Dersu Uzala, il piccolo uomo delle grandi pianure

Akira Kurosawa - 2 Agosto 1975

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    Dersu Uzala, il piccolo uomo delle grandi pianure

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    Un film di Akira Kurosawa. Con Juri Solomin, Maksim Munzuk, Yuri Solomin, Svetlana Danilchenko, Dmitri Korshikov.

    Titolo originale Dersu Uzala. Avventura, Ratings: Kids+16, durata 130 min. - URSS, Giappone 1975.


    CITAZIONE
    Un capitano russo ricorda il vecchio Dersu, un cacciatore mongolo che gli fece da guida durante le sue esplorazione nella tundra. Durante una tormenta il piccolo uomo salva la vita all'ufficiale. Passano gli anni: Dersu diventa vecchio e quasi cieco. Il capitano lo prende con sé, ma Dersu non può invecchiare come un qualunque pensionato: prega il capitano di rimandarlo nella taiga dove verrà ucciso da un comune ladrone. Dersu Uzala segna il ritorno al cinema in grande stile del regista giapponese più prestigioso dei nostri giorni: Akira Kurosawa. Il successo non aveva impedito all'autore di entrare in una grossa crisi professionale all'inizio degli anni Sessanta, culminata con la messa al bando da parte dei produttori e il tentato suicidio nel 1971. Questa coproduzione con la Russia che gli ha fatto vincere vari premi (tra cui l'Oscar per il miglior film straniero nel 1976) è uno splendido poema epico sulla sintonia dell'uomo con la natura. Una scena in particolare (quella della tormenta) fa ormai testo.

    fonte MYmovies

    Trailer



    Edited by Viky017 - 29/5/2015, 18:41
     
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    Kurosawa per la prima volta nella sua carriera lascia il Giappone e va in trasferta in Russia.
    Ma non del tutto per sua volontà ed è giusto fare una piccola premessa: agli inizi degli anni '70, nonostante il grande successo internazionale raggiunto con film di indubbio valore il regista si trova ad affrontare una grave crisi professionale e personale, i produttori lo abbandonano e tenta il suicidio. Qualche anno dopo si riprende e vuole tornare a fare film, ma in patria nessuno è disposto a finanziarlo, manco fosse un esordiente sconosciuto. Solo in Unione Sovietica gli offrono i soldi necessari per girare e così nasce Dersu Uzala - Il piccolo uomo delle grandi pianure (che gli varrà l'oscar come miglior film straniero) sulla base di alcuni diari di tale Vladimir Klavdievič Arsen'ev, eploratore che nei primi anni del XX secolo si recò più volte nella remota regione del Sichote-Alin', Siberia orientale, per tracciarne delle mappe per l'esercito. I fatti narrati nel film, dunque, sono tutti accaduti realmente e il regista li divide in due atti con un breve prologo ambientato nel 1910 e che serve da pretesto per narrare l'intera storia come un lungo flashback.
    Nel 1902 il capitano Arseniev è alla guida di una spedizione topografica in zone inesplorate della taiga siberiana e una sera si avvicina al loro accampamento un uomo di bassa statura, dai tratti simil-orientali, che afferma di chiamarsi Dersu Uzala, di appartenere ad un gruppo etnico nomade di una zona al confine con la Mongolia e di fare il cacciatore nella taiga da oltre 30 anni, da quando, cioè, tutta la sua famiglia è stata sterminata dalla peste. Il capitano lo prega di far da guida alla sua spedizione e Dursu accetta; inizialmente gli altri partecipanti alla spedizione sono un po' dubbiosi nei riguardi del nomade, ma egli si guadagna rapidamente il loro rispetto grazie alla profonda conoscenza della foresta, alla capacità di comprendere e rispettare la natura, al suo intuito e intelligenza, all'eccezionale abilità col fucile, ma soprattutto per la sua immensa umanità e bontà disinteressata. In un'occasione rischierà pure la vita per salvare il capitano durante una tormenta di neve (sequenze, peraltro, dal grandissimo impatto visivo). Alla fine della missione Dersu e gli uomini si separano con gran dispiacere, dato che tra di loro si era creata una profonda amicizia in quel breve tempo.
    Cinque anni dopo, nel 1907, Arseniev sta guidando un'altra spedizione topografica in una zona vicina a quella esplorata in passato e si imbatte per caso nuovamente nel nomade mongolo che, felicissimo, si aggrega a loro. In questa occasione sarà il capitano a salvare la vita a Dersu, caduto nel fiume. Ma il nomade ormai è vecchio, comincia ad accusare i primi segni di miopia (che lui interpreta come una maledizione della taiga per aver ferito una tigre) e alla fine della spedizione Arseniev lo invita a trasferirsi a casa sua, in città. Naturalmente Dersu non riesce ad abituarsi a quella vita e dopo qualche disavventura tragicomica, tra cui un arresto per aver tentato di abbattere un albero del parco cittadino per far legna, Dersu prega Arseniev di ricondurlo nella taiga, nonostante le sue condizioni. Poco tempo dopo il nomade viene trovato morto, lì dove ha vissuto per oltre trent'anni, com'era naturale che fosse.

    Dersu Uzala - Il piccolo uomo delle grandi pianure è uno di quei film che scaldano il cuore per la profonda umanità di cui sono intrisi, per il loro essere un inno alla vita ed alla fraternità umana senza mai scadere nel patetico-sentimentale, bensì presentandosi con estrema semplicità e spontaneità.
    Kurosawa inoltre mostra la sintonia che si può creare tra uomo e natura quando ci impegniamo a rispettare quest'ultima e la taiga siberiana è perfetta per questo scopo, col suo essere al contempo incantevole e mortale se non la si conosce e il film ci mostra entrambi questi suoi volti. Tra l'altro la fotografia in certi momenti è davvero eccezionale e ci regala scorci naturali di infinità bellezza e i due protagonisti, pur essendo degli esordienti, se la cavano ottimamente e difficilmente ci si scorderà dei loro personaggi dopo aver visto il film, pure a distanza di molto tempo. Sono originali, ben caratterizzati, soprattutto psicologicamente e la loro vicenda umana è commovente.
    Non è il classico film di Kurosawa (la trasferta sovietica incide sul suo solito stile, e forse ha inciso anche il periodo di crisi/pausa), ma non deluderà i fan del regista. 8.5/10
     
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