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Potrei essere favorevole solo nel caso fantascientifico in cui, infliggendo la pena di morte a un assassino, ciò comporterebbe la resurrezione delle persone che ha ucciso. E anche in quel caso continuerei ad avere qualche dubbio. Senza che il male fatto possa essere cancellato, uccidere un qualunque criminale è solo un atto di vendetta che finisce solo con l'aggiungere male a male, senza alcuna logica costi/benefici. La pena di morte in fondo è una contraddizione logica, se condanni un assassino perché si ritiene che sia un male uccidere e poi è lo Stato stesso a uccidere, quest'ultimo scende allo stesso livello di torto di chi uccide. Perché uccidere a norma di legge dovrebbe essere più giustificato che farlo come singolo individuo che delinque, se poi la conseguenza (un essere umano muore) è la stessa?
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Mi dimostro neutrale in questo commento: non si può supporre di essere pro, ma neanche contro un argomento del genere, ma, se proprio devo decidere, sono abbastanza sicuro che raccoglierò il pro, un male necessario: solitamente, alcuni detenuti si comportano magistralmente in carcere per ridurre la pena, in maniera tale da uscire da esso e ricominciare le loro attività criminose (si, lo so che alcuni si redimono davvero, ma era solo per rendere l'idea).
Inoltre, se si attende troppo per praticare l'esecuzione, si rischia che il detenuto si uccida a modo proprio, come fece Heinrich Himmler, capo delle SS, il quale, rinchiuso nel carcere di Spandau, si uccise ingerendo del veleno poco prima di venir giustiziato nel 1945, morendo esattamente a 45 anni.
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