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La Stanza del Figlio
La stanza del figlio è un film del 2001 diretto da Nanni Moretti, vincitore della Palma d'oro al 54º Festival di Cannes, 23 anni dopo l'ultimo film italiano vincitore a Cannes, L'albero degli zoccoli di Ermanno Olmi.
Paese di produzione: Italia, Francia
Anno: 2001
Durata: 99 min
Genere: drammatico
Regia: Nanni Moretti
Soggetto: Nanni Moretti
Sceneggiatura: Linda Ferri, Heidrun Schleef, Nanni Moretti
Produttore: Nanni Moretti, Angelo Barbagallo
Casa di produzione: Bac Films, Canal+, Rai Cinemafiction, Sacher Film, Telepiù
Distribuzione (Italia): Sacher Distribuzione
Fotografia: Giuseppe Lanci
Montaggio: Esmeralda Calabria
Musiche: Nicola Piovani
Scenografia: Giancarlo Basili
Interpreti e personaggi:
Nanni Moretti: Giovanni
Laura Morante: Paola
Jasmine Trinca: Irene
Giuseppe Sanfelice: Andrea
Sofia Vigliar: Arianna
Renato Scarpa: Il preside
Roberto Nobile: Il prete
Silvio Orlando: un paziente
Stefano Accorsi: un paziente
Stefano Abbati: un paziente
Dario Cantarelli: un paziente
Paolo De Vita: Papà di Luciano
Roberto De Francesco: Commesso del negozio di dischi
Claudio Santamaria: Commesso del negozio di articoli subacquei
Antonio Petrocelli: Enrico
Lorenzo Alessandri: Papà di Filippo
Alessandro Infusini: Matteo
Silvia Bonucci: Carla
Marcello Bernacchini: Luciano
Alessandro Ascoli: Stefano
Emanuele Lo Nardo: FilippoCITAZIONEGiovanni è uno psicanalista che esercita la sua professione ad Ancona e la moglie Paola gestisce una piccola casa editrice. Hanno due figli adolescenti, Irene e Andrea, e la vita della famiglia trascorre nell'ordinaria tranquillità del lavoro e degli studi, resa piacevole dai pranzi consumati insieme, dai passatempi e dallo sport. Vi è qualche incomprensione tra Andrea e il padre: Giovanni lo rimprovera per la ragazzata commessa rubando un minerale nel laboratorio di scienze della scuola, e si capisce che vorrebbe che egli avesse un carattere più forte e determinato.
Una domenica, Giovanni propone ad Andrea di trascorrere parte del pomeriggio facendo jogging insieme, ma l'improvvisa richiesta di un paziente di essere visitato a domicilio annulla il progetto. Andrea decide allora di impegnare la giornata in un'immersione subacquea con gli amici, nella quale perde la vita per un banale incidente.
L'armonia familiare si spezza e ciascuno si trova solo nel proprio dolore. Giovanni è preda dei sensi di colpa nei confronti del figlio, vorrebbe cancellare la dolorosa realtà con un impossibile «ritorno indietro», prova un profondo rancore verso il paziente che ha provocato il cambiamento di programma di quel giorno fatale ed è incapace di continuare il proprio lavoro, che viene radicalmente rimesso in discussione. Si rende conto, attraverso minuti particolari – una tazzina sbeccata, una teiera incollata, un mobile rigato – che l'ordine in cui viveva era solo apparente, che era minato da crepe all'apparenza superficiali, ma in realtà profonde.
Alcuni giorni dopo giunge una lettera indirizzata ad Andrea da una sua amica, Arianna, un amore estivo sconosciuto ai genitori, la quale aveva scritto ignorando l'accaduto. Paola desidera incontrarla e per telefono la informa della triste realtà. In un primo tempo la ragazza si oppone all'incontro, poi decide di rendere visita alla famiglia. A loro Arianna mostra la foto della stanza che Andrea aveva scattato e le aveva donato, entra e si raccoglie in «quella stanza che, dopo la morte di un figlio, non si ha più il coraggio di aprire, dove è difficile rientrare». Forse Arianna possiede il filo che condurrà i personaggi fuori dal labirinto del lutto e della divisione.
La famiglia vorrebbe ospitarla, ma la ragazza è attesa da un amico, Stefano, con il quale deve ripartire in autostop per una vacanza in Francia. Giovanni, Paola e Irene si offrono di accompagnarli con l'auto per un breve tratto che, chilometro dopo chilometro, diviene il viaggio di un'intera notte fino alla frontiera. All'alba giungono a Mentone e qui danno addio ai due giovani. Nel nuovo giorno, il viaggio del ritorno a casa e una nuova vita senza Andrea attende la famiglia. La scena finale del film «non dice l'ultima parola della storia, perché il lutto, quando viene preso, produce un nuovo inizio»
fonte Wikipedia. -
Hannibal Lecter.
User deleted
Stupendo e commovente, uno dei film di Moretti che piu' amo . -
ragingbull.
User deleted
Film molto bello girato nella mia città di origine, Ancona, commovente ma senza cercare la lacrima a tutti costi, bellissimo film. .