In Dreams

Neil Jordan - 1999

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    In Dreams



    Un film di Neil Jordan. Con Robert Downey Jr., Annette Bening, Aidan Quinn, Stephen Rea, Margo Martindale.

    Thriller, durata 99 min. - USA 1999.


    CITAZIONE
    Claire Cooper illustra libri per l'infanzia e soffre di incubi. L'uccisione della figlia le permette di comprendere che la sua mente è 'abitata' dalle ossessioni di un serial killer. Invece di resistergli decide di lasciarsi andare per poterlo incontrare e morire finalmente in pace. Jordan torna da par suo ai temi d'esordio di In compagnia dei lupi e continua ad affrontare il tema dell'ambiguità senza il timore di cadere nelle trappole della psicanalisi.

    fonte MYmovies

    Trailer


     
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    Ed ecco un altro film con Robert Downey Jr., questo attore tanto amato da tutti e tanto odiato da me. Ahimè, non posso dagli contro neanche troppo, poiché questo penso sia il migliore fra i suoi film (almeno quelli che ho visto io).

    Il film è intricato e interessante, sopratutto per quanto riguarda il personaggio di Claire Cooper (Annette Bening), una sensitiva che riesce a mettersi in contatto, attraverso i suoi sogni premonitori, con il serial killer che terrorizza la città rapendo bambine. Claire è ossessionata da questi incubi, nei quali vede le bambine mentre vengono portate via da una strana figura. Mi è piaciuto l'alone di mistero che avvolge il film e anche il fatto che il dono così speciale come quello di Claire venga preso per pazzia, curabile dunque con la psicoanalisi. Secondo me questo film è una sorta di denuncia contro la psicoanalisi, la quale non si occupa tanto di curare il problema del paziente, quanto di sopprimerlo, in qualunque forma esso si manifesti, imbottendo il soggetto di farmaci per poi ottenere l'effetto opposto, magari facendolo impazzire definitivamente.

    La follia è il tema principale del film: è suggestivo il fatto che il killer riesca ad entrare nei sogni di Claire e pian piano nella sua mente, trascinandola pian piano nella sua follia e impossessandosi di lei, permettendo così a noi di vedere il passato del killer e come sia riuscito ad evadere dall'ospedale psichiatrico. Claire è determinata e vuole salvare a tutti i costi l'ultima bambina rapita, decide così di farsi guidare da questo misterioso uomo, permettendogli di prendere il sopravvento su di lei.
    Ci viene dunque mostrato un breve scorcio della vita passata del killer (che si fa chiamare Vivian) e il momento della evasione dal manicomio, momento che ho apprezzato molto e che avrei desiderato fosse più lungo. Grazie al fantastico ruolo secondario del mio amatissimo Geoffrey Wigdor (<3), nei panni del giovane Vivien che riesce a fuggire travestendosi da infermiera. Oltre ad avermi fatto piegare dalle risate, ha aggiunto ancora più mistero e carisma al personaggio.

    Passiamo al caro Robert (che interpretava Vivien da adulto): l'ho trovato bravino; il suo era sicuramente un personaggio molto particolare e fuori dalle righe, ogni tanto risultava essere un po' forzato. Ma non posso giudicarlo troppo da questo film, poiché il suo personaggio era decisamente troppo strano per poter capire veramente la bravura di Downey. Ripeto che comunque non l'ho trovato malaccio, però nella scena finale l'ho trovato un po' stridente.

    Detto questo, il film mi è piaciuto, l'ho trovato interessante e che tratta un tema particolare, non molto approfondito. La fotografia potevano cercare di fare qualcosa di un po' più ricercato, mentre la regia l'ho trovata presente e ben organizzata.
     
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