Cella 211

Daniel Monzón - 16/04/2010

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  1. cinepatrick
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    Cella 211

    locandina

    Un film di Daniel Monzón. Con Luis Tosar, Alberto Ammann, Antonio Resines, Marta Etura, Carlos Bardem, Manuel Morón, Luis Zahera, Vicente Romero, Fernando Soto, Jesús Carroza, Félix Cubero, Manolo Solo, Joxean Bengoetxea, Juan Carlos Mangas, David Selvas, Patxi Bisquert, Xosé Manuel Olveira 'Pico', Hilario Pino, Antonio Durán 'Morris', Jesus Del Caso, Suso Lista, Pedro Piqueras, Xavier Estévez.

    Titolo originale Celda 211. Azione, Ratings: Kids+16, durata 110 min. - Francia, Spagna 2009. - Bolero uscita venerdì 16 aprile 2010.


    CITAZIONE
    Per fare buona impressione nel carcere dove ha appena trovato lavoro come secondino, Juan Oliver si presenta con un giorno d'anticipo sul primo turno di guardia. Durante la visita al braccio di massima sicurezza, un frammento di intonaco cade dal soffitto e lo colpisce sulla testa. In attesa di poterlo soccorrere, gli altri guardiani lo distendono temporaneamente nell'unica cella libera, la numero 211. In quello stesso istante, ha però inizio una rivolta organizzata dal carismatico detenuto Malamadre, che costringe il giovane guardiano inesperto a improvvisarsi credibile galeotto per riuscire a sopravvivere alla situazione e riabbracciare la moglie al sesto mese di gravidanza.
    Negli ultimi anni la Spagna si è costruita un passo alla volta una solida identità legata al cinema di genere. È una tendenza inaugurata qualche anno fa da Amenábar e poi portata avanti da Alex De la Iglesia, Jaume Balagueró e Juan Antonio Bayona, che dimostra come questi cineasti conoscano talmente bene le regole del gioco da saperle riorganizzare senza stravolgerle, da riuscire a trovare un nuovo percorso di senso all'interno di un reticolo fatto di cliché. Cella 211 non ha a che fare con spiriti inquieti, case infestate o possessioni demoniache, ma con un altro dei luoghi cari al cinema popolare americano: il carcere, al cui interno Juan diviene il tipico "personaggio ordinario calato in un contesto straordinario". La nota formula hitchcockiana si declina qui a partire da un rovesciamento che vede il personaggio principale costretto a fingersi oppositore per sopravvivere, fino a scoprirsi capo carismatico e principale motore della rivolta carceraria. Una rivolta che, come accade nel miglior cinema di genere, ha una forte connotazione politica. Argomenti come le condizioni carcerarie e la denuncia della violenza istituzionale, le questioni diplomatiche con il governo basco e la gestione dei terroristi dell'ETA, oltre al ruolo fondamentale dei media sull'opinione pubblica, vengono messi in scena senza troppe indulgenze (anzi, calcando fin troppo sulla tragicità della vicenda), e mantenendo una componente spettacolare e una progressione drammaturgica invidiabili per una stessa produzione americana.
    Se è vero che tastare il polso al cinema popolare aiuta ad avere un'idea sullo stato di salute dell'intera cinematografia di una nazione, Cella 211 racconta di un cinema estremamente vivace, avvincente e complesso, anche quando gioca secondo le regole.

    Edoardo Becattini

    fonte MYmovies

    Trailer:



    Edited by ~Romy - 19/8/2013, 19:23
     
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  2. PrioritàLazio
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    questo film mi ispira molto, qualcuno lo ha visto?
     
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  3. cinepatrick
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    No, ancora non è uscito nei nostri cinema. In Spagna, paese d'origine del film, ha davvero ben figurato: 15 milioni di euro d'incasso.
     
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  4. Mr.Wolf°
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    Sono curioso anche io :)
     
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  5. cinepatrick
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    Speriamo venga distribuito in copie sufficienti...
     
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  6. Sevy_92
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    Visto ieri sera al cinema!
    L'inizio è un pò fiacco, ma comincia subito a piacere subito dopo i primi 10 minuti, da quando Juan comincia a fingersi un detenuto.
    Bellissimo film che ti tiene veramente con il fiato sospeso, la trama è ben strutturata, gli attori fantastici e in parecchie scene riesce anche a commuoverti tantissimo!
    Meraviglioso il rapporto, attorno al quale gira tutto il film, tra i due protagonisti, Juan e Malamadre, e i sentimenti che a poco a poco nascono tra i due, all'inizio di sfida, visto che Malamadre non si fidava di lui, poi di collaborazione, di rispetto, e alla fine persino di affetto anche se qualche suo atteggiamento nei confronti di Juan non lo dimostra (Della serie, anche i duri hanno un cuore tenero).
    Bellissimo anche il cambiamento di Juan, che all'inizio è complice dei poliziotti e piano piano comincia a capire che le vere vittime sono i carcerati, e comincia a sentirsi uno di loro.
    Insomma consigliatissimo a tutti! Un film assolutamente da vedere!
    voto: :8:
     
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  7. cinepatrick
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    Grazie per il tuo commento! Davvero ben strutturato! Mi hai fatto venire voglia di andarlo a vedere....in teoria ci sarei dovuto andare ieri sera, ma poi è stato deciso di vedere From Paris With Love -_-

    Edited by cinepatrick - 20/4/2010, 23:03
     
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  8. PrioritàLazio
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    Bellissimo film, molto intrigante e inoltre la struttura è chiara, il ritmo è costante, tranne i primissimi minuti di "presentazione" il film non ha punti noiosi, inoltre non subisce accelerazioni o tagli dovuti al budget o al limite di tempo, quindi anche studiato bene, attori tutti bravi. Peccato per la voce di uno dei carcerati che è atroce.

    vado in spoiler
    SPOILER (click to view)
    bello il finale, che chiude benissimo il film senza inutili stravolgimenti, con la bellissima scena finale (e anche quella dove muore il protagonista con la camera a mano),.. "Avete altre domande?"

    Interessante anche la scelta di tirare in ballo l'ETA e i derivati discorsi politici, anche quando parla del "valore" di un uomo ETA rispetto a un secondino
     
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  9. Ville_Luca
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    Molto bello come film.
     
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  10. lele r
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    SPOILER (click to view)
    Sono morti Mutande e Malamadre!

    Solamente una frase del genere vale la visione del film.
    Sono partito dal finale per descriverlo, perché grazie anche al finale diventa un film davvero stupendo, quasi epico.

    Juan è una persona qualunque.
    Ha una moglie, un figlio in arrivo ed un lavoro. Certo, non è uno dei migliori, ma pur sempre un lavoro. E' stato appena assunto in un carcere per lavorare come secondino e vi si reca il giorno prima dell'inizio del nuovo lavoro, per avere già le prime nozioni.
    Il destino, dio, o semplicemente il caso a volte ti prendono proprio di mira e sfortunatamente crolla una pietra dal tetto che becca in testa Juan e lo fa svenire. Nel frattempo nel carcere scoppia una rivolta guidata da un tizio di nome Malamadre e allora i secondini lasciano il povero Juan privo di sensi in una cella aperta: la Cella 211.

    Questa è la premessa per tutto lo svolgimento del film che si conclude proprio quando la rivolta verrà finalmente arginata.
    L'idea non è delle più originali, ma è lo svolgimento a cambiare la prevedibilità(e la veridicità)della storia.
    Juan fa l'unica cosa che può fare: si finge uno di loro, un carcerato, mentre tenta di passare informazioni agli altri poliziotti.
    Ma mentre è dentro conosce Malamadre, l'autore della rivolta, che non lo perde mai d'occhio. E come conosce Malamadre, a poco a poco, pezzo dopo pezzo, le idee e le convinzioni di Juan si sgretolano davanti alla realtà della vita dei carcerati.
    Come si sviluppa il 'rapporto' con Malamadre, lo stesso succede con l'evoluzione di Juan neo consapevole di quanto sia dura la vita dietro le sbarre.
    L'immersione è troppo forte, il dolore troppo insopportabile. La commedia finisce e Juan DIVENTA uno di loro.

    Film intelligente, per nulla scontato, vero e potente.
    Sì, potente, perché con potenza ti immerge nella storia e nel carcere proprio come succede a Juan, anche lo spettatore si sente parte di quel caos. Adeguata all'ambientazione la colonna sonora.
    Regia ottima, e ottime scelte per quanto riguarda i movimenti della camera, notati ed apprezzati.
    Ritmo costante e non ci sono assolutamente punti noiosi, la trama scorre e l'attenzione dello spettatore va con lei.
    Attori davvero bravissimi, da Alberto Ammann a Luis Tosar(oserei dire da Nomination) ma anche tutti gli altri, estremamente veri, come i personaggi di Utrilla e di German e di Elena.

    SPOILER (click to view)
    E lo splendido finale, con la morte inesorabile dei due(anzi...uno) protagonisti fa venire i brividi e appunto "Sono morti Mutande e Malamadre!" rende i personaggi quasi immortali.
    Poi si ritorna nella stanza scura, da German: "Avete altre domande?". Stupendo.


    Non credo che questo film, almeno fuori dalla Spagna, sarà molto ricordato, e me ne dispiaccio perché è davvero bellissimo.
    Io di sicuro me lo ricorderò per molto tempo.

    :9:

    Edited by lele r - 3/5/2011, 21:23
     
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    ottima recensione grazie lele!
     
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    Non ho ancora letto la tua recensione, ma mi fido sul fatto che sia bella! Concordo sul voto perché l'ho visto, ma stranamente non l'ho commentato.. rimedierò o commenterò il tuo :D
     
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  13. lele r
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    CITAZIONE (Gianky87 @ 15/10/2010, 11:44)
    ottima recensione grazie lele!

    Beh...grazie! :lol:
    E' solo la mia opinione, felice che ti sia piaciuta. :)

    CITAZIONE (tayger @ 15/10/2010, 13:45)
    Non ho ancora letto la tua recensione, ma mi fido sul fatto che sia bella! Concordo sul voto perché l'ho visto, ma stranamente non l'ho commentato.. rimedierò o commenterò il tuo :D

    Grazie Thai! :D
     
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  14. Artikuz
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    Uuh, pensavo di averlo commentato anch'io, e invece...

    Ma lascio la mia recensione ora

    Divenuto rapidamente il cavallo di battaglia del regista spagnolo Daniel Monzón, Cella 211 elabora, con rigida e sincera schiettezza, un'approfondita ricerca psicologica sui comportamenti e gli istinti della sopravvivenza umana, contestualizzati in un ambiente carcerario dove la violenza sembra l'unica legge applicabile. La trama nasce attorno al personaggio di Juan Oliver, un giovane secondino destinato, alla vigilia del suo nuovo incarico, ad assistere e partecipare, involontariamente, a una rivolta nel penitenziario a cui sarebbe stato assegnato. A capo della sommossa troviamo Malamadre, personaggio simbolo di questa pellicola: un detenuto dalle maniere solide e rispettate, interpretato con grinta da un accattivante Luis Tosar. Una volta che Oliver riuscirà ad ingannare i carcerati facendogli credere di essere uno di loro, la storia entrerà nel vivo e verrà a formarsi un'inarrestabile spirale di violenza e odio, destinata a finire nel sangue senza sprazzi di buonismo. La godibile trama, offre lo spunto a Monzón di esaminare le tensioni sia dei prigionieri che delle forze dell'ordine, criticando apertamente la brutalità e l'abuso di potere. Atmosfere serrate e ricche di ombre, supportate da una pregevole fotografia. Sceneggiatura che mette in luce, grazie, soprattutto, a un ottimo cast, una serie di personaggi reali e mai stereotipati, le cui azioni contano più dei dialoghi. Grande successo ai Goya Awards.
     
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  15. Hannibal Lecter
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    L'ho visto proprio ieri sera, davvero un film stupendo, nelle produzioni carcerarie, sicuramente un film diverso dagli standard, anche se lo scopo centrale del film e' sicuramente quello di denunciare le vessazioni subite dai detenuti e comuque il generale comportamento all'interno delle case di detenzione, in questo film c'e' una trama altamente adrenalinica da subito che coinvolge lo spettatore nel chiedersi ad ogni momento cosa potrebbe accadere...naturalmente lo svolgimento dei fatti personali dei protagonisti fa il resto, per non parlare del drammatico finale...interessante la trsformazione dei ruoli, il secondino al suo primo giorno di lavoro che si fa partecipe della rivolta dei detenuti. Mi e' piaciuto tantissimo l'attore Tosar, che avevo gia' visto in Bed time e il doppiaggio da parte di francesco Pannofino per me e' stato impeccabile. Un film che vi consiglio assolutamente
     
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15 replies since 10/4/2010, 19:29   342 views
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