William Friedkin

Chicago, 29 agosto 1939

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    Francesca

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    Giovinezza
    Di origine ebraica (i nonni immigrati in America dalla Russia cambiarono probabilmente il cognome) e figlio di un'infermiera e di un ex marinaio mercantile (divenuto poi giocatore di softball e infine venditore di abbigliamento in un grande magazzino), William Friedkin vivrà un'infanzia economicamente disagiata: riuscì ad ottenere alcuni lavoretti part-time (per esempio, barista e pulitore di vetri), senza guadagnare più di 50 dollari la settimana. Per questo, egli a volte scherzando dice di essere stato convinto di ripetere la sorte del padre. Invece, dopo aver lasciato nel 1959 l'High School della sua città, egli inizia a lavorare come fattorino per la stazione televisiva di Chicago WGN, e nel giro di qualche anno passa dall'ufficio corrispondenza a ruoli di producer e alla regia, dirigendo più di 2000 ore di tv dal vivo. Grazie a questo repentino avanzamento di carriera, William riuscirà a migliorare sensibilmente le sue condizioni economiche.

    Primo documentario e trasferimento
    Quasi per caso, egli decise di girare, nel 1962, The People Vs. Paul Crump, un documentario sul caso di un uomo di colore condannato a morte. La notorietà del film nel circuito dei festival salverà di fatto la vita all'uomo, la cui colpevolezza era quanto meno dubbia. Il film vinse il premio Golden Gate al Festival del cinema di San Francisco. Grazie a questo successo inaspettato, egli decide, con una scelta molto rischiosa, di abbandonare il suo lavoro e di dedicarsi completamente alla sua grande passione: il cinema. Nel 1965 Friedkin si trasferisce a Los Angeles, dove ha l'opportunità di restare nel mondo dello spettacolo: dirige infatti diversi programmi televisivi, incluso un episodio della famosa serie presentata da Alfred Hitchcock.

    Il cinema

    Primi lavori
    Il primo film realizzato da William Friedkin, Good Times (1967), è una commedia romantica, o per meglio dire un musical, che ha come protagonisti Sonny Bono e Cher. Il buon risultato ottenuto al botteghino convince il produttore Norman Lear ad affidare al giovane regista la direzione di Quella notte inventarono lo spogliarello (1968), con Britt Ekland e Jason Robards.

    Tratto da un romanzo di Rowland Barber, questo film diventerà uno dei più misconosciuti film statunitensi degli anni sessanta. Il buon giudizio della critica (che elogia le bellissime tecniche del regista) permise a Friedkin di ottenere anche la direzione di Festa di Compleanno (1968, in cui unisce suspense e azione) e Festa per il compleanno del caro amico Harold (1970, tratto dalla commedia di Mart Crowely).

    Il braccio violento della legge
    Ma è con Il braccio violento della legge del 1971 che viene consacrato nell'olimpo dei grandi registi di Hollywood: questo capolavoro noir narra la storia di un detective che sventa un traffico di droga arrivata da Marsiglia, e vinse ben cinque premi Oscar: miglior regia, miglior film, miglior montaggio, miglior sceneggiatura e miglior attore protagonista, Gene Hackman.
    La pellicola rimane indelebile per il suo taglio documentaristico, il linguaggio cinematografico innovativo, un ritratto d’ambiente urbano crudo e realista, la caratterizzazione di personaggi moralmente ambigui, antitetici rispetto ai canoni classici dei "buoni e cattivi". Insieme al successivo L'esorcista, resta il miglior esito artistico dell’autore, ed anche se non gli diede il successo commerciale sperato, influenzò profondamente non solo il poliziesco, ma anche il nuovo cinema americano anni settanta.

    L'Esorcista
    Con L'esorcista (1973) William Friedkin divenne noto al grande pubblico, che lo ribattezzò subito come il regista del male. Tratto dal romanzo di William Peter Blatty, L'Esorcista diventerà una pietra miliare del cinema horror, soprattutto grazie ad un nuovo uso del trucco e degli effetti speciali.
    Il film più terrificante di tutti i tempi (come annunciava la sua locandina) avrà incassi sensazionali, vincerà due premi Oscar (miglior sceneggiatura e miglior sonoro) e sarà in seguito riconosciuto come il secondo lungometraggio più spaventoso della storia, dietro solo a Shining, di Stanley Kubrick).

    Altri lavori
    Da quel momento in poi, si è notata una certa involuzione del suo cinema: dopo il fiasco commerciale dell'audace Il salario della paura straordinario e duro remake di Vite vendute di Henri-Georges Clouzot, Friedkin provò la carta dell'iper-realismo farsesco con Pollice da scasso, storia di una vera rapina ai furgoni portavalori Brink's con Peter Falk nel ruolo protagonista (1978). Se il tentativo era quello di rilanciare la sua carriera, egli non riuscì completamente nel suo intento.
    Nel 1980 esce Cruising, il suo film più controverso ed uno dei film più crudi della storia del cinema hollywoodiano sul mondo omosessuale, ambientato in sex club estremi e iperrealisti, ove un frastornato Al Pacino indaga alla ricerca di un serial killer. Morboso e disturbante, al punto di essere pesantemente attaccato da tutte le associazioni gay americane. Oggi un cult del cinema contro e del politically uncorrect.
    Tutte le sue opere successive sono state caratterizzate da un deludente riscontro economico e da un livello tecnico non paragonabile alle sue prime opere: fa eccezione solo Vivere e morire a Los Angeles del 1985, in cui si notano (grazie anche alla buona interpretazione di Willem Dafoe) il brio dell'azione, la capacità di sorprendere, la velocità del ritmo, la sagacia del montaggio (magistrale la sequenza sulle fasi di lavorazione di una banconota falsa) e la fotografia di Robby Müller che esalta una Los Angeles inedita.

    Progetti futuri
    Egli stesso, invitato al Torino Film Festival del 2003, ha così risposto ad un giornalista che gli faceva la fatidica domanda sui progetti per il futuro: "Prima di tutto un thriller basato sulla vera storia di un serial killer intitolato Serpentine e poi sto preparando la regia di alcune opere: il Tannhäuser nel 2005 a Los Angeles, Sansone e Dalila sempre nel 2005 a Tel Aviv e Salomè nel 2006 a Monaco di Baviera".
    Ha inoltre sorprendentemente dichiarato: "Mi piace l'opera. La preferisco rispetto al cinema che ritengo una forma espressiva decadente. Penso infatti che i film delle nuove generazioni siano infantili e spero che riescano a diventare più sofisticati. Proprio come Raoul Walsh! In poche parole ci diamo entrambi delle arie". A fronte di queste dichiarazioni, bisogna ammettere che l'impegno e la passione di Friedkin per l'opera lirica sono notevoli. Oltre alle sopracitate regie, c'e' da ricordare il suo debutto come regista d'opera nel Wozzeck di Alan Berg diretto da Zubin Mehta (Maggio Musicale Fiorentino, 1998) e la regia della sontuosa versione dell'Aida di produzione del Teatro Regio di Torino nella stagione lirica 2005/2006, additato da molti come uno dei migliori allestimenti in assoluto dell'opera verdiana.

    Filmografia
    * Good Times (1967)
    * Quella notte inventarono lo spogliarello (The Night They Raided Minsky's) (1968)
    * Festa di compleanno (The Birthday Party) (1968)
    * Festa per il compleanno del caro amico Harold (The Boys in the Band) (1970)
    * Il braccio violento della legge (The French Connection) (1971)
    * L'esorcista (The Exorcist) (1973)
    * Il salario della paura (Sorcerer) (1977)
    * Pollice da scasso (The Brink's Job) (1978)
    * Cruising (1980)
    * L'affare del secolo (Deal of the Century) (1983)
    * Vivere e morire a Los Angeles (To Live and Die in L.A.) (1985)
    * Assassino senza colpa? (Rampage) (1987)
    * C.A.T. Squad (1988)
    * L'albero del male (The Guardian) (1990)
    * Jade (1995)
    * La parola ai giurati (1997)
    * Regole d'onore (Rules of Engagement) (2000)
    * The Hunted - La preda (The Hunted) (2003)
    * Serpentine (2005)
    * Bug - La paranoia è contagiosa (Bug) (2006)
    * CSI (due episodi: 2009, 2007)
    * Killer Joe (2011)

    Premi e riconoscimenti:
    1971: Oscar, DGA, Golden Globe (Il braccio violento della legge)
    1973: Golden Globe (L'esorcista); nomination Oscar (L'esorcista)
    1997: nomination Emmy (La parola ai giurati)

    wikipedia, imdb

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  2. Vecchio Snaporaz
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    Vivere e morire a Los Angeles è un gran bel film.
     
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    Francesca

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    Vero! E' autore di molti ottimi film misconosciuti, ahimé.
     
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  4. Hannibal Lecter
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    Anch'io ho visto solo Vivere e morire a Los Angeles...a dirla tutta non conosco praticamente nulla di questo regista...a parte L'esorcista
     
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3 replies since 9/2/2011, 16:34   129 views
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