1303 La paura ha inizio

Michele Taverna - 12 Giugno 2014

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    1303 La paura ha inizio


    locandina


    Remake dell'horror giapponese Apartment 1303.
    DATA USCITA: 12 giugno 2014
    GENERE: Horror
    ANNO: 2012
    REGIA: Michele Taverna
    SCENEGGIATURA: Michele Taverna
    ATTORI: Mischa Barton, Rebecca De Mornay, Julianne Michelle, Corey Sevier, John Diehl, Kathleen Mackey, Jessica Malka
    FOTOGRAFIA: Paul M. Sommers
    MONTAGGIO: Edward Brizio, Roberto Silvi
    MUSICHE: Davy Bernagoult, Yoann Bernagoult
    PRODUZIONE: 1303 Productions, Fullum Films Studios, Monte Cristo Entertainment
    DISTRIBUZIONE: Adler Entertainment
    PAESE: Canada, USA
    DURATA: 85 Min
    FORMATO: 2D e 3D

    Recensione di ~Romy
    CITAZIONE
    Remake del Film giapponese Appartment 1303, film che non ho visto, non amo i Film giapponesi, troppo lenti per i miei gusti, anche se The Grudge, aveva un suo perchè, ma mi permetto di dare la mia critica a questo remake. Amante dei Film Horror da mangiarseli a colazione, non vedevo l'ora di guardare questo, un remake americano, quindi speranzosa in qualcosa di buono, per non parlare della trama accattivante. In un appartamento accadono cose inspiegabili a causa di strane presenze incazzate con il mondo, la protagonista, avendo problemi in famiglia, vuole andare a vivere per i fatti suoi, accetta il contratto di questo appartamento, senza nemmeno averlo visto. Questo film mi ha annoiato dall'inizio alla fine, la suspance è andata proprio a farsi benedire, macchinoso, tutto avveniva in modo quasi comico, la fine: un mistero, è impazzita la sorella della protagonista o questi spiriti esistevano per davvero? Trovare un senso a questo Film è stato più interessante di vedere il Film stesso, unica nota di merito è per la scenografia molto tetra e cupa, quello che mi ha più spaventato è stato quando la protagonista arrivando all'appartamento ci ha mostrato quel che aveva attorno. Per non parlare della storia della sua famiglia, al quanto bizzarra e no sense anch'essa.

    fonte ComingSoon

    Trailer


    Video



    Edited by Sidney - 7/9/2018, 21:55
     
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    L'ho visto ieri sera,davvero mal recitato(la madre delle 2 protagoniste in primis),banale,scopiazzato da mille altri horror,e neanche pauroso.Decisamente un no.
     
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    La penso come te why, infatti l'ho appena recensito e non sono stato affatto carina xD

    Recensione aggiunta :)
     
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    Viviamo tutti nelle tenebre, ma alcuni guardano le stelle

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    Lo guarderò, ma dai vostri commenti ho capito che non deve essere un ganché. La storia dell'appartamento malefico mi sembra bella però...Lo metto nella lista dei film da vedere e poi vi faccio sapere la mia opinione.
     
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    A me è piaciuto. Abbastanza riuscita la resa dell'atmosfera psicologica di tensione, in particolare nella fase iniziale ho trovato ben rappresentato il climax emotivo discendente per cui si passa per la protagonista dall'entusiasmo per il nuovo appartamento all'angoscia per l'atmosfera maledetta e le strane presenze che sembrano circondarlo. Ci sono delle fasi di netto rilassamento della tensione psicologica da horror, nelle scene di interazione tra il personaggio di Misha Barton e la madre, ma tutto sommato non stonano, perché funzionali alla caratterizzazione dei personaggi e alla rappresentazione di un drammatico rapporto familiare che se anche non rientra direttamente nell'ambito horror, contribuisce comunque indirettamente a rendere l'idea complessiva di un clima generale di angoscia nel quale la risoluzione delle negatività appare impossibile e tutti i personaggi per motivazioni diverse tra loro appaiono come bloccati nelle loro ansie (compresa anche la figura del poliziotto). Un punto secondo me originale rispetto alla maggior parte degli horror sovrannaturali è il carattere decisamente "fisico", "plastico", dell'elemento sovrannaturale, che sembra manifestarsi quasi come persone in carne e ossa. Ci vedo pro e contro: da un lato rende più intensa e concreta la resa degli effetti della loro presenza sulla scena, dall'altro li priva in parte di quell'aura di eccezionalità, di grottesco fantastico che atterrisce chi è abituato a rapportarsi con persone di questo mondo simili a lui.

    Molto emozionante la scena della telefonata della sorella morta al personaggio di Misha Barton, con lei sospesa tra incredulità, terrore e dall'altra parte l'esigenza di provare a rispondere al telefono come se fosse una qualunque persona viva. Nella parte finale, ho trovato troppo simili fisicamente il fantasma della sorella e quello assassino di Jennifer (entrambe bionde, capelli lunghi, carnagione chiara e occhi spiritati) e ci può essere il rischio di confonderle e perdersi la visione esatta degli eventi (anche se poi nel complesso la storia risulta chiara)
     
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    Scusatemi se sembro sempre critica ma a me anche questo film non è piaciuto per niente, l’ennesimo remake di un horror nipponico con elementi visti e stravisti(
    bambine demoniache con tanto di capelli appiccicati davanti agli occhi che escono fuori dall’acqua che ormai, diciamocelo francamente, hanno fatto il loro tempo
    ) e con una sceneggiatura che definire imbarazzante è un eufemismo(un vero insulto all’intelligenza dello spettatore).
    La prima parte tutto sommato è anche guardabile, a parte i soliti cliché familiari(figlie ribelli, madri alcolizzate che non si preoccupano di loro, padre assente) ma
    dopo il primo assassinio
    il film perde completamente di interesse tra apparizioni al limite del ridicolo(
    la Sadako che sembra lavata nella candeggina
    ) e momenti in cui ci dovrebbe essere tensione e invece c’è solo noia.
    Il finale poi è la ciliegina sulla torta, frettoloso e gestito malissimo. Anche il cast è insulso, a partire da una Rebecca de Mornay nei panni di una ex diva alcolizzata(personaggio inutile il suo) al poliziotto(l’attore che lo interpreta ricorda vagamente Colin Farrell) figo e macho fino ad arrivare a una Mischa Barton che alla fine interpreta sempre lo stesso ruolo, quello della figlia ribelle e complessata.
    Il classico polpettone ghost-horror che per me non ha capito nulla del pensiero e della filosofia nipponica.
     
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    CITAZIONE (Minerva X @ 12/4/2021, 14:56) 
    Scusatemi se sembro sempre critica ma a me anche questo film non è piaciuto per niente, l’ennesimo remake di un horror nipponico con elementi visti e stravisti(
    bambine demoniache con tanto di capelli appiccicati davanti agli occhi che escono fuori dall’acqua che ormai, diciamocelo francamente, hanno fatto il loro tempo
    ) e con una sceneggiatura che definire imbarazzante è un eufemismo(un vero insulto all’intelligenza dello spettatore).
    La prima parte tutto sommato è anche guardabile, a parte i soliti cliché familiari(figlie ribelli, madri alcolizzate che non si preoccupano di loro, padre assente) ma
    dopo il primo assassinio
    il film perde completamente di interesse tra apparizioni al limite del ridicolo(
    la Sadako che sembra lavata nella candeggina
    ) e momenti in cui ci dovrebbe essere tensione e invece c’è solo noia.
    Il finale poi è la ciliegina sulla torta, frettoloso e gestito malissimo. Anche il cast è insulso, a partire da una Rebecca de Mornay nei panni di una ex diva alcolizzata(personaggio inutile il suo) al poliziotto(l’attore che lo interpreta ricorda vagamente Colin Farrell) figo e macho fino ad arrivare a una Mischa Barton che alla fine interpreta sempre lo stesso ruolo, quello della figlia ribelle e complessata.
    Il classico polpettone ghost-horror che per me non ha capito nulla del pensiero e della filosofia nipponica.

    ah, non avevo capito si trattasse di un remake di un originale giapponese... andrò a vedermi anche quello allora
     
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    infatti ero molto dubbiosa.....cmq quello giapponese almeno merita?

    credo chi non è horrormaniaco possa anche divertirsi con film come questo, e penso anche onestamente che non ci sia nulla di male, lo dico perchè so benissimo che se ti piace il genere pretendi di più, sei molto più critico e smanioso sui dettagli orrorifici e guardi anche cose che per altri magari sono meno importanti per godersi un horror. Per di più, senza nulla togliere agli altri fruitori, chi ha visto molti film horror, ha più esperienza, vive in maniera diversa le sceneggiature, tollera anche molto meno certe uscite che sanno di clichè, di già visto, di poco espresso o non abbastanza curato, e rovinarsi un film già dall'inizio perchè si intravede dove va a parare purtroppo è un fattore che sta sempre dietro l'angolo.
    dico tutto ciò nel rispetto di chiunque si approcci ad un horror,è semplicemente una riflessione.
    può essere anche sbagliata eh.

    altra riflessione che faccio è sui remake americani dei film asiatici.
    in generale la filosofia non viene volutamente capita, gli americani han sempre la pretesa di fare tutto proprio, con il loro stile, che a volte viene pure bene, tipo the ring, che ha una sceneggiatura pari a quella nipponica, ma la resa è totalemente diversa, anche gli effetti speciali, il modo di recitare, l'interpretazione e le scene di azione, uno dei pochi casi in cui sia l'originale che il remake americano personalmente a me fanno impazzire proprio per le loro peculiarità, unicità.

    CITAZIONE (greenintro @ 11/4/2021, 16:09) 
    A me è piaciuto. Abbastanza riuscita la resa dell'atmosfera psicologica di tensione, in particolare nella fase iniziale ho trovato ben rappresentato il climax emotivo discendente per cui si passa per la protagonista dall'entusiasmo per il nuovo appartamento all'angoscia per l'atmosfera maledetta e le strane presenze che sembrano circondarlo. Ci sono delle fasi di netto rilassamento della tensione psicologica da horror, nelle scene di interazione tra il personaggio di Misha Barton e la madre, ma tutto sommato non stonano, perché funzionali alla caratterizzazione dei personaggi e alla rappresentazione di un drammatico rapporto familiare che se anche non rientra direttamente nell'ambito horror, contribuisce comunque indirettamente a rendere l'idea complessiva di un clima generale di angoscia nel quale la risoluzione delle negatività appare impossibile e tutti i personaggi per motivazioni diverse tra loro appaiono come bloccati nelle loro ansie (compresa anche la figura del poliziotto). Un punto secondo me originale rispetto alla maggior parte degli horror sovrannaturali è il carattere decisamente "fisico", "plastico", dell'elemento sovrannaturale, che sembra manifestarsi quasi come persone in carne e ossa. Ci vedo pro e contro: da un lato rende più intensa e concreta la resa degli effetti della loro presenza sulla scena, dall'altro li priva in parte di quell'aura di eccezionalità, di grottesco fantastico che atterrisce chi è abituato a rapportarsi con persone di questo mondo simili a lui.

    Molto emozionante la scena della telefonata della sorella morta al personaggio di Misha Barton, con lei sospesa tra incredulità, terrore e dall'altra parte l'esigenza di provare a rispondere al telefono come se fosse una qualunque persona viva. Nella parte finale, ho trovato troppo simili fisicamente il fantasma della sorella e quello assassino di Jennifer (entrambe bionde, capelli lunghi, carnagione chiara e occhi spiritati) e ci può essere il rischio di confonderle e perdersi la visione esatta degli eventi (anche se poi nel complesso la storia risulta chiara)

    sulla questione tensiva mi sento di consigliarti, se non l'hai visto, The omen il presagio del 1976, lì la tensione è sviluppata ottimamente.

    Edited by PENELOPE29 - 13/4/2021, 16:34
     
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    CITAZIONE (PENELOPE29 @ 13/4/2021, 16:11) 
    sulla questione tensiva mi sento di consigliarti, se non l'hai visto, The omen il presagio del 1976, lì la tensione è sviluppata ottimamente.

    Visto grazie, come anche il secondo capitolo della saga, concordo con l'ottimo uso della tensione, solo che mi irritava il corso degli eventi, ma è una cosa personale.
     
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    CITAZIONE (greenintro @ 14/4/2021, 00:22) 
    CITAZIONE (PENELOPE29 @ 13/4/2021, 16:11) 
    sulla questione tensiva mi sento di consigliarti, se non l'hai visto, The omen il presagio del 1976, lì la tensione è sviluppata ottimamente.

    Visto grazie, come anche il secondo capitolo della saga, concordo con l'ottimo uso della tensione, solo che mi irritava il corso degli eventi, ma è una cosa personale.

    ora ti consiglio invece Rosemary's baby....spero tu lo abbia già visto, nel caso, recupera carissimo.
     
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    CITAZIONE (PENELOPE29 @ 14/4/2021, 01:04) 
    CITAZIONE (greenintro @ 14/4/2021, 00:22) 
    Visto grazie, come anche il secondo capitolo della saga, concordo con l'ottimo uso della tensione, solo che mi irritava il corso degli eventi, ma è una cosa personale.

    ora ti consiglio invece Rosemary's baby....spero tu lo abbia già visto, nel caso, recupera carissimo.

    visto anche quello qualche giorno fa... bello, ma non lo definirei propriamente un horror
     
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    E come lo definiresti?
     
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    Thriller a sfondo religioso. C'è un'ansia e una tensione costante, ma mai "orrore" in senso stretto, la presenza del Negativo non si esplicita, non si concretizza mai in apparizioni o segnali di sorta, tranne che, brevemente sul finale. Poi certamente non si da mai un confine così netto tra i due generi...
     
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    Dissento. È un film sulla possessione del demonio e sette sataniche.
    Poi horror di così....
     
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    CITAZIONE (PENELOPE29 @ 14/4/2021, 20:47) 
    Dissento. È un film sulla possessione del demonio e sette sataniche.
    Poi horror di così....

    Mi sembra che basi la definizione di horror in base a un criterio tematico... se si parla di demonio e sette è horror... mi pare un criterio legittimo ma non l'unico possibile. Applicando troppo rigorosamente il criterio si finirebbe col considerare horror qualunque film in cui compaiano demoni e fantasmi anche quando in chiave comica o parodistica, anche considerare horror "L'esorciccio"! (sto estremizzando per esser chiaro). Io preferisco un criterio diverso, non tematico, ma emotivo: horror vuol dire orrore, dunque considero horror quei film apertamente finalizzati a suscitare paura negli spettatori, indipendentemente dai contenuti utilizzati, demoni, zombie, fantasmi, serial killer (quelli semmai possono fondare i sottogeneri). E non parlo necessariamente di jumpscares. La paura può anche consistere in uno stato costante di tensione psicologica in cui però l'oggetto della paura risulti chiaro,, se non fin dall'inizio, almeno dalla parte centrale in poi. The Ring non è che abbia molti jumpscares (quei pochi però possono farti saltare fino al soffitto, specie nella versione Usa, penso ci siamo capiti), eppure è indubbiamente horror perché c'è un contenuto evidente, la maledizione di Samara, che produce la tensione. In Rosemary's Baby la tensione c'è, ma non deriva da orrore o paura, ma da una sottile angoscia, che a differenza della paura non ha un oggetto ben definito, ma qualcosa di vago e indefinito, un'ansia più da thriller che da horror. La presenza del demoniaco si rende evidente solo nel finale, troppo tardi e quando ormai il corso degli eventi sembra concluso e stabilizzato perché susciti paura in senso stretto, troppo poco per considerarsi "horror". Al massimo lo potremmo considerare un "horror retroattivo": dopo che uno ha finito di vederlo si rende conto del potenziale horror, ma nel corso della visione, a meno che non si faccia influenzare dalle informazioni sul film raccolte prima, non emerge paura o orrore, ma vaga angoscia riferita a qualcosa che non appare in alcun modo, ci si preoccupa della salute mentale e della gravidanza di Rosemary, temi che posson benissimo essere presenti in qualunque genere.

    Tornando al topic, 1303 è certamente più horror di Rosemary's Baby, proprio perché l' angoscia iniziale cede presto il passo alla paura riferita alla presenza del fantasma che si rende evidente, poi lo si può apprezzare di meno, perché il gusto non centra necessariamente col genere, ci sono horror belli e brutti, è una cosa diversa.
     
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