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lionel hutz.
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Il processo (Der Prozess) è un romanzo incompiuto di Franz Kafka, pubblicato per la prima volta nel 1925. È una storia surreale di un impiegato di nome Josef K. che viene accusato, arrestato e processato per motivi misteriosi.
Titolo originale Der Prozess
Autore Franz Kafka
1ª ed. originale 1925
Genere Romanzo
Lingua originale tedesco
Il manoscritto di Kafka
Il romanzo si compone di 10 capitoli, scritti principalmente fra l'agosto del 1914 e il gennaio del 1915, ma riveduti a più riprese da Kafka fino al 1917. Sebbene l'opera sia incompiuta, l'ordine dei capitoli rispecchia le indicazioni dell'autore, e sono presenti sia il capitolo iniziale che quello finale.
Il manoscritto giunse nel 1920 nelle mani di Max Brod, amico di Kafka, che lo valutò come la più grande opera dello scrittore. Brod esaminò il manoscritto, eseguendo alcune piccole modifiche per compensarne le lacune, e contrariamente alla volontà dell'autore, che desiderava che l'opera fosse bruciata dopo la sua morte, pubblicò il romanzo nel 1925. Come scrisse Bruno Schulz nella prefazione dell'edizione del 1936[1]:
« Il romanzo, che Max Brod ricevette nel 1920 dall'autore sotto forma di manoscritto, è incompiuto. Alcuni capitoli frammentari, che avrebbero dovuto trovare la loro collocazione prima del capitolo conclusivo, vennero da lui separati dal romanzo, basandosi su quanto dichiarato da Kafka, e cioè che questo processo in idea è a dire il vero incompiuto e che le sue ulteriori peripezie non avrebbero apportato più nulla di essenziale al senso fondamentale della questione. »
Stile
In questo romanzo più ancora che nelle altre sue opere, Kafka usa uno stile che serve lo scopo di rendere la narrazione spersonalizzante e angosciosa. I personaggi sono spesso indicati in modo parziale e criptico; dello stesso protagonista non viene mai detto il cognome. La trama presenta diverse contraddizioni, che non sono però da attribuirsi all'incompiutezza dell'opera: in effetti, esse sono introdotte ad arte per mettere in dubbio qualsiasi punto di riferimento certo per il lettore e trascinarlo così in una condizione quasi onirica.
Trama
Il protagonista, Josef K., lavora come procuratore in un'importante banca. Una mattina, due uomini si presentano presso la sua abitazione per arrestarlo, senza peraltro porlo in stato di detenzione. K. scopre così di essere imputato in un processo. Pensando ad un errore, decide di intervenire con tempestività per risolvere quello che ritiene uno spiacevole (ma passeggero) malinteso.
Il protagonista tenta inizialmente di affrontare la macchina processuale, al tempo stesso cervellotica e irrazionale, con la logica e il pragmatismo che gli derivano dal suo lavoro presso la banca. Ben presto, tuttavia, K. si trova a fronteggiare una sorta di muro di gomma. Tempi e metodologia di svolgimento del processo, né altri aspetti del suo effettivo funzionamento, vengono rivelati all'imputato. Nel corso dell'intero processo, K. non verrà mai a conoscenza del proprio capo di imputazione.
Anche dietro consiglio di persone interne al tribunale, K. assume un avvocato che lo difenda. Pur rassicurando K. in merito all'impegno profuso per il suo caso, l'avvocato pare tuttavia procedere con la medesima opacità che è propria del tribunale, mettendo in atto iniziative che K. non è in grado di verificare né comprendere in pieno. Presso la dimora dell'avvocato, K. si trova implicato in vicende surreali e, dopo un breve periodo di riflessione, decide di licenziare l'avvocato, a dispetto dei consigli ricevuti in tribunale e delle raccomandazioni dello stesso avvocato.
Questa rinuncia alla difesa conduce, quasi come una naturale conseguenza, il protagonista alla condanna. Josef K. viene infatti prelevato da due agenti del tribunale e portato in una cava, dove viene giustiziato. K. muore in conseguenza di una condanna inflittagli da un tribunale che non lo ha mai informato in merito alla natura delle accuse a suo carico e che non gli ha mai consentito di attuare una vera difesa per il suo presunto crimine.
Primo capitolo
Josef K., procuratore di una grande banca, la mattina del suo trentesimo compleanno riceve la visita di due uomini sconosciuti che gli comunicano che è in arresto. Gli viene anche comunicato che è iniziato a suo carico un processo. A Josef K. non viene fornita alcuna indicazione circa il crimine per cui sta venendo processato. Questa situazione viene introdotta fin dal celebre incipit:
« Qualcuno doveva aver calunniato Josef K., perché senza che avesse fatto niente di male, una mattina fu arrestato. »
Nonostante l'arresto, Josef K. viene quindi a sapere che per il momento gli viene consentito di continuare con la propria vita normale e lavorare in banca come sempre.
Secondo capitolo
Josef K., di rientro dalla banca, parla con la sua affittuaria, la signora Grubach. La signora lo rassicura circa l'arresto.
« Lei non deve prendersela troppo a cuore. Che cosa non capita nel mondo! »
Poi Josef parla con la vicina, signorina Bürstner, alla quale ricostruisce la scena dell'arresto.
Terzo capitolo
Nel terzo capitolo Josef K. si reca alla prima udienza del processo. Si ritrova in un quartiere di periferia, abitato da povere famiglie. Gli edifici sono tutti uguali, e Josef K. fatica a trovare l'aula, situata al quinto piano di un edificio apparentemente qualsiasi. Quando riesce a trovarla, incontra il giudice istruttore, che lo sta aspettando. Josef K. si difende in maniera accorata di fronte a una sala gremita, arrivando ad attaccare il malfunzionamento della burocrazia giudiziaria.
Quarto capitolo
La domenica seguente Josef K. torna al tribunale, ma non vi è alcuna udienza. Parlando con la moglie dell'usciere, Josef K. si mostra baldanzoso, asserendo di non prendere seriamente né il processo né la minaccia di un'eventuale condanna. Lei è seducente, gli mostra le calze. Ma uno studente la porta via. K. incontra poi l'usciere che si lamenta di come trattano la moglie e invita K. a ribellarsi al suo posto, quindi lo porta a visitare la cancelleria. K. incontra un imputato che non crede sia anche lui accusato e per questo lo strattona e spinge via. Una ragazza, insieme con un uomo che lei gli presenta come Informatore, lo aiuta a ritrovare l'uscita.
Quinto capitolo
Mentre si trova in banca, Josef K. sente dei lamenti provenienti da un ripostiglio. Scopre che (nel ripostiglio) un picchiatore sta per malmenare gli ufficiali che la mattina dell'arresto lo avevano tenuto sotto sorveglianza. È una punizione del tribunale, in quanto gli ufficiali avevano mangiato la colazione e rubato la biancheria di Josef K. il giorno dell'arresto, e questi si era lamentato del fatto durante l'udienza del processo. Josef K. si sente in colpa, ma non riesce a dissuadere il picchiatore. Lo stesso accade la sera successiva.
Sesto capitolo
Josef K. riceve la visita dello zio, che ha saputo del processo. Durante un lungo colloquio, lo zio lo invita a rivolgersi a un "avvocato dei poveri" suo amico, di nome Huld. Josef K. segue il consiglio dello zio e nello studio di Huld conosce una certa Leni, sua assistente e infermiera, che lo prende in simpatia e gli consiglia, mentre in qualche modo lo corteggia, di essere meno intransigente. Finisce che i due si baciano. Poi lo zio lo rimprovera d'aver abbandonato la stanza.
Settimo capitolo
Josef K. torna dal proprio avvocato, che lo ragguaglia sul funzionamento del tribunale. Da Huld Josef K. viene anche a sapere che lui stesso dovrà scrivere una memoria personale da presentare al tribunale. Parlando con Huld, Josef K. inizia a preoccuparsi seriamente.
Un giorno, in banca, riceve la visita di un industriale che gli offre l'aiuto di un amico pittore, un certo "Titorelli". Josef K. va a trovare il pittore, che abita in un solaio di un edificio del tribunale. Quando Josef K. dichiara di essere innocente, il pittore risponde che quando il tribunale viene avviato, difficilmente recede dalle accuse mosse all'imputato.
Ottavo capitolo
Josef K. torna da Huld per rinunciare ufficialmente al suo aiuto. Incontra Leni e un commerciante di nome Block (fa una piccola scenata di gelosia a Leni per averlo trovato in camicia), il quale gli descrive la propria esperienza in fatto di processi, dicendo che gli imputati tendono a diventare superstiziosi e a isolarsi dal resto del mondo. La discussione con l'avvocato è interrotta e il capitolo è considerato incompiuto.
Nono capitolo
Josef K. si reca presso il duomo per fare da cicerone a un cliente italiano. Il cliente però non arriva. Josef K. se ne sta per andare quando un sacerdote dal pulpito lo chiama per nome. Il sacerdote dice di essere il cappellano del carcere e di sapere tutto del suo processo. Le parole del cappellano, che espone una parabola sulla giustizia, sembrano avere lo scopo di preparare Josef K. al peggio.
« Il tribunale non ti chiede nulla. Ti accoglie quando vieni, ti lascia andare quando vai. »
Decimo capitolo
Josef K. È alla vigilia del suo trentunesimo compleanno. Due signori si presentano a casa sua e lo portano via. Josef K. capisce che sono gli esecutori della sentenza a cui il tribunale è in qualche modo arrivato. I due lo prendono sottobraccio e lo portano a una casa vicino a una cava di pietra. Adagiano Josef K. e uno dei due estrae un coltello da macellaio. Mentre dà l'ultimo sguardo alla vita, Josef K. vede un uomo che si sporge da una finestra. Viene accoltellato al cuore mentre pronuncia le sue ultime parole:
« "Come un cane!" disse e gli parve che la vergogna gli dovesse sopravvivere. »
Altri frammenti riguardano una visita a Elsa, personaggio di cui parla per gelosia Leni, alla madre e al procuratore Hasterer, nonché alcune pagine ulteriori con Titorelli e con il vicedirettore della banca. Il romanzo si conclude così con la morte del protagonista.
Personaggi
Josef K., protagonista trentenne, impiegato di banca
Signora Grubach, affittacamere
Anna, cuoca della signora Grubach
Franz, custode del tribunale che porta la notizia dell'arresto
Willem, secondo custode
Signorina Bürstner, altra affittuaria della signora Grubach, cortese, ordinata, puntuale
Ispettore, funzionario del tribunale
Rabensteiner, rigido, Kullich, biondo, e Kaminer, sorridente involontario, colleghi impiegati di K., commissione d'inchiesta bancaria
Capitano Lanz, nipote della signora Grubach, alto, abbronzato
Vicedirettore, superiore di K.
Omino sbuffante, che accoglie K. nell'aula della prima udienza
Giudice istruttore che crede K. sia un pittore decoratore
Donna, moglie dell'usciere, guardiana della sala udienze
Berthold, studente che assiste alla seduzione della donna verso K. e pare avere una relazione con lei
Usciere, stanco di subire
Imputato in attesa, tra altri, pochi perché domenica
Ragazza che gli offre una sedia per il capogiro e lo riaccompagna all'uscita
Informatore, elegante, ride del capogiro di K.
Signorina Montag, insegnante di francese, scialba, affittuaria che va a dividere la stanza con la signorina Bürstner
Bastonatore, indomito, fresco, in un ripostiglio per frustare i custodi Franz e Willem
Fattorini, accorsi alle grida
Zio Karl, zio di K., piccolo proprietario di terreni, si presenta all'avvocato con il nome Albert
Leni, ragazza che lavora come domestica e infermiera dell'avvocato Huld, forse anche sua amante, e amante di alcuni suoi clienti
Huld, avvocato, amico dello zio, con capelli lunghi bianchi, malato
Direttore della cancelleria, vecchio al buio, nella stanza dell'avvocato
Elsa, ragazza alta e robusta, amante di Josef K.
Industriale, ometto vivace, cliente della banca dove lavora K.
Titorelli, nome d'arte, pittore, ritrattista giudiziario
Gobbetta, monella indecente, in mezzo ad altre, nel palazzo dove abita il pittore Titorelli
Rudi Block, commerciante di granaglie, piccolo, magrolino, segaligno, con una grande barba
Corrispondente italiano della banca che K. È incaricato di guidare in giro per la città, ha folti baffi corvini
Sagrestano del Duomo, vecchio claudicante
Prete dal viso glabro e scuro, sacerdote del tribunale
Due signori, pallidi e grassi, con la pappagorgia, il cilindro e un coltello da macellaio
Madre, vecchia, esageratamente religiosa
Hasterer, amico procuratore
Eredità
Il processo ha esercitato una profonda influenza sulla storia della letteratura e sulla cultura in genere. L'uso dell'aggettivo kafkiano con riferimenti a situazioni assurde, paradossali e angoscianti, entrato nell'uso comune, deve intendersi riferito soprattutto a quest'opera (anche se, in gradi minori, sensazioni analoghe si provano leggendo diverse opere di Kafka). La descrizione del tribunale e di un sistema giudiziario distopico, in cui la burocrazia è tanto impietosa quanto cieca e imprevedibile, sono stati ripresi in molte opere successive (per esempio, nel film Brazil di Terry Gilliam).
Edizioni italiane
traduzione di Alberto Spaini, Torino: Frassinelli ("Biblioteca europea" n. 6), 1933 pp. 328; poi Milano: Bompiani ("Tascabili" n. 559), 1992 pp. 267 ISBN 88-452-1730-2
traduzione di Ervino Pocar, Milano: Mondadori ("Oscar" n. 1603), 1971 pp. 260 ISBN 88-04-30768-4
traduzione di Giorgio Zampa, Milano: Adelphi ("Biblioteca" n. 48), 1973 pp. 315 ISBN 88-459-0365-6
traduzione di Primo Levi, Torino: Einaudi ("Scrittori tradotti da scrittori" n. 1), 1983, pp. 250 ISBN 88-06-55855-2
traduzione di Clara Morena, Milano: Garzanti ("Grandi libri" n. 307), 1984 pp. 217 ISBN 88-11-58307-1
traduzione di Elena Franchetti, Milano: Rizzoli ("BUR" n. L 576), 1986 pp. 292 ISBN 88-17-16576-X
traduzione di Angiola Cordacci Pisanelli, La Spezia: Melita, 1988 pp. 146 ISBN 88-403-6083-2
traduzione di Giulio Raio, Roma: Newton Compton ("BEN Classici n. 7"), 1994 pp. 187 ISBN 88-7983-587-4
traduzione di Anita Raja, Milano: Feltrinelli ("UE" n. 2109), 1995 pp. 238 ISBN 88-07-82109-5
traduzione di Francesco Masci, Rimini: Guaraldi ("Ennesima"), 1995 pp. 312 ISBN 88-8049-059-1
traduzione di Lieselotte Longato, Firenze: Giunti ("Biblioteca ideale"), 2006 pp. 309 ISBN 88-09-03379-5
Fonte: Wikipedia.it
Edited by Michela° - 22/7/2013, 18:26. -
Michela°.
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