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Votes taken by Zio Pinco

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    Dolemite Is My Name (2019) Craig Brewer

    Biopic figo e ottimo veicolo di ritorno per Eddy Murphy (e redenzione per il regista che ha sempre fatto mezze cagate) con un ottima sceneggiatura scritta dagli stessi tizi di Ed Wood e Man On The Moon.
    Forse non rasenta la perfezione come Ed Wood e di conseguenza ne rimane un po' nell'ombra visto che l'argomento trattato e i due protagonisti si somigliano non poco, ma nel complesso mi è piaciuto parecchio. Sicuramente molto meglio di The Disaster Artist.

    p.s. sbaglio o Snoop Dogg sta cercando di darsi seriamente alla recitazione? Lo vedo sempre più spesso fare ruoletti qua e là in film seri.
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    Sono nel tunnel di C'è Sempre il Sole a Philadelphia.

    Bellissima sitcom che ho sempre snobbato senza motivo, praticamente un Friends scritto con lo stile e le sensibilità di South Park. L'episodio dove tutti cercano di scoparsi le madri altrui è sopraffino :lol:
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    Joker è un origin story un po' atipica: poca azione, effetti speciali praticamente assenti, l'intero film è uno studio del personaggio interpretato magistralmente da Phoenix, performance che eleva il film al di sopra della sua natura da cinecomic e tappa le falle di una sceneggiatura interessante ma molto prevedibile e che si perde troppo nelle sue tante influenze.

    Tra le influenze possiamo citare ovviamente Taxi Driver, Quel Pomeriggio Di Un Giorno Da Cani, Network ma soprattutto Re Per Una Notte, perla da sempre sottovalutata di scorsese, che viene citato direttamente più volte mentre Joker viene ricostruito a immagine di Rupert Pumpkin. Anche un pizzico di V per Vendetta ma non mi esprimo oltre per non rovinare nulla.

    Mi è piaciuto molto il rovesciamento dell'origin story di Batman e soprattutto l'angolo che gli hanno dato (Gotham è in crisi e le elité non pensano al bene della gente comune). Insomma riguardo alle controversie specifichiamo assolutamente che questo non è assolutamente un film pro-terrorismo (come v per vendetta non lo fu), è una storia che cerca di criticare il classismo e farci riflettere sull'importanza della cura del mantenimento della sanità mentale.

    I problemi che ho con questo film riguardano però proprio questa parte, ho trovato che nei primi 2/3 tutta la sottotrama legata alle rivolte fosse molto confusionaria e scritta con la profondità di un 15enne in fase di ribellione. Le cose migliorano verso la fine quando joker inizia ad essere joker, ma ancora non posso fare a meno di temere che in molti interpreteranno il film con un banale "sì zio fanculo la società".

    Inoltre avendo visto tutti i film a cui si ispira l'ho trovato estremamente prevedibile.

    Insomma condividerò pure il messaggio ma allo stesso tempo lo trovo troppo cinico e non abbastanza sottile. Sono comunque uscito soddisfatto dal cinema e pure un po' toccato emotivamente ma ripeto, è tutto merito di Phoenix che offre una fantastica performance evitando di fare il versetto o essere irrispettoso nei confronti di Heath Ledger.
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    A me l'intero film è sembrata più un allegoria per una relazione ormai spenta che inesorabilmente tende verso la rottura. Il dramma familiare e il culto sono elementi interessanti ma comunque di contorno, il registra sembra molto più interessato nell'esplorare la relazione tra i due protagonisti.

    La protagonista trova nella comune (sorprendentemente) il supporto emotivo che le è mancato tutta la vita e il finale simboleggia la rottura con i ponti del passato.

    Mi è piaciuto molto come è stato scritto il personaggio del fidanzato, seppur poco definito è una persona credibile in cui è facile immedesimarsi pur provando comunque astio per le scelte che compie nel corso della storia. Alla fine non siamo soddisfatti per la sua sorte ne lo avvertiamo come uno shock, siamo solo lasciati a rimuginare.

    Nel complesso lo trovo un film più rifinito e in un certo senso sofisticato di Hereditary che era molto più aggressivo nelle sue scelte stilistiche, è anche vero che non è in grado di sorprendere allo stesso modo e soprattutto manca una performance impressionante come quella di Toni Colette. Insomma mi è piaciuto uguale forse un filino meno perché dopo Hereditary mi aspettavo qualcosa di più stravagante.
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    No stavano facendo il film ma Bill era troppo fatto di coca per ricordarsi le battute.

    Comunque ogni film in genere ha il suo topic, dacci un'occhiata ma sappi che l'ho visto solo io qua https://nonsolocinema.forumcommunity.net/?t=61282553
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    The Boys 1x01-02

    Sorpresona! Amazon continua a tirare fuori serie di qualità.

    Edited by Zio Pinco - 12/8/2019, 17:10
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    CITAZIONE
    Il mio giudizio personale era puramente tecnico ed estetico :)

    IASvsOC

    A livello tecnico questa trilogia (specie il secondo) assieme a Chi ha incastrato Roger Rabbit (sempre di Zemeckis e che è uscito tra il primo e il secondo) ha rivoluzionato il mondo degli effetti visivi e ispirato una generazione di filmmaker a spingersi oltre le convenzioni dell'epoca, Spielberg compreso. Ovvio poi che al giorno d'oggi può apparire un po' datato esteticamente ma stiamo parlando seriamente di film pionieri, il primo poi è stato anche realizzato prima della digitalizzazione del cinema quindi eran cazzi a fare certe cose.
    Un conto è fare un compositing (split screen se vogliamo), tecnica che esiste dall'alba del cinema, un altro è farlo senza scendere a compromessi con la fotografia. Le inquadrature della delorian che vola o le scene con i personaggi che incontrano sé stessi nel 2, con la camera che si muove in modo complesso e con inquadrature ricche di oggetti e comparse che si muovono in scena, negli anni 80 erano sul serio roba da fantascienza.

    Ecco un bel video che parla di come hanno realizzato i sopracitati effetti visivi


    Edited by Zio Pinco - 9/8/2019, 20:41
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    24 Hour Party People (2002) Michael Winterbottom

    CITAZIONE (EdwardNewG @ 30/7/2019, 00:51) 
    CITAZIONE (Zio Pinco @ 29/7/2019, 02:34) 
    In The Loop (2009) Armando Iannucci
    Morto Stalin, se ne fa un'altro (2017) Armando Iannucci

    Quello lo conoscevo come The Death of Stalin. Mitico Buscemi! Opinione?

    Sapevo già più o meno cosa aspettarmi essendomi appena sparato 7 stagioni di veep e 4 di the thick of it ma comunque sono rimasto piacevolmente sorpreso, è la prima volta che vedo Iannucci alle prese con una produzione così di grande scala e sebbene il film esteticamente non sia nulla di spettacolare riesce quanto meno a staccarsi dallo stile documentaristico che in genere accompagna sempre questo filone di cinema indipendente britannico (e tutti i lavori di Iannucci) e pur essendo una commedia nei momenti più seri è perfettamente credibile (e pure molto brutale).

    Se ti è piaciuto ti invito a guardarti le altre robe di Iannucci (a breve dovrebbe uscire un suo film su copperfield), oppure il film 4 Lions del suo amico Chris Morris. Le tematiche sono sempre simili a cambiare sono solo il contesto, le situazioni e un po' il tono. Gli insulti creativi rimangono sempre una costante.
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    In The Loop (2009) Armando Iannucci
    Morto Stalin, se ne fa un'altro (2017) Armando Iannucci
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    MURO DI TESTO INCOMING

    Veep è a mio parere, assieme a Rick & Morty e Louie, la serie comedy più importante di questo decennio. Seppure la popolarità di questa serie impallidisca di fronte a colossi come The Big Bang Theory o Modern Family, il cui pubblico è esponenzialmente più vasto, sono sicuro nel corso degli anni il suo status da serie di culto verrà cementato e verrà ricordata tra le serie comedy che definiscono questo decennio. Come fu negli anni 2000 per serie dallo scarso seguito ma molto dedicato, ad esempio The Office (UK), Arrested Development e South Park. Il successo che ha avuto a livello di critica non è a caso ed è davvero un peccato come molti la considerino come "quella serie che vince un sacco di premi ma nessuno guarda".

    Concluso questo preambolo veniamo ora alla serie in sé, cos'ha Veep di così fenomenale? Certo è divertente, piena di dialoghi taglienti, ben recitata e gli attori hanno una chimica fantastica, ma prima vorrei parlare di ciò che la rende una serie anomala:

    -Reboot di una serie britannica che non si è perso in traduzione. La storia della brillante serie britannica che sforna una manciata di episodi, vince una valanga di premi e diventa la sensazione del momento (in europa) per poi venir adocchiata da produttori statunitensi e tradotta in un remake annacquato, scialbo e approssimativo, è diventata molto comune specie negli ultimi anni (tanto che addirittura esiste una serie, Episodes, che parla proprio di questo argomento). Questo non è il caso di Veep, che vede tornare il creatore Armando Iannucci nei panni di showrunner per le prime 5 stagioni, fino al suo abbandono e conseguente sostituzione (senza animosità e solo per problemi personali) con uno degli sceneggiatori, David Mandel (già veterano di Seinfeld). Veep è un prodotto fondamentalmente diverso dal suo predecessore spirituale The Thick of It, seppur ci si possano rivedere lo stesso intento, lo stesso cinismo, alcuni personaggi e situazioni, tutto viene rimescolato nel passaggio tra il mondo della politica britannica a quello statunitense, e dal passaggio tra la politica degli anni 2000 a quello del 2010 (esattamente la nota su cui si conclude The Thick of It), rendendolo quasi un sequel a livello tematico. Grazie anche alle risorse e alla forza lavoro che può offrire una produzione statunitense, Veep è andato avanti per 7 stagioni ed è riuscito a produrre più di 60 episodi, riuscendo a concludere la missione che Iannucci aveva iniziato con The Thick of It (parlerò di questa missione nel prossimo punto).
    Alcuni critici non hanno lodato più di tanto l'approccio più psicologico della narrativa, ma secondo me è la marcia in più che questo show ha rispetto al predecessore, che ho sempre trovato un po' troppo freddo e impersonale. Conoscere il modo in cui pensa Selina, i suoi retroscena, le sue insicurezze, aggiunge un intera dimensione al sottotesto della serie.

    -L'Anti-West Wing o la demistificazione della politica. The West Wing non è particolarmente popolare in Italia, ma è LA serie di riferimento sul mondo della politica di un intera generazione del mondo angolofono, e vanta successo internazionale in molti altri paesi. Prima di House of Cards, prima che la politica diventasse un ciclo di news 24/24 che ricorda più in reality show, la gente guardava questa serie e pensava "wow, la gente al governo dev'essere proprio così: competente, efficiente e moralmente integra. Gente che supera le proprie divisioni ideologiche per il bene dello stato e dei suoi cittadini"... :lol:
    House of Cards (e il suo analogo britannico) invece rivelano Washington e Downing Street per quello che sono: covi di serpenti che cospirano tutto il giorno pronti ad accoltellarsi alle spalle per un briciolo di potere in più, ma ancora sbaglia qualcosa. Semplicemente danno troppo credito ai politici.
    Veep e The Thick of It raccontano davvero la politica contemporanea per quello che è: un branco di sprovveduti senza alcuna morale, incapaci di prendere qualsiasi tipo di decisione e di pensare con la propria testa, guidati da un branco di yes-man il cui compito è quello di fargli fare bella figura, sperando in un qualche avanzamento di carriera. Ci mostra come sono davvero queste persone e non la personalità che hanno sviluppato davanti alle camere per raccogliere consensi con l'elettorato.
    E sarebbe stato facile andare a sfociare nella macchietta, ma la serie non ti dice "ahah guarda quell'incapace in una posizione di potere, è esattamente l'opposto di come dovrebbero essere le cose", piuttosto "quell'incapace è al governo in questo esatto momento". La goffaggine e la sbadatezza dei personaggi serve più per far nascere i conflitti e non è tra i temi più rilevanti della storia, viene inoltre chiaramente ribadito che (la maggior parte de) i personaggi è tutta gente competente che svolge il proprio lavoro in modo impeccabile (per la maggior parte del tempo). L'assurdità di certe situazioni non rende il tutto una farsa, ma anzi considerato la direzione che ha ormai preso la politica rende il tutto incredibilmente realistico seppur allo stesso tempo deliziosamente grottesco.
    È una serie che si percorre la strada populista che potrebbe piacere anche alla vostra nonna vagamente razzista che non va a votare perché "i politici sono tutti uguali", ma lo fa criticando il sistema e non gli individui in sé, di fatto distruggendo la bolla e il culto del politico-eroe che The West Wing aveva creato (e del politico come anti-eroe che non ci meritiamo ma di cui abbiamo bisogno nel caso di House of Cards). The West Wing e House of Card ci raccontano che i politici sono in grado di controllare qualsiasi cosa, Veep invece li vede più come vittima di eventi al di là della loro portata, ma sempre in cerca di ribaltare la situazione a loro favore.

    -L'approccio Jazz. Nella maggior parte delle serie gli sceneggiatori scrivono gli episodi, i registi (raramente sempre lo stesso nel corso di tutta la serie) si occupano di tradurli per immagini e gli attori seguono le istruzioni che gli sono date, il tutto sotto la supervisione dello showrunner. Iannucci però è un talento fuori dal comune e un instancabile lavoratore, tanto che oltre ad essere la guida del team ha diversi crediti nella scrittura e regia di un considerevole numero di episodi. Altro regista degno di nota che ha lavorato alla serie è il suo amico Chris Morris.
    Ad ogni modo la peculiarità di Veep è il sistema poco ortodosso in cui vengono scritti gli episodi e tutta la libertà di improvvisazione che viene lasciata agli attori. Gli episodi vengono scritti, vengono provati per un periodo esteso di tempo sotto la supervisione degli sceneggiatori e nel corso delle prove e delle stesse riprese ogni improvvisazione che colpisce gli sceneggiatori viene incorporata nel copione. Per stessa ammissione di Mendel è pratica comune dover andare dagli attori e chiedergli di memorizzare una scena completamente nuova sul set. Questo approccio rende la serie più costosa di quello che dovrebbe essere e gli impedisce di avere una fotografia come si deve, ma c'è un motivo se è da 7 anni che sta serie fa piazza pulita di tutti i premi legati alla recitazione agli emmy.

    Wow, ho già scritto un sacco e ho ancora robe da dire. Partiamo dal presupposto che visto che la serie rispecchia eventi realmente accaduti, nel corso delle 7 stagioni andate in onda tra il 2012 il 2019 si possono trovare 3 archi narrativi distinti che segnano le ere dello show (eviterò spoiler):
    -Stagione 1 e 2, dove si ha una struttura da sitcom abbastanza tradizionale, ogni episodio ha una natura autoconclusiva dove la trama orizzontale viene portata avanti pian piano. Impariamo a conoscere e apprezzare i personaggi, il modo in cui si rapportano tra loro e i conflitti che ne scaturiscono. Probabilmente il periodo più spensierato e divertente.
    -Stagione 3 e 5, il periodo più dark dello show. Gli episodi iniziano ad assumere una forma più serializzata e le sceneggiature iniziano a focalizzarsi molto di più sulla satira verso il mondo politico e sugli intrighi di corte, per così dire. Se siete fan di house of cards o di the thick of it amerete questo periodo.
    -Stagione 6 e 7, segnate dall'abbandono di Iannucci. Sebbene la sua assenza inizialmente si senta un pochino, diventa subito chiaro che la chimica del cast e l'abilità del nuovo showrunner sono sufficienti a sopperire alla sua mancanza. In queste stagioni lo show si fa coraggio e cerca di riflettere sul casino che sono state le elezioni del 2016. Conclude con uno dei migliori finali della storia della televisione.

    Due parole sul cast:
    -Julia Louis-Dreyfus è fenomenale nei panni di Selina e dimostra una profonda crescita come attrice drammatica da quella che un tempo avrei considerato un'attrice propriamente comica. Se la memoria che avete di lei è quella di Elaine in Seinfeld o dei suoi ruoli nel Sathurday Night Live, preparatevi a stupirvi.
    -Tony Hale lascia semplicemente a bocca aperta. Mi riallaccio al discorso sul percorrere quella linea tra la farsa e il realismo: il suo personaggio dovrebbe essere una banalissima spalla comica, lo zimbello e la vittima della maggior parte delle battute, eppure è riuscito a farmi venire i brividi più volte, addirittura a farmi piangere nell'ultimo episodio.
    -Timothy Simons diventerà una superstar della commedia a breve, il suo personaggio è il Fonzie (o a essere più precisi, Sheldon o Cartman) della serie e riuscire a farti stare così simpatico un personaggio così orribile e ripugnante non è da tutti. Certe improvvisazioni che tira fuori sono semplicemente geniali.
    -Anna Chlumsky nel corso della serie sembra stia per davvero perdendo il senno, il suo personaggio ha una fantastica evoluzione che viene perfettamente rispecchiata dalla sua performance, nella 6a stagione inizia ufficialmente a farmi paura.
    -Reid Scott è esilarante e quello con i migliori botta e risposta, mi è dispiaciuto un sacco che il personaggio di Dan sia stato un po' ridimensionato dalla stagione 3 in poi.
    -Gary Cole rende fantasticamente la freddezza e quel misto di saggezza cinica combinata alla purezza di un bambino che vede il mondo per la prima volta, una delle migliori rappresentazioni televisive di un personaggio che probabilmente nella realtà cadrebbe in qualche spettro d'autismo. Ce lo vedrei bene in Silicon Valley.
    -Matt Walsh è il personaggio più amabile del cast, un pesce palla in un mondo di squali, la sua presenza è fondamentale.
    -Sam Richardson è stata un'aggiunta al cast incredibilmente gradita. Concepito come un personaggio non ricorrente (in the thick of it ha un analogo molto simile), evidentemente la chimica che aveva con Timothy Simons era troppo evidente per essere ignorata.
    -Hugh Laurie (AKA Dr. House) personaggio occasionale ma che buca lo schermo ogni volta che appare, nell'ultima stagione in particolare da il meglio di sé.
    -Tutti gli altri attori bravi, davvero non ce n'è uno debole ma dovessi parlare di tutti non finirei più.

    E niente direi che ho scritto abbastanza ed è pure un discorso parecchio sconclusionato. Per cercare di darci un senso provo a riassumere il tutto in chiusura.
    Veep è la migliore serie che tratta il mondo della politica e una delle migliori serie comedy di questo decennio, parte come sit-com che ha come cornice il mondo della politica, si evolve in una grottesca epopea serializzata che rispecchia ciò che è diventato della politica negli ultimi anni e finisce con un botto in grande stile.

    Se vi chiedete se sia meglio Veep o The Thick of It, personalmente Veep mi ha fatto più ridere, mi ha soddisfatto di più a livello di storia e ha un cast molto più ricco e variegato, ma The Thick of It ha i monologhi migliori, gli insulti migliori e ha fatto nascere una star assoluta in Peter Capaldi nei panni di Malcolm Tucker.
    Se vi chiedete quale sia meglio guardare prima vi consiglio Veep, sia perché più vicina alle sensibilità dello spettatore medio (più gradevole esteticamente, con riferimenti meno oscuri e più tradizionale a livello di struttura degli episodi ad esempio), sia perché a guardarsi prima The Thick of It poi in Veep si sentirebbe la mancanza di un personaggio forte come Malcolm Tucker (che è stato praticamente splittato tra Jonah, Ben e la stessa Selina).
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    Penso sia principalmente colpa di cinema e tv se ancora c'è gente che ancora fa orecchie da mercante verso tutte le prove schiaccianti che indicano che l'uomo è davvero sbarcato sulla luna.
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    Non badare a pen è un po' strana.

    Come horror se hai netflix ti consiglio it follows, se no su amazon video Martyrs. Poi nel dettaglio ci son troppi titoli di cui parlare, fatti un giro in sezione o nel topic "consigliatemi".
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    Benvenuto.

    Consiglio: comprati una camera, un microfono e gira qualcosa con i tuoi amici, guardare tanti film e la teoria servono ma solo fino a un certo punto.
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418 replies since 28/11/2008
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