La 25ª ora

Spike Lee - 2002

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  1. hachiko_
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    giusto brendon sono d'accordo..
     
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  2. Hannibal Lecter
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    Che film ragazzi!!! stupendo e perfetto in tutto, non ho altro da aggiungere
     
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  3. dominoh
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    film che consiglio a tutti, avevo già letto il libro e il film mi ha sorpreso molto perchè ne rispetta la storia con una sceneggiatura molto fedele. In più Lee a differenza del romanzo ambienta il film nel dopo 11 Settembre, creando un'inquientante atmosfera che ci accompagna fin dai titoli di testa e risulta molto efficace nel raccontare il dramma dei protagonisti. Il monologo di Norton è già storia del cinema, merito dell'attore, ma anche della scrittura di Lee che in questo assolo drammatico riassumme molto della sua cinematografia.
     
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  4. Feticistadeipiedi
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    Ottimo film.
    Bravo. L'atmosfera dopo 11 settembre e' veramente efficace. Molto cruda ma senza mai finire nella comprensibile retorica. Un grande
     
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  5. Hannibal Lecter
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    L'ho rivisto proprio oggi, splendido film, crudo e commovente, un grande Edward Norton e mi e' piaciuto molto anche Philip Seymour Hoffmann, attore che amo molto....
     
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    Considero questo uno dei più grandi film di sempre, sicuramenti il migliore di Lee, che conosco abbasrtanza bene.
    Dipinge una NY sfaccettata e caotica, una Gerusalemme neocapitalista dove l'individuo è impossibilitato a trovare sé stesso, intrappolato in un melting pot malato che inasprisce le differenze culturali anziché neutralizzarle. Certamente sul film pesa, ora lo possiamo dire, una certa contingenza verso i fatti del 9\11, ma i contenuti sono in ogni caso abbastanza forti da reggere una decontestualizzazione. Tutti ricordano il famoso monologo; la solitudine esistenziale e il rapporto con l'Altro sono portati da Lee alle loro estrreme conseguenze, in un climax di sublime efficacia discorsiva.
    Tra i personaggi possiamo rintracciare moltissime tipologie sociali e caratteriali che riproducono a livello affettivo la pluralità babelica della metropoli, ogni personaggio possiede caratteristiche che lo rendono diverso da tutti gli altri, lo rendono unico. Unico, e quindi condannato a rimanere solo. È sorprendente quante storie e microstorie riesce a raccontare questo film: tutti i ruoli riescono ad avere il loro arco narrativo e dire ciò che hanno da dire senza che questo disperda l'attenzione verso il filo conduttore, Monty, che il montaggio evita di abbandonare per troppo tempo.
    E tutto questo, fortunatamente, non viene disattesso dal finale, elegantissimo e di una delicatezza tale che riesce a sciogliere felicemente la ferocissima parte centrale.
     
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    Attore non protagonista

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    Monty Brogan (Edward Norton) è uno spacciatore che sta cercando di tirarsi fuori dal giro, ma un bel giorno irrompono in casa sua gli agenti dell'antidroga (o della DEA se vogliamo essere precisi) e trovano nel suo divano un bel po' di soldi e di droga. Monty è perplesso, appare evidente che non ne sapeva nulla e che qualcuno ha fatto una soffiata alla polizia ed ha organizzato tutto per incastrarlo, ma chi? Alla fine del film lo scopriremo, ma non è questa la cosa davvero importante; Spike Lee vuole piuttosto mostrarci le ultime 24 ore di libertà di un uomo ormai rassegnato che il giorno dopo finirà in carcere per sette lunghi anni. Nel tempo che gli resta tenterà di riallacciare i rapporti col padre e di divertirsi coi suoi due amici di una vita: Jacob (Philip Seymour Hoffman), insegnante, e Frank (Barry Pepper), agente di Wall Street, oltre che con la sua ragazza Naturelle (Rosario Dawson).
    Tra parentesi, solo a me Barry Pepper sembra identico a Christopher Walken? Son stato convinto per tutto il film di trovarmi di fronte a Walken D:

    La vicenda si svolge a ridosso dell'11 settembre, a cui si fa spesso riferimento: Frank vive in un grattacielo vicino a Ground Zero, ma non vuole andarsene (e forse così Spike Lee ha voluto lanciare il messaggio che non bisogna piegarsi alla paura bensì continuare a vivere normalmente); il padre di Monty è un ex pompiere proprietario di un bar in cui si riuniscono i suoi colleghi, ma soprattutto si respira il clima post 11/09, tra persone che esternano il proprio patriottismo ed altre che si fanno vincere dalla paranoia e dall'odio. Anche una delle scene clou del film, il monologo di Monty di fronte allo specchio in cui manda a fanculo tutti - ebrei, neri, arabi, coreani, cinesi, Bin Laden, i genitori, gli amici, la ragazza - prima di capire che è lui stesso l'unico responsabile della sua situazione, si spiega con questo clima di paranoia e insicurezza.
    L'altro grande tema del film è ovviamente il carcere; il terrore del carcere non abbandona mai Monty, spingendolo pure a farsi menare dall'amico pur di non presentarsi con una "faccia troppo pulita". Viene spesso lasciato intendere senza troppi giri di parole quanto brutale sia quell'ambiente, e qua probabilmente c'è la denuncia sociale di Lee, non nuovo a questo genere di cose.
    E la 25^ ora a cui fa riferimento il titolo qual è? Lo si capisce alla fine, quando è il padre stesso di Monty a proporgli la fuga per iniziare una nuova vita, quella che non potrà vivere se varcherà le porte della prigione. L'opportunità di vivere questa 25^ ora viene mostrata registicamente con gran classe, con dei toni da sogno che si fanno via via più sbiaditi e surreali a testimoniare l'irraggiungibilità di quella vita per Monty, che infatti alla fine si recherà in carcere.

    La recitazione e le situazioni sono quasi sempre sopra le righe, molto tarantiniane, in particolare Barry Pepper è istrionico, scatenato, un cinico donnaiolo affarista alcolizzato (abbiamo qualche altro cliché a cui attingere?). Tutti i protagonisti comunque sono molto convincenti e interpretano ottimamente la propria parte, d'altronde Norton e Seymour Hoffman sono una garanzia anche se è proprio Pepper ad avermi impressionato maggiormente.
    Molto bella anche la colonna sonora, mai eccessivamente invadente e sempre usata al momento giusto. Ed è ottima pure la regia, Spike Lee sa quello che fa ed usa con perizia il mezzo tecnico.

    Nel complesso, però, la mia impressione è che sia un film con alti e bassi: ci sono alcuni dialoghi e situazioni patetiche, così come ci sono scene e dialoghi riuscitissimi e molto convincenti. Tra questi ultimi spicca la scena del pestaggio con tanto di assenza di sonoro (eccetto per il cinguettio degli uccelli) nei secondi immediatamente successivi all'aggressione - che è molto d'effetto - e il viaggio finale col padre ed il suo monologo. C'è anche da dire che è una storia parecchio stereotipata e a tratti già vista: il trio di amici con quello imbranato, quello cinico e quello fuorilegge; la bella pupa di quest'ultimo che causa un po' di guai; un genitore con cui riconciliarsi. Non proprio il top dell'originalità, insomma.
    Alla fin fine direi che non è un capolavoro come sostengono alcuni, ma è comunque un bel film che intrattiene e non annoia mai nonostante le poco più di due ore di durata.
    :7:
     
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  8. no#21
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    concordo con chi ha scritto che i capolavori di Spike Lee sono altri, non perché questo film non sia all'altezza ma perché secondo me quando tratta di temi a cui è più sensibile e descrive un certo tipo di realtà è assolutamente insuperabile. La 25esima Ora è un film particolare, centrato sulla vicenda del protagonista (eccellente Edward Norton), pur toccando i temi centrali quasi in modo indiretto è in grado di restituirne in pieno la complessità. Per quanto riguarda i personaggi non troppo originali concordo, anche se non è certo una particolarità di questo film; credo comunque che Spike Lee abbia una tale capacità di collocare lo stereotipo nell'ambiente giusto che paradossalmente riesce ad aumentare la credibilità di quello che descrive (opinione personalissima, lo sottolineo).

    Mi permetto, con qualche messaggi e qualche anno di ritardo, di aggiungere Schegge di Paura alla lista che ha fatto Brendon delle migliori prove di Norton :)
     
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    -Siate il cambiamento che vorreste vedere nel mondo- Mahatma Gandhi

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    Il film narra la storia di uno spacciatore, Monty Brogan, che dopo essere stato incastrato dalla polizia è destinato ad andare in carcere per 7 anni.
    Passerà le sue ultime 24 ore da uomo libero in compagnia della fidanzata, Naturelle, e dei suoi amici, un broker e un insegnante, che organizzeranno per lui una festa in un locale.
    Spike Lee, nella 25ª ora, mostra la New York post 11/09, una città che vive ancora con la paura, in una sorta di stasi, dove tutto sembra galleggiare, dove le persone si muovono ma non sono ancora capaci di andare oltre, di tornare alla normalità. Una città che vive ancora di rimpianti, di odio, ma che è comunque pronta prima o poi a rialzarsi.
    Ed è in questa New York catartica che si insinua la vicenda dell'uomo, qui rappresentato da un semplice spacciatore destinato alla galera, che vede dinnanzi a se un futuro buio, metafora splendida della dimensione post terroristica.
    Ed è la paura l'elemento dominante del film, la stessa paura che porterà il protagonista a mandare a "fanculo" le varie razze e persone che vivono a New York, dai neri del ghetto, agli italiani, passando per i cinesi e coreani, ecc... . Una serie di luoghi comuni, anch'esse simbolo di una situazione di crisi, di insicurezza presenti in un forte momento storico come quello dell' 11/09.
    Il carcere è il veicolo narrativo per mostrare una gamma di sentimenti vasta, che si tramuta poi in denuncia sociale di situazioni presenti negli Stati Uniti da moltissimi anni (sovraffollamento delle prigioni, mancanza di sicurezza, perdita della propria identità di essere umano, ecc...).
    E anche quando vi ci sarebbe l'opportunità di scappare, di vivere un futuro diverso, se solo si volesse, una 25ª ora, voluta e ottenuta, ci si deve scontrare con la realtà, con il naturale corso degli eventi.
    Bellissima e straziante in questo la scena finale, in cui il protagonista fa un viaggio attraverso l'ipotesi di un futuro da fuggiasco, ma radioso perché vittorioso sulle paure. Ma la famosa frase: "C'è mancato poco che non succedesse mai" e la seguente scena, danno il senso della drammaticità della realtà, e di una visione piuttosto pessimistica.
    In questo Spike Lee è molto bravo , attraverso soprattutto un uso di bellissimi e fluenti movimenti di camera, alcuni piani sequenza mozzafiato e uno studio compositivo molto approfondito. Ma il film a mio parere pecca su un frangente: spesso a scene molto belle sono contrapposte scene registicamente banali.
    Il film a mio parere è spezzato in modo significativo in due parti. La prima parte, che ho trovato meno funzionale e di minor fattura stilistica, ambientata per lo più di giorno, non incide in maniera particolare con scene squillanti e interessanti. La seconda invece, ambientata di notte e la mattina seguente, l'ho trovato praticamente perfetta, 1 ora di puro cinema e di scene e scambi di battute mozzafiato. La scena del pestaggio è poi talmente cruda e drammatica da valere forse tutto il film.
    Gli attori sono tutti molto bravi, a partire da Norton, che difficilmente sbaglia un colpo, ma è apprezzabilissimo soprattutto Philip Seymour Hoffman, personaggio piuttosto stereotipato ma, in tutti i suo insiemi di clichè, particolare e convincente.
    Concludendo direi che questo è un ottimo film, non forse un capolavoro, ma comunque un buonissimo prodotto, che consiglio agli amanti del genere drammatico, e a chi apprezza i virtuosismi con i movimenti di camera.
    Voto 7.5.
     
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  10. Madian
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    La 25a Ora è un film che se avessi visto senza sapere che è stato girato da Spike Lee, avrei certamente pensato ci fosse lui a reggerne i fili. E' una pellicola caratteristica di argomento sociale sulla New York post-11 settembre, una città che ci viene raccontata con gli occhi di un uomo in procinto di finire in carcere per i prossimi sette anni, e che quindi cerca di vivere il suo ultimo giorno, le sue ultime 24 ore di libertà, tra amici, padre e fidanzata.

    Il personaggio di Monty Brogan, interpretato da un ottimo Edward Norton, ha uno sviluppo in queste sue ultime ore fuori di prigione, uno sviluppo che lo porterà a trarre le conclusioni più oneste e sincere solo a ridosso della fine. All'inizio non sa di chi fidarsi, vuole capire chi l'ha tradito e perché l'ha fatto, non si dà pace e per questo motivo tratta con freddezza alcune delle persone che gli sono accanto. Viene organizzata una festa di addio per lui, e tutta la giornata è un avvicinamento a questa festa, in cui ci vengono mostrati i personaggi, vediamo dei flash-back di come si è giunti all'arresto, e via via che ci avviciniamo alla sera, alla notte, vediamo la disperazione e la rassegnazione di Monty, degli amici Jacob (il più che buono Philipp Seymour Hoffman, come sempre per altro) e Frank (Barry Pepper, che qui è quello che mi ha convinto di più nella sua parte, davvero una bella prova la sua), la volontà di voler fare qualcosa senza sapere cosa di concreto del padre James (Brian Cox, che per me comunque sarà sempre Stryker di X-Men 2), il cercare di di stargli vicino, nonostante lui la tenga a distanza in queste ultime ore, da parte della fidanzata Naturelle (Rosario Dawson, che mi è piaciuta qui). In una parte minore anche Anna Paquin, allieva dell'insegnante Jacob, servirà prettamente a dare spessore al personaggio interpretato da Hoffman.

    25a_ora-1

    Monty ha tutto il tempo di prendersela col mondo intero per quello che gli è successo, arrivando ad insultare praticamente ogni razza, religione ed estrazione sociale della città di New York, nella scena più famosa del film, arrivando pian piano che si avvicina l'ora X, a capire che è stato lui stesso a rovinare tutto, tutto ciò che di buono aveva costruito, che magari non era ciò che si aspettava davvero dalla vita, ma quando gli sta svanendo dalle mani capisce l'importanza che ha per lui. Arriverà a scoprire chi l'ha tradito e perché, avrà scontri e discussioni con le persone che gli stanno attorno, e nonostante la paura ed il terrore che gli provoca anche solo l'idea di finire in carcere, nel finale si troverà di fronte ad un bivio, una 25a ora che è il padre a proporgli, una via di scampo buttata lì con leggerezza, e che a noi viene mostrata già come realtà, seppur sfumata nei colori e nelle inquadrature, oltre che nelle musiche. Che decisione prenderà il protagonista?

    Parlo chiaro: non è il mio ideale di capolavoro assoluto, ma è un ottimo film, in cui si possono apprezzare delle eccellenti prove attoriali, una buona regia, uno spaccato di una città che spesso ci viene mostrata in ben altri contesti, ed una colonna sonora caratteristica, in cui Terence Blanchard cerca di rendere in musica New York, mischiando strumenti e suoni di etnie differenti, come etnie differenti sono quelle che ammiriamo nei diversi Boroughs.

    Piccola chicca, ho apprezzato il poster di Nick Mano Fredda a casa di Monty.

    film-la-25esima-ora

    Film sicuramente consigliato, non leggerissimissimissimo, ma non è un mattone, e diverse scene sono comunque più che rilevanti (oltre al già pluricitato monologo di Norton, anche la scazzottata con gli amici, drammatica e ben resa, per dirne una). E voi? Come passereste le ultime 24h prima di allontanarvi da tutti quelli che amate per finire in un luogo dove non sarete più liberi? E come valutereste l'idea di quella 25a ora?

    Edited by Madian - 21/11/2016, 00:05
     
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24 replies since 6/12/2008, 23:40   684 views
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