Non Solo Cinema Forum: Tutto sul Cinema, Attori, Registi, Film, SerieTV, Prossimamente al Cinema, Recensioni.

Posts written by Prince of Sayan

  1. .

    Home video

    Per home video genericamente si intende quella categoria di prodotti che permettono la fruizione in ambito domestico ("home" significa "casa" in inglese) o comunque privato di opere audiovisive, che possono essere visionate su differenti formati e tramite diverse tecnologie.

    Nel corso degli anni l'espressione home video è stata usata come sinonimo di videocassetta, in quanto questo è stato a lungo il supporto audiovisivo domestico più diffuso al mondo (seppur con formati differenti: Betamax, VHS, ecc.), ma ormai le videocassette (in formato VHS PAL in Italia) sono scomparse per lasciare spazio ai DVD e al nuovo formato in alta definizione Blu-ray Disc, dopo l'abbandono nel 2008 del formato HD DVD. In alcuni paesi asiatici, a cavallo tra gli anni novanta e i primi anni del 2000, si ebbe un'elevata diffusione dei Video CD e dei suoi formati evoluti come supporti di riferimento per l'home video.


    Storia
    Prima dell'avvento del mercato dell'home video nel 1973, molti film non erano più fruibili dal pubblico dopo il passaggio nei cinema, a meno che non godessero di un secondo passaggio cinematografico o venissero trasmessi dalle reti televisive. Con l'avvento dell'home video si iniziarono a distribuire (per la vendita e poi per il noleggio) i film dopo alcuni mesi dal passaggio cinematografico (negli ultimi anni questo periodo si è sensibilmente ridotto, e vi sono film che raggiungono le videoteche anche dopo meno di un mese dalla proiezione nei cinema). Questo periodo spesso è stato giustificato dalle major come necessario per evitare che la circolazione di copie pirata (facilmente ottenibili dai film in noleggio o in vendita) possa influire negativamente sugli incassi cinematografici, sia nei paesi dove i film sono ancora in cartellone, sia in quelli dove non sono ancora stati distribuiti (ma dove le copie pirata potrebbero facilmente arrivare), ma negli ultimi anni sono annunciate più volte come probabili alcune sperimentazioni che prevederono l'uscita contemporanea di un film al cinema e nei circuiti home video o delle Pay TV.

    Con il tempo e la crescita di questo mercato, oltre ai prodotti inizialmente destinati al mercato dei cinema, vennero distribuiti nel mercato home video anche film prodotti esclusivamente per quest'ultimo (e per i successivi passaggi televisivi), stagioni di nuovi e vecchi telefilm, fiction e cartoni animati, TV movie ed anche documentari; a questi si aggiungono le riedizioni di vecchi film (antecedenti la diffusione dell'home video), sovente con l'aggiunta di scene tagliate o altri contenuti extra, che spesso portano ad ondate di interesse verso generi cinematografici ritenuti minori come successo recentemente in Italia con i polizieschi o la commedia sexy degli anni '70.

    I luoghi di vendita
    Inizialmente distribuiti quasi esclusivamente nelle videoteche, sia come vendita che come noleggio, con l'aumentare dell'interesse nei loro confronti (e del calo dei prezzi dei dispositivi per poterne usifruire) i prodotti legati al mercato home video hanno "invaso" anche i grandi magazzini e le edicole (soprattutto per quello che riguarda le collane economiche allegate a riviste e quotidiani).

    fonte Wikipedia

    Edited by ~Romy - 2/6/2013, 12:13
  2. .

    Home theater

    L'home theater, o home cinema, è la riproduzione domestica di contenuti teatrali o cinematografici in forma elettronica finalizzata ad ottenere sensazioni uditive e visive il più possibile fedeli a quelle percepite in un teatro o in una sala cinematografica. Nonostante tale fine non esistono specifiche tecniche da soddisfare, l'unica condizione richiesta è la presenza del surround; nella pratica il termine home theater assume dunque una valenza molto generica. L'home theater rappresenta un settore dell'home video e nasce nel 1982 con l'introduzione del Dolby Surround, il primo standard audio destinato all'home video e dotato di surround.

    Per estensione l'home theater è anche l'insieme delle apparecchiature audio e video necessarie per tale riproduzione domestica. Non essendoci specifiche tecniche da soddisfare si possono realizzare home theater economici da poche centinaia di euro e dalle scarse prestazioni fino a sistemi da decine di migliaia di euro dalle prestazioni elevatissime.


    Video
    L'aspetto del video implica preferibilmente l'utilizzo di un grande schermo costituito da un televisore ad alta definizione o di uno schermo simile a quello cinematografico sul quale proiettare l'immagine generata da un videoproiettore.

    Per poter apprezzare appieno la qualità dell'immagine insita in un DVD tradizionale o, ancora di più, in un Blu-ray Disc (o BD), è necessario uno schermo di grandi dimensioni con tecnologia al plasma, LCD o OLED (essendo il vecchio tubo catodico ormai decisamente superato e prossimo all'estinzione) e con le caratteristiche dell'alta definizione proprie dei cosiddetti televisori HD ready o meglio ancora, Full HD.

    In alternativa si può utilizzare un videoproiettore, decisamente superiore a qualsiasi altra tecnologia video.

    Audio
    Il concetto di base è offrire allo spettatore la sensazione di stare immerso al centro dell'avvenimento e della scena sonora. Questo obiettivo viene raggiunto utilizzando 5 o più distinti canali audio, preposti a pilotare altrettanti diffusori, di cui 2 posizionati dietro lo spettatore. Questo sistema multicanale è adottato ormai universalmente nei giochi per computer, nelle console per giochi, nell'audio dei film, nei DVD e BD, e nel settore multimediale in genere.

    Home theater e Hi-Fi
    Nel tempo, il concetto di origine di alta fedeltà è andato sempre più degradando. Sono in commercio sistemi riproduttori etichettati Hi-Fi, comunque non in grado di riprodurre in modo sufficientemente fedele un brano musicale, secondo gli attuali parametri dell'alta fedeltà. Nei sistemi multicanale di fascia medio-bassa, il concetto di alta fedeltà è praticamente scomparso. I sistemi home theater sono apprezzati per il coinvolgimento quasi fisico, che porta lo spettatore del film al centro dell'azione, grazie alla grande immagine e all'accurato mixaggio dei suoni e dei rumori che accompagnano la scena.

    Multicanale e stereofonia a confronto
    Da parte degli audiofili è stato fatto un confronto tra il sistema multicanale e il classico sistema stereofonico, valutando le impressioni di ascolto fidando solo sul proprio orecchio, naturalmente utilizzando sistemi di riproduzione allo stato dell'arte e registrazioni espressamente approntate a scopo dimostrativo. Sebbene sulla carta un sistema multicanale potrebbe essere superiore a uno stereofonico, a parità di prezzo, risulta vincente quello a due canali (in ambito musicale).

    L'impianto e l'ambiente di ascolto
    Stabilito che il sistema multicanale risulta globalmente superiore alla stereofonia, all'atto pratico, per poter sfruttare appieno le sue caratteristiche è necessario disporre di un ambiente adeguato, di dimensioni sensibilmente maggiori rispetto a quello necessario per un impianto stereofonico.

    Costi a confronto
    I diffusori acustici sono i componenti che incidono maggiormente sul costo finale di un impianto audio, se è stereo i diffusori saranno 2, se è multicanale i diffusori saranno 5 o più; quindi a parità di qualità il costo sale notevolmente. In ultima analisi, a costi equivalenti e per quanto concerne la musica, un impianto stereo dovrebbe suonare meglio di un impianto multicanale. Va anche considerato che l'alta fedeltà costituita da apparecchiature Hi-End, continua a evolversi, rimanendo nell'ambito della stereofonia classica e non nell'Home theater.

    Risoluzione audio e video
    Un'ultima considerazione, apparentemente marginale, va fatta sulla sensazione di realtà percepita dai sensi della vista e dall'udito. L'immagine è fortemente penalizzata rispetto al suono: le caratteristiche fisiche di quest'ultimo ne permettono la manipolazione senza alterarne la risoluzione, virtualmente infinita, al contrario dell'immagine, per la quale l'attuale tecnologia non permette di avere più di un certo numero di pixel per cm quadrato; una risoluzione di diversi ordini di grandezza inferiore a quella posseduta dell'occhio umano, il quale percepisce subito l'immagine riprodotta, non reale. Per questa ragione nei sistemi H-T, salvo rarissime eccezioni, la catena audio non viene implementata ai massimi livelli possibili di qualità.

    Storia
    Dopo la rivoluzione tecnologica avvenuta nel campo della registrazione del suono negli anni ottanta con l'invenzione del CD da parte di Philips e Sony, l'home theater costituisce una seconda piccola rivoluzione nel modo di ascoltare il suono registrato, meno eclatante di come lo è stato il CD, ma comunque di forte interesse da parte del fruitore medio di programmi televisivi, di musica registrata, di DVD e BD, interesse favorito anche dalla costante discesa dei prezzi dei grandi schermi al plasma, dei videoproiettori, dei televisori LCD e ultimamente OLED.

    Al pari del CD audio, il quale nei primi tempi sembrava avere caratteristiche tanto superiori da poter soppiantare definitivamente il disco in vinile, anche l'home theater si affianca alla tradizionale riproduzione stereofonica senza sostituirla del tutto. Sul mercato i sistemi di riproduzione stereofonico e multicanale convivono insieme, essendo orientati a due diverse tipologie di utilizzatori.

    Le importanti innovazioni introdotte portano miglioramenti significativi alla qualità del suono riprodotto, e ne permettono il godimento a 360 gradi, tramite l'utilizzo di sistemi surround. Ovviamente il contenuto deve contenere una traccia audio multicanale, altrimenti risulterà in una normale stereofonia.

    fonte Wikipedia

    Edited by ~Romy - 2/6/2013, 12:11
  3. .

    Hollywood Walk of Fame

    La Hollywood Walk of Fame (traducibile in italiano in passeggiata hollywoodiana della celebrità) è un lungo camminamento composto da due marciapiedi che corrono lungo l'Hollywood Boulevard e la Vine Street, sulla collina di Hollywood (California).


    Caratteristiche
    Su tale percorso sono incastonate 2,496 stelle (a Aprile 2013) a cinque punte in ottone che recano i nomi di celebrità onorate per il loro contributo – diretto o indiretto – allo star system e all'industria dello spettacolo statunitense.

    Orientata da est verso ovest sull'Hollywood Boulevard da Gower Street a La Brea (2,1 km), e da nord a sud su Vine Street tra Yucca Street e Sunset Boulevard (0,7 km), la Walk of Fame fu creata nel 1958 con l'intento di rappresentare un tributo agli artisti che lavorano nell'industria dello spettacolo.

    I premiati ricevono una stella in base alla carriera e ai conseguimenti di una vita nel cinema, nella radio, nella televisione, nel teatro e nella musica, così come per i loro contributi benefici e civici.

    Ogni "stella" consiste di una piastrella color carbone, nella quale è incastonata una stella a cinque punte rosa, bordata di bronzo. All'interno della stella è inciso in bronzo il nome dell'onorato, e sotto al nome è presente un emblema circolare (sempre in bronzo), che indica la categoria per cui è stata ricevuta la stella. Gli emblemi sono:

    40px-Walk_of_Fame_Category_Motion_Pictures una cinepresa, per il contributo all'industria cinematografica;
    40px-Walk_of_Fame_Category_Television un televisore, per il contributo all'industria televisiva;
    40px-Walk_of_Fame_Category_Recording un grammofono, per il contributo all'industria discografica;
    40px-Walk_of_Fame_Category_Radio un microfono, per il contributo all'industria radiofonica;
    40px-Walk_of_Fame_Category_Theater delle maschere della tragedia e della commedia, per il contributo al teatro.

    La costruzione originale della Walk of Fame aveva 2.500 stelle in bianco. Stanley Kramer ricevette la prima stella della Walk of Fame il 9 febbraio 1960. Nei sedici mesi seguenti ne vennero assegnate altre 1.558. Da allora le nuove stelle sono state aggiunte a un ritmo di circa due per mese. Nel 1994 oltre 2.000 delle stelle originali erano state riempite, e stelle aggiuntive sono state piazzate, per estendere la Walk of Fame ad ovest, oltre Sycamore e La Brea Avenue, dove ora viene terminata dalle Silver Four Ladies of Hollywood Gazebo. A giugno 2009, il numero totale di stelle assegnate ammontava a 2.386. Il 19 agosto 2011 giungevano a 2.445.

    Storia
    Origine

    La Camera di Commercio di Hollywood e il suo presidente nei primi anni 1950, ebbero l'idea originale di creare una Walk of Fame. Secondo un comunicato stampa del 1953, Stuart ha proposto il Cammino come un mezzo per "mantenere la gloria di una comunità il cui nome significa fascino ed emozione nei quattro angoli del mondo." Harry Sugarman, un altro membro della Camera e presidente dell'Hollywood Improvement Association, ricevette il denaro da alcuni conti indipendenti, fu formato un comitato per approfondire l'idea e uno studio di architettura fu contattato per sviluppare delle proposte concrete. L'origine esatta del "concetto" di stella non è certo, ma nello storico Hotel di Hollywood, che si trovava da oltre 50 anni sull'Hollywood Boulevard, nel luogo ora occupato dal Kodak Theatre, conteneva nella sala da pranzo un soffitto tutto dipinto di stelle. Un'altra teoria implica un popolare ristorante di Hollywood dell'epoca chiamato The Tropics, il cui menù era contornato da foto di celebrità incorniciate in stelle d'oro. Nel 1955, il concetto di base e la progettazione generale erano stati concordati. Nel febbraio del 1956 è stato presentato un prototipo, che era caratterizzato da una caricatura di John Wayne su una stella marrone con sfondo blu. Tuttavia, la caricatura si dimostrava tecnicamente troppo difficile da eseguire in ottone con la tecnologia disponibile al tempo e il motivo marrone e blu, si dice, sia stato bocciato dalla CE Toberman.

    Selezione e costruzione
    Nel marzo 1956 la progettazione definitiva e i colori erano stati approvati, e tra la primavera del 1956 e l'autunno del 1957, 1.550 celebrità furono selezionate dai comitati che rappresentano i quattro rami dell'industria dell'intrattenimento di quel tempo: industria cinematografica, industria televisiva, industria radiofonica e industria discografica. I comitati includevano alcuni tra i nomi più importanti dello spettacolo, come Cecil B. DeMille, Samuel Goldwyn, Jesse Lasky, Walt Disney, Hal Roach, Mack Sennett e Walter Lantz. La costruzione iniziò nel 1958, ma due cause legali ritardarono il completamento. La prima è stata presentata dai proprietari locali l'1,25 milioni di dollari imposti e riscossi da loro da pagare per la passeggiata, per una nuova illuminazione stradale e una nuova fila di alberi, la seconda, di Charles Chaplin Jr., ha chiesto i danni per l'esclusione di suo padre, la cui nomina era stata ritirata a causa di pressioni da più parti. Nell'ottobre del 1959 la causa intentata da Chaplin venne respinta, aprendo la strada per il completamento del progetto.

    Il mito di Joanne Woodward
    Mentre è stato ampiamente riportato che Joanne Woodward fu la prima celebrità a ricevere una stella sulla Walk of Fame, in realtà tutte le stelle originali furono installate contemporaneamente, senza cerimonie individuali. Otto stelle, scelte a caso dalle originali 1.550, furono costruite, come "esempi". L'8 febbraio 1960, quelle otto stelle, che rappresentano Joanne Woodward, Olive Borden, Ronald Colman, Louise Fazenda, Preston Foster, Burt Lancaster, Edward Sedgwick, e Ernest Torrence, furono installate insieme al resto. Effettivamente la prima stella completa fu quella del direttore cinematografico Stanley Kramer, il 28 marzo 1960, alla fine della nuova passeggiata, presso l'incrocio di Hollywood e di Gower. L'origine precisa della leggenda di Joanne Woodward non è chiara, non fu la prima a ricevere la stella sulla passeggiata ma fu la prima celebrità ad accettare di posare con la sua stella per i fotografi, e quindi fu individuata nella tradizione popolare come la prima a ricevere la stella.

    Degrado e riqualificazione
    Gli anni sessanta e settanta furono un periodo di prolungato degrado urbano nella zona di Hollywood. Mentre il comitato della Walk of Fame continuava ad esistere, passarono otto anni prima che venissero aggiunte nuove stelle.

    Nel 1968, Johnny Grant, avviò un progetto di riqualificazione della passeggiata e di sensibilizzazione del pubblico. Egli ha inoltre stimolato e incoraggiato la pubblicità sulla stampa internazionale, esigendo che ogni destinatario comparisse personalmente presso la sua stella nel giorno della premiazione. Grant nel 1980 quando il quartiere iniziò la sua ripresa, dichiarò: "è stata dura convincere la gente a venire ad accettare una stella sulla Walk of Fame". Dopo di che, regolari apparizioni personali da parte di noti personaggi famosi contribuirono al recupero o al mantenimento di una loro notorietà presso il pubblico.

    Espansione
    Nel 1984 fu aggiunta una quinta categoria, quella per il contributo teatrale, per consentire il riconoscimento degli artisti del ramo "live performance" del settore dello spettacolo, e una seconda fila di stelle, alternate con quelle già esistenti, fu creata su ogni marciapiede.

    Nel 1994, la Walk of Fame è stata estesa di un isolato ad ovest dell'Hollywood Blvd., da Sycamore Avenue a Nord LaBrea Avenue (più il breve tratto di superstrada che collega Marshfield Hollywood e La Brea) dove termina ad oggi, presso il gazebo "Four Ladies of Hollywood". Allo stesso tempo, Sophia Loren è stata onorata con la stella n° 2.000 della Walk of Fame.

    Restauro
    Nel 2008 è stato avviato il restauro della passeggiata. Almeno 778 stelle finiranno per essere riparate o sostituite durante i lavori a causa dell'usura subita nel corso degli anni, dai danni di lieve entità a quelli gravi abbastanza da costituire un pericolo per chi ci cammina sopra. Allo stesso tempo, è stato fondato il comitato "Amici della Walk of Fame", con lo scopo di raccogliere sponsor commerciali che possano contribuire al risanamento. Absolut Vodka è diventato il primo "amico" della Walk Of Fame con una donazione di 1 milione di dollari, seguita da L'Oreal. Gli "Amici" vengono riconosciuti con le stelle d'onore davanti al Kodak Theatre, che ironicamente è tra i tratti più pesantemente danneggiati della passeggiata.

    Il progetto prevede una valutazione dei danni secondo una scala che va da A a F. Le stelle che hanno ricevuto il grado "F", ad indicazione dei danni più gravi, sono Joan Collins, Peter Frampton, Dick Van Patten, Willard Waterman, Boleslawski Richard, Ellen Drew, Paul Douglas, Andrew L. Stone, Crumit Frank e Bobby Sherwood. Il progetto di restauro vede la collaborazione tra varie entità, tra cui la Camera di Commercio di Hollywood e la contea di Los Angeles, insieme con la Metropolitan Transportation Authority, che gestisce la linea rossa della metropolitana che corre sotto la passeggiata.

    La passeggiata oggi
    Stelle multiple

    I comitati di selezione originale hanno scelto di riconoscere alcuni intrattenitori con contributi in più categorie. Gene Autry possiede una stella per tutte e cinque le categorie. Bob Hope, Mickey Rooney, Roy Rogers e Tony Martin possiedono quattro stelle (Mickey Rooney ha tre stelle sue e una quarta con la moglie Jan). Trenta persone, tra cui Frank Sinatra, Danny Kaye, George Burns, Ed Wynn, e Jack Benny hanno tre stelle: solo cinque di loro sono donne: Dinah Shore, Gale Storm, Jane Froman, Marie Wilson, e Jo Stafford. George Eastman (imprenditore) è l'unico a possedere due stelle nella stessa categoria. La sua stella originale (per l'invenzione del rullo della pellicola) è su Vine Street, ma quando il Kodak Theatre è stato costruito nel 2002, una seconda stella identica è stata installata al suo ingresso. Sette artisti dell'industria discografica possiedono due stelle nella stessa categoria per realizzazioni distinte: Michael Jackson, come solista e come membro dei The Jackson 5, Diana Ross, come membro delle The Supremes e come solista, Smokey Robinson, come artista solista e come membro dei The Miracles, e John Lennon, Ringo Starr e George Harrison, come individui e come membri di The Beatles. Paul McCartney dopo una prima nomination nel 1993 (scadde in quanto la cerimonia di premiazione non poté essere effettuata), ha ricevuto la sua stella il 9 febbraio 2012. A Cher era stata proposta la possibilità di partecipare a questo club esclusivo, rifiutandosi di pianificarla quando era stata selezionata nel 1983. Ha, comunque, partecipato alla inaugurazione della stella di Sonny & Cher nel 1998, come tributo alla recente morte dell'ex marito Sonny Bono.

    Controversie
    Charlie Chaplin è l'unica celebrità ad essere stata votata due volte per la stessa stella. È stato votato all'unanimità nel gruppo iniziale dei 500 nel 1956, ma il comitato di selezione alla fine lo escluse, apparentemente a causa di domande riguardanti la sua morale (era stato accusato di aver violato la legge Mann e assolto), ma più probabilmente a causa delle sue pendenti opinioni politiche di sinistra. La sua stella è stata finalmente aggiunta al Walk nel 1972, nello stesso anno ricevette l'Oscar; anche allora, 16 anni dopo, la Camera di Commercio ricevette numerose lettere di indignazione da parte di persone che non capivano come lui potesse essere stato escluso. Nel 1978 la commissione, forse ricordando le sue difficoltà, votò contro l'aggiudicazione di un stella del controverso cantante lirico, ma brillante, attore, sportivo, scrittore, avvocato e attivista sociale Paul Robeson. Le proteste da parte dell'industria del divertimento, circoli civici, politici locali e nazionali, e molti altri quartieri furono così intense che la decisione è stata quasi subito invertita. La sua stella è sul blocco 6.600 dell'Hollywood Boulevard.

    Politici
    Ronald Reagan è l'unico presidente degli Stati Uniti ad avere una stella, e uno dei due governatori della California (l'altro è Arnold Schwarzenegger).

    George Murphy è l'unico senatore degli Stati Uniti con una stella, in riconoscimento della sua carriera precedente di recitazione e danza.

    Due membri della Camera dei Rappresentanti hanno ricevuto stelle: Helen Gahagan, e Sonny Bono.

    Ignacy Paderewski è l'unico europeo capo del governo con una stella. (Ha servito come primo ministro di Polonia tra le due guerre mondiali).

    Arnold Schwarzenegger è stato inserito nel Walk of Fame prima di divenire Governatore della California.

    Nomi in comune
    Ci sono due coppie di stelle che portano nomi identici ma che rappresentano persone diverse. Due Harrison Ford, attore di film muti (a 6.665 Hollywood Blvd) e l'Harrison Ford attuale (di fronte al Kodak Theatre di Hollywood Boulevard 6.801). Ci sono anche due star Michael Jackson: una per il leggendario cantante, ballerino e songwriter (a 6.811 Hollywood Blvd), e l'altro è una celebrità della radio (al 1597 Vine Street). Quando il cantautore Michael Jackson è morto, nel 2009, i suoi fans erroneamente cominciarono a lasciare fiori, candele, e altri omaggi a Vine Street, stella che per errore era quella del conduttore radiofonico Michael Jackson. Ci si potrebbe aspettare un cognome comune sulla Walk da Jones, e in effetti, ci sono 12 stelle con il cognome Jones: Allan Jones, Buck Jones, Chuck Jones, Dick Jones, Gordon Jones, Jack Jones, Jennifer Jones, Quincy Jones, Shirley Jones, Spike Jones, Tom Jones e Tommy Lee Jones. Interessante, ci sono anche sette Smith: Aubrey Smith, Carl Smith, Smilin Jack Smith, Jaclyn Smith, Kate Smith, Keely Smith e Pete Smith. Il cognome più comune, tuttavia, è Williams, con un totale di 15, tra cui Andy Williams, Bill Williams, Billy Dee Williams, Cindy Williams, Earle Williams, Esther Williams, Guy Williams, Hank Williams, Joe Williams, Kathlyn Williams, Paul Williams, Robin Williams, Roger Williams, Williams Tex e Vanessa Williams. La più grande collezione di stelle che onora un gruppo di parenti di sangue è di sette in rappresentanza della famiglia Barrymore: John Barrymore, suo fratello Lionel Barrymore (che ne ha due), e la sorella Ethel Barrymore, il loro zio Sidney Drew Barrymore, il figlio di John John Drew Barrymore, e la figlia di John Drew, Drew Barrymore.

    Personaggi immaginari (e coloro che li creano)
    Nel 1978, in onore del suo 50º anniversario, Topolino è diventato il primo personaggio animato a ricevere una stella. Altri destinatari animati sono Bugs Bunny, Paperino, Picchiarello, Biancaneve, Trilli, Winnie the Pooh, Shrek, I Rugrats e I Simpson. La stella iscritta Charlie Tuna non onora la mascotte pubblicitaria animata, ma il celebre conduttore radiofonico (vero nome: Art Ferguson).

    Altri personaggi di fantasia sulla Walk includono i Munchkin, due pupazzi (Kermit la Rana e Big Bird), uno dei mostri (Godzilla), e tre cani (Strongheart, Lassie e Rin Tin Tin). I Muppet riceveranno una stella collettiva nel 2011, rendendo Kermit la Rana il primo personaggio animato a ricevere due stelle.

    Sette stelle riconoscono fumettisti e animatori: Walt Disney, Friz Freleng, Chuck Jones, Walter Lantz, Charles Schulz, Jay Ward e Matt Groening. Tre burattinai hanno la stella: Fran Allison, Jim Henson, e Shari Lewis.

    Curiosità
    Nel 1978, la città di Los Angeles ha designato la Walk of Fame come punto di riferimento storico/culturale. La Walk of Fame è mantenuta dall'autofinanziamento dell'Hollywood Historic Trust.
    Nel 2011 il cantautore italiano Caparezza registra lungo la Walk of Fame il video del settimo singolo de "Il sogno eretico" intitolato "Kevin Spacey"

    Voci correlate:
    Celebrità della Hollywood Walk of Fame

    fonte Wikipedia

    Edited by ~Romy - 2/6/2013, 12:04
  4. .

    Hollywood

    HollywoodSunset

    Hollywood è un distretto della città di Los Angeles, in California, situato a nord-ovest del centro cittadino. La popolazione è stimata sulle 300.000 unità (i distretti di Los Angeles non hanno confini ufficiali).

    Nonostante non sia una città, ma un distretto, è detta "La città dei V.I.P." e il debutto di molti film americani avviene nei suoi immensi cinema. Inoltre, in una delle sale di Hollywood, vengono consegnati i premi Oscar.

    Ai visitatori si presenta come una zona piuttosto squallida, costruita senza una precisa connotazione urbana, formata da bassi edifici e da larghe strade e viali posti ai margini delle due celebri vie, Sunset Boulevard e Wilshire Boulevard; all'interno raccoglie i grandi teatri di posa (21 nel periodo di massima prosperità) e le abitazioni degli attori, dei registi e dei produttori, situate in genere alle pendici della vicina collina di Beverly Hills. Sia in questo quartiere della città losangelina che nei non distanti centri di Burbank, Glendale, Culver City e Santa Monica sorgono inoltre stabilimenti di sviluppo e stampa dei film, di sincronizzazione e così via.


    Storia
    Il nome Hollywood (che significa letteralmente "bosco di agrifogli") sarebbe stato coniato nel 1886 dall'imprenditore H.J. Whitley, definito il "padre di Hollywood" per le grandi opere che realizzò come l'Hollywood Hotel e la Banca di Hollywood. Il nome venne poi utilizzato la prima volta ufficialmente su di un atto notarile da H.H. Wilcox, quando vi impiantò la sua azienda agricola di 160 ettari nel 1887.

    A partire dagli anni venti la storia di Hollywood venne ad intrecciarsi con la storia stessa del cinema americano: alla fine del XIX secolo Hollywood doveva essere ancora un ranch, divenuto un villaggio soltanto agli inizi del secolo successivo.

    L'incremento demografico e la fama di "mecca del cinema" arrivarono non molto più tardi, nel 1910, più o meno grazie alla lotta per i brevetti cinematografici, scatenatasi negli Stati Uniti proprio in quegli anni (con esattezza nel 1907): quella che allora rappresentava la più potente compagnia, la Motion Picture Patents Company, monopolizzava tutti i brevetti, impedendo ai concorrenti di realizzare film; da New York e maggiormente da Chicago (che era allora il centro della produzione cinematografica) i produttori indipendenti iniziarono a trasferirsi con le loro troupe in California, stato in cui il monopolio della MPPC non era legalmente valido, e fu così che giunsero ad Hollywood. Il villaggio venne scelto sia per le favorevoli condizioni climatiche sia per la vicinanza al mare, alle montagne e al deserto (quello di Mojave), ambienti che si prestavano chiaramente come ottimi sfondi naturali per girare gli "esterni" per i vari filoni cinematografici.

    Già nel 1920 Hollywood era divenuta il centro dell'industria cinematografica americana per eccellenza, e qui nacque e si sviluppò su vasta scala il fenomeno del divismo, non senza tuttavia alcune conseguenze negative. Benché fosse ricercata per il lusso e la popolarità che la più grande macchina di produzione per il grande schermo poteva offrire, il tutto alimentato dalle cronache mondane e dagli uffici stampa pubblicitari, non va dimenticata l'immensa folla di questuanti che, provenienti da ogni parte dell'America ma anche dall'Europa, attendevano invano l'occasione propizia per inserirsi nel mondo del cinema: anche scrittori famosi, chiamati a Hollywood, si adattarono alla vita di soggettisti e sceneggiatori e spesso il lavoro non venne neppure utilizzato (è il caso di Scott Fitzgerald). Su tutto regnavano i produttori i quali, prima che le ragioni artistiche, valutavano le qualità commerciali di un'opera. Dagli anni Trenta gli studios di Hollywood svilupparono una maniera di fare cinema che tutt'oggi è un punto di riferimento in tutto il mondo: il cinema narrativo classico.

    La storia di Hollywood è segnata da un graduale ma quasi inarrestabile declino della sua fortuna nel secondo dopoguerra. Molteplici furono i motivi di questa decadenza, tra cui una legge antitrust che, impedendo la concentrazione di numerose attività economiche legate al cinema nelle mani di poche industrie, causò una crisi delle grandi compagnie cinematografiche; a questo si aggiunse la concorrenza della televisione e il distacco del pubblico giovanile. Di conseguenza furono inevitabili la riduzione del numero di film prodotti, lo spostamento di numerose produzioni a New York o in Europa (per es. a Cinecittà), la chiusura di numerosi studi.

    Negli anni settanta si registrò un miglioramento della situazione; i produttori cinematografici, infatti, riuscirono a superare la crisi a tutti i diversi livelli elencati. Le produzioni si attennero a politiche di decentramento delle attività, con ampi ricorsi a produzioni televisive (molti telefilm che vediamo ancora oggi sui nostri teleschermi sono prodotti delle grandi case hollywoodiane). Hollywood resta, comunque, il sogno di centinaia tra coloro che desiderano far carriera "sul grande schermo", il più grande centro di produzione filmica passata e presente, la casa del film per antonomasia.

    fonte Wikipedia

    Edited by ~Romy - 2/6/2013, 12:08
  5. .

    Giuntatrice

    La giuntatrice è uno strumento utilizzato dal proiezionista per unire in modo provvisorio tramite nastro adesivo (trasparente o colorato, a seconda delle necessità) un fotogramma ad un altro, o le due metà dello stesso.

    I fotogrammi possono appartenere a differenti porzioni di una pellicola cinematografica, ma la giunta viene utilizzata anche in caso di rotture e per aggiungere trailer e spot pubblicitari.

    Si tratta di una pressa di piccole dimensioni che unisce facendoli combaciare i due lembi di una pellicola cinematografica, e contemporaneamente produce dei piccoli fori che hanno il compito di permettere l'avanzamento della pellicola stessa tramite ruote dentate presenti nel proiettore.

    Le diverse parti di pellicola in cui è originariamente suddiviso un film in gergo vengono dette pizze.


    fonte Wikipedia

    Edited by ~Romy - 2/6/2013, 11:54
  6. .

    Giraffa [Cinema]

    La giraffa è un tipo particolare di supporto per l' asta microfonica. L' asta microfonica è il termine usato per indicare un particolare strumento atto a sostenere un Microfono e permettergli di effettuare diversi movimenti allo scopo di catturare la voce degli attori in fase di ripresa, portandolo il più vicino possibile alla bocca, è costituita da un carrello e da una torretta meglio descritta sotto, ormai non più in uso è stata sostituita da una semplice asta telescopica,

    In inglese chiamata boom microphone, è di solito sorretta manualmente, sempre ai limiti dell'inquadratura, delimitata da una cornice e visibile dall'operatore di Macchina per centrare l'inquadratura, dal microfonista (boom operator o boom man), stretto collaboratore del fonico di presa diretta. Nel caso che il microfono superi i limiti (detti traguardi) dell'inquadratura, si verifica la sua entrata in campo, condizione che obbliga l'operatore di macchina a dare lo stop. quando vediamo un film puo' capitare, di scorgere l'entrata del microfono in un'inquadratura ma questo non è dovuto all'errore del microfonista in fase di ripresa ma alla scelta del formato del mascherino in fase di proiezione, diverso dall'originale, condizionato dal trasferimento in Telecinema o per adattamento a un altro formato cinematografico, Un tipo particolare di asta microfonica è la cosiddetta giraffa. La giraffa è uno strumento brevettato in America negli anni quaranta dall'ingegnere Fisher e arrivato in Italia dopo la fine della seconda guerra mondiale, quando gli aiuti americani sono arrivati anche al cinema.

    Prima che la Fisher arrivasse in Italia, nel Centro Sperimentale di Cinematografia e a Cinecittà i tecnici del suono si arrangiavano con quello che avevano a disposizione, costruendo giraffe prima di legno poi in tubi di ferro e utilizzando ruote di bicicletta e tubi dell'acqua.

    La Giraffa Fischer fu adottata nel cinema fino all'inizio degli anni sessanta. Con lo sviluppo delle nuove tecnologie si costruirono microfoni sempre più leggeri, così come molte altre attrezzature (cineprese, dolly, carrelli, proiettori). A quel punto il microfono, ormai leggerissimo, poteva essere manovrato semplicemente su di un'asta telescopica, prima di alluminio, poi in lega leggera, oggi in fibra di carbonio. La Giraffa Fisher era composta da un carrello su tre ruote gommate sul quale era montata la torretta con la bascula porta braccio. All'estremità del braccio era montato il portamicrofono che consentiva di effettuare cinque movimenti (quattro sulla croce verticale, orizzontale più il movimento rotatorio a 360 gradi) mentre nella parte posteriore erano applicati i contrappesi. A sua volta il braccio effettuava sei movimenti (quattro sulla croce di bascula destra, sinistra, alto, basso e due di allungamento o accorciamento telescopico). Il microfono era agganciato con sospensioni elastiche per evitare l'effetto stetoscopico (percezione delle vibrazioni meccaniche), il nome Italiano di Giraffa è dovuto ai movimenti che questa macchina poteva effettuare, ed erano molto simile a quelli del collo dell'animale, Tutti i movimenti erano effettuati dal microfonista mediante delle manovelle. Per tale lavoro era richiesto un corso d'apprendimento obbligatorio e una lunga esperienza. Il microfonista lavorava in piedi sul carrello in uno spazio di piattaforma molto limitato e rimaneva nella medesima posizione per molte ore al giorno.


    fonte Wikipedia

    Edited by ~Romy - 2/6/2013, 11:52
  7. .

    Fuori campo [Cinema]

    Nel cinema si intende per fuori campo tutto ciò che accade fuori del campo visivo del quadro ma è presente nell'immaginario spazio adiacente (il set). Il fuori campo viene spesso descritto, tramite le tecniche cinematografiche, in maniera che possa essere immaginato e ricreato dalla fantasia dello spettatore.

    Per ciò che riguarda il sonoro, il fuoricampo riguarda quei suoni acusmatici (di cui non si individua visivamente la fonte) che vengono originati nel "piano di realtà" della narrazione, ovvero quei suoni che sono udibili anche dai personaggi. Il sonoro udibile dai personaggi, che siano voci, rumori o musica, si dice diegetico.

    La musica "extra-scenica" che si sovrappone talvolta alle immagini, quando non ne viene visualizzata la fonte e non viene avvertita dai personaggi, non riguarda il fuori campo bensì una zona ancora più esterna. Tale sonoro può definirsi acusmatico ma non diegetico.


    Vi è un equivoco nella traduzione con i termini tecnici inglesi, infatti il codice anglosassone prevede:



    Il codice di uso comune in Italia, mescolando maldestramente italiano e inglese, prevede:

    la denominazione fuori campo per il sonoro acusmatico e diegetico;
    la denominazione "off-screen" o "extra-diegetico" per il sonoro acusmatico e non diegetico.

    Il fuori campo viene abbreviato in f.c., l'off-screen in "off", e per definire particolari interni al quadro si utilizza "in".

    Un'analisi dettagliata dell'uso espressivo del fuori campo, dedicata all'inizio del film di Fritz Lang, M - Il mostro di Düsseldorf, si trova nel libro di Gianni Rondolino e Dario Tomasi, Manuale del film.

    fonte Wikipedia

    Edited by ~Romy - 2/6/2013, 11:50
  8. .

    Fuoco [Ottica]

    Il termine fuoco in ottica indica il punto in cui i singoli raggi formanti un fascio di radiazioni elettromagnetiche distinte si incontrano, e quindi concentrano, in seguito ad un'applicazione del fenomeno di rifrazione, applicato ad esempio in una lente, o al fenomeno di riflessione applicato ad esempio in uno specchio concavo. È il seguito di un fenomeno di convergenza di raggi in un punto. Nelle realtà il fuoco non è sempre indicabile come un insieme di punti e solo teorizzando, nell'ambito dell'ottica geometrica si parla di unico punto focale. (vedi: Aberrazione)

    Il termine deriva probabilmente dal gioco che si può fare con una lente di ingrandimento o altro rifrattore positivo (cioè che fa convergere i raggi) nelle giornate assolate o con fonti luminose diverse dal sole ma comunque relativamente molto potenti: cioè quello di focalizzare i raggi in un punto su un pezzo di carta, o altro combustibile, e vederlo annerire e successivamente infiammarsi.


    Il fuoco di una lente sottile
    Partendo dalla legge di Snell, si può ricavare il valore della distanza focale valido per fasci di raggi luminosi parassiali e lenti sferiche sottili (la relazione è anche detta legge dei fabbricanti di lenti):

    68004fa2f916ca2a3bbd9f73cd173de8

    dove:

    n è l'indice di rifrazione del materiale con cui è costituita la lente,
    n' è l'indice di rifrazione dell'ambiente in cui la lente è immersa,
    be473692ca1cbc48985e5e93af6755bf e 2091903a94ea18141c35943959df7409 sono i raggi della lente definiti positivi per lenti convesse.

    Questa legge vale nell'approssimazione di lente sottile, cioè quando lo spessore della lente è trascurabile rispetto al suo diametro (o, equivalentemente, quando il raggio di curvatura della lente è molto grande) e nella condizione di considerare raggi parassiali. In caso contrario la luce non si concentra esattamente tutta in un solo punto, ma mostra una certa dispersione chiamata rispettivamente aberrazione cromatica e aberrazione sferica.

    La messa a fuoco di un'immagine
    L'occhio e diversi strumenti (macchine fotografiche, cannocchiali, binocoli, telescopi) utilizzano una o più lenti o specchi per concentrare la luce, in modo da ottenere un'immagine più chiara. Perché l'immagine sia nitida, però, occorre che la retina o la lastra fotografica si trovino nel punto esatto in cui i raggi luminosi concentrati dalla lente convergono. Si dice in tal caso che l'immagine è a fuoco; in caso contrario si dice fuori fuoco o sfocata.

    Nell'occhio
    In base alla legge fisica esposta sopra, il punto esatto in cui i raggi luminosi convergono dipende dalla distanza della sorgente. L'occhio è in grado di mettere a fuoco sulla retina un'immagine proveniente da qualunque distanza (fatta eccezione per le distanze inferiori a circa 10 cm) modificando lo spessore e la curvatura del cristallino.

    Nella fotografia
    Nelle macchine fotografiche, la messa a fuoco viene operata allontanando o avvicinando opportunamente alcune lenti dell'obiettivo alla pellicola. La regolazione può essere manuale o automatica.

    Nei telescopi
    Per i telescopi non esiste il problema di mettere a fuoco oggetti posti a diversa distanza, dato che la distanza degli oggetti stellari è sempre tanto grande da poter essere di fatto considerata infinita.

    La messa a fuoco costituisce però ugualmente un problema a causa dell'elevatissimo ingrandimento, che richiede un'altissima precisione: anche una lievissima irregolarità nella curvatura della lente o dello specchio basta a provocare un'imperfetta messa a fuoco. Non è solo un problema di fabbricazione ma anche di condizioni operative: ad esempio le variazioni di temperatura possono causare la dilatazione termica dello specchio e quindi alterarne la curvatura.

    Nei telescopi rifrattori si aggiunge il problema del diverso indice di rifrazione per i vari colori, per il quale ogni colore ha un diverso fuoco. Solo sfruttando come espediente varie lenti convesse è possibile focalizzare colore per colore (lunghezza d'onda per lunghezza d'onda) nel punto desiderato, che si trova per comodità lungo l'asse ottico del tubo.

    Per questa ragione, con le attuali tecnologie, è praticamente impossibile costruire telescopi rifrattori con lenti dal diametro maggiore di 1 metro circa. Si riesce invece a costruire telescopi riflettori con specchi fino a 5-6 metri. Anche in questi tuttavia far convergere la luce verso lo specchietto secondario che a sua volta la rifletterà verso l'oculare può essere problematico.

    Dimensioni ancora maggiori, fino a circa 10 metri, si sono ottenute utilizzando specchi composti da più elementi, che vengono mantenuti nella corretta posizione da un sistema di controllo computerizzato.

    fonte Wikipedia

    Edited by ~Romy - 2/6/2013, 11:47
  9. .

    Fotogramma

    Il fotogramma è la singola immagine impressa su una pellicola cinematografica. La pellicola cinematografica è infatti una pellicola su cui sono impresse in sequenza delle immagini che riprodotte ad una velocità di almeno 16 fotogrammi al secondo, per il fenomeno della persistenza della visione, restituiscono allo spettatore l'impressione di un movimento continuo, e non di una sequenza di immagini fisse. La velocità (frequenza) standard di proiezione di una pellicola cinematografica è di 24 fps o, in altre parole, di 24 fotogrammi al secondo. Nei primi anni di vita del cinema, la velocità di proiezione standard era invece di 16 fotogrammi al secondo.

    Il fotogramma è anche la singola immagine impressa su una pellicola fotografica, in positivo o in negativo, dalla quale, con il processo di sviluppo, si ottiene la fotografia o la diapositiva.

    Infine con fotogramma si intende anche una immagine fotografica ottenuta in camera oscura imprimendo un'immagine direttamente su un foglio di carta sensibile o un negativo senza fare uso di una macchina fotografica. Questa tecnica è più nota con il nome di Rayogramma o "Rayografia" dal nome del fotografo Man Ray che la riscopre negli anni '20 del 900, o come Shadografia.

    Anche il segnale televisivo si compone di fotogrammi, ma in questo caso il nome individua ogni singola immagine costruita mediante segnali elettrici. Secondo gli standard in uso in Europa (PAL e SECAM) i fotogrammi televisivi vengono mostrati con una frequenza di 25 fotogrammi completi al secondo: poiché la successione delle immagini è in funzione della frequenza della corrente alternata fornita dalla rete elettrica e poiché in Europa tale frequenza è pari a 50 Hz, gli standard stabiliscono che vengano visualizzati cinquanta semiquadri ogni secondo. La somma di due semiquadri produce un fotogramma completo: col primo semiquadro vengono disegnate le righe dispari, col secondo quelle pari.

    A causa di tale discrepanza tra la cadenza cinematografica e quella televisiva, quando si proietta un film attraverso un segnale televisivo, si deve accelerarne la proiezione a 25 fotogrammi al secondo, in modo da sincronizzare le due cadenze. L'incremento di velocità è inavvertibile sia in termini di qualità dell'audio, sia di riproduzione del movimento, ma determina comunque una riduzione della durata del film: una pellicola che al cinema dura due ore, quando viene trasmessa in televisione si conclude dopo circa un'ora e cinquantacinque minuti. Questo effetto può essere eliminato mediante tecniche di interpolazione che ridisegnano i fotogrammi "aggiungendo" quelli mancanti: mentre prima in un secondo ce ne stavano 24 ora devono starcene 25, sempre equamente distribuiti nel tempo. Si deve tuttavia considerare che queste tecniche vengano utilizzate raramente a causa della grande differenza tra i vantaggi ottenuti e il loro "costo" in termini di elaborazione.


    fonte Wikipedia

    Edited by ~Romy - 2/6/2013, 11:43
  10. .

    Fotografo di scena

    Il fotografo di scena si occupa di scattare immagini direttamente sul set del film al fine di pubblicizzare, attraverso la pubblicazione e la circolazione delle proprie foto, il film stesso. Le foto possono essere scattate durante le riprese del film o videoclip, mentre gli attori recitano, oppure facendo posare gli attori esclusivamente per gli scatti. Questa ultima tipologia di fotografie di scena viene detta "posati".

    La fotografia di scena in teatro differisce totalmente dal cinema: oltre agli scopi pubblicitari che, in questo caso, spesso antecedono l'evento, lo scopo del fotografo di scena è anche conservar memoria dello spettacolo. Tale documentazione solitamente viene riutilizzata per la ricostruzione di vecchi allestimenti, utile anche come materia di studio per la creazione di nuovi, o lo studio accademico che nel teatro non sempre è supportato da materiali video. Sia in ambiente cinematografico che teatrale può spesso essere lasciato ampio spazio all'interpretazione del fotografo. Da questo deriva il fatto che talvolta le fotografie possano essere più interessanti del film o dello spettacolo stesso e avere un autonomo contenuto artistico. I migliori fotografi di scena riescono talvolta a pubblicare libri o a vedere esposte le loro immagini in mostra.

    Le fotografie di scena vengono anche usate per la realizzazione dei manifesti e delle locandine, che serviranno come materiale pubblicitario per affissioni presso le sale cinematografiche o teatrali ed anche come campagna promozionale dello spettacolo stesso, con affissioni in vari luoghi, in concomitanza con la programmazione della proiezione del film nelle sale, o per le rappresentazioni teatrali. L'autorialità dei fotografi di scena viene però spesso sottovalutata e scavalcata dal marketing per il film o per lo spettacolo che si intende promuovere.


    fonte Wikipedia

    Edited by ~Romy - 2/6/2013, 11:42
  11. .

    Immagine cinematografica

    « Vedere è per noi una necessità. Anche per il pittore il problema è vedere. Ma mentre per il pittore si tratta di scoprire una realtà statica, o anche un ritmo se vogliamo, ma un ritmo che si è fermato nel segno, per un regista il problema è cogliere una realtà che si matura e si consuma, e proporre questo movimento, questo arrivare e proseguire come una nuova percezione. »
    (Michelangelo Antonioni)

    L'immagine cinematografica (detta anche fotografia cinematografica) è l'insieme dei fotogrammi che compongono un'opera (come ad esempio un film, un videoclip musicale, un telefilm, ecc.).

    L'immagine cinematografica si differenzia dall'immagine in senso stretto perché non è statica e sempre uguale, ma si trasforma attraverso il movimento non solo degli esseri e degli oggetti ripresi, ma anche della macchina da presa, o quelli derivati dal montaggio, dalle dissolvenze, dagli stacchi, dal cambio della messa in scena.


    Aspetti artistici
    Intorno agli anni venti l'artisticità del cinema è stata oggetto di un acceso dibattito teorico. Il cinema è un'opera multimediale, nel senso che in sé racchiude diversi linguaggi artistici (come pittura, fotografia, letteratura, e successivamente anche musica).

    Secondo Jean Epstein l'immagine cinematografica è in grado di offrirci una efficace esaltazione estetica della realtà, grazie al movimento di ciò che viene ripreso della cinepresa e dagli stessi movimenti "soprannaturali" della macchina da presa. Il cinema, dunque, è "altamente soprannaturale", e può offrire allo spettatore percezioni e sensazioni che nella realtà non sarebbe possibile provare (l'immagine cinematografica, mediante il processo della fotogenia esalta le qualità del reale rappresentato). Epstein, inoltre, (a differenza del suo collega Louis Delluc e dei teorici che vedevano nel cinema un mezzo privilegiato per mostrare la realtà) caldeggia la manipolazione dell'immagine cinematografica, perché può portare all'aumento della bellezza fotogenica, facendo provare allo spettatore ulteriori nuove percezioni che nella realtà non riuscirebbe a cogliere. Un movimento mostrato al rallentatore, ad esempio, può intensificare l'aspetto drammatico di una scena.

    Il cosiddetto "specifico filmico" risiede nella disgiunzione dell'opera da un hinc et nunc. Il cinema cioè, a differenza del teatro, di un quadro o di una scultura, può essere fruito indifferentemente dovunque venga proiettata l'opera.

    Aspetti semiotici
    L'immagine filmica risulta costituita da un lato da suoni ad essa collegati (voci, rumori, colonne sonore, ecc.), dall'altro dalla narrazione cinematografica. Mentre quest'ultima non appartiene soltanto alle opere audiovisive, dal momento che la narrazione è presente anche nelle opere letterarie, teatrali, ecc., l'immagine cinematografica è la caratteristica che distingue il cinema dagli altri linguaggi, dalle altre arti e dagli altri tipi di spettacolo.

    Per meglio afferrare questo concetto si tenga presente che un conto è "guardare", un altro è "capire". Per guardare (e ascoltare), lo spettatore mette in funzione le sue capacità percettive (vista e udito), per capire la trama di un film, invece, lo spettatore deve collegare i vari dialoghi e le varie azioni in un contesto più ampio (il contesto narrativo), ovvero in una unità di significazione più vasta, mettendo in funzione le sue capacità cognitive.

    Secondo Gilles Deleuze, non a caso, è possibile intraprendere una ricerca di semiotica del cinema "pura" che studi l'immagine in quanto tale, senza tener conto delle caratteristiche narrative di un film o, in generale, di un qualunque prodotto audiovisivo. Per Deleuze tale ricerca troverebbe le sue fondamenta e la sua tradizione nelle teorie inerenti alla fotogenia cinematografica, perché essa approfondisce in termini estetici tutte le componenti puramente visive del cinema.

    Aspetti tecnici
    La realizzazione di un film è il risultato della collaborazione di vari reparti, coperti da diverse figure, ognuna della quali sovraintende una precisa fase della lavorazione. Per convenzione (e brevità espositiva) i reparti che si occupano della creazione di un'opera filmica sono:

    Sceneggiatura (Autori, sceneggiatori)
    Produzione (Produttore, Produttore esecutivo, Organizzatore Generale, Ispettore di produzione, Segretario/a di produzione, Runner)
    Regia (Regista, Aiuto regista, Segretario/a di edizione, Assistente alla regia)
    Fotografia (Direttore della fotografia, Capo elettricista, Aiuto elettricista, Macchinista, Operatore, Assistente operatore, Aiuto operatore)
    Scenografia (Scenografo, Attrezzista, Aiuto scenografo)
    Costumi (Costumista, Sarta, Assistente ai costumi)
    Trucco (Truccatore/ice, parrucchiere)
    Edizione (Montaggio)

    I processi e le tecniche attraverso le quali viene catturata la messa in scena prendono il nome di "fotografia cinematografica". Il responsabile dell'immagine cinematografica e di tutti gli accorgimenti tecnici inerenti le riprese è il direttore della fotografia. Egli collabora col regista nella messa in scena delle inquadrature decise in pre-produzione.

    Tra gli aspetti principali della fotografia cinematografica troviamo:
    Formati cinematografici del fotogramma, una delle prime scelte che sono fatte in pre-produzione (assieme alla scelta della pellicola). Determina il rapporto dimensionale tra la base e l'altezza dell'inquadratura, influendo quindi sulle scelte stilistiche successive.
    Macchina da presa, lo strumento principale usato dal direttore della fotografia o dall'operatore. Alcune funzionalità possono consentire, ad esempio, controlli motorizzati di precisione, riprese ad alta velocità, controlli a distanza, uso di filtri, ecc. Possono essere utilizzate più macchine contemporaneamente, anche con personale appositamente dedicato (chiamate "seconda unità", "terza unità", ecc.).
    Punto di vista, determinato dalla posizione della macchina da presa, ed è percepito dallo spettatore come "oggettivo" quando è neutrale, o come "soggettivo" quando coincide col punto di vista di uno dei soggetti presenti nell'inquadratura. È possibile avere anche una semi-soggettiva, con la mdp che segue da vicino uno dei personaggi.
    Illuminazione, uno degli aspetti più importanti della fotografia. Può essere effettuata in vari modi: dall'alto, dal basso, da dietro i soggetti (controluce), da un lato e frontalmente. Sono possibili infinite combinazioni nella disposizione delle sorgenti luminose artificiali, con in più la possibilità di filtrarle, di utilizzare direttamente la luce naturale del sole o la cosiddetta "luce diffusa" (con le ombre ridotte al minimo). È nell'uso della luce che entrano maggiormente in gioco le abilità artistiche del direttore della fotografia e la sua capacità di evidenziare le superfici, le prospettive, i contorni, la fisionomia di un volto, ecc. Inoltre, la quantità di luce sulla scena influisce sulla scelta del diaframma, con ripercussioni sull'ampiezza della profondità di campo.
    Distanza di ripresa, ovvero il rapporto tra il fotogramma e il soggetto inquadrato. È classificabile in piani di ripresa quando è in rapporto alla figura umana, ed in campi di ripresa quando è in rapporto all'ambiente. Può essere ampia, come nel panorama, o ridottissima, come nella ripresa ravvicinata di un dettaglio.
    Angolo di campo, che come nella fotografia tradizionale, indica l'ampiezza della scena inquadrata, e può variare all'interno della singola inquadratura se si utilizza un obiettivo dotato di zoom.
    Inquadratura, che delimita la scena (porzione di ambiente) ripresa dalla mdp. Tutto quello che non figura nell'inquadratura è definito come "fuori campo". Durante il montaggio, l'inquadratura è intesa come "unità di montaggio", ossia una ripresa (o una sua porzione) non interrotta da stacchi o tagli. Le singole inquadrature, una volta montate nell'ordine voluto, formano le scene e le sequenze del film. L'inquadratura può rappresentare un particolare "punto di vista", e può avere un "angolo di campo" fisso, o variabile nel caso delle "zoommate".
    Movimenti di macchina: a seconda delle attrezzature utilizzate (ad esempio treppiedi, carrelli, gru, steadicam, sky-cam o camera-car), la mdp può effettuare tutta una serie di movimenti, dando dinamismo alle riprese, simulando la corsa dell'uomo, il rollio di una barca, il volo di un aereo, ecc. I movimenti più utilizzati sono: le panoramiche, le carrellate, le riprese effettuate con la steadicam, quelle con la mdp in spalla o con la camera a mano.
    Messa a fuoco: come nella fotografia tradizionale, è possibile variare il punto di messa a fuoco durante una ripresa. Solitamente, accanto alla mdp è situato un assistente col compito specifico di controllare manualmente la messa a fuoco, misurando le distanze fra mdp e soggetti inquadrati. L'effetto "flou" si ottiene applicando dei filtri (o diffusori) che sfocano dettagli e contorni.
    Profondità di campo: è l'area visibile (e nitida) davanti e dietro il punto di messa a fuoco. Dipende dal diaframma impostato (chiudendolo aumenta la profondità di campo, e viceversa).
    Monitor di servizio: detto anche video control, consente di controllare l'inquadratura anche prima che la ripresa su pellicola abbia inizio. È collegato direttamente al mirino della mdp, fornendo quindi al regista la stessa visuale che ha l'operatore di macchina, e che risulterà nel film. Consente anche di rivedere le immagini.
    Correzione del colore: avviene nella fase di post-produzione, e consente di intervenire sulla tonalità del colore delle varie inquadrature, al fine di ottenere una continuità stilistica o particolari effetti cromatici. Mentre un tempo era realizzata tramite l'uso di filtri in fase di ripresa, o con accorgimenti nella fase di stampa della pellicola, oggi avviene molto spesso direttamente al computer e contemporaneamente al montaggio, specie se si utilizzano mdp digitali.

    fonte Wikipedia

    Edited by ~Romy - 2/6/2013, 11:40
  12. .

    Fotogenia



    La fotogenia è la capacità di maggiorazione estetica della realtà che si ottiene attraverso le fotografie e le immagini cinematografiche. Per ottenere l'effetto di fotogenia e dotare le immagini di qualità fotogeniche, occorre essere in grado di cogliere la bellezza già presente in ciò che viene immortalato o filmato.
    La parola "fotogenia" era inizialmente rivolta esclusivamente alla fotografia, e fu introdotta per la prima volta nel 1917 dalla scrittrice Colette anche in ambito cinematografico, e a partire dagli anni venti, questo concetto assume una posizione centrale nell'ambito del dibattito teorico francese relativo al cinema. In ambito cinematografico tale termine è sinonimo di cinematografabilità.

    Fotogenia cinematografica
    La fotogenia può riguardare qualunque aspetto dell'immagine cinematografica: qualità plastiche, compositive, di illuminazione, tutto ciò che riguarda la fotografia cinematografica, ma anche le caratteristiche che un attore e un'attrice devono possedere per ben apparire sullo schermo cinematografico: nel 1924 il teorico Pierre Henry, riferendosi alle attrici, scrive che «la bellezza fotogenica ideale è quella che 'rende' ugualmente bene sotto ogni angolazione immaginabile e non ha bisogno di illuminazioni particolari per essere valorizzata».

    Il dibattito teorico degli anni dieci e venti

    Teoria della Fotogenia secondo Delluc

    Per Delluc la fotogenia è una qualità presente naturalmente nelle cose e negli esseri ma che risulta evidenziata e accresciuta dalla riproduzione fotografica e cinematografica; per Delluc non solo occorre essere capaci di cogliere la bellezza fotogenica di ciò che viene ripreso o fotografato, ma soprattutto occorre individuare quegli oggetti, quegli individui e quei fenomeni dotati di tale bellezza. La fotogenia è dunque un tipo di "bellezza" presente nei soggetti e negli oggetti ripresi o fotografati. Per bellezza fotogenica Delluc indica la semplicità, la naturalezza e l'assenza di un'intenzione artistica troppo esibita e consapevole. Per ottenere questa bellezza servono lo sguardo e la decisione di un operatore capace di orientare la macchina da presa, cioè di riconoscere l'aspetto fotogenico delle cose. Delluc fa capire di preferire i cinegiornali e i documentari agli altri tipi di film proprio perché la bellezza del cinema sta nel saper cogliere il lato fotogenico della realtà, e realtà, semplicità e naturalezza si trovano soprattutto in quei film privi di finzione scenica e di manipolazione delle immagini. In questo senso cinema e fotografia sono arti plastiche che vanno oltre l'arte diventando, di fatto, vita.


    Teoria della Fotogenia secondo Epstein

    Jean Epstein riprende il concetto di fotogenia di Delluc ridescrivendolo come qualità specificamente cinematografica: la fotogenia, per Epstein, è l'essenza stessa del cinema. Epstein dapprima considera fotogenico ogni apetto delle cose e degli esseri che aumenta di bellezza attraverso la riproduzione cinematografica, e poi precisa che, a suo avviso, la fotogenia appartiene solo agli aspetti mobili delle cose, degli esseri e dei fenomeni. Per Epstein, infatti, il cinema deve mostrare la continuità variabile delle forme, il continuo trasformarsi del mondo, sotto la spinta del movimento proprio e di quello della cinepresa. Inoltre, se per Delluc il film deve diventare "naturale" fino a confondersi con la natura stessa, per Epstein la macchina da presa trasforma profondamente la realtà e produce visioni che non hanno nulla di naturale. Il cinema, dunque, è "altamente soprannaturale", e consente di provare emozioni e sensazioni che nella realtà non sarebbe possibile provare: per Epstein è proprio questa la bellezza fotogenica del cinema. Epstein, inoltre, non si oppone alla manipolazione dell'immagine cinematografica, perché tali manipolazioni possono portare all'aumento della bellezza fotogenica, facendo provare allo spettare ulteriori nuove emozioni e sensazioni che nella realtà non riuscirebbe a cogliere. Un movimento mostrato a ralenti, ad esempio, può intensificare l'aspetto drammatico di una scena o di una situazione reale già drammatica di per sè; inoltre, sempre secondo Epstein, se si realizzasse un film in moto accelerato di una persona sotto processo, la verità trasparirebbe al di là delle sue parole , "scritta" in modo semplice, unico ed evidente, e non vi sarebbe ulteriore necessità di fare un processo e né di alcuna altra prova tranne che di quella fornita dalla "profondità" dell'immagine.


    Teoria della Fotogenia secondo Morin

    Il sociologo Edgar Morin approfondisce ulteriormente la questione sulla base delle tesi esposte da Epstein. Morin afferma che è grazie al cinema se la maggiorazione estetica della realtà consente all'individuo non solo di congelarsi nell'immortalità del mezzo filmico (il quale gli permette di rinascere ed esorcizzare la morte mediante il già citato transfert cinematografico), ma di sdoppiarsi dal suo originale, assumere una vita indipendente dal suo referente reale, perché, grazie alla fotogenia, il mezzo filmico può rivelare due statuti:

    * Il doppio: ossia l'esorcizzazione del tempo attraverso il congelamento dell'immagine dell'individuo, che grazie al cinema e alla fotografia resta "vivo" per sempre (viene cioè preservato da una seconda morte, quella spirituale);
    * La metamorfosi: è attraverso il cinema e alla fotogenia che riguarda gli aspetti mobili delle cose che lo spettatore, identificandosi in quell'individuo filmato, preserva non solo l'esistenza di tale individuo, ma gli consente di sdoppiarsi da esso, di assumere vita autonoma mediante appunto la rappresentazione del suo movimento.

    La fotogenia, quindi, anche secondo Morin riguarda l'aspetto mobile delle cose, e fa in modo che anche un oggetto possa assumere forma umana, attraverso il processo dell'antropomorfismo. L'antropomorfismo, attraverso la rappresentazione del movimento dell'oggetto rappresentato, consente a quell'oggetto, se dotato di bellezza fotogenica, di diventare "umano", mediante il transfert dell'identificazione con l'oggetto da parte dello spettatore.

    Fonti di riferimento: Teresa Biondi, La fabbrica delle immagini, 2007

    Robert Stam, Teorie del film. Dalle origini del cinema al '68, 2005





    Fonte: Wikipedia

    Edited by Viky017 - 1/6/2013, 16:07
  13. .

    Formati cinematografici



    Le pellicole cinematografiche (film) utilizzate nel mondo del cinema variano molto a seconda dei mezzi e delle finalità delle riprese. I formati diffusi sono, quindi, numerosi.

    Formati amatoriali


    * 4,5 mm - poco in uso ai suoi tempi ed oggi assai raro a rintracciarsi; ha origini oscure e non certificate. Con grande probabilità parrebbe derivarsi dall'Home Kinetoscope della Edison, commercializzato a partire dal 1912. Secondo Vincent Pinel il formato immagine esatto era di 4,2 x 5,6 mm.
    * 8 mm
    * Single 8 mm
    * Super 8 mm
    o Doppio super 8 mm
    * 8,75 mm
    * 9,5 mm
    * 17,5 mm
    * 22 mm Edison
    * 28 mm Pathescope
    * 8 EmmE o Mauer


    Formati professionali

    * 16 mm
    o Super 16 mm
    * 35 mm
    o Vistavision
    o Panavision
    o Cinerama
    o Super 35 mm
    o CinemaScope
    * 70 mm
    o Cinerama
    o IMAX
    o OMNIMAX
    o Super Panavision
    o Todd-AO





    Fonte: Wikipedia

    Edited by Viky017 - 1/6/2013, 16:04
  14. .

    Fonico



    Il fonico è una figura professionale che si occupa della gestione dell'audio in ogni attività od evento che preveda l'utilizzo di microfoni, mixers, diffusori acustici, registratori, eccetera.

    Cinema
    Nell'ambito del cinema, per esempio, il fonico si occupa della gestione dei dialoghi, dei rumori, dei suoni in generale, durante la produzione (presa diretta) e la post-produzione. Esistono varie tipologie di fonico cinematografico:
    Fonico di presa diretta, responsabile della registrazione dell'audio sul set. Collabora generalmente con un microfonista.
    Fonico di missaggio si occupa di miscelare in fase di post-produzione le registrazioni del fonico di presa diretta integrandole con eventuale doppiaggio ed eventuali suoni aggiunti.
    Fonico di doppiaggio è colui che si occupa di registrare i dialoghi da sostituire agli originali.
    Il montaggio del suono e la sua composizione è di fondamentale importanza in quanto svolge un ruolo centrale nella post-produzione di un film. Nella presa diretta, quindi, il ruolo di fonico sul set cinematografico è importante poiché "cattura" suoni che altrimenti non si riuscirebbero ad ascoltare allo stesso modo, grazie all'utilizzo differenziato di diversi microfoni.

    Musica
    In ambito musicale convivono e interagiscono le seguenti figure professionali:
    Fonico F.o.H. o Fonico di sala (Front of House, ossia "di fronte al palco") che si occupa del missaggio dei segnali audio, analogici e/o digitali provenienti dal palco, e dell'equalizzazione dei vari canali audio per rendere più fedele la riproduzione e consentire al pubblico un ascolto ottimale del concerto.
    Fonico di palco' che gestisce gli ascolti dei musicisti sul palco i quali controllano la propria esecuzione e quella dei propri colleghi tramite piccoli diffusori acustici chiamati monitors (in gergo detti "casse spia" o più semplicemente "spie") o tramite cuffie (chiamate "in-ear monitor").
    PA man, un fonico specializzato che realizza la sonorizzazione del luogo in cui si svolge l'evento. Egli sceglie il tipo di impianto più adatto, lo predispone e lo equalizza in modo da correggere difetti di ascolto che eventuali caratteristiche acustiche specifiche della location possono produrre.
    Fonico di presa diretta che registra l'esecuzione musicale che poi, dopo una eventuale rielaborazione effettuata in uno studio, può essere utilizzata per la realizzazione di un CD o di un DVD Live.
    Fonico di messa in onda gestisce invece un missaggio dei suoni diverso da quello del fonico F.o.H., più indirizzato ad un ascolto televisivo o radiofonico;
    Fonico di studio o, Tecnico del suono, si occupa della registrazione, dell'editing, del missaggio e del mastering finale di una esecuzione musicale in uno studio di registrazione destinata alla diffusione di un prodotto discografico. Si può occupare anche della registrazione, editing, missaggio e sincronizzazione di audiovisivi commerciali o artistici, come "jingles", spot o servizi radiotelevisivi nel mondo della pubblicità o dell'informazione.


    Fonte: Wikipedia

    Edited by Viky017 - 1/6/2013, 16:02
  15. .

    Flop



    Flop è un termine inglese, equivalente all'italiano fiasco, che indica il mancato successo di un prodotto rispetto alle aspettative del produttore/venditore.
    Sebbene nell'accezione più comune col termine flop o fiasco s'intenda un insuccesso commerciale, in termini di quantitativi venduti, può anche indicare un insuccesso d'immagine (sebbene le vendite non siano fallimentari).
    Le principali cause di un flop possono essere ricondotte a:

    - caratteristiche del prodotto, benché in sé valide, non gradite al pubblico
    - caratteristiche del prodotto effettivamente scadenti o poco apprezzabili
    - fenomeni di moda, sia relativi alla marca che al tipo prodotto.
    - problemi d'immagine del produttore (anche derivanti da prodotti precedenti).
    - tentativo non riuscito, da parte di un'intera industria di settore, di aprirsi nuovi mercati creando prodotti prima inesistenti ed iniziando una moda.

    Il termine flop è tipico del mondo dello spettacolo, ma la sua presenza in ambito economico e commerciale è corrente. I fiaschi più famosi possono arrivare a diventare parte della cultura di intere generazioni, sotto forma di luogo comune. Chi si occupa di analisi degli insuccessi trova nei flop materiale di studio dal quale tenta di ricavare regole generali di buona condotta manageriale o produttiva. Un caso che ha fatto storia è quello relativo al fallimento dell'azienda Osborne Computer Corporation.
    Esistono molti esempi di fiaschi in ambito commerciale. Ad esempio la Fiat Duna o L'Alfa Romeo Arna erano autovetture dalle caratteristiche oggettivamente poco apprezzabili (estetica, finiture, qualità costruttiva), mentre la Renault 14, benché venduta in un milione d'esemplari, fu un flop d'immagine (aveva caratteristiche in sé valide, ma non apprezzate dal pubblico). In campo automobilistico, tentativi di offrire prodotti dal design avventuristico o dall'impostazione troppo caratteristica possono, talvolta, rivelarsi grossi insuccessi: è il caso della Renault Avantime, misto tra monovolume e coupé, il cui fallimento portò alla chiusura dell'ultimo stabilimento Matra.
    Nei casi più gravi, tuttavia, il flop può anche essere determinato da difetti molto precisi, così importanti da rendere il prodotto indesiderabile e inaffidabile (MS-DOS 4.00, con gravi problemi di funzionamento) o addirittura pericoloso (numerosi farmaci ritirati dal commercio a causa degli effetti collaterali).

    Flop cinematografici
    Accanto ai grandi successi al botteghino, la cinematografia pullula di veri e propri insuccessi. In certi casi, il flop di una singola pellicola comporta pesanti indebitamenti, talvolta fino alla bancarotta, per le case di produzione: è accaduto con la RKO (Il conquistatore), la United Artists (I cancelli del cielo), la Carolco Pictures (Corsari, entrato nel Guinness dei Primati come maggior flop cinematografico della storia[1]) e diverse altre. In tempi recenti il flop del film Milo su Marte, film d'animazione del 2011, ha portato al fallimento della ImageMovers Digital.
    Il flop può essere dettato degli elevati costi di produzione. È il caso del film Sahara, film del 2005, che, pur con un buon incasso al botteghino, pari a 122 milioni di dollari, non ha coperto che la metà del suo budget, di 241 milioni di Dollari.[2]
    Nel rapporto tra spese di produzione e incasso, il film di più basso introito è stato Le avventure di Stanley, di Don Bluth e Gary Goldman: costato 23 milioni di dollari, ne ha incassati appena 71.368$, pari allo 0.33% del budget.
    Tra i film indipendenti a basso budget (inferiore ai 2.000.000 di dollari) vanno segnalati: Zyzzyx Road, interpretato da Tom Sizemore e Katherine Heigl, di produzione statunitense che, costato 1.2 milioni di dollari, ha guadagnato appena 30$, sei biglietti venduti in totale; il film britannico Offending Angels, costato 70.000 sterline per un guadagno inferiore alle 100£; infine, del 2011, un film statunitense chiamato The Worst Movie Ever! (letteralmente: Il peggiore film mai fatto), costato 1000$, con un solo biglietto venduto per un totale di 11$. Tutti questi film hanno in comune questi fattori: sono stati proiettati in una sola sala, spesso per pochi giorni (da uno a sei), e senza alcuna promozione pubblicitaria.

    Flop cinematografici italiani
    Un flop cinematografico italiano è stato il film del 2000 "Alex l'ariete" di Damiano Damiani con Michelle Hunziker e Alberto Tomba che incassò solo 3.693.000 di lire con un totale di 285 spettatori; un altro flop è stato il film del 2005 "Troppo belli" di Ugo Fabrizio Giordani con Costantino Vitagliano e Daniele Interrante che ha incassato solo 704.000 euro.
    Anche il film del 2009 "Barbarossa" di Renzo Martinelli che è costato 12 milioni di euro ne ha incassati solo 835.469, e "Amici miei - Come tutto ebbe inizio" di Neri Parenti, costato 15 milioni, ne ha incassati solo 3.333.050 euro.
    Questi ed altri film, con Alex l'ariete in testa, vengono celebrati nelle edizioni del Festival del cinema trash, che ha in tempi recenti elevato a cult i cosiddetti B-movies.
    Inoltre è stato un flop il videogioco del 2011 sponsorizzato dal governo italiano per i 150º anniversario dell'Unità d'Italia, Gioventù ribelle.

    Peggiori flop cinematografici italiani
    1° Alex l'ariete (2000) di Damiano Damiani - incassi: 3.693.000 lire (1.907,27 euro)
    2° Vita Smeralda (2006) di Jerry Calà - incassi: 587.000 euro
    3° Troppo belli (2005) di Ugo Fabrizio Giordani - incassi: 704.000 euro
    4° Barbarossa (2009) di Renzo Martinelli - incassi: 835.469 euro



    Fonte: Wikipedia

    Edited by Viky017 - 1/6/2013, 16:00
2072 replies since 11/1/2007
.