(500) giorni insieme

Tom, con una laurea da architetto, lavora presso un editore di biglietti augurali per il quale deve inventare formule che vadano bene dal compleanno alla partecipazione a un lutto. Un giorno viene assunta come segretaria del suo capo Summer, la quale ha come filosofia di vita la regola di non volere un rapporto duraturo. Tom se ne innamora timidamente e lei lo contraccambia. Il film ci racconta, in un continuo andirivieni, i 500 giorni della loro storia a due.
Diciamolo subito: di esordi di questa qualità, nel genere 'commedia romantica', ce ne vorrebbero di più. Marc Webb, che ha alle spalle numerosi videoclip musicali, dirige con mano sicura e forte senso dell'humor che nasce dall'osservazione (un po' amara ma veridica) del comportamento umano. Il punto di vista è quello di Tom (così non mancherà chi accuserà il film di posizioni maschiliste) e già da questa scelta prende l'avvio il ribaltamento di alcuni stereotipi. Il romantico è lui, quello che sogna il matrimonio è sempre lui, quello che soffre di più è ancora lui. Intendiamoci: Summer non è affatto una cinica distruggiuomini. È semmai una giovane donna dei nostri giorni con barriere difensive che dovrebbero proteggerla dal dolore e con una contraddittorietà che fa parte del suo stesso essere e di cui finisce con il divenire consapevole.
Lo stile narrativo di Webb ci mette in situazione a partire dalla fine del rapporto (la prima risata la ottiene da subito con la scritta che compare sullo schermo in apertura di film) per poi farci surfare tra le onde di dinamiche di coppia in cui più d'uno potrà riconoscersi. Lo fa omaggiando il cinema che ama (da Il laureato a Il settimo sigillo) e regalandosi anche un'incursione nel musical con tanto di animazione incorporata. Senza mai perdere di vista il fil rouge che attraversa tutti i 500 giorni: è difficile (oggi forse più che mai) non fare confusione tra ciò che si vorrebbe che fosse e ciò che è nella realtà. In particolare nel rapporto di coppia perché, come cantava Eugenio Finardi, "l'amore è vivere insieme, l'amore è sì volersi bene ma l'amore è fatto di gioia ma anche di noia". Webb riesce a comunicare il concetto senza mai annoiare il suo pubblico. Neppure per un minuto. E non è poco.
Giancarlo Zappoli

Inusuale.
Imbarazzato, incredulo, esterrefatto. Così mi sento a descrivere questo film. Perché le commedie romantiche sono quanto di più lontano da me. Eppure questa non è propriamente una commedia romantica. Ha degli strascichi malati, psicotici, turbamenti profondi che, nonostante tutto, me 'hanno fatta apprezzare. E' simpatica ma molto intelligente, oh si lo è; so che non mi credete, so che per voi sto unendo tante parole senza senso ma fidatevi se vi dico che nonostante sia uno dei soliti mattoni romantici, questo è ciò che definisco Evoluzione della Quintessenza del Genere.

Breve trattato sull'evoluzione dell'Evoluzione della Quintessenza del Genere o EQG:
Anni orsono un filmetto da due soldi chiamato The Blues Brothers fu l'Evoluzione della Quintessenza del Genere Musical.
L'EQG del Genere Fantasy non è Il Signore Degli Anelli (libro). Quello E' il Genere Fantasy. La sua migliore e naturale evoluzione, a.k.a. Evoluzione della Quintessenza del Genere fantasy è Star Wars (film).

In breve L'Evoluzione della Quntessenza del Genere lo definisco come "prendere il tratto migliore di un determinato genere cinematografico è renderlo al meglio, anche rivoltando completamente il genere"

Guardando questa commedia vi chiederete "Ma è così diversa dalle altre commedie?" NO. Non è diversa, è solo migliorata. Hai dei tratti della commedie delle buone intenzioni, ha dei tratti delle commedie rompi-attributi-maschili incentrate sui sentimenti e sull' "Amore Vero" come direbbe una diecenne mocciana ma tutto viene portato ad un livello più alto, profondo. Non dell'anima, della ragione, del cervello. Non è il cuore ad essere colpito, è l'intelletto. Non puoi non pensare "Cacchio la vita va così". E' tutto uno scherzo, noi siamo parodie di noi stessi senza rendercene conto soprattutto quando esploriamo quel vasto mondo grigio che è l'amore. Siamo noi a colorarlo: siamo noi che lo dipingiamo di Rosso o di Nero, siamo noi che lo rendiamo importante. E questo film è il manifesto di questo mondo.

Sul piano tecnico, il montaggio è accattivante mentre la colonna sonora ti tiene compagnia, quasi ti accompagna per mano per l'intero film. Per non parlare della scena disegnata e poi cancellata con la figura nera al centro del protagonista che rimane l'unica in evidenza.

L'attrice che interpreta Sole (in inglese Summer, il gioco di parole nel finale, per quanto inesorabilmente scontato post visione, è simpatico), cioè Zooey Deschanel è adattissima al ruolo. Una ragazza che ti appare di una semplicità sconcertante ma che proprio per questo attrae. Il sorriso da satanista, gli occhi da malata mentale, i capelli da rockettara, il faccino tenero che esprime riluttanza...è un antitesi vivente che ti costringe ad affezionarti. E a catturarti.

Voto ,5

A questo punto direte: solo 7,5??? Ci frantumi i cojones con sta tiritera e poi gli dai solo 7,5? Al che io vi rispondo: Take it easy! E' solo una Commedia

molto divertente all'inizio e finalmente niente super lieto fini tipo alla federico moccia (che odio)...

P.S. bellissima la colonna sonora e PESSIMI il cambio titolo ed il cambio nome della protagonista.

Per carità, queste le mie uniche parole per descrivere questo film, pensavo fosse una cosa carina e divertente, invece descrive la triste storia di un ragazzino innamorato di una donna insicura...