Kingsman: Secret Service

Cosa hanno in comune un film di James Bond, My Fair Lady e Kick Ass? La risposte è: Kingsman. Se mettessimo questi tre film in un frullatore avremmo un perfetto spy movie con tanto di indottrinamento del protagonista e crescita personale, il tutto condito da una massiccia dose di fumettistica violenza. E questi, insieme alla non trascurabile presenza di una studiata autoironia, sono gli elementi fondamentali del nuovo film di Matthew Vaughn.
La trama non è di certo innovativa (anzi ricorda molto quella di Stormbraker): un giovane brillante e pieno di doti spreca, a causa della difficile situazione in cui vive, le proprie potenzialità, finché un giorno non viene iniziato ad una società segreta che salvaguarda la pace e la giustizia. Dopo aver superato una serie di difficili prove per dimostrare il proprio coraggio e la propria lealtà diventa una superspia e sventa (con l'aiuto di un immancabile arsenale di gadget) il piano malefico di un uomo che brama di decimare la popolazione mondiale.
Visto semplicemente così non sembra un film particolarmente accattivante, ma in realtà ha molto di più da offrire. Come ho gia detto uno dei suoi punti di fortza è l'autoironia: Kingsman non nasconde di aver preso spunto da pellicole precedenti, anzi non perde occasione di farlo notare con una lunga serie di citazioni e riferimenti inseriti nei discorsi dei personaggi così come nelle loro azioni. Il modello della spia gentiluomo in stile James Bond è portata agli estremi, viene quasi resa una dottrina, con tanto di riferimento al famoso Martini dell'agente del MI6. I protagonisti parlano delle loro gesta come di un film d'azione e si comportano spesso di conseguenza, ricalcando le orme dei classici cliché come la necessaria uccisione col gadget nascosto, i cattivi che cercano di uccidere i buoni agendo molto lentamente (ad esempio quando puntano i missili contro l'aereo) o l'immancabile scagnozzo con un'improbabile arma; ma c'è anche un'altra faccia della medaglia: spesso vengono infranti quei canoni che caratterizzano questo genere di film, e così il cattivo, dopo l'ennesimo paragone con un film di spionaggio, e il piano malvagio
Se aggiungiamo una serie di situazioni decisamente inaspettate (tra cui un improbabile cena galante a base di McDonald's e un'insolita proposta da parte di una principessa scandinava) possiamo dire che il film non manca di colpi di scena.
Nessun film però è senza peccato, e anche Kingsman ha la sua serie di incongruenze che non possono essere spiegate come semplici rimandi ad altri film: per citarne una, abbiamo un eroe che diventa da semplice ragazzo di periferia a macchina da guerra sovrumana senza praticamente alcun tipo di allenamento al combattimento.

Vaughn ripropone una regia molto simile a quella che aveva usato in Kick Ass, soprattutto per quanto riguarda i combattimenti. Ci presenta scene decisamente adrenaliniche e spettacolari senza preoccuparsi di renderle realistiche, con una violenza estrema espressa tanto dalle perfette coreografie degli stunt e dagli effetti sonori quanto dai movimenti della macchina da presa, inusuali ma coinvolgenti. Notevole il suo utilizzo della musica per accompagnarle: con un'azzeccatissima colonna sonora riesce a rendere scene degne del più terrificante film horror ironiche e divertenti, senza mai rinunciare all'aspetto estetico. Prima fra tutte la scena delle esplosioni delle teste, in cui sostituisce al realistico fiume di sangue che ci si aspetterebbe un effetto più colorato e "allucinato".
Il cast vede attori del calibro di Colin Firth, Michael Cain e Samuel L. Jackson. Tutti e tre in ruoli imprevedibili e atipici, tutti e tre come sempre molto bravi. Il premio Oscar Colin Firth riesce a gestire con destrezza anche la parte dell'uomo d'azione, e Cain è perfetto per la parte di Artù (che sarebbe M di 007, anche se in questo caso è un personaggio meno monocromo), ma chi più riesce nel suo ruolo è Samuel L. Jackson, che dà vita ad un supercattivo veramente fuori dagli schemi.

Non sarà di certo il film dell'anno, ma è decisamente una visione piacevole che non annoia mai per tutte le sue due ore. Un ritorno ai vecchi spy movies che verrà apprezzato tanto dagli amanti del genere quanto da chi si accontenta di un buon action movie. Non imperdibile ma consigliato, un film che potrebbe anche avere i presupposti per un buon sequel (anche se per i sequel l'ultima parola ormai spetta solo al botteghino).

Voto 7.5