News dall'Italia e dal mondo

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    (ANSA) - ROMA, 1 MAG - E' morto a 76 anni il cantante soul americano Ben E. King, famoso per il brano 'Stand by me' ma anche per 'There Goes My Baby' e 'Spanish Harlem'. Lo riporta l'Associated Press. King era nato nel 1938 a Henderson, nel North Carolina, ma era cresciuto ad Harlem, New York. Alla fine degli anni 50 aveva iniziato la sua carriera con i Drifters. All'apice della carriera, nel 1964, il cantante ha partecipato al festival di Sanremo con 'Come potrei dimenticarti', cantata con Tony Dallara.
    ansa.it
     
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  3. Jeb!
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    David Letterman, addio al "Late Show" tra ironia e super ospiti



    David Letterman saluta per l'ultima volta il suo pubblico dopo 33 anni alla conduzione del "Late Show". Finisce un'era per la tv americana, con il popolare comico che va in pensione e lascia il posto a Stephen Colbert. L'ultima puntata, trasmessa il 20 maggio dalla CBS e durata 17 minuti in più del solito, è stata un collage dei migliori momenti dello show e ha visto sfilare alcuni grandi ospiti che hanno partecipato all'ultima Top 10.Da Alec Baldwin a Tina Fey, da Jim Carrey a Bill Murray - che fu il suo primo ospite nel 1982, quando lo show andava in onda ancora sulla NBC - tanti vecchi amici hanno fatto visita a Letterman all'Ed Sullivan Theater di New York per stilare l'ultima Top 10, una delle invenzioni del 68enne conduttore che ha cambiato il modo di fare comicità in televisione. Il tema della lista era: “10 cose che ho sempre voluto dire a Dave”, argomento che ben evidenzia come Letterman non abbia rinunciato alla solita autoironia nemmeno nella puntata di congedo, aperta da una gag preregistrata che ha coinvolto Barack Obama. Nella clip, quattro presidenti degli Stati Uniti (Ford, Bush padre, Clinton e Bush figlio) ripetono “Il nostro lungo incubo nazionale è finito” e tocca a Obama specificare "Il nostro lungo incubo nazionale è finito: David Latterman va in pensione". A questo punto sopraggiunge Letterman: "Stai scherzando, vero?", dice al numero uno della Casa Bianca.
    L'ironia e i filmati e foto che hanno raccontato i momenti da ricordare dello show sono stati il nucleo centrale della puntata, chiusa dal consueto angolo musicale, animato dai Foo Fighters. La band di Dave Grohl, che è la preferita del popolare show man, si è presentata in smoking e si è esibita in Everlong, brano suonato per la prima volta proprio al Late Show nel 2000, nella puntata in cui Letterman tornava alla conduzione dopo un intervento al cuore. Infine i saluti, ai collaboratori, alla moglie Regina e al figlio Harry, presenti in sala, e al suo pubblico: “L'ultima cosa che mi resta da fare per l'ultima volta in uno show televisivo è dirvi grazie e augurarvi buona notte”, il commiato di Letterman.
    Il Late Show è andato in onda dal 1982 al 1993 sulla NBC per spostarsi poi sulla CBS, per un totale di 6 028 puntate. Sulla sua rovente poltrona si sono seduti i personaggi più famosi e influenti degli Stati Uniti e non solo, uomini politici, leggende dello sport, celebrities e eroi di guerra. Leggendaria la rivalità con Jay Leno, imbarazzante la confessione della relazione extraconiugale con una assistente del programma che Letterman fu costretto a fare nel 2009, tanti gli eredi, in primis Jimmy Kimmel e Jimmy Fallon, ma David Letterman, l'originale, resta comunque inimitabile.
    Fonte TGcom24

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  4. IlCreatore
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    23 maggio 1992, Capaci: l’attentato in cui morirono Falcone e la sua scorta

    Le 17.58 del 23 maggio 1992: è questa la data che segna lo spartiacque fra un prima e dopo della storia italiana recente. E' esattamente quello infatti il momento in cui esplode il tritolo di Cosa Nostra a Capaci, uccidendo il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti di scorta Rocco Dicillo, Antonino Montinaro e Vito Schifani.

    Sull'autostrada A29, quel 23 maggio 1992, nei pressi dello svincolo di Capaci, nel territorio comunale di Isola delle Femmine, a pochi chilometri da Palermo, al passaggio del corteo delle Croma blindate del magistrato e della sua scorta, a distanza, con un telecomando, fu azionato l'esplosivo che era stato sistemato in un cunicolo di drenaggio sotto l'asfalto.

    Tgcom24

     
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  5. quorthon93
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    Da palermitano importante ricorrenza però mi da abbastanza fastidio quando si parla di lui soltanto in questa data.Preferisco ricordarlo tutto l'anno.
     
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    Firmate questa petizione o vi buco le gomme

    www.naturealert.eu/it
     
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  7. Jeb!
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    È morto Sir Christopher Lee, stella di Dracula e Signore degli Anelli. L’attore britannico, baronetto, aveva 93 anni

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    Sir Christopher Lee, star di Dracula, Saruman del Signore degli Anelli (e dello Hobbit) e Conte Dooku Guerre Stellari è morto domenica all’età di 93 anni (era stato anche protagonista, come un cattivo, di Agente 007 - L’uomo dalla pistola d’oro, film di James Bond, personaggio al quale era molto legato in quanto cugino di Ian Fleming, l’autore delle storie).Lo scrive giovedì il Telegraph online: fatale una crisi respiratoria. Era da tempo ricoverato al Chelsea and Westminster Hospital di Londra. La moglie, l’attrice Birgit Kroencke, avrebbe scelto di posticipare l’annuncio della morte per poter avvisare i familiari. L’attore era nato il 27 maggio del 1922 a Londra. Era sposato con Lady Lee dal 17 marzo 1961. Era stato nominato baronetto nel 2009.

    Fonte: Corriere della sera
     
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  8. IlCreatore
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    David di Donatello 2015: un'altra cerimonia penosa e imbarazzante

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    Vedi il palco spoglissimo e capisci che anche quest'anno è giunto il momento dei David di Donatello, la serata di premiazione più deprimente tra tutte. Il conduttore Tullio Solenghi si sforza di essere brillante, dopo le allusioni alla delusione di Cannes per i film italiani non premiati (i soliti francesi che se la tirano e dovrebbero restituirci la Gioconda... ), recita addirittura una finta lettera di Angela Merkel con battute sull'economia italiana, senza strappare mezza risata ad una platea rimasta giustamente mummificata e sedata. Il risultato rimane il medesimo degli anni scorsi: una cerimonia di gala gestita però come fosse un talk show di Maria De Filippi o Simona Ventura.

    Hai Quentin Tarantino sul palco, una delle più ricche personalità cinematografiche del panorama internazionale, e che cosa fai? Altrove avrebbero probabilmente sviscerato i suoi pensieri sulla settima arte, ma qui ai David si preferisce mostrargli foto di Marzullo, Bruno Vespa e Mara Venier, chiedendogli che ruolo gli avrebbe affidato per i suoi film. Tipico siparietto da Buona Domenica insomma. E ancora, ecco arrivare il momento In Memoriam affidato ai celebri scomparsi dell'ultima annata: ai David la macabra pensata di dividere tra morti di serie A e di serie B; i primi (Virna Lisi, Francesco Rosi, etc..) hanno la foto proiettata sullo schermo con tanto di citazione, i secondi (Alberto De Martino, Callisto Cosulich e altri), vengono a malapena menzionati e ricordati da altri premiati, ma in fretta e furia, tanto che neanche a rivedere il replay si riesce a percepire i nomi.

    Di più: in mezzo al dilettantesco caos, notare i trofei che si perdono, come quello a Franco Maresco assente e ricevuto dal produttore Rean Mazzone, e sul palco i vincitori, come quelli per gli effetti speciali, che non fanno in tempo a parlare che già vengono cacciati via dal conduttore, senza contare i siparietti comici da strapparsi gli occhi, gag da far gelare il sangue, e tante altre cose in puro stile David. Ovvio, allora, che il film per cui tifavamo di più, Hungry Hearts di Saverio Costanzo, sia tornato a casa a mani vuote.

    Ecco tutti i vincitori di quest'edizione:

    Miglior film: Anime nere di Francesco Munzi
    Migliore attore: Elio Germano per Il giovane favoloso di Mario Martone
    Migliore attrice: Margherita Buy per Mia madre di Nanni Moretti
    Miglior regista: Francesco Munzi per Anime nere
    Miglior attore non protagonista: Carlo Buccirosso per Noi e la Giulia di Edoardo Leo
    Miglior attrice non protagonista: Giulia Lazzarini per Mia madre di Nanni Moretti
    Migliore sceneggiatura: Francesco Munzi, Fabrizio Ruggirello, Maurizio Braucci per Anime nere
    Miglior regista esordiente: Edoardo Falcone per Se Dio vuole
    Miglior produttore: Cinemaundici e Babe Film per Anime nere di Francesco Munzi
    Miglior film internazionale: Birdman di Alejandro Gonzalez Iñarritu
    Miglior film europeo: La teoria del tutto di James Marsh
    Miglior colonna sonora: Giuliano Taviani per Anime nere di Francesco Munzi
    Miglior canzone originale: Anime nere interpretata da Massimo De Lorenzo per il film Anime nere
    Migliore documentario: Belluscone di Franco Maresco
    Miglior autore della fotografia: Vladan Radovich per Anime nere di Francesco Munzi
    Miglior montatore: Cristiano Travaglioli per Anime nere di Francesco Munzi
    Miglior scenografo: Giancarlo Muselli per Il giovane favoloso di Mario Martone
    Miglior costumista: Ursula Patzak per Il giovane favoloso di Mario Martone
    Miglior truccatore: Maurizio Silvi per Il giovane favoloso di Mario Martone
    Miglior acconciatore: Aldo Signoretti e Alberta Giuliani per Il giovane favoloso di Mario Martone
    Migliori effetti digitali: Visualogie per Il ragazzo invisibile di Gabriele Salvatores
    Miglior fonico in presa diretta: Stefano Campus per Anime nere di Francesco Munzi
    Premio David Giovani: Noi e la Giulia di Edoardo Leo
    David alla carriera: Gabriele Muccino

    Farefilm.it
     
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    Lo dico da italiano in Germania, a volte sì, me ne vergogno...
     
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    -Siate il cambiamento che vorreste vedere nel mondo- Mahatma Gandhi

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    L'evento del secolo ragazzi

    Usa contro Giappone: il combattimento tra robottoni si farà

    Gli Usa hanno già perso in partenza
     
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    Vittorio Casamonica, i funerali del boss “Re di Roma”: cavalli e Rolls-Royce, l’elicottero e la musica del Padrino

    Sei cavalli neri che trainano una carrozza antica, una folla di gente che accompagna la bara e la banda musicale che intona il celebre motivo di Nino Rota, indimenticabile colonna sonora del Padrino di Francis Ford Coppola. Questo però non è un film e non è nemmeno un funerale di un mammasantissima nella Sicilia degli anni ’50. Siamo a Roma, nella chiesa Don Bosco, ed è qui che familiari e amici si sono radunati per dare ultimo saluto a Vittorio Casamonica , uno dei boss principali del clan che porta il suo nome.

    “Hai conquistato Roma ora conquisterai il paradiso” recita un manifesto all’entrata della chiesa. Il suo volto in primissimo piano, vestito di bianco e con il crocifisso al collo, il Colosseo e la Cupola di San Pietro sullo sfondo, e la scritta “Re di Roma” a caratteri scatolati per omaggiare un pezzo da Novanta del clan che nella Capitale gestisce il racket delle estorsioni e dell’usura nella periferia sud est di Roma. Un funerale in cui la parola d’ordine sembra essere una sola: mettere in scena tutto lo sfarzo possibile. E infatti il feretro del boss Casamonica viene trascinato dalla carrozza per le strade della capitale, quasi fosse un capo di Stato, mentre un elicottero lancia petali rossi sulla folla di presenti, che applaude e lancia grida di commiato verso la bara del defunto. Che alla fine viene caricato su una Rolls-Royce, come uno di quei ricevimenti funebri italo americani resi celebri da Hollywood, mentre la banda musicale suona la colonna sonora di un altro celebre film: “2001 Odissea nello spazio”.

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    Siamo alla chiesa Don Bosco, quartiere Tuscolano, la stessa che venne negata per i funerali di Pergiorgio Welby, militante del Partito Radicale, deceduto grazie all’aiuto di sanitari che diedero seguito alla sua volontà di porre fine alla sua lunga agonia. Casamonica però non è morto grazie all’eutanasia: per il boss la chiesa è aperta ed accogliente.Un funerale, quello di Vittorio Casamonica, del quale non era stata informata la prefettura.”Di questa vicenda la prefettura non aveva alcuna contezza. Ne chiederemo conto, per cercare di capire, al di là dei clamori, eventuali responsabilità”, promette il prefetto Franco Gabrielli.”È un episodio, continua, che non va sottovalutato, ma neanche amplificato. Resta il fatto che saranno compiuti degli accertamenti. In base all’esito sarà presa una decisione”.

    Coinvolto nell’inchiesta su Mafia capitale, indicato come uno dei quattro clan che regnano su Roma dall’inchiesta del settimanale Espresso (e in seguito alla quale sono arrivate pesanti minacce al giornalista Lirio Abbate) il clan dei Casamonica è composto da famiglie sinti, etnia nomade ormai presente da decenni in Italia, originario dall’Abruzzo. Poi, negli Settanta si trasferiscono a Roma dove iniziano a specializzarsi nel racket e nell’usura nella periferie sudest della Capitale. Negli anni Novanta fanno il salto di qualità, s’inseriscono nel mercato degli stupefacenti, prendono il sopravvento nella zona tra Anagnina e Tuscolano, si alleano con i clan dei Castelli, con alcuni affiliati alla ‘Ndrangheta dei Piromalli e Molè, con uomini della Banda della Magliana.

    Ed è proprio con la Banda che inizia il suo cursus honorum Vittorio Casamonica negli anni ’70: risultava l’addetto al recupero dei crediti, aveva rapporti con Enrico Nicoletti, il cassiere di De Pedis (i cui funerali si sono celebrati nella stessa chiesa) e soci, e negli anni ’80 viene accusato di decine di sequestri di persona (in seguito verrà assolto). Poi negli anni duemila il clan viene preso di mira dalle indagini della magistratura: decine di arresti tra il 2004 e e l’operazione Mondo di Mezzo, sequestri patrimoniali da decine di milioni. Uno coinvolge anche lui: in casa gli trovano vasi archeologici provenienti chissà da dove. Come dire che il lusso sfarzoso a Vittorio Casamonica è sempre piaciuto: e adesso che se ne è andato, ha voluto ricordare a tutti di quello di cui era capace. Un addio tra sfarzo e lacrime di familiari e amici, macchine di lusso e cavalli neri, petali di rosa ed elicotteri: quasi fosse un principe. Anzi un re: il Re di Roma.


    Che ne pensate? A parte il disgusto ovviamente
     
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    Attore non protagonista

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    Guarda,oltre al disgusto come dici tu,a me scappa da ridere tanto è assurda sta cosa!!
    Ormai si è toccato il fondo in questo sporco mondo,si può solo peggiorare.E' brutto dirlo,ma non cambierà mai niente! E chi magari può far qualcosa,sta zitto e fermo,mentre si rasenta la follia più pura.E a noi,rimane solo il disgusto.
     
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    Attore non protagonista

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    Prima di tutto penso che siano ridicoli loro nel fare queste boiate da carnevale, ma se loro vogliono sentirsi ridicoli, chi siamo noi per impedirglielo?

    Noi nessuno. Non sono solito a critiche banali alla chiesa, ma secondo me l'unica che poteva fermare questa cretinata era proprio la chiesa.
     
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  15. dic83
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    io manco sapevo chi fosse sto ciccione, però appena ho visto la foto credevo fosse il nuovo papa!e mi son preoccupato per fransisco che è il piu forte di tutti!!
    poi ho letto e capito che era un mafioso, almeno credo, ma non me ne può fregare di meno!

    ma tanto tutta la chiesa è una mafia!
     
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411 replies since 13/10/2014, 13:29   4997 views
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