Lost in translation - L'amore tradotto

Sofia Coppola - 2003

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  1. UsagiTsukino
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    CITAZIONE (Space Weaver @ 8/7/2008, 01:33)
    La giovane Coppola gira il suo capolavoro seguendo due binari distinti nella tecnica: quello intimo della narrazione e quello largo-spaziale della macchina da presa che amplifica il senso di non-appartenenza dei protagonisti attraverso la distanza. Per appunto la distanza in questo film segue un percorso molto particolare, curato ed equilibrato, attento a non stravolgere subito gli spazi dei protagonisti. Infatti "gli esterni" (la città, le persone, i personaggi secondari) si allontanano dai protagonisti a poco a poco avvicinando allo spettatore le loro sensazioni più intime. Ma nel finale proprio nel momento in cui Bob sussurra a Charlotte le ultime parole prima di partire e lasciarla, La Coppola ritorna sul concetto di distanza a crea una barriera, questa volta tra i due protagonisti e lo spettatore che non riuscirà a sentire le ultime parole di Bob. In questo modo lo spettatore smarrito e incompreso attraverso la reazione di Charlotte cercherà di rincorrere quell'intimità strappata appangando quel momento di estremo abbandono nella partecipazione della sequenza. Le lacrime di Charlotte diventano un mezzo di comunicazione estremamente singolare ed intuitivo e quanto più diretto nella sua segretezza intima scatenando un senso di soffocante malinconia.

    quoto ogni parola. tanto di cappello alla coppola (scusate il gioco di parole), è sicuramente tra le registe più talentuose che ci sono in circolazione. quello che mi colpisce di ogni suo lavoro è l'essere così chiara senza utilizzare dei dialoghi troppo presenti o ingobranti... le colonne sonore dei suoi film sono sempre ricercate ed originali e particolarmente funzionali alle immagini
     
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21 replies since 24/3/2008, 11:05   1874 views
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