| Canada, un ragazzino di nome Steve è affetto da numerosi problemi legati al comportamento, all'autocontrollo e all'attenzione, che lo rendono spesso violento e allo stesso tempo creano in lui un forte senso di attaccamento nei confronti della madre, Diane, donna sulla quarantina, poco pratica nella gestione familiare. I due affronteranno i loro rispettivi problemi assieme, grazie anche all'inserimento di una nuova donna, Kyle, e al rapporto che si creerà tra i tre. Il giovane Xavier Dolan firma con Mommy il suo quinto lungometraggio, e lo fa in modo decisamente unico e interessante, utilizzando inquadrature rettangolari di rapporto simile al 1:1. Esse rappresentano al meglio lo stato d'animo di madre e figlio, chiusi all'interno dei loro problemi, incapaci di affrontare a pieno il mondo che li circondano. Ed è in questo la grandezza del film. La narrazione non si ferma unicamente alla figura di Steve, le cui problematiche sono già state affrontate in altri film, bensì si estende alle persone che gli stanno intorno, mostrando le debolezze, e la difficoltà nel affrontare la rabbia giovanile da parte degli adulti. L'uso del rapporto stretto, trovata innovativa e geniale, permette allo spettatore di focalizzarsi sul singolo personaggio e di capire come esso stesso si auto focalizzi, si distanzi dal mondo che lo circonda, facendo entrare, dentro il suo di mondo, sentimenti negativi e corrosivi. Ed è quando ormai l'occhio si è abituato alla rigida inquadratura che improvvisamente, nei momenti di felicità e leggerezza dell'animo, il rapporto si tramuta in un magico e agognato 16:9, che rilassa lo sguardo e crea vere emozioni. Il film diverte, commuove, incanta e rende irripetibile l'esperienza visiva cinematografica, grazie a trovate narrative incredibili (la scena in cui Steve bacia la sua mano posta sulla bocca della madre, o quando va sullo skateboard ed è lui stesso ad allargare l'inquadratura a 16:9). Allo stesso tempo illude ed è crudo come pochi, rendendo la storia unica nel suo genere e il film un vero e proprio capolavoro. Premio della giuria a Cannes meritatissimo, per un regista giovane e molto talentuoso, bravo forse anche più di molti registi navigati che spesso andiamo a vedere nelle sale. Consigliatissimo. Voto 5/5 |
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