[Libro] Una stanza piena di gente

Daniel Keyes - 1981

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    Una stanza piena di gente



    Titolo originale: The Minds of Billy Milligan
    Autore: Daniel Keyes
    1ª ed. originale: 1981
    1ª ed. italiana: 2009
    Genere: Romanzo
    Sottogenere: Biografia
    Lingua originale: inglese
    Ambientazione: Ohio, 1977-1982
    Protagonisti: Billy Milligan
    Coprotagonisti: Le 24 personalità di Billy Milligan

    Una stanza piena di gente è un libro scritto da Daniel Keyes nel 1981.

    È una biografia su William Stanley Milligan (meglio conosciuto come Billy Milligan), che era un sociopatico americano che nel 1977 ha rapito, violentato e derubato tre studentesse universitarie. Billy soffriva del disturbo di personalità multipla: nella sua mente convivevano 24 personalità diverse.

    Il libro, che valse all'autore una nomination al premio Edgar Award, è stato scritto con la collaborazione di Billy e delle sue personalità.

    CITAZIONE
    TRAMA
    Settembre 1977. Columbus, Ohio. Tre studentesse della Ohio State University, Carrie Dryer, Donna West e Polly Newton (nomi fittizi) vengono sequestrate tra le sette e lo otto di mattina al campus dell'università, costrette ad entrare in auto e, una volta raggiunta l'aperta campagna, violentate e minacciate di morte. Vengono quindi riportate al campus, costrette ad incassare degli assegni e infine derubate. L'autore dei crimini sembra essere lo stesso: il modus operandi è identico e anche gli identikit forniti dalle vittime quasi coincidono (differiscono solo per piccoli particolari, come la barba cresciuta, i baffi tagliati e gli occhiali da sole). Due di esse riconoscono il loro stupratore dalle foto segnaletiche fornite loro dalla polizia: il nome del sospettato è William Stanley Milligan, un ragazzo di ventidue anni già arrestato tre anni prima e ora in libertà condizionale. Le impronte trovate sull'auto dell'ultima vittima confermano l'identità dello stupratore con Milligan.

    Arrestato e portato alla stazione di polizia per un confronto "all'americana", il giovane viene immediatamente riconosciuto anche dalla terza vittima. L'esito dell'imminente processo sembra essere scontato: interrogato, Billy non nega nemmeno le accuse che gli vengono mosse, semplicemente afferma di non ricordare e si dimostra sinceramente compunto. In realtà, le cose sono molto più complicate di quanto possa sembrare: ad ogni interrogatorio, Billy sembra essere una persona molto diversa e questo permette ai suoi avvocati di tentare la linea difensiva dell'infermità mentale. Sottoposto a perizia psichiatrica, gli viene diagnosticata una "schizofrenia acuta": «sente delle voci; gli dicono di fare delle cose e quando non obbedisce gridano e lo insultano. Milligan dice di credere che queste voci siano di persone venute dall'inferno per tormentarlo. Parla anche di persone buone che periodicamente si impossessano del suo corpo per combattere quelle cattive».

    Durante la detenzione Billy tenta più volte il suicidio e, rassegnatosi, rinuncia alla difesa di qualsiasi avvocato «per tutta la mia vita non ho fatto altro che far soffrire e fare del male alle persone che amo. E la cosa peggiore è che non posso fermarmi, perché non posso farne a meno. Rinchiudermi in prigione mi renderà ancora peggiore, com'è successo l'ultima volta. [...] Ora dovrò fermarmi. Mi sto rassegnando. Semplicemente non me ne importa più niente». La richiesta non viene accolta e i suoi due avvocati, Judy Stevenson e Gary Schweickart, accertato che Billy soffre di disturbo di personalità multipla, sono decisi ad offrirgli la migliore difesa possibile e ad impedire che venga rinchiuso in un riformatorio duro che, data la sua fragilità mentale, ne metterebbe in pericolo la vita. In attesa del processo, Milligan viene trasferito all'ospedale psichiatrico Harding Hospital (Worthington, Ohio) dove, grazie all'aiuto del dottor George Harding, viene messo di fronte a tutte le sue personalità, permettendone così una "fusione", seppure fragile.

    Questo gli permette di affrontare il processo, il cui verdetto finale è perentorio quanto inconsueto: non colpevole per infermità mentale. A Billy vengono, infatti, riconosciuti i capi d'accusa di violenza sessuale sulle tre vittime, ma viene anche riconosciuto che all'epoca dei fatti non era nel pieno possesso delle sue facoltà mentali e, quindi, non responsabile delle sue azioni. Dopo la sentenza, in accordo con la difesa e l'accusa, Billy viene mandato in un altro ospedale psichiatrico, l'Athens Mental Health Center, in Athens (Ohio), sotto le cure del dottor David Caul. Intanto l'evento mediatico che si scatena sul caso Milligan mette lo stesso Billy sotto una pressione tale da rompere il delicato equilibrio di fusione raggiunto e ne provoca nuovamente la dissociazione delle personalità.

    Nonostante la regressione, tutte le personalità di Billy si dimostrano collaborative: «gli stiamo insegnando, e lui ci sta consumando. Quando William avrà imparato tutto quello che dobbiamo insegnargli, noi scompariremo». Ma durante la terapia emergono altre 14 personalità, prima mai rivelate, fra cui quella più importante: il Maestro, la somma di tutte le identità, la loro fusione, il vero Billy Milligan. Il Maestro, unico possessore di tutti i ricordi di ciascuna personalità, racconta la vera storia di Billy Milligan (dalla primissima infanzia, alle sevizie ed abusi subìti, fino agli ultimi eventi), rendendo così possibile la stesura di questo libro.

    ADATTAMENTI CINEMATOGRAFICI
    La storia di Billy Milligan raccontata nel libro è il soggetto di un film della Warner Bros. diretto da Joel Schumacher. Il titolo del film sarà probabilmente The Crowded Room[1]. In realtà, già negli anni ottanta erano stati acquistati i diritti per una trasposizione cinematografica del libro di Daniel Keyes. All'inizio il regista sarebbe dovuto essere James Cameron, mentre Billy Milligan avrebbe dovuto fornire diretta consulenza, ma alcune controversie e divergenze di opinioni con il produttore (Sandy Arcara) e con lo stesso Milligan convinsero Cameron ad abbandonare il progetto nel 1992.

    CURIOSITA'
    Daniel Keyes ha scritto anche un seguito, intitolato The Milligan Wars. Il libro è stato pubblicato in Giappone (1994), in Ungheria (1995), in Taiwan (1999), in Indonesia (2006) e in Francia (2008). Negli Stati Uniti non è stata permessa fino ad ora la pubblicazione a causa dell'azione legale intrapresa da Billy Milligan contro lo Stato dell'Ohio per il presunto inadeguato trattamento che ha ricevuto nei manicomi criminali di massima sicurezza. Si parla, però, di una sua pubblicazione a seguito dell'uscita del film The Crowded Room.

    fonte Wikipedia

    Edited by Viky017 - 22/9/2015, 14:48
     
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    Questo è uno di quei libri che mi sento di consigliare a tutti. Agli amanti delle biografie, agli esploratori della mente umana e della psicologia, a quelli che si appassionano tra le pagine di complessi casi giudiziari. Ma non solo. Questo è un libro che emoziona per la sua componente umana, per le sofferenze subite e provocate dal protagonista, per la complessità che alcuni crimini possiedono. Con questo libro sarete in un perenne stato di limbo. Sarete combattuti. Non saprete se affezionarvi a quel protagonista smarrito e confuso, affetto da una patologia grave, spesso sottovalutata o considerata una simulazione, come quella delle personalità multiple, o se provare rabbia e distacco verso i gesti terribili che comunque il giovane Billy Milligan ha compiuto. Un libro per scavare e sondare nei labirintici meandri della mente umana, che è in grado di frammentarsi in personalità tra le più diverse, con talenti, caratteristiche e linguaggi variegati. Ma anche un libro per analizzare voi stessi e comprendere come, a volte, il confine tra bene e male sia labile e poco definito. Un libro che raccoglie tutto questo e che riesce ad essere coinvolgente, dinamico e scorrevole...non può non essere letto! Dunque ve lo consiglio...anche in previsione della imminente trasposizione cinematografica con Leonardo Di Caprio come protagonista!
     
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    Comprato, ma ancora non letto XD. Appena possibile lo leggerò :D.
     
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    lo inizio a breve, spero, almeno così mi sono detta. poi dipende tutto da patricia, non owen eh....l'altra patricia, il mio alterego.
     
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