Il Fuggitivo

Un rispettabile chirurgo, Richard Kimble (Harrison Ford), viene ingiustamente condannato a morte per aver assassinato la moglie (Sela Ward). Insieme ad altri detenuti riuscirà a far sbandare il furgone di trasporto al penitenziario riuscendo a scappare. Il tenente Samuel Gerard (Tommy Lee Jones) e la sua squadra s’ impegneranno ad intraprendere una forsennata caccia all’uomo. Il fuggiasco nel frattempo verrà a scoprire un vero e proprio intrigo a suoi danni.

Se la regia, quella di Andrew Davis, è da considerarsi scolastica ed eccepibile e la trama non il massimo dell’ originalità, ritmi serrati, scene ad alto tasso di spettacolarità condite da dialoghi avvincenti e soprattutto una recitazione prodigiosa bastano a rendere quello che sarebbe stato un comune film d’azione, un cult intramontabile degli anni ’90.
Non ci mette molto a decollare infatti un girato che parte, sin dalle prime battute, in maniera decisa: già il primo quarto d’ora propone quattro o cinque location diverse, un montaggio frenetico, frammentato da flashback virati in B/N: brevi, significativi e mai dispersivi.
Inizia l’inseguimento, inizia lo show, personalissimo, del carismatico Tommy Lee Jones, come carismatico del resto è il tenente che interpreta. Tra i più memorabili che si ricordino nel cinema d’azione. Un personaggio formidabile, strabiliante che con battute dalla sottile ironia fa addirittura divertire quando i ritmi del film, dovrebbero in teoria allentarsi un po’. Se in una scena vediamo il fuggitivo camuffare la propria identità tagliandosi la barba o tingendosi i capelli, nella successiva vediamo il suo rivale destreggiarsi con disinvoltura nel suo ambiente, con battute secche e spiazzanti che difficilmente si lasceranno dimenticare. Non a caso è il film che mi ha fatto prima di altri apprezzare l’attore texano, nella sua fino ad ora unica adeguatamente premiata interpretazione ma non necessariamente l’unica degna di lode. Straordinaria performance di Harry Ford, nella parte di un uomo che ha perso tutto e intende far luce sull’accaduto, non l’Indiana Jones di turno, ma una parte sicuramente fisica per uno stimato intellettuale. La colonna sonora da ordinaria amministrazione come di questi casi, rafforza la suspence.
Il Fuggitivo non richiede un’intenso sforzo di tipo deduttivo o interpretativo da parte dello spettatore, un prodotto d’azione di grande e meritato successo, non ci sono battute al testosterone, muscoli in bella vista, inseguimenti in auto adrenalinici o sparatorie esagerate e forse proprio per questo, è da considerarsi archetipo del genere action-thriller. Un film come ce ne sono pochi a detta di uno che di tale tipologia ne ha visti una cifra.
Ideale per passare due ore all’insegna di un ottimo livello d’intrattenimento.
Il treno deragliato nella la scena dell’evasione è vero. Terzo ed ultimo film del sodalizio Davis-Lee Jones, quest’ ultimo impersonerà il tenente Gerard nel sequel U.S. Marshal.
Spazio anche per Julianne Moore e Joe Pantoliano in ruoli secondari.

Voto 8

Dialogo cult [scena img]:
Kimble/Ford: Non ho ucciso mia moglie!
Gerard/Jones: Non me ne frega niente.