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Replying to Re Artù

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  1. Posted 10/9/2008, 22:37

    Re Artù




    Re Artù, figlio di re Uther Pendragon, è un'importante figura delle leggende della Gran Bretagna, dove appare come la figura del monarca ideale sia in pace sia in guerra. È il personaggio principale della Materia di Britannia, o Ciclo bretone (o Ciclo arturiano), anche se c'è disaccordo sul fatto che Artù, o una persona reale su cui il personaggio sia stato ricalcato, sia veramente esistito. Nelle citazioni più antiche che lo riguardano e nei testi in gallese non viene mai definito re, ma dux bellorum ("signore della guerra"). Antichi testi altomedievali in gallese lo chiamano ameraudur ("imperatore"), prendendo il termine dal latino, che potrebbe anche significare "signore della guerra".

    Artù figura storica

    La storicità di Re Artù è stata a lungo dibattuta dagli studiosi, ma negli anni si è raggiunto un consenso nel ritenere sostanzialmente leggendaria la figura del sovrano. Una scuola di pensiero avanzerebbe l'ipotesi che fosse vissuto nel tardo V secolo o agli inizi del VI secolo, che fosse stato un romano-britannico e che avesse combattuto il paganesimo sassone. I suoi ipotetici quartieri generali si sarebbero trovati in Galles, Cornovaglia, o ad ovest di ciò che sarebbe diventata l'Inghilterra. Ad ogni modo, le controversie sul centro del suo potere e sul tipo stesso di potere che esercitava continuano tutt'oggi.

    C’è chi sostiene che la figura di Artù possa coincidere con quella di un certo Riotamo, 're dei Brettoni", attivo durante il regno dell'imperatore romano Antemio. Sfortunatamente, Riotamo è una figura minore di cui sappiamo ancora poco e nemmeno gli studiosi sono in grado di capire se i "bretoni" che comandava erano i britannici o gli abitanti dell'Armorica. Altri studi portano ad identificarlo con Ambrosio Aureliano, un signore della guerra romano-britannico che vinse alcune importanti battaglie contro gli anglosassoni, tra cui la battaglia del Monte Badon.

    Altri suggeriscono di identificarlo con Lucio Artorio Casto, un dux romano del II secolo, i cui successi militari in Britannia sarebbero stati tramandati nei secoli successivi. Ufficiale (col rango di praefectus) della VI legione in Britannia, che potrebbe aver guidato un'unità di cavalieri sarmati (provenienti dall’Ucraina meridionale), stanziati a Ribchester, che conducevano campagne militari a nord del vallo di Adriano. Le imprese militari di Casto in Britannia e Armorica (odierna Bretagna) potrebbero essere state ricordate per i secoli successivi e aver contribuito a formare il nucleo della tradizione arturiana, così come le tradizioni portate dagli alano-sarmati. C'è anche chi parla dell'usurpatore romano Magno Massimo.

    Un'altra teoria è quella secondo cui il nome di Artù sarebbe in realtà un titolo portato da Owain Ddantgwyn, che sembrerebbe essere stato un re di Rhôs. C'è poi l'ipotesi che egli sarebbe in realtà un re dell'età del bronzo, circa 2300 a.C.: estrarre una spada da una roccia sarebbe infatti una metafora della costruzione di una spada e della sua forgiatura su un'incudine.

    Altre supposizioni si basano sul fatto che Artù fosse Artuir mac Áedán, figlio di re Áedán mac Gabráin della Dalriada, un signore della guerra scozzese che guidò gli scoti di Dalriada contro i pitti. Secondo questa teoria, Artù avrebbe quindi svolto le sue azioni di guerra soprattutto nella regione tra il Vallo di Adriano e quello di Antonino (area del Gododdin). Per alcuni Artù potrebbe addirittura essere stato lo stesso Áedán mac Gabráin. E c'è chi pensa che Artù avrebbe comandato una coalizione di celti cristiani contro gli invasori pagani, riuscendo a tenerli lontani per un centinaio d'anni circa.

    Ad ogni modo, si hanno svariati omonimi, o persone con nomi simili, nella sua generazione e si può pensare che siano poi stati riuniti dalle credenze popolari e tramandati come se fossero un'unica entità. Ed ecco così spuntare Arthnou, un principe di Tintagel (in Cornovaglia), che visse nel VI secolo, oppure Athrwys ap Meurig, re del Morgannwg (odierno Glamorgan) e del Gwent (due aree del Galles). Artù potrebbe quindi essere un semplice collage di tutte queste figure mitologiche o storiche.

    Artù figura leggendaria

    Il nome Arthu in lingua celtica continentale significa orso, simbolo di forza, stabilità e protezione, caratteri anche questi ben presenti in tutta la leggenda. Nella civiltà celtica gli uomini avevano come nome proprio quello di un animale che sceglievano per sottolineare un tratto fisico o caratteriale, e l'orso è l'animale simbolo per eccellenza della regalità. Anche sulla base del suo nome, una scuola di pensiero ritiene che la figura di Artù non abbia nessuna consistenza storica e che si tratterebbe di una semi-dimenticata divinità celtica poi trasformata dalla tradizione orale in un personaggio realmente esistito, come sarebbe accaduto per Lir, dio del mare, divenuto poi re Lear. In gallese la parola arth significa "orso" e tra i celti continentali (anche se non in Britannia) esistevano molte divinità-orso chiamate Artos o Artio. È probabile che queste divinità sarebbero state portate dai celti in Britannia. Va anche notato che la parola gallese arth, quella latina arctus e quella greca arctos significano "orso". Inoltre, Artù è chiamato l'"Orso di Britannia" da alcuni scrittori. "Arktouros" ("Arcturus" per i Romani), ovvero "guardiano dell'orsa", e "Arturo" in italiano) era il nome che i Greci davano alla stella in cui era stato trasformato Arkas, o Arcade, re dell'Arcadia e figlio di Callisto, che invece era stata trasformata nella costellazione dell'Orsa Maggiore ("Arctus" per i Romani). Altre grafie esistenti del suo nome sono Arzur, Arthus o Artus. L'epiteto di "Pendragon" gli viene invece dal padre, Uther Pendragon.



    Antiche tradizioni

    Artù appare per la prima volta nella letteratura gallese: in un antico poema in questa lingua, Y Gododdin (circa 594), il poeta Aneirin (535-600) scrive di uno dei suoi sudditi che lui "nutriva i corvi neri sui baluardi, pur non essendo Artù". Ad ogni modo, questo poema è ricco di inserimenti posteriori e non è possibile sapere se questo passaggio sia parte della versione originale o meno. Possiamo però fare riferimento ad alcuni poemi di Taliesin, che sono presumibilmente dello stesso periodo: The Chair of the Sovereign, che ricorda un Artù ferito; Preiddeu Annwn ("I Tesori di Annwn"), cita "il valore di Artù" e afferma che "noi partimmo con Artù nei suoi splendidi labours"; poi il poema Viaggio a Deganwy, che contiene il passaggio "come alla battaglia di Badon con Artù, il capo che organizza banchetti/conviti, con le sue grandi lame rosse dalla battaglia che tutti gli uomini possono ricordare".

    Un'altra citazione è nell' Historia Brittonum, attribuita al monaco gallese Nennio, che forse scrisse questo compilation dell'antica storia del suo paese nell'anno 830 circa. Nuovamente, quest'opera ci descrive Artù come un "comandante di battaglie", piuttosto che come un re. Due fonti distinte all'interno di questo scritto ricordano almeno 12 battaglie in cui avrebbe combattuto, culminando con la battaglia del Monte Badon, dove si dice abbia ucciso, da solo/con una sola mano, addirittura 960 avversari.

    Secondo gli Annales Cambriae, Artù sarebbe stato ucciso durante la battaglia di Camlann nel 537.

    Appare inoltre in numerose vitae di santi del VI secolo, ad esempio la vita di san Illtud, che alla lettura sembra essere scritta verso il 1140, dove si dice che Artù fosse un cugino di quell'uomo di chiesa. Molte di queste opere dipingono Artù come un fiero guerriero, e non necessariamente moralmente impeccabile come nei successivi romanzi. Secondo la Vita di San Gildas (morto intorno all'anno 570), opera scritta nel XI secolo da Caradoc di Llancarfan, Artù uccise Hueil, fratello di Gildas, un pirata dell'isola di Man.

    Attorno al 1100 Lifris di Llancarfan asserisce nella sua Vita di san Cadoc che Artù è stato migliorato da Cadoc. Cadoc diede protezione ad un uomo che aveva ucciso tre dei soldati di Artù, che ricevé del bestiame da Cadoc come contropartita per i suoi uomini. Cadoc glielo portò come richiesto, ma quando Artù prese possesso degli animali, questi furono trasformati in felci. Il probabile scopo originale di questa storia sarebbe quello di promuovere l'accettazione popolare della nuova fede cristiana "dimostrando" che Cadoc aveva poteri magici attribuiti tradizionalmente ai druidi e così intensi da "battere" Artù. Avvenimenti simili sono descritti nelle tarde biografie medioevali di Carannog, di Padern e Goeznovius.

    Artù compare anche nel racconto in lingua gallese Culhwch e Olwen, solitamente associata con il Mabinogion: Culhwch visita la corte di Artù per cercare il suo aiuto per conquistare la mano di Olwen. Artù, che è definito suo parente, acconsente alla richiesta e compie le richieste del padre di Olwen, il gigante Ysbaddaden (tra cui la caccia al grande cinghiale Twrch Trwyth). Questo può essere riportato alla leggenda dove Artù è dipinto come il capo della caccia selvaggia, un tema popolare che è ricordato anche in Bretagna, Francia e Germania.

    Roger S. Loomis ha elencato questi esempi (Loomis 1972). Gervasio di Tilbury nel XIII secolo e due scrittori XV secolo assegnano questo ruolo ad Artù. Gervasio afferma che Artù e i suoi cavalieri cacciavano regolarmente lungo un antico tratto tra Cadbury e Glastonbury (che è ancora conosciuta come King Arthur's Causeway [2]), e si pensa che lui e la sua compagnia di cavalieri possa essere vista a mezzanotte nella foresta di Brittany o Savoy in Gran Bretagna. Loomis allude a un cenno scozzese nel XVI secolo, e afferma che molte di queste credenze fossero ancora ricorrenti nel XIX secolo al Castello di Cadbury e in diverse parti della Francia. Più tardi parti del Trioedd Ynys Prydein, o Welsh Triads, menzionano Artù e collocano la sua corte a Celliwig in Cornovaglia. Celliwig è stata identificata con la città di Callington dagli anziani antiquari Celtici, ma Rachel Bromwich, l'ultimo editore delle Welsh Triads, afferma che sia in realtà Kelly Rounds, una fortezza nei pressi della parrocchia celtica di Egloshayle.

    Il ciclo arturiano

    La prima grande popolarizzazione della leggenda di re Artù fu il romanzo di Goffredo di Monmouth Historia Regum Britanniae, un equivalente medievale di best-seller che aiutò a riportare l'attenzione di altri scrittori, come Robert Wace e Layamon, che espanse la novella di Artù. La data dell' Historia è determinata come 1133 da un piccolo gruppo di esperti; ad ogni modo, la data è più normalmente determinata come 1138, come indicano le seguenti citazioni:

    Geoffrey rimase a Oxford perlomeno fino al 1151 e durante questo periodo scrisse i suoi due lavori ancora esistenti, Historia regum Britanniae (1136-1138; "History of the Kings of Britain") e Vita Merlini (ca. 1148; "The Life of Merlin").

    Le spade di Artù

    Nel Merlin di Robert de Boron, successivamente ripreso e continuato da Thomas Malory, re Artù ottiene il trono estraendo una spada da una roccia. Nel racconto estrarre la spada è possibile solo a colui che è "il vero re", inteso come l'erede di Uther Pendragon. La spada del racconto è presumibilmente la famosa Excalibur; la sua identità viene infatti resa esplicita nel seguito chiamato Vulgate Merlin Continuation.

    Ciò nonostante, in quello che viene chiamato Post-Vulgate Merlin, Excalibur viene donata a re Artù dalla Dama del lago dopo che Artù è già re (Artù ottiene la spada prendendola dalla mano della Dama che esce fuori da un lago e gli porge l'Excalibur). Secondo diverse fonti Artù distrugge la spada estratta dalla roccia mentre sta combattendo contro re Pellinore, per questo Merlino permetterà ad Artù di ottenere la Excalibur dal lago (così come citato in diversi romanzi tra cui King Arthur and His Knights e King Arthur and the legend of Camelot di Howard Pyle e naturalmente molti romanzi moderni basati sulla saga arturiana).

    In questa versione la lama della spada è in grado di tagliare qualunque materiale e il suo fodero è in grado di rendere invincibile chiunque lo indossi. Alcune storie narrano che Artù sia riuscito ad estrarre la spada dalla roccia dandogli il diritto a diventare re (e quella spada era Excalibur) ma che l'abbia gettata via una volta che lui, tramite essa, uccise accidentalmente un suo cavaliere. Merlino allora gli consigliò di trovare una nuova lama, cosa che succede quando Artù riceve la spada dalla Dama del lago. Anche questa nuova spada verrà chiamata da Artù "Excalibur" così da avere lo stesso nome della originale e precedente spada.

    La spada appare la prima volta con il nome di Caliburn nel racconto di Geoffrey di Monmouth. L'autore afferma che nella battaglia contro Artù "nought might armour avail, but that Caliburn would carve their souls from out them with their blood."



    Artù nei media

    Letteratura

    * A. A. Attanasio

    1. The Dragon and the Unicorn
    2. The Eagle and the Sword
    3. The Wolf and the Crown.

    * Alfred, Lord Tennyson, Idylls of the King
    * Bernard Cornwell, Warlord Chronicles consistono di tre romanzi, Winter King, Enemy of God, e Excalibur, e reintroducono molti personaggi vecchi alla storia. Raccontati da Derfel dopo la morte di Artù
    * Bryher situa il suo racconto storico Ruan nella Britannia che segue immediatamente la morte di Artù.
    * Catherine Christian, The Pendragon tells the story from a 5th century Sir Bedivere.
    * Christopher Gidlow's The Reign of Arthur: From History to Legend
    * David Drake
    * Gillian Bradshaw: Hawk of May, Kingdom of Summer e In Winter's Shadow
    * Guy Gavriel Kay: The Fionavar Tapestry
    * Helen Hollick, la trilogia Pendragon's Banner.
    * Jack Whyte, The Camulod Chronicles
    * James Herbert Brennan, Alla corte di Re Artù, serie di librogame basati sul personaggio.
    * Janice Elliot: The King Awakes
    * John Masefield
    * John Steinbeck, The Acts of King Arthur and His Noble Knights is a traditional take in modern language.
    * Kevin Crossley-Holland's The Seeing-Stone, At the Crossing-Places e King of the Middle-March..
    * Marion Zimmer Bradley, Le nebbie di Avalon (1979): in questo libro troviamo un Artù innamorato di sua sorella Morgana e attratto anche da Lancillotto.
    * Mary Stewart, La grotta di cristallo The Crystal Cave (1970)

    1. Le grotte nelle montagne The Hollow Hills (1973)
    2. L'ultimo incantesimo The Last Enchantment (1979)
    3. Il giorno fatale The Wicked Day (1983)

    * Mark Twain, A Connecticut Yankee in King Arthur's Court
    * T.H. White, Re in eterno (The Once and Future King), ciclo di romanzi
    * Nancy Springer's I am Mordred and I am Morgan le Fay
    * I numerosi libri di Norma Lorre Goodrich sono assai popolari, ma si basano su un'analisi superficiale della leggenda arturiana e della storia medievale.
    * Persia Woolley:

    1. Child of the Northern Spring, pubblicato in Italia
    2. Queen of the Summer Stars
    3. Guinevere: The Legend in Autumn.

    * Rosalind Miles' Guenevere Trilogy
    * Sidney Lanier, The Boy's King Arthur un lavoro basato sull'opera di Thomas Malory, diretto ai ragazzi del 19° secolo.
    * Stephen Lawhead: The Pendragon Cycle
    * Susan Cooper, The Dark is Rising, saga in cinque volumi
    * Tim Powers, The Drawing of the Dark
    * Victor Canning, con la sua trilogia

    1. The Crimson Chalice (1976), pubblicato in Italia
    2. The Circle of the Gods (1977)
    3. The Immortal Wound (1978)

    Fumetto

    * Mike W. Barr e Brian Bolland, Camelot 3000 (1982-1985)

    Teatro

    * Laurence Binyon: King Arthur (1923), con la musica di Edward Elgar
    * D. G. Bridson: King Arthur (1937), con la musica di Benjamin Britten
    * J. C. Carr: King Arthur (1895), con la musica di Arthur Sullivan

    Opera

    * Rutland Boughton: The Birth of Arthur (1909), libretto di Reginald Buckley
    * Ernest Chausson: Le Roi Arthus (1903)
    * Hubert Parry: Guinevere (1886)
    * Henry Purcell: King Arthur (1691), libretto di John Dryden
    * Richard Wagner: Tristan und Isolde (1865)

    Film

    * I cavalieri della tavola rotonda (Knights of the Round Table, Stati Uniti 1953), per la regia di Richard Thorpe. Interpreti principali Mel Ferrer (Re Artù), Ava Gardner (Ginevra), Robert Taylor (Lancillotto).
    * Monty Python e il Sacro Graal è la parodia dei Monty Python della leggenda di re Artù. Più tardi è adattato in un musical di Broadway chiamato Spamalot vincendo il premio Tony Award per il miglior musical della stagione 2004-2005.
    * A Broadway, nel 1960, fu scritto un musical di successo chiamato Camelot dagli stessi autori di My Fair Lady: Moss Hart, Alan Jay Lerner, e Frederick Loewe. Tra gli attori si contavano Richard Burton nel ruolo di re Artù, Julie Andrews nel ruolo di Ginevra, e Robert Goulet come Lancillotto. L'originale cast era particolarmente amato dall'allora presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy tanto che Camelot fu utilizzata come metafora associata alla sua presidenza. Nel 1967 dal musical fu tratto un film in cui parteciparono Richard Harris nel ruolo di Artù, Vanessa Redgrave come Ginevra e Franco Nero nella parte di Lancillotto.
    * Nel 1981 John Boorman realizza il film Excalibur, considerato da molti[citazione necessaria] come la trasposizione più originale della leggenda di re Artù.
    * Il primo cavaliere, un film basato sulla saga arturiana, conta tra i suoi attori personaggi del calibro di Sean Connery nel ruolo di Artù, Richard Gere come Lancillotto e Julia Ormond interpreta la parte di Ginevra
    * il 7 luglio 2004 uscì King Arthur un film che proclamava di essere il più accurato possibile nella ricostruzione della leggenda di re Artù basandosi su recenti scoperte archeologiche. Il film venne invece pesantemente criticato proprio per la sua scarsa accuratezza nella ricostruzione del periodo storico.

    Televisione

    * Nel 1950 La televisione britannica ha trasmesso Le avventure di Sir Lancelot, un telefilm basato sulle imprese del noto cavaliere in cui comparivano tanto Re Artù che numerosi altri personaggi della leggenda. Fu il primo telefilm inglese a colori.
    * Verso la fine degli anni sessanta, fu prodotto in Australia un cartone animato chiamato "Artù e i cavalieri della tavola rotonda" (Arthur! And the Square Knights of the Round Table), una rappresentazione comica della leggenda di Re Artù.
    * Nel 1970 la televisione britannica ha trasmesso il telefilm Artù dei Bretoni (trasmesso in Italia con il titolo di "Artù dei Britanni") che mirava a fornire un ritratto più 'realistico' del periodo della leggenda mostrando inoltre l'origine di alcuni miti legati ai capi dei Celti. Il telefilm vantava la partecipazione di Oliver Tobias.
    * Il film per la televisione Merlino era una storia incentrata sulla figura di Artù e dei suoi cavalieri.
    * Lo studio d'animazione giapponese Toei Animation produsse nel 1980 una serie animata intitolata Moero Arthur - Hakuba no oji (in lingua giapponese significa: "Brilla, Arthur! Il principe dal cavallo bianco") che fu trasmessa in Italia col titolo di La spada di King Arthur.
    * Il cartone animato La leggenda del principe Valiant racconta le avventure di tre giovani guerrieri che si addestrano per diventare cavalieri della tavola rotonda. Mandato in onda nei primi degli anni novanta vede tra i personaggi messi in scena: Artù, Merlino, Ginevra e Gawain oltre che numerosi altri personaggi della leggenda.
    * Il cartone animato Justice League e Justice League Unlimited contava tra i suoi personaggi Morgana, Mordred e Merlino.
    * Il cartone animato King Arthur and the Knights of Justice parlava di una squadra di football americano chiamata 'I cavalieri' e guidata dal quarterback Arthur King. Quando i veri cavalieri della tavola rotonda sono catturati, Merlino usa la sua magia per portare la squadra di football a Camelot. La squadra dovrà quindi difendere il regno e liberare i cavalieri della tavola rotonda.
    * Nella nuova stagione del telefilm di fantascienza Stargate SG-1 viene ripreso il ciclo arturiano e alcuni personaggi, in particolare Merlino hanno un ruolo principale all'interno della storia. Nello specifico Merlino sarebbe un Antico che ha insegnato ad Artù ad utilizzare lo Stargate per andare a Glastonbury Tor e nascondere il tesoro dei cavalieri all'interno di una stanza ricca di puzzle e trabocchetti.
    * Il cartone animato Fate Stay Night, nel quale viene raccontata la storia per ottenere il Santo Graal. Uno dei personaggi principali è il servant di classe Saber, la quale afferma che il suo vero nome sia Arturia Pendragon. Figlia di Uther Pendragon, ella corrisponderebbe proprio alla figura di Re Artù.


    Fonte Wikipedia

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