5 giorni fuori

Adattamento cinematografico del romanzo “Mi ammazzo, per il resto tutto OK” di Ned Vizzini, risulta essere un dramma dalle note ironiche, o una commedia drammatica. In realtà il registro si comprende poco.
Infatti questa è la storia di un adolescente complessato di nome Craig Gilner che decide di sua spontanea volontà di farsi ricoverare in un centro psichiatrico. Entrerà però nel settore psichiatrico per adulti, dove verrà in contatto con molti pazienti molto problematici, tra tutti conoscerà profondamente Bobby, il quale diventerà suo amico, e Noelle, adolescente anch’ella con manie suicide..
La storia tutto sommato viene raccontata bene, in prima persona con voce narrante del protagonista. Lui stesso ci accompagna con alcuni flashback per presentarci le persone che fanno parte della sua vita. Ci narra la sua settimana di ricovero ospedaliero, facendoci vedere come la “pazzia” sia un male che la società non riesce a comprendere. Gli stessi genitori di Craig rimangono piuttosto distaccati dal suo problema.
La storia è molto ricca, ma vista dal punto di vista del ragazzo adolescente. Per cui vivremo le turbe amorose e non del protagonista. Fino ad un finale (aspettato) quasi romantico, e molto maturo.
Come dicevo prima, il registro utilizzato non si capisce molto. Ci sono scene in cui non si sa se ridere o rimanere seri. Inoltre non viene affrontata con la giusta drammaticità per risultare con un impatto veramente forte , date le tematiche affrontate.
Ho un parere molto contrastato su questa pellicola… Ho apprezzato molto come è stata raccontata questa realtà, anche se credo che in alcuni punti potevano andarci in modo più pesante e con un impatto emotivo più forte. La love stori tra Craig e Noelle poteva essere messa da parte, invece gli è stata dato un ruolo per tutto il racconto. Quindi sembrerebbe un mix mal riuscito di troppi ingredienti, che, sminuisce il grande lavoro fatto sui personaggi, tutti molto importanti nella storia e ben presentati, e soprattutto interpretati magistralmente.
Gli attori sono stati tutti bravi, un ottimo lavoro, soprattutto da parte di Zach Galifianakis nei panni di Bobby che dona un tocco di surrealismo che non guasta.
La colonna sonora è molto bella, fantastica la scena in cui i degenti cantano “Under Pressure” dei Queen



Il film, tutto sommato riesce ad essere gradevole, per quanto tutt’altro che penetrante e determinato. Infatti lo avevo già visto tempo fa ma non lo avevo per niente elaborato. Me lo sono proprio scordato.
Termina banalmente con un finale liberatorio, ma il montaggio in quest’ultima parte è ben fatto e regala delle vere emozioni
Insomma è una pellicola che non ha grandi pretese, riesce a farsi più o meno piacere, ma che vale la pena di vedere almeno una volta, anche a tempo perso.