Kwaidan

Masaki Kobayashi - 29 Dicembre 1964

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    Kwaidan

    locandina



    Un film di Masaki Kobayashi. Con Rentaro Mikuni, Misako Watanabe Titolo originale Kaidan. Horror, durata 183 min. - Giappone 1965.


    TRAMA
    CITAZIONE
    Tre storie di fantasmi ispirate ai racconti di Lafcadio Hearn, un americano che visse in Giappone alla fine del secolo scorso. Un samurai torna dalla moglie dopo molti anni e scopre che si è tramutata in uno spettro. Un musicista cieco diventa famoso quando racconta la storia della sua menomazione. Nella storia La donna di neve si racconta l'incubo di due taglialegna durante una terribile tempesta sulla montagna.

    fonte MYmovies

    Trailer:

    Video



    Edited by Paranoyd - 27/1/2015, 19:23
     
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    Premessa: mi risulta che la durata sia di 183 minuti e che sia del '64 (vabbè, del 29 dicembre, dunque siamo lì lì).

    Avevo già postato una recensione piuttosto lunga e dettagliata a suo tempo sul mio profilo RYM (che trovate in firma *momento pubblicità*) (ah, c'ho pure un'immagine del film in firma), dunque la riporto pure qui (sotto spoiler ché ho davvero scritto troppo) (ok, la smetto con le parentesi):

    Kwaidan - Storie di fantasmi è un altro capolavoro di Masaki Kobayashi, già noto per Harakiri, ma lo stile adottato in questi due film, separati solo da un paio d'anni, è decisamente differente.
    La prima differenza, seppur banale, balza subito agli occhi e si rivela essere decisiva: il colore. Kwaidan è un film a colori (mentre Harakiri era in bianco e nero), ma l'uso che ne viene fatto rende questo film uno dei più visivamente eccezionali della storia del cinema. Già dai titoli di testa, tra i più belli mai visti, possiamo intuire ciò che vedremo in seguito: i cartelli col cast si alternano a getti di vari colori che si sciolgono nell'acqua; una sorta di dripping liquido che ci introduce in maniera astratta alle atmosfere trasfigurate e fortemente pittoriche che ammireremo nel film.

    Colori ipersaturi e luminosi e fondali teatrali in cinemascope dipinti a mano con cura espressionista e surreale si imprimono immediatamente nella mente dello spettatore e non sono semplicemente degli sfondi su cui si svolgono le vicende, bensì diventano quasi funzionali alla narrazione stessa.
    Non c'è più il brutale e rigoroso realismo di Harakiri; in questo film ci si muove in dimensioni oniriche ed ultraterrene.

    A tutto ciò si aggiunge l'eccezionale colonna sonora del maestro Toru Takemitsu, un misto di musica tradizionale giapponese, musique concrète ed elettronica, che contribuisce ad accrescere l'inquietudine dominante alcune scene. Kobayashi mira infatti ad integrare spazialità e suono per creare più pathos in certi momenti.

    Venendo alla storia in sé, Kwaidan si compone di quattro racconti che rientrano nel filone della classiche ghost stories giapponesi: i kaidan da cui, appunto, il titolo del film. Storie di spettri dei deboli che covano rancore per il trattamento subìto dal più forte e continuano ad odiarlo anche dopo la morte, fino a giungere all'immancabile vendetta. Ben lontano dal classico horror occidentale, ed anche dalle più recenti storie horror che ci giungono dall'estremo oriente.
    Kobayashi riesce ad imprimere la sua eleganza pure nel narrare storie di fantasmi e vendetta dall'oltretomba e, come già detto, il merito va in gran parte al lato visivo e scenografico del film.

    Il secondo racconto [La donna della neve] è con tutta probabilità il più bello, sia visivamente che per la storia. Il regista gioca coi cromatismi, i fondali sono tutti surreali e si susseguono diversi "quadri" a seconda dei momenti: nel primo, durante la tempesta di neve in cui appare lo spettro, tutto è giocato sul bianco a cui è applicato un filtro azzurro che rende la scena più irreale; il secondo ed il terzo quadro sono dominati dall'arancione del tramonto ed è qui che il protagonista incontra la giovane Yuki con cui si sposa; il quarto quadro ha come sfondo un cielo cupo grigio/azzurro: sono passati gli anni e Yuki ha avuto tre figli; il quadro finale torna ad essere dominato dal blu, la dimensione soprannaturale ha ripreso il sopravvento sul reale dopo che l'uomo ha infranto il giuramento fatto anni prima; la neve invade la dimora e non c'è più distinzione tra esterno ed interno

    Nel terzo racconto [Hoichi senza orecchie] risaltano le atmosfere del teatro kabuki, col suonatore di biwa che rievoca la battaglia navale di Dan-no-ura, che viene presentata allo spettatore tramite scene dominate da un cielo infuocato ed illustrazioni d'epoca.

    Mi spiace aver notato che molti utenti giudichino il quarto ed ultimo racconto [In una tazza di tè] così negativamente. Bisogna innanzitutto fare una premessa: questo film costò moltissimo alla Toho Company ed il budget stanziato era esaurito già ben prima di arrivare alla fine delle riprese. Il solo trailer costò la bellezza di 350 milioni di yen, un record.
    Trovandosi a corto di soldi e con un episodio ancora da completare, nonché con la scadenza imposta dal desiderio di presentare il film a Cannes (ove poi vincerà il premio speciale della giuria) Kobayashi ha dato fondo al suo genio con un espediente meta-narrativo; si immedesima nello scrittore che inventa la storia ma non sa come concluderla, ponendo al suo editore (ed a noi spettatori) il quesito: "pensi lei ad un finale adeguato ad una storia in cui il protagonista ingoia uno spettro."
    La scena finale è ancor più emblematica: in un calderone pieno d'acqua appare un volto con una mano tesa fuori dalla superficie intenta a salutarci.
    L'immaginazione ha superato la realtà, il soprannaturale ha travolto gli argini.

    Certo, si potrebbero anche muovere delle critiche a questo film. Capita spesso che quando si hanno a disposizione budget enormi e ci si dedica con tanta cura all'apparenza (i colori, i fondali...), venga meno la sostanza. Ed in parte, purtroppo, accade: a tratti le storie non sono così originali, si impantanano in momenti morti e, soprattutto, manca la critica sociale mossa da Kobayashi in tanti altri suoi film, come Harakiri o La condizione umana. Nel complesso, però, ci può passare sopra e godere comunque di questo capolavoro.
     
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    Bravo, veramente. Vorrei potermi procurare certi film con maggior facilità, impossibile non venirne a conoscenza :)
    Non sono riuscito a trovare una versione decente doppiata, o per lo meno sottotitolata, tu... come l'hai visto?
    Se posso domandare :lol:

    Ah l'errore di durata era piuttosto notevole, clamoroso, ho corretto subito, thanks man ;)
     
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    Ho la fortuna di avere a pochi passi da casa una biblioteca con una mediateca riccamente fornita di dvd e c'hanno pure questo film :lol:
    Questa edizione, per essere precisi.

    Comunque ho visto che sul TNTforum c'è un torrent, ma senza seed. Però magari puoi chiedere il reseed.
     
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    Il solito fortunello <_<

    Il torrent che ho trovato su TNT l'ho scaricato ma è senza sottotitoli. Credo che l' acquisterò online, dopotutto ne vale la pena :)
     
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