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UsagiTsukino.
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Basic Instinct 2
Titolo originale: Basic Instinct 2: Risk Addiction
Paese: Stati Uniti d'America
Anno: 2006
Durata: 113'
Colore: colore
Audio: sonoro
Rapporto: 2,35:1
Genere: thriller
Regia: Michael Caton-Jones
Soggetto: Joe Eszterhas (personaggi originali)
Sceneggiatura: Leora Barish, Henry Bean
Fotografia: Gyula Pados
Montaggio: István Király, John Scott
Effetti speciali:
Musiche: John Murphy, Jerry Goldsmith (tema originale)
Scenografia: Norman Garwood
Interpreti: Sharon Stone, David Morrissey, David Thewlis, Charlotte Rampling, Hugh Dancy, Heathcote, Williams, Stan Collymore, Neil Maskell, Indira Varna, Flora Montgomery, Iain RobertsonCITAZIONECatherine Tramell è tornata. Trasferitasi dagli Stati Uniti a Londra viene accusata dell'omicidio di un uomo dall'ispettore di Scotland Yard Washburn. Affidata per la perizia psichiatrica al dottor Glass, noto analista che in passato ha però lasciato libero un uomo che avrebbe poi massacrato la propria fidanzata, la scrittrice fa di tutto per sedurlo.
La scrittrice con istinti omicidi e con una sessualità al calor bianco (tanto esibita quando gelida) è tornata. A scanso di equivoci, durante lo scorrere dei titoli di testa si fa masturbare, mentre è alla guida di un'auto lanciata a forte velocità, dal suo accompagnatore di turno. Ne segue un incidente con annegamento del malcapitato. Di più non vi vogliamo raccontare.
Va detto però che (una volta reso il doveroso omaggio ai chirurghi estetici e alla determinazione della Stone per riemergere dai ruoli materni a cui era ormai stata confinata da Hollywood) il film presenta alcune situazioni di involontaria comicità. Perché se il quadro clinico dell'isteria della protagonista è ben delineato, alcuni suoi atteggiamenti da mangiauomini a 35mm sono davvero eccessivi. Si ha costantemente l'impressione di essere dinanzi non a un film ma a una ben congegnata operazione di marketing. Con, in più, una doppia presa in giro per lo spettatore. Perché di sesso ce n'è poco e per di più non ci viene lasciata neppure la possibilità di indagare e di giungere a una soluzione verosimile. Le "verità" sono molteplici. Ma dato che non ci troviamo in Rashomon ci rendiamo conto che siamo stati solo e semplicemente "portati a spasso" per una Londra che è fotografata quasi come un non-luogo, senza la benché minima possibilità di "lavorare" sugli sviluppi della storia. I veri thriller sono un'altra cosa.
Giancarlo Zappoli
fonte MYmoviesTrailer
Edited by Paranoyd - 30/11/2014, 12:22.