[Libro] La ragazza interrotta

Susanna Kaysen - 1993

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    La ragazza interrotta



    La ragazza interrotta (Girl, Interrupted) è un libro in forma di diario del 1993, scritto dall'autrice statunitense Susanna Kaysen. Nel libro l'autrice parla della sua esperienza come paziente in una clinica psichiatrica negli anni sessanta.
    Nel 1999 dal libro è stato tratto un film, Ragazze interrotte (Girl, Interrupted) diretto da James Mangold, con Winona Ryder e Angelina Jolie, sebbene quest'ultimo sia molto diverso dal libro stesso.
    Il titolo dell'opera deriva dal quadro di Vermeer Concerto interrotto (Girl Interrupted at her Music), cui Susanna è particolarmente legata.

    TITOLO ORIGINALE: Girl, Interrupted
    AUTORE: Susanna Kaysen
    1ª ED. ORIGINALE: 1993
    GENERE: Autobiografia
    LINGUA ORIGINALE: Inglese

    Trama
    CITAZIONE
    «La gente ti chiede: come ci sei finita? In realtà, quello che vogliono sapere è se c'è qualche probabilità che capiti anche a loro. Non posso rispondere alla domanda sottintesa. Posso solo dire che è facile.»
    A diciotto anni Susanna Kaysen, dopo una sommaria visita di un medico che non aveva mai visto prima, viene spedita in una clinica psichiatrica. Passerà i due anni successivi nel reparto adolescenti del McLean Hospital, noto per i suoi pazienti famosi (Sylvia Plath, James Taylor e Ray Charles, tra gli altri) e per i metodi di cura all'avanguardia. La sua storia, raccontata con tono distaccata, a volte comicamente beffardo e sempre autoironico, riesce nell'impresa di trasmetterci il senso di un esperienza che in genere può essere compreso soltanto da chi l'ha vissuta.

    Fonti: TEA libri; wikipedia
     
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    Prima di leggere questo libro avevo visto il film che ne era stato tratto e mi aveva colpito molto positivamente. Il libro, autobiografico, mi ha preso molto, è breve (160 pagine), conciso, ironico ed allo stesso tempo un pugno nello stomaco.
    Susanna Kaysen, colta e proveniente da una famiglia benestante, l’autrice e protagonista delle vicende che racconta, descrive con estrema lucidità e intelligenza la propria condizione e il proprio passato.
    Internata a diciott’anni in una clinica psichiatrica con la diagnosi di Disturbo da Personalità Borderline, poi giudicata guarita e rilasciata due anni dopo (anche perché si era sposata e nel ’68, come dice lei, “una proposta di matrimonio la capivano tutti”), circa venticinque anni dopo decide di raccontare la propria esperienza, recuperando e pubblicando anche stralci della propria cartella clinica dell’epoca (è solo così che verrà a conoscenza di ciò che le era stato diagnosticato anni prima- liquidato un tempo davanti a lei semplicemente come “disturbo del carattere"). Numerosissime le critiche sferzanti al mondo dell’igiene mentale (psichiatri, psicoterapeuti, psicologi, studiosi, biochimici, non si salva nessuno, solo l’infermiera Valerie, l’unica che dimostra compassione verso le pazienti della clinica e l’unica che pensa a loro come esseri umani meritevoli di compassione e non come oggetti di studio, alieni, esseri difettati da aggiustare).
    Certo che la condizione dei pazienti nei manicomi degli anni ’60 era veramente agghiacciante, quella delle donne pure peggio (si veniva internata anche perché ritenute “promiscue”…). Alla Kaysen è andata pure bene… Secondo me nel campo della salute mentale siamo ancora molto indietro, purtroppo… In ogni caso è un bene che abbiano cancellato l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali del Dsm nel 1990!, come sottolinea ironicamente Susanna, chissà cosa resterà e cosa verrà tolto nei prossimi vent’anni … :D
    Nonostante le tematiche trattate ripeto che si tratta di un libro per nulla pesante, che mi ha fatto ridere in più punti (l'autoironia non manca) e riflettere in altri.
    Ci sono molte frasi degne di citazione, tipo questa:
    CITAZIONE
    I matti sono un po’ come i calciatori scelti per battere il rigore. Spesso è pazza l’intera famiglia, ma poiché non può entrare tutta in ospedale, si sceglie una sola persona come pazza e la si interna. Poi, a seconda di come si sentono gli altri componenti, la si tiene dentro o la si risbatte fuori, per dimostrare qualcosa sulla saluta mentale della famiglia stessa.

    Insomma se non si fosse capito ho trovato questa autobiografia molto bella e ve la consiglio anche se non siete fan del film.

    Edited by lola92 - 16/11/2014, 19:59
     
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    NOn sono fan del film nella maniera più assoluta ed è per questo che questo libro mi sembra interessante. Lo cercherò
     
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    Neanche l'autrice è fan del film ;)
    Io però sì ahah (comunque manca tutto quel contorno hollywoodiano e sensazionalistico, è molto diverso dal film e molto più asciutto e, ovviamente, realistico).
     
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3 replies since 16/11/2014, 15:09   67 views
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