| Per me è un capolavoro del cartone animato italico. Certo, i più critici potranno storcere il naso dinanzi all'egocentrismo di Celentano, un po' Volpe da comic-hero, un po' Orologiaio nostalgico dei bei tempi che furono, talmente megalomane da far sembrare Nanni Moretti l'ultimo boyscout. I pregi per cui vale la pena spendere i più sinceri elogi sono, a mio avviso, molteplici. Ne riporto solo alcuni:
L'ambientazione distopica è affascinante, catapulta lo spettatore in un futuro 2068 nichilista in cui i giovani non hanno più ideali: vivono alla giornata, senza lavoro, si ubriacano nei peggiori bar di ogni dove, creste iperboliche hanno preso il posto dei capelloni sessantottini, stuprano giovani sprovvedute occasionalmente... tutto estremamente visionario e ben reso dalla fotografia, che risalta l'oscurità della notte e il grigiore diurno di un mondo che solo il nostro eroe romantico può raddrizzare.
I disegni mi hanno letteralmente mandato in visibilio, sia quelli del maestro Manara, risalenti al 2009 e buttati lì da Celentano senza il suo permesso: colpo di genio del Molleggiato che ne conferma il talento visionario, oltre a dare nuovo lustro a Manara stesso, dato dai più come bollito e rincitrullito dall'età avanzata. Lo stesso non si può dire del protagonista, un Adrian che certamente rammenterà i più maturi dei gloriosi anni '60, quelli dei blue-jeans che con la loro aderenza esaltavano la bandanzosa sensualità dei movimenti pelvici resi famosi dal ragazzo della via Gluck, quando da pseudo Elvis italiano, lo avremmo immaginato cingere i fianchi di una splendida Claudia Mori nel fiore degli anni, da cui la disinibita Gilda è palesemente ispirata.
La scrittura ha dei rimandi coltissimi che di certo la casalinga di Voghera non potrà cogliere, vista la cultura spropositata di cui è pregnante il clan Celentano: letteratura, danza, musica ne fanno un perla ricca di citazioni agli amanti dell'estetica, che si esprime qui sia in termini hegeliani (attraverso la dialettica tra legalità e illegalità, giustizia e giustizia privata, bene e male ecc...) che puramente artistici, da notare i riferimenti al naturalismo francese di flaubertiana memoria (la debolezza delle donne di Adrian ricorderà i lettori più attenti il Madame Bovary) e al balletto classico in cui l'eroe, nei panni de La Volpe, si esibisce stempiando una banda di malviventi dalla capigliatura minacciosa intenti a marchiare a vita due fanciulle indifese.
Abbiamo assistito ad un capolavoro dei nostri tempi, il ritorno di un eroe buono come non lo si vedeva da tempo, che ci riporta all'incanto di una natura perduta tra catrame e cemento, che finalmente ci mostra la donna per quella che dovrebbe essere, una creatura angelica, immacolata nelle strade della notte, ma cuoca e amante impeccabile entro le mura casalinghe.
Unica nota stonata, la sede di Mafia International situata a Napoli invece che a Palermo.
Edited by Paranoyd - 3/2/2019, 16:08 |
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