Grizzly Man

Werner Herzog - 24 Novembre 2006

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  1. lele r
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    Grizzly Man



    Un film di Werner Herzog.
    Documentario, durata 103 min. - USA 2005. uscita venerdì 24 novembre 2006.


    CITAZIONE
    "Una natura stupida, oscena e sbagliata". Questa è la conclusione cui si arriva di fronte alla toccante riflessione per immagini del regista tedesco, lacerante docu-dramma che ripercorre le tredici estati (dal 1990 al 2003) trascorse in Alaska dall'americano Timothy Treadwell, attivista/ecologista animato dall'ossessione di proteggere dai bracconieri una comunità di orsi grizzly.
    Alternando estratti da quel "film di estasi umana e di cupo tumulto interiore" (come l'ha definito il regista) realizzato da Treadwell stesso, suggestive riprese naturalistiche e interviste realizzate a parenti e amici di Tim dallo stesso Herzog, la pellicola va a costruire una drammatica parabola esistenziale sull'utopico sogno dell'Uomo di poter dominare, seppur benevolmente, una Natura atavicamente spietata e violenta .
    Riecheggiando quella di tanti travagliati eroi solitari del cinema di Herzog, la storia di Tim si conclude infatti tragicamente con il brutale attacco da parte di un grizzly all'uomo e alla fidanzata Amie Huguenard, quell'estate al suo fianco. Attacco registrato dal microfono della videocamera di Tim, testimone esclusivamente sonora di una tragedia annunciata. E dolorosamente ripercorsa nel film da Herzog che, mettendosi in campo in prima persona, in maniera toccante e discreta fa sua - ma fortunatamente non nostra - questa straziante e privata tragedia sonora.
    Il regista tedesco ribadisce così la sua pessimistica visione del mondo della natura, restituendoci allo stesso tempo tutta l'innocenza e la spontaneità di uno spirito umano ingenuo e vitale. Ultimo amico della natura, oltre ogni limite.

    fonte MyMovies

    Trailer


    Video



    Edited by Viky017 - 19/1/2015, 19:00
     
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  2. Madian
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    Già solitamente è difficile fare un commento concreto ad un documentario, in quanto oggetto diverso dal classico film, solitamente impegnato, socialmente o politicamente, o per qualsiasi altro motivo, ed impone quindi un'attenzione diversa, a mio parere. Per come la vedo io non puoi vedere un film-documentario nella stessa maniera in cui guardi una commedia o comunque un film che magari è lì in tv mentre stai semplicemente facendo passare un paio d'ore, con la testa e i pensieri totalmente da un'altra parte.

    Credo che ci si debba dedicare un po' di più, e se il prodotto è valido, seppur con sensazioni differenti da quelle che ti donano un bel film d'azione, o un thriller, può lasciarti qualcosa, proprio per il messaggio che vorrebbe divulgare. Ecco, inaspettatamente è questo il caso di Grizzly Man, documentario del 2005 sull'esperienza dello stravagante Timothy Treadwell, che visse 13 estati in mezzo agli orsi grizzly, tra il 1990 e il 2003, e diretto niente meno che da Werner Herzog, che farà anche da voce narrante (col suo inconfondibile inglese con accento tedesco).

    Ora, io sapevo a grandi linee che questo film trattasse appunto di un uomo che "passa del tempo" con dei grizzly, e qualche tempo fa avevo anche saputo di questa coppia che fu uccisa da un orso e che era balzata agli onori della cronaca in quanto fu ritrovato un audio che testimoniava l'aggressione dell'orso, con le urla strazianti dei due. Avevo anche sentito l'audio su youtube. Però boh, non avevo collegato le due cose, quindi mentre i primi minuti del film andavano, il nome del protagonista mi diceva qualcosa, ma solo dopo un po' ho capito, e Herzog stesso non tarda a farti capire come sarebbe finita la vicenda, ma proprio sapendo la fine che avrebbe fatto quella persona, il documentario assume un significato più profondo.

    Non si tratta solo del racconto dell'esperienza di Timothy, ma oltre 100 ore di filmati dello stesso Treadwell vengono visionati, tagliati, montati e integrati con interviste e nuovi spezzoni girati da Herzog, per raccontarci chi era Timothy Treadwell, per cercare di farci capire perché avesse fatto una scelta di vita tanto bizzarra e pericolosa, e per raccontarci come è andato incontro alla morte.

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    Leggendo i commenti in giro per il web, le interviste, gli articoli, o ascoltando alcuni degli intervistati da Herzog nello stesso documentario, si sentono vagonate di cose tipo "se l'è cercata", "gli sta bene", "era pazzo", "non si scherza con la natura", derisioni su derisioni, c'è anche un video di lui al Letterman Show, in cui David Letterman gli chiede "Mi dica, leggeremo mai sui giornali 'Timothy Treadwell mangiato dagli orsi?'", e lui ridendo dice di no. Onestamente non giudico quel che viene detto su di lui, guardando il documentario capirete voi stessi che non si tratti di una persona con un pensiero troppo lucido riguardo la vita, e parecchie cose della vita, quel che m'infastidisce è che a volte si giudichino le persone senza nemmeno averle sentite parlare, o senza capire cosa fanno, cosa dicono o il perché.

    "Un uomo che vive per anni in mezzo ai grizzly viene mangiato da un grizzly", bravo scemo verrebbe da pensare, e lo capisco, io stesso durante il documentario ho pensato spesso "questo qui è fulminato", perché ha un modo di ragionare tutto suo, è una persona che, almeno per l'idea che mi sono fatto io, non ha trovato il suo posto sociale nella civiltà, è un uomo disgustato dagli altri uomini, dal loro modo di fare, dal loro modo di vivere; è una persona che, a quanto dice il padre, perde abbastanza il lume quando arriva secondo al provino per la serie televisiva Cin-Cin, in inglese Cheers, la parte per altro andrà a Woody Harrelson. Questo porta Treadwell a sbattere la faccia con quella che deve essere un'ennesima delusione personale, il non riuscire a compiere qualcosa nella sua vita. Lui stesso dirà, con le lacrime sul volto "ringrazio ogni giorno gli orsi e questa terra, perché mi hanno donato la vita, prima non l'avevo". Prima della sua esperienza aveva avuto problemi di droga e di alcolici, problemi che non riusciva a superare, nonostante molteplici tentativi, per sua stessa ammissione, ma che una volta trovata pace nella terra dei grizzly ha abbandonato completamente.

    Non voglio star qui a raccontare la storia di Treadwell, c'è il documentario per questo, ma voglio far capire che senza tutte le premesse, senza ascoltarlo, senza sentire il suo coinvolgimento, non si può giudicare quel che gli è accaduto. Herzog oltre che voce narrante, permette di far tornare lo spettatore a dei ragionamenti lucidi, durante alcuni svarioni di Timothy, ad esempio prende distanza da lui, quando in preda al delirio, in una scena, si mette ad insultare, via telecamera, i guardacaccia, rei di essere troppo fiscali coi regolamenti nei suoi confronti, ma di lasciar correre pericoli agli orsi ed agli altri animali per via di bracconieri e pescatori. O quando impreca ed invoca le divinità, cristiane, islamiche, induiste, per avere un po' di pioggia, dato che gli orsi si stavano azzannando tra di loro, per mancanza di acqua e cibo.

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    Il documentario credo che sia montato in maniera perfetta, un'escalation che ci porta ad ammirare i paesaggi e la natura dell'Alaska, delle sue creature, che passa dal raccontarci la storia di Timothy, del suo passato e del suo presente, e che arriva a raccontarci la sua tragedia, con le testimonianze di amici, ex-fidanzate, genitori, e di chi lo trovò, come e dove lo trovò.

    Si vede Treadwell provare e riprovare le scene, i suoi dialoghi, lo si vede arrabbiarsi, divertirsi, è una persona che ha quasi del tutto alienato la sua vita al di fuori di quel mondo, del mondo degli orsi. Diversi intervistati affermano che lui fosse arrivato ad un punto in cui si ritenesse ormai un orso, parte di quella terra, riteneva gli altri orsi suoi amici e insisteva col "doverli proteggere", senza comprendere il pericolo che tutto ciò comportasse. Una delle colpe che si imputano ad Timothy, è quella di aver trascinato con se la fidanzata Amie Huguenard, le cui urla sono anch'esse registrate nella stessa ultima registrazione.

    Chiudo dicendo che fa specie, abituati come siamo ai film in cui succede a volte che muoia il protagonista, che qui il protagonista muoia davvero, e non è un attore che lo interpreta, è lui.

    Ed è perfetta una delle riflessioni finali di Herzog, mentre sullo schermo scorrono le immagini dell'orso che pare fosse l'assalitore di Treadwell, un orso meno abituato alla sua presenza, perché "nuovo" della riserva, lui a tutti "i suoi orsi" dava un nome, quello non lo aveva, ed era affamato perché in un periodo in cui altri erano già in letargo lui stava ancora cercando, con poco successo, dei salmoni. Herzog dice: "Io in tutti i suoi filmati non riesco mai a vedere, negli occhi degli orsi, amicizia o compassione nei suoi confronti, ci vedo solo l'indifferenza della natura, ed una ricerca quasi meccanica di cibo, ma per Timothy Treadwell quest'orso era un amico, un salvatore".

    beareyes
     
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1 replies since 2/9/2010, 13:43   102 views
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