlo.
     
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9 replies since 3/3/2015, 20:50   122 views
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